FERMENTI CATTOLICI VIVI

"Andate controcorrente. Di quanti messaggi, soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici!" Benedetto XVI

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    Come i fermenti lattici vivi sono piccoli ma operosi e dinamici e pur essendo invisibili sono indispensabili alla vita, spero che questi "fermenti cattolici vivi" contribuiscano a risvegliare la gioia di essere cristiani.

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Una giovane semplice con l’audacia di insistere per fare il bene, che non ha perso tempo…

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 22/05/2023

Domenica 21 maggio papa Francesco ha riconosciuto le virtù eroiche di otto nuovi venerabili tra cui Maria Cristina Ogier, morta l’8 gennaio 1974 a soli diciannove anni.

Nata a Firenze nel 1955, a quattro anni le viene diagnosticato un tumore al cervello. La bambina, poi la ragazza, vivrà questa malattia senza nasconderla né ostentarla, ma vivendo la sua vita con un’intensità non comune.

Nel suo traboccamento di carità, arriva persino ad allestire un battello fluviale attrezzato come medicheria e dispensario farmaceutico con funzioni di vero e proprio mini ospedale, da inviare al Rio delle Amazzoni. Per raggiungere il suo scopo sollecitò l’aiuto dei portuali di Livorno che, colpiti dalla sua determinazione e semplicità, l’aiutarono al meglio delle loro possibilità.

Si iscrive a medicina senza poter frequentare ed entrò nel Terz’Ordine Francescano. Durante un viaggio a Lourdes – dove accompagnava i malati con l’Unitalsi – si consacra a Maria.

Semplice, genuina, nel 1971 ascoltando a scuola discorsi e pensieri sull’aborto, esortò il papà Enrico, primario di Ostetricia e Ginecologia all’ospedale Careggi, a fare qualcosa in merito.

Il risultato di questa esortazione ispirò la nascita del primo Centro d’Italia di “Aiuto alla vita”, che ispirerà il Movimento per la Vita, che si batte per i diritti del concepito e del nascituro.

Muore a diciannove anni l’8 gennaio 1974

Il suo corpo giace al cimitero delle Porte Sante a San Miniato al Monte (Firenze).

Maria Cristina ha tracciato la strada a molti che oggi difendono la vita dagli attacchi che le arrivano da più fronti.

Con coraggio non ha avuto paura di esortare, di insistere, per aprire vie al bene dove sembra che non ve ne siano.

Una giovane che non ha perso tempo e che ha vissuto con intensità la sua breve vita su questa terra e che ora dal Cielo continuerà, a suo modo, l’opera iniziata qui.

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«L’unico obbiettivo della mia giornata era come trovare i soldi e come drogarmi.»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 26/04/2023

Fra Michele racconta la sua vita, dalla droga alla consacrazione a Cristo nella Comunità dei Figli del Divino Amre.

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Messaggio della Regina della Pace del 25 Aprile 2023

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 26/04/2023

«Cari figli!

Vi invito tutti ad essere portatori della pace e della gioia di Gesù  Risorto per tutti coloro che sono lontani dalla preghiera affinché, attraverso le vostre vite, l’amore di Gesù li trasformi a vita nuova, vita di conversione e santità.

Grazie per aver risposto alla mia chiamata.’»

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Messaggio della Regina della Pace del 25 Marzo 2023

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 28/03/2023

«Cari figli! Questo tempo sia per voi il tempo della preghiera.»

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«Solo così possono portarsi il cibo alla bocca»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 21/03/2023

In rete si trova una parabola interessante. Ognuno riporta una fonte diversa, ritengo quindi che sia passata di bocca in bocca, di tastiera a tastiera ma, indipendentemente dalla fonte, mi piace ciò che trasmette e la condivido qui.

La si dovrebbe leggere – a mio avviso – soprattutto negli ambienti di lavoro…

L’inferno e il Paradiso

Dopo una lunga vita, un credente giunse nell’aldilà e fu destinato al Paradiso. Era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter dare prima un’occhiata anche all’Inferno. Un angelo lo accontentò e lo condusse all’inferno.

Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi e pietanze succulente di golosità inimmaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt’intorno, erano smunti, pallidi e scheletriti da far pietà.

«Com’è possibile?», chiese il credente alla sua guida. «Con tutto quel favoloso e squisito cibo che hanno davanti!» – «Vedi» – rispose l’angelo – «Quando arrivano qui, come prima cosa ricevono le posate per mangiare, solo che sono lunghe più di un metro e devono essere rigorosamente impugnate all’estremità. Solo così possono portarsi il cibo alla bocca». Il credente rabbrividì.

Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppure una briciola sotto i denti. Non volle vedere altro e chiese di andare subito in Paradiso.

Qui lo attendeva una sorpresa. Il Paradiso era un salone assolutamente identico all’Inferno! Dentro l’immenso salone c’era l’infinita tavolata di gente, e un’identica sfilata di piatti deliziosi.

Non solo, ma tutti i commensali erano muniti delle stesse posate lunghe più di un metro, da impugnare all’estremità per portarsi il cibo alla bocca. C’era una sola ma sostanziale differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia.

«Ma com’è possibile?» – chiese il credente.

L’angelo sorrise.

«All’inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perché si sono sempre comportati così nella vita.

Qui al contrario, ciascuno prende il cibo con le proprie posate e subito si preoccupa di imboccare il proprio vicino!».

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«Ho scoperto che le leggi della Chiesa, che una volta percepivo come una serie di leggi limitanti, erano regole d’amore.»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 15/03/2023

Una cosa sulla quale non ho mai concordato con i miei compagni di ateismo era l’idea di significato. Gli altri atei che conoscevo sembravano pensare che la vita fosse piena di scopo malgrado il fatto che non siamo altro che reazioni chimiche. Io non ci sono mai riuscita. Pensavo che tutta quella linea di pensiero fosse non scientifica, e anche disonesta a livello intellettuale. Se tutto ciò che chiamiamo eroismo e gloria, e tutto il significato dei grandi successi umani, può essere ridotto a qualche neurone nel cervello umano, allora tutto è destinato a estinguersi con la morte.

Riconoscevo la verità per cui la vita era senza senso, e tuttavia continuavo ad agire come se la mia vita avesse senso, come se tutta la speranza e tutto l’amore e la gioia che avevo sperimentato fossero qualcosa di reale, qualcosa di più di un miraggio prodotto dagli elementi chimici presenti nel mio cervello. Il suicidio mi era passato per la testa – non perché fossi depressa nel senso comune del termine, ma semplicemente perché sembrava che non fosse altro che affrettare l’inevitabile.

Un anno dopo la laurea ho conosciuto sul lavoro Joe. Era cresciuto in povertà, allevato da una madre single, e aveva studiato a Yale, alla Columbia e a Stanford. Chi lo conosceva diceva che era une delle persone più intelligenti che avesse mai incontrato. Quando abbiamo iniziato a uscire insieme, quindi, ero elettrizzata. La nostra vita insieme era migliore di quanto potessi immaginare: viaggiavamo per sfizio, andavamo nei ristoranti migliori, volavamo in prima classe e facevamo feste epiche sul tetto del suo loft in centro. Le nostre carriere, inoltre, stavano decollando, per cui il futuro lasciava intravedere solo soldi e successo.

Eravamo una coppia perfetta. L’unica cosa sulla quale non la pensavamo allo stesso modo era la religione. Qualche mese dopo aver iniziato a uscire, è saltato fuori che Joe non solo credeva in Dio, ma si considerava cristiano. Non capivo come qualcuno perfettamente capace di pensare in modo razionale potesse credere in favole come quelle del cristianesimo. Credeva anche a Babbo Natale?

Questo, ad ogni modo, non creava problemi tra noi, visto che avevamo lo stesso codice morale di base, lui non praticava quella fede bizzarra in modi evidenti e soprattutto io non volevo pensarci. Quando usciva il discorso di Dio, qualcosa dentro di me faceva un passo indietro. Avevo costruito tutta la mia vita sul fatto di non pensarci. Avevo seppellito quel pensiero così profondamente che non era più un concetto specifico, ma una conoscenza oscura, fredda e amorfa che dovevo evitare.

Joe ed io ci siamo sposati nel 2004. Il piano era che il matrimonio sarebbe stato solo un trampolino nella via che stavamo già percorrendo, ma poi sono rimasta incinta, e tutto è cambiato.

Sono saltati fuori tutti i vecchi pensieri sulla mancanza di senso, e questa volta non c’era modo di rispedirli nel dimenticatoio. Ora che avevo un bambino, sentivo che la mia vita aveva più significato che mai, ma senza le solite distrazioni la questione mi è crollata addosso: non c’era nulla di trascendente nella vita di mio figlio, nella mia vita o nell’amore che provavo per lui. Condivideva il nostro stesso destino: vedere tutta la sua esistenza cancellata a causa della sua inevitabile morte.

Per settimane sono uscita a malapena dal letto. Una combinazione di notevole privazione di sonno e depressione mi aveva lasciato in stato quasi catatonico. Una mattina, però, mentre guardavo il bambino nella luce che precede l’alba che filtrava attraverso la finestra, ho sentito qualcosa di nuovo in me. Non era disperazione. Era un sentimento insolito ma gradito.

Pochi mesi dopo mi sono imbattuta in un libro cristiano. Non ero mai stata nella sezione “Religione” di una libreria, men che meno avevo mai letto niente sul cristianesimo. Avevo preso quel libro solo perché l’autore affermava di essere un ex ateo. Ho trovato le sue idee chiare e fondamentalmente ragionevoli. Non riuscivo a mettere giù quel testo, e ho finito per comprarlo (dicendo al cassiere che era un regalo per un amico).

Avevo sempre considerato Gesù una sciocca favola. Un pomeriggio, poco dopo aver finito il libro, sono stata colta di sorpresa da un pensiero: e se fosse vero? E se ci fosse davvero un Dio?

Volevo mettere da parte quei pensieri, ma non ci riuscivo. Tutto ciò che dovevo fare, mi dicevo, era conoscere un po’ di più il cristianesimo per notare le ovvie mancanze nella sua teologia e poter poi andare avanti.

Ho comprato un altro libro cristiano, Il cristianesimo così com’è di C.S. Lewis, ma purtroppo non mi avrebbe aiutato a liberarmi da quella religione. Lewis era ragionevole e ovviamente intelligente, e il suo libro era uno dei più chiari che avessi letto da molto tempo.

Alla fine ho ceduto e ho comprato una Bibbia, la prima che avessi mai posseduto. Ero sconcertata da quello che leggevo. Joe mi ha incoraggiata a leggere la seconda parte del libro, il Nuovo Testamento, spiegandomi che era lì che entrava in scena Gesù. Non mi ha aiutato. Non c’era alcuna chiamata chiara all’azione e non sapevo come interpretare la maggior parte dei messaggi, così come apparentemente non lo sapeva nessuno. Cercando su Internet se la Bibbia diceva che aborto, eutanasia, clonazione umana e altre questioni fossero giuste o sbagliate, ho trovato tante risposte diverse quante le persone che le esprimevano, con ciascuno che citava versetti biblici per sostenere il proprio punto di vista. Allo stesso modo, non sapevo in quale chiesa recarmi se volevo fare delle domande. Nella mia comunità c’era di tutto, dalla Chiesa di Cristo ai testimoni di Geova, dai battisti conservatori alle Chiese anglicane liberali, e ciascuno affermava di basarsi sulla Bibbia, pur essendoci posizioni drasticamente diverse su ciò che fosse peccato.

Questo era un grande problema. Se Dio è tutto ciò che è buono, allora definire ciò che cattivo – ad esempio il peccato – è definire i confini stessi di Dio. Era un nonsenso suggerire che la sua religione fosse confusa sulla questione. Avevo trovato ciò che cercavo: la mancanza che mostrava che il cristianesimo non aveva senso.

Poco dopo, qualcuno che avevo conosciuto su Internet mi ha detto che avevo approcciato tutta la questione da una prospettiva molto moderna e distintamente americana, e che la tradizionale comprensione del cristianesimo era del tutto diversa. Ha suggerito che Gesù aveva fondato solo una Chiesa prima di lasciare la terra e che le aveva dato un potere soprannaturale di modo che articolasse bene la verità su cos’era positivo – e quindi su cosa sia Dio – per tutti i tempi e tutti i luoghi. Come se non fosse una cosa abbastanza pazza, stava parlando della Chiesa cattolica!

Sia Joe che io abbiamo tentennato. Joe affermava che il cattolicesimo non era vero cristianesimo, e io sapevo che la Chiesa era un’istituzione arcaica, oppressiva e sessista. Oltre a questo, l’idea di persone dotate di potere soprannaturale era solo sciocca.

Ho notato tuttavia qualcosa: quasi tutte le persone che mi avevano colpito con la loro capacità di difendere la fede solo con la ragione, sia autori famosi che persone on-line, erano cattoliche. Più ci facevo attenzione, più notavo che la tradizione intellettuale cattolica era una delle più grandi al mondo. Ho iniziato a leggere libri di autori cattolici. Mi dicevo che non ero interessata al cattolicesimo e cercavo solo qualcosa di buono da leggere, ma non riuscivo a non ammettere che quelle persone sembravano avere una comprensione del mondo e dell’esperienza umana che non avevo mai riscontrato prima. Erano aggrappati solidamente alla scienza e al mondo materiale quanto gli atei, ma possedevano anche una conoscenza dei movimenti dell’animo umano che risuonava come vera nel più profondo del mio essere.

Ho scoperto che le leggi della Chiesa, che una volta percepivo come una serie di leggi limitanti, erano regole d’amore. Tutto questo ha cambiato in meglio me, la mia vita, il mio matrimonio.

Io e Joe siamo stati accolti nella Chiesa cattolica. Tre giorni prima, ho fatto la mia prima confessione. Non avrei mai potuto immaginare l’impatto che ha avuto su di me sentire i miei peccati proclamati a voce alta, ma neanche quello delle parole pronunciate dal sacerdote a nome di Dio, che ero perdonata. Sono uscita dal confessionale stordita.

La sera dopo la mia prima confessione, ho capito che l’oscurità dentro di me non c’era più. Al suo posto c’erano una grande pace e un inequivocabile sentimento d’amore. Per la prima volta, ho sentito la presenza di Dio.

(Fonte: Sito di Radio Maria)

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Messaggio della Regina della Pace del 25 febbraio 2023

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 28/02/2023

«Cari figli!

Convertitevi e vestitevi di vesti penitenziali e di profonda preghiera personale e nell’umiltà chiedete la pace all’Altissimo.

In questo tempo di grazia Satana vuole sedurvi e voi, figlioli, guardate mio Figlio e seguiteLo verso il Calvario, nella rinuncia e nel digiuno.

Sono con voi perché l’Altissimo mi ha permesso di amarvi e di guidarvi verso la gioia del cuore, nella fede che cresce in tutti coloro che amano Dio sopra ogni cosa.

Grazie per aver risposto alla mia chiamata.»

(Fonte: The Medjugorje Web https://medjugorje.org)

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Messaggio della Regina della Pace del 25 Gennaio 2023

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 25/01/2023

«Cari figli!

Pregate con me per la pace perché satana vuole la guerra e l’odio nei cuori e nelle nazioni.

Perciò pregate e, nelle vostre giornate, fate sacrifici con il digiuno e la penitenza perché Dio vi doni la pace.

Il futuro è al bivio perché l’uomo moderno non vuole Dio.

Perciò l’umanità va verso la perdizione.

Voi, figlioli, siete la mia speranza.

Pregate con me affinché si realizzi ciò che ho iniziato a Fatima e qui.

Pregate e testimoniate la pace intorno a voi e siate uomini di pace.

Grazie per aver risposto alla mia chiamata.»

(Fonte: The Medjugorje Web https://medjugorje.org)

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Dovremmo presentare la bellezza del bene, del giusto, di ciò che è pulito e nobile ma…

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 24/01/2023

Il sito Provita e Famiglia rileva un fenomeno preoccupante da parte della Dysney Co. Afferma il noto sito prolife:

«Ed ecco che l’ultima – discutibilissima – uscita è quella della serie tv animata “Little Demon”, disponibile anche in Italia su Disney+ e creazione degli sceneggiatori Darcy Fowler, Seth Kirschner e Kieran Valla.

Certo, la parola diavoletto (Little demon) anche in italiano è diventata un vezzeggiativo. Tuttavia si parla di una delle serie «più discusse e controverse degli ultimi tempi» – anche negli Usa e nei paesi anglosassoni – come riporta il blog PopcornTv e definita non a caso una «black comedy».

Le protagoniste sono due donne, Laura e Chrissy Feinberg, madre e figlia. Il problema è che Laura è stata messa incinta dal diavolo in persona e la figlia Chrissy incarna dunque l’Anticristo.

Le due donne – nella serie tv – saranno tormentate da Satana che vorrebbe riprendersi e possedere l’anima di Chrissy. La serie è composta da 10 episodi, di 26 minuti in media ciascuno, tutti con un sfondo prettamente satanico. Ed è triste associare la figura del male a rappresentazioni tipicamente fruite dai bambini, come lo sono da sempre i cartoni animati. Repubblica aggiunge che tra le guest star ci sono anche Arnold Schwarzenegger, Patrick Wilson, Dave Bautista, Mark Ruffalo e Mel Brooks.»

Chi crede sa che è bene non scherzare col fuoco. San Pio da Pietrelcina chiamava il demonio il Cosaccio perché sconsigliava persino di nominarlo. Ma in questi tempi nella nostra società occidentale liquida e relativista, si sta perdendo il senso del sacro e dei simboli, per cui vale tutto e ci si sente in libertà di usare anche il satanico pur di vendere. Chi sono i bambini se non utenti paganti di un canale in streaming?

Come nota Provita e Famiglia:

«Resta il problema di fondo della moda e della subcultura del satanico, dell’occulto e dell’esoterico che da decenni ormai, con un crescendo che non sembra arrestarsi, invade ogni dove: film, cartoni animati, fumetti, manga, vestiario, musica, e così via.

Gli adulti dovrebbero fare attenzione a giocare con il fuoco e piuttosto che mettere in scena il Male in modo a volte attraente, dovrebbero presentare la bellezza del bene, del giusto, di ciò che è pulito e nobile

Ci uniamo a Provita e Famiglia invitando a firmare per chiedere lo stop a contenuti inappropriati sulla Disney.

Esercitiamo il dono più grande che ci ha fatto il Signore, quello della libertà, la libertà di dire di no a una trovata di marketing che può avere gravi conseguenze spirituali nelle anime che vi si espongono

E aggiungiamo di pregare per le persone che stanno dietro a tutto ciò perché la preghiera può dove l’azione umana non arriva.

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“Signore, ti voglio bene come so voler bene”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 17/01/2023

Da quando ho aperto questo blog non faccio altro che condividere quanto di edificante incontro nella Chiesa Cattolica. In essa, ciò che mi edifica a Cristo, lo condivido, e questo è l’unico criterio che seguo per decidere cosa pubblicare e come.

Ieri mi sono felicemente imbattuto in un commento illuminato e illuminante di Benedetto XVI al passo del Vangelo in cui Gesù chiede a Pietro: “Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?”

Non riesco a smettere di leggerlo (il Vangelo e il commento) e di sentire quella domanda posta a me e alla mia fragile umanità. Lo condivido così come l’ho incontrato sperando che scaldi e sciolga altri cuori così come sta facendo col mio.

[15] Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”.

[16] Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”.

[17] Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle.

[18] In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”.

[19] Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”. (Gv 21,15-19)

Dal sito della Santa Sede:

In un mattino di primavera questa missione gli sarà affidata da Gesù risorto. L’incontro avverrà sulle sponde del lago di Tiberiade. E’ l’evangelista Giovanni a riferirci il dialogo che in quella circostanza ha luogo tra Gesù e Pietro.

Vi si rileva un gioco di verbi molto significativo. In greco il verbo “filéo” esprime l’amore di amicizia, tenero ma non totalizzante, mentre il verbo “agapáo” significa l’amore senza riserve, totale ed incondizionato.

Gesù domanda a Pietro la prima volta: «Simone… mi ami tu (agapâs-me)” con questo amore totale e incondizionato (cfr Gv 21,15)? Prima dell’esperienza del tradimento l’Apostolo avrebbe certamente detto: “Ti amo (agapô-se) incondizionatamente”. Ora che ha conosciuto l’amara tristezza dell’infedeltà, il dramma della propria debolezza, dice con umiltà: “Signore, ti voglio bene (filô-se)”, cioè “ti amo del mio povero amore umano”.

Il Cristo insiste: “Simone, mi ami tu con questo amore totale che io voglio?”. E Pietro ripete la risposta del suo umile amore umano: “Kyrie, filô-se”, “Signore, ti voglio bene come so voler bene”.

Alla terza volta Gesù dice a Simone soltanto: “Fileîs-me?”, “mi vuoi bene?”. Simone comprende che a Gesù basta il suo povero amore, l’unico di cui è capace, e tuttavia è rattristato che il Signore gli abbia dovuto dire così. Gli risponde perciò: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene (filô-se)”.

Verrebbe da dire che Gesù si è adeguato a Pietro, piuttosto che Pietro a Gesù! E’ proprio questo adeguamento divino a dare speranza al discepolo, che ha conosciuto la sofferenza dell’infedeltà. Da qui nasce la fiducia che lo rende capace della sequela fino alla fine: «Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”» (Gv 21,19).

Da quel giorno Pietro ha “seguito” il Maestro con la precisa consapevolezza della propria fragilità; ma questa consapevolezza non l’ha scoraggiato. Egli sapeva infatti di poter contare sulla presenza accanto a sé del Risorto.

Dagli ingenui entusiasmi dell’adesione iniziale, passando attraverso l’esperienza dolorosa del rinnegamento ed il pianto della conversione, Pietro è giunto ad affidarsi a quel Gesù che si è adattato alla sua povera capacità d’amore. E mostra così anche a noi la via, nonostante tutta la nostra debolezza. Sappiamo che Gesù si adegua a questa nostra debolezza. Noi lo seguiamo, con la nostra povera capacità di amore e sappiamo che Gesù è buono e ci accetta.

E’ stato per Pietro un lungo cammino che lo ha reso un testimone affidabile, “pietra” della Chiesa, perché costantemente aperto all’azione dello Spirito di Gesù. Pietro stesso si qualificherà come “testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi” (1 Pt 5,1).

Quando scriverà queste parole sarà ormai anziano, avviato verso la conclusione della sua vita che sigillerà con il martirio. Sarà in grado, allora, di descrivere la gioia vera e di indicare dove essa può essere attinta: la sorgente è Cristo creduto e amato con la nostra debole ma sincera fede, nonostante la nostra fragilità. Perciò scriverà ai cristiani della sua comunità, e lo dice anche a noi: “Voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la meta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime” (1 Pt 1,8-9).

(Benedetto XVI)

[Fonte del commento del Papa Emerito: Sito della Santa Sede]

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