“Quei cattolici, avevano ragione anche questa volta”
Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 15/08/2013
La storia di Kate Plato, una protestante diventata cattolica dopo una lunga e attenta ricerca
Katie Plato è oggi madre di tre bambini e blogger cattolica (qui il suo blog) ed è rimasta colpita dalle parole di un suo caro amico, anche lui neo-convertito, quando «gli raccontavo della convinzione di mia madre che la Chiesa Cattolica fosse il più grande trionfo di Satana in tutta la storia. Lui rispose: “Dev’essere o il più grande trionfo di Satana, o il più grande trionfo di Cristo. Non esiste un terreno neutrale quando si parla di Chiesa Cattolica.”».
E’ la verità, commenta lei: «Lo stesso succede con le persone con le quali parlo della mia conversione; non c’è un terreno neutrale. O sono eccitati, o sono costernati».
La sua storia inizia quando, frequentando con suo marito la Chiesa Battista locale, «sembrava che la chiesa fosse “buona” quando il sermone era pieno di saggezza e noi imparavamo molto, ed “inutile” quando il sermone non fosse così buono. Guardando indietro, capisco che quando si frequenta una chiesa senza liturgia, tutto si concentra sul sermone, sul pastore, e su come ci si sente durante il culto. Eravamo frustrati con noi stessi, volevamo goderci la chiesa ed adorare Dio; non volevamo essere critici. Dopo molte preghiere, decidemmo di andarcene e cercare una chiesa che ci si addicesse di più».
Da allora iniziò una lunga ricerca e numerose riflessioni, che culminò poi alla conversione cattolica. In particolare sul valore della liturgia, dell’Eucarestia e sul problema del Sola Scriptura, uno dei principali punti di divergenza tra la teologia cattolica e la maggior parte di quelle riformate.
La questione si pose nel momento in cui i due dovettero scegliere se battezzare o meno uno dei loro figli: «Cercammo nella Bibbia le risposte, ma la questione del battesimo non è chiara. La Bibbia, da sola, non era sufficiente. Il pilastro del Sola Scriptura era caduto e fummo costretti ad affidarci alla Tradizione, o alla nostra interpretazione individuale di ciò che pensavamo la Scrittura cercasse di dire».
Si è quindi posto il problema del riconoscimento dell’autorità della Chiesa cattolica: «Entrambi iniziavamo a capire che stavamo ancora vivendo nel mondo protestante in cui si prende e sceglie ciò che si vuole credere e fare con la propria vita. L’individuo era ancora l’autorità».
L’evento decisivo fu un episodio originale, ovvero la vaccinazione prima del parto del suo terzo figlio: «Quando digitai su google “Prospettiva cristiana sulle vaccinazioni” non ne venne fuori niente di buono. Frustrata, lo cambiai in “Prospettiva cattolica sulle vaccinazioni.” Fui indirizzata ad un articolo della Pontificia Accademia per la Vita che mi fu estremamente utile nel considerare la moralità del vaccinare il proprio bambino. Questo fu dieci volte più utile di qualsiasi altra cosa che avessi trovato. C’era una lista di vaccini prodotti da feti abortiti, e si parlava delle decisioni etiche che un genitore deve intraprendere per proteggere il bene più grande della società e per proteggere i mai-nati.
Non c’era una risposta esatta, ma un insieme di dati che sarebbero serviti a riflettere sulla questione. Era pratico, sfumato, ponderato e giusto. Stavo guidando (…) e riflettei: “Quei cattolici, avevano ragione anche questa volta. Hanno sempre ragione”», Katie ricorda che «mi vennero le lacrime agli occhi, e in quel momento capii aver di ricevuto la grazia per tornare a casa, nella Chiesa Cattolica»
«E’ segno che non l’ha trovato.» « FERMENTI CATTOLICI VIVI said
[…] Non stanchiamoci mai di cercare nello scrigno prezioso e sconosciuto della tradizione e del magistero della Chiesa Cattolica. […]