Giovanni Paolo II e Medjugorje
Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 10/04/2012
Nel 1994 Giovanni Paolo II fa venire da Medjugorje un vaso di terra, estratta proprio dalla collina delle apparizioni. Vuole custodire questa terra nel luogo in cui prega senza creare disturbo a nessuno. Dopo di che fa chiedere a una suora originaria dei dintorni di Medjugorje, residente a Roma in quel momento, di piantare un fiore dentro a quel vaso. La re
ligiosa sceglie non a caso una pianta chiamata Spina Christi, che per le sue spine e i fiori rossi evoca la corona di spine del Signore. Il vaso sarà collocato ai piedi del tabernacolo nella sua cappella privata.
Alcuni brani epistolari – che oggi possono essere resi pubblici – ad una famiglia amica ci indicano pienamente il senso che egli attribuisce agli eventi che accadono nei Balcani e a Medjugorje: “Ringrazio la Signora per tutto quello che riguarda Medjugorje. Io stesso mi reco ogni giorno in pellegrinaggio laggiù con la preghiera: unisco le mie preghiere a quelle di tutti coloro che pregano in questo luogo o che da questo luogo ricevono un invito alla preghiera” (8 Dicembre 1992).
“Vi ringrazio per le lettere che mi avete inviato […] dopo gli eventi dei Balcani. Credo che Medjugorje oggi sia capita meglio. Questa specie di “urgenza” di Nostra Signora è sentita più oggi che abbiamo sotto gli occhi l’enormità del pericolo. Allo stesso tempo, la risposta – quella di un cammino di preghiera particolare, proveniente da differenti popoli del mondo – ci colma di speranza che anche laggiù il bene prevarrà. Sì, la pace è possibile” (25 Febbraio 1994).
(Tratto da “I fioretti di Papa Giovanni Paolo II” di padre Daniel Ange, Elledici; Torino, 2008, pag. 111)
“A Medjugorje ogni anno arrivano 2.000.000 di pellegrini e questo qualche cosa significa” – Mons. Henryk Hoser, arcivescovo di Vaersavia-Praga « FERMENTI CATTOLICI VIVI said
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