“Mi sono sempre aggrappato alla fede, levando gli occhi verso l’Alto”
Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 16/10/2014
Franco Nero è uno degli attori italiani più conosciuto in tutto il mondo.
Protagonista dei cosiddetti spaghetti western, ma anche di colossal come La Bibbia del 1966 in cui recita la parte di Abele, continua in una carriera solida e costante fino ai giorni nostri con film di successo tanto nel cinema quanto nelle fiction televisive.
Franco Nero, classe 1941, è stato definito “una bellezza maschile molto americana” (Le Garzantine – L’Universale Cinema, 2006, p. 828), ha ricevuto un David di Donatello nel ’68 per “Il giorno della civetta” e un Golden Globe nel 2006.
Sex symbol amato dal pubblico femminile, attore apprezzato a livello internazionale, lo conosciamo qui in una veste insolita, per la sua testimonianza di fede, scoperta e vissuta grazie a un sacerdote speciale.
Ma lasciamo la parola al celebre attore.
“Nella mia vita so di aver ricevuto molto. E nelle tante difficoltà mi sono sempre aggrappato alla fede, levando gli occhi verso l’Alto.
Cerco tutt’oggi di non mancare a Messa e da cinquant’anni sono volontario nel Villaggio degli Orfani a Tivoli, alle porte di Roma.
Nel tempo è diventato sempre più importante per me la sera, prima di andare a dormire, fare un esame di coscienza e il giorno dopo non vergognarmi di andare a chiedere scusa per i miei errori, perché la fede ci rende liberi e umili.
La mia esperienza nel centro tiberino è legata all’incontro con il fondatore, don Nello del Raso: cappellano medico durante la Seconda Guerra Mondiale, don Nello, dopo il conflitto cominciò ad accogliere giovani orfani. E’ nato così il villaggio ‘Don Bosco’.
Durante il mio servizio militare, alla fine del 1963, incontrai questo sacerdote. Lo chiamavo ‘piccolo grande uomo’ e lo ammiravo enormemente.
Una volta gli dissi: “Caro don Nello, io sono ancora senza un lavoro, ma se il Signore mi aiuta ti assicuro che ti starò sempre vicino“. Così è stato, ho mantenuto la promessa, collaborando poi con il suo successore, don Benedetto Serafini, un altro prete molto significativo per me.
Oggi il ruolo dei sacerdoti è importantissimo. Devono avere profonda attenzione verso gli altri, soprattutto gli ultimi, e diventare padri spirituali delle anime, amici delle persone che incontrano. Per questo sono un punto di riferimento di una società intera.
Nella vita non è mai troppo tardi per convertirsi. L’ho visto con mio figlio: all’improvviso, a 36 anni, ha deciso di ricevere i sacramenti della Prima Comunione e della Cresima. E oggi con lui non possiamo iniziare a mangiare senza prima una preghiera.
Oggi anche sua madre (l’attrice Vanessa Redgrave) sta facendo un cammino di avvicinamento alla fede. Sono gli esempi quotidiani ad alimentarla.
Ed è così anche quando ci spendiamo in aiuto degli altri. In questo mezzo secolo il Villaggio degli Orfani è diventato la mia seconda casa; lo considero la mia ‘casa spirituale’.
Per questo dico a chi può, di aiutare i sacerdoti e sostenere le opere dell’8xmille, specie se sono interventi vicini a dove viviamo, realtà concrete che vediamo coi nostri occhi.”
(Il virgolettato è tratto da “Sovvenire”, trimestrale di informazione sul sostegno economico alla Chiesa, Anno XIII, numero 3, settembre 2014)
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