La pazienza è la virtù dei forti, e i santi lo sono più di tutti – Fioretti di San Filippo Neri
Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 08/06/2012
Nella Chiesa di San Girolamo della Carità, dove officiava Padre Filippo, erano stati assunti, in qualità di sacrestani, due ex religiosi che non erano stinchi di santo.
Il medico Teccosi, amministratore della confraternita, aveva loro affidato la cura della Sacrestia, perché vedeva di malocchio l’opera che Filippo veniva svolgendo con l’aiuto dello zelante sacerdote Bonsignore Cacciaguerra.
Dall’astio i due sfratati passarono ben presto alla persecuzione; dalle beffe e dalle calunnie agli atti ostili.
Quando scendeva in sacrestia, sbattendogli la porta in faccia, gli impedivano di entrare; quando doveva celebrarela Messa, gli presentavano paramenti sudici e laceri; gli nascondevano il calice o il messale; altre volte, quando era già all’altare, lo facevano ritornare, con un pretesto qualsiasi, in sacrestia, oppure gli sottraevano la chiave del tabernacolo in modo che non potesse comunicare i fedeli. Dinanzi a tutte le sgarberie dei due scaccini, il santo mostrava una calma imperturbabile.
Mai, forse, la sua pazienza fu messa a più dura prova, tuttavia egli, con lunghi sospiri esclamava: “Signore! Dammi pazienza, molta pazienza!”
Ai due malintenzionati s’aggiungeva sempre il Teccosi, il quale, con insinuazioni malevole, cercava di mettere il santo in cattiva luce.
Quello che più amareggiava il cuore di Filippo era il vedere come molti dei suoi penitenti, a cagione di tali dicerie, disertavano la mensa eucaristica e il confessionale.
Ma la carità paziente del santo ebbe anche qui completa vittoria.
Il Teccosi, riconoscendo alfine il suo torto si gettò un giorno ai piedi di padre Filippo, chiedendo perdono. Il santo lo ebbe, d’allora in poi, fra i suoi più cari amici.
Morendo, quegli lasciò in eredità a Filippo un legato e degli oggetti personali. Il santo accettò solamente, come ricordo, un orologio che ancora si conserva fra i suoi preziosi cimeli.
Uno dei suoi ex frati, pentitosi egli pure del male fatto e stanco della sua vita disordinata, ritornò, aiutato da Filippo, in religione; l’altro, pur rimanendo nel secolo, ottenuto il perdono del santo, condusse una vita esemplare.
[Tratto da Oreste Cerri, S. Filippo Neri, Aneddotico, Edizione Il Villaggio del Fanciullo di Vergiate, pag. 60]
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[…] con la tua calma l’esacerbato e […]
L’alfabeto di Dio | In te la mia speranza By Lanuvolettarosa said
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Non mi sopporto proprio! OK ma, ce l’ho questo diritto? « FERMENTI CATTOLICI VIVI said
[…] fare per convincerci di questo Amore, di questa Pazienza che ci viene […]