FERMENTI CATTOLICI VIVI

"Andate controcorrente. Di quanti messaggi, soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici!" Benedetto XVI

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Archive for the ‘Maria’ Category

Guadalupe, quando la Madonna cambiò la storia dei popoli dell’America latina

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 11/12/2021

I misteri della Madonna di Guadalupe.

Come può un tessuto di agave, estremamente fragile conservarsi così a lungo? La tilma sopravvissuta a gravi incidenti, ha attraversato cinque secoli.

Ci sono descrizioni di come vedevano i colori nel corso della storia e sono rimasti invariati. Analisi dettagliate hanno dimostrato la totale assenza di pennellate.

Da uno studio del 1936 emerse l’impossibilità di determinare se i pigmenti fossero di origine vegetale, animale o minerale.

Col processo digitale di immagine (tecnologia NASA), si scoprì la figura di un indigeno seduto con le gambe incrociate nell’occhio della Vergine, con la figura del Vescovo che riceve il mantello e una donna nera, che era realmente esistita nella storia, con un uomo bianco che poteva essere il traduttore. Juan Gonzalez era il traduttore che utilizzava il vescovo per parlare con gli indigeni.

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Supplica alla Madonna di Pompei

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 03/10/2021

[Composta dal beato Bartolo Longo, nel 1883 – Da recitarsi l’8 Maggio e la prima Domenica di Ottobre]

Madonna di Pompei Madonna di Pompei

O Augusta Regina delle Vittorie, o Sovrana del Cielo e della Terra, al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi, o Regina gloriosa del Rosario, noi devoti figli tuoi, raccolti nel tuo Tempio di Pompei, (in questo giorno solenne), effondiamo gli affetti del nostro cuore e con confidenza di figli ti esprimiamo le nostre miserie.

Dal trono di clemenza, dove siedi Regina, volgi, o Maria, il tuo sguardo pietoso su di noi, su le nostre famiglie, su l’Italia, su l’Europa, sul mondo. Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. Vedi, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo, quante calamità ed afflizioni ci costringono.

O Madre, implora per noi misericordia dal Tuo Figlio divino e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori. Sono nostri fratelli e figli tuoi che costano sangue al dolce Gesù e contristano il tuo sensibilissimo Cuore. Mostrati a tutti quale sei, Regina di pace e di perdono. Ave Maria.

E’ vero che noi, per primi, benché tuoi figli, con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.

Lo confessiamo: siamo meritevoli dei più aspri castighi, ma tu ricordati che, sul Golgota, raccogliesti, col Sangue divino, il testamento del Redentore moribondo, che ti dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori.

Tu dunque, come Madre nostra, sei la nostra Avvocata, la nostra speranza. E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!

O Madre buona, abbi pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri defunti, soprattutto dei nostri nemici e di tanti che si dicono cristiani, eppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliuolo. Pietà oggi imploriamo per le Nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo Cuore. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia!

Ave Maria.

Degnati benevolmente, o Maria, di esaudirci! Gesù ha riposto nelle tue mani tutti i tesori delle Sue grazie e delle Sue misericordie.

Tu siedi, coronata Regina, alla destra del tuo Figlio, splendente di gloria immortale su tutti i Cori degli Angeli. Tu distendi il tuo dominio per quanto sono distesi i cieli, e a te la terra e le creature tutte sono soggette. Tu sei l’onnipotente per grazia, tu dunque puoi aiutarci. Se tu non volessi aiutarci, perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione, non sapremmo a chi rivolgerci. Il tuo cuore di Madre non permetterà di vedere noi, tuoi figli, perduti. Il Bambino che vediamo sulle tue ginocchia e la mistica Corona che miriamo nella tua mano, ci ispirano fiducia che saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in te, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, e, oggi stesso, da te aspettiamo le sospirate grazie. Ave Maria.

santuario-madonna-pompei-big Santuario della Madonna del Rosario a Pompei

Un’ ultima grazia noi ora ti chiediamo, o Regina, che non puoi negarci (in questo giorno solenne). Concedi a tutti noi l’amore tuo costante e in modo speciale la materna benedizione.

Non ci staccheremo da te finché non ci avrai benedetti. Benedici, o Maria, in questo momento il Sommo Pontefice. Agli antichi splendori della tua Corona, ai trionfi del tuo Rosario, onde sei chiamata Regina delle Vittorie, aggiungi ancor questo, o madre: concedi il trionfo alla Religione e la pace alla umana società. Benedici i nostri Vescovi, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del tuo Santuario. Benedici infine tutti gli associati al tuo Tempio di Pompei e quanti coltivano e promuovono la devozione al Santo Rosario.

O Rosario benedetto di Maria, Catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza, negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia, a te l’ultimo bacio della vita che si spegne.E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti.Sii ovunque, benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Amen.

Salve Regina

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«Tutto accadde pochi istanti dopo l’elevazione Eucaristica del Santissimo…»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 23/08/2021

Paralizzata da cinque anni, Mara Odak, casalinga 49enne abitante a Mostar, è guarita improvvisamente. Non dubita che si tratti di un miracolo, anzi precisa: «un grandissimo miracolo !». E spiega:… «. La Vergine Maria ha esaudito le mie preghiere e adesso vengo qui in pellegrinaggio, ogni settimana, per ringraziarla». Mara, sposata con Veselko Primorac e madre di due figli, era allora gravemente ammalata e inferma, costretta a letto da una paralisi che non le permetteva di camminare né di muovere il capo, per un pauroso infortunio che per poco non le era costato la vita: una accidentale caduta dal terzo piano, giù dal vano delle scale di casa, avvenuta cinque anni prima, nella primavera del 1976.

Dopo un ricovero di oltre tre mesi in ospedale e dopo innumerevoli cure, i medici (diagnosticatele fratture multiple alla gamba sinistra e la lesione di due vertebre cervicali con deformazione irreversibile della spina dorsale) non l’avevano più ritenuta guaribile.

Continua a ripetere:… «Se uno ha fede, può chiedere a Dio e alla Madonna qualunque cosa». Il suo aspetto non conserva alcuna traccia delle passate tribolazioni. Carnagione rosea, capelli castani e ricciuti, occhi chiari, ha un fisico forte e robusto, movimenti agili, passo sicuro…«Fu mia sorella Anda, che abita a Citluk» dice «ad informarmi delle apparizioni della Madonna sul colle di Podbrdo.

Un giorno Anda, mia sorella,  nel mese di agosto 1981, venne a trovarmi, e mi parlò dei prodigi di Medjugorje e mi fece come balenare la speranza che la Madonna potesse guarirmi».

Racconta: «Mi trovavo dunque a casa, inchiodata al letto e ormai rassegnata al mio destino, quando Anda mi suggerì di chiedere una grazia alla Gospa di Medjugorje. Lei conosceva bene la mia grande devozione per la Vergine e sapeva inoltre che in famiglia non avrei incontrato ostacoli poiché le spese del viaggio da Mostar a Medjugorje, una trentina di chilometri in automobile, erano relativamente modeste. C’erano però altre difficoltà da superare, di natura… politica. Mio marito Veselko, modesto operaio in una fabbrica dello Stato, aveva paura di eventuali ritorsioni dei suoi superiori, di alcuni suoi colleghi di reparto.

Temeva insomma che i caporioni locali della Lega dei comunisti, una volta venuti a conoscenza del fatto, lo accusassero di essere un clerico reazionario e gli facessero così perdere il posto».

I timori di Veselko Primorac erano tutt’altro che infondati. Proprio in quei giorni, allarmate per l’improvviso scoppio di fede mariana nel villaggio dell’Erzegovina meridionale, le autorità comuniste avevano scatenato, attraverso i giornali di partito, la radio e la televisione, una violenta campagna antireligiosa e anticlericale.

È facile comprendere come in questo clima di accuse e di intimidazioni Veselko Primorac avesse paura di rappresaglie. Ma le insistenze della moglie e il desiderio di accontentarla (in una possibile guarigione non sperava neppure lontanamente) lo indussero alla fine al coraggioso passo. Noleggiò l’automobile di un conoscente fidato, vi caricò sopra la moglie e con tutte le precauzioni del caso la condusse a Medjugorje.

Racconta: «Era il 15 agosto del 1981, un sabato, festa dell’Assunzione di Maria Vergine. Pochi minuti prima delle sei del pomeriggio arrivammo in auto fin davanti alla porta della chiesa, già gremita di fedeli. Anche sul sagrato c’era una gran folla, la messa stava per cominciare. Mi scaricarono dalla macchina e mi adagiarono su una improvvisata barella. Poi alcuni volonterosi aiutarono mio marito a portarmi fino dentro la chiesa, a pochi passi dall’altare maggiore, dove intanto Vida Ivankovic e gli altri giovani veggenti avevano già iniziato a intonare il rosario, come tutte le sere».

«Quando la recita del rosario fu conclusa, Vida ( Vicka ndr ) mi riconobbe tra la folla e venne a salutarmi. Mi accarezzò i capelli dicendomi: “Coraggio, pregherò per te la Madonna”.

Poi scomparve dentro la sagrestia con gli altri cinque ragazzi e cominciò la messa», racconta Mara Odak. «Tutto accadde pochi istanti dopo l’elevazione Eucaristica del Santissimo… Fui colta all’improvviso da un brivido, da un gelo tremendo alla nuca, alla schiena, alle gambe.

D’un tratto il gelo si tramutò in calore, come un fuoco che pareva dovesse bruciarmi e che vedevo ardere intorno a me, in alto, nel cielo, oltre il tetto della chiesa. Tra le fiamme, nel cielo azzurro, scorsi la Madonna sorridere e poi Gesù fra gli Apostoli.

Mi mancò il respiro dall’emozione, temetti di morire…. Invece trovai sorprendentemente la forza per alzarmi a sedere sulla barella e per gridare Gospo moia, Gospo moja, Madonna mia, Madonna mia… Ero guarita, potevo muovermi, girare il capo come volevo, camminare, persino correre !».

Finita la messa, Mara Odak, tra gli sguardi sbalorditi dei fedeli, uscì di chiesa barcollando. Ma a mano a mano che procedeva il suo passo diventava sempre più sicuro. Il marito, attonito e confuso, le stava accanto tentando di aiutarla, pronto a sorreggerla se ce ne fosse stato bisogno. Ma lei ormai camminava sicura, avanzava via via più spedita. Riuscì addirittura a percorrere sei chilometri a piedi. Arrivò fino a Citluk, alla casa della sorella Anda. Le due donne si abbracciarono singhiozzando, fra la commozione dei parenti, degli amici, dei curiosi accorsi alla notizia della prodigiosa guarigione.

«Si tratta di un miracolo, non ho dubbi. Lo confermano, fra l’altro, le radiografie e i certificati medici che ho raccolto», afferma padre Tomislav Vlasic, che assiste alla mia conversazione con la signora Mara Odak e che mi fa da interprete.

La donna conclude: «Io sto benissimo e dal 15 agosto 1981 non accuso più nessun disturbo. Anche i medici, pur non riuscendo assolutamente a spiegarsi il mistero, mi assicurano che sono completamente guarita, che posso condurre una vita normalissima. Ed è ciò che faccio: bado alle faccende domestiche, lavoro a maglia, passeggio con le amiche, vado in pellegrinaggio a Medjugorje. Ho fatto un piccolo voto: vengo qui a pregare e ringraziare la Madonna una volta la settimana….. ».

(Fonte: https://medjugorjenelcuore.blogspot.com/)

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Immacolata Concezione, un modo con cui Dio vuole insegnarci ad amare

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 07/12/2020

«Senza il coraggio di parlare di purezza del corpo, a mio avviso nemmeno la festa di domani si capisce.

I dogmi mariani sono molto carnali. Tanti teologi e uomini di Chiesa hanno abbandonato questi temi, per reazione alle derive puritane e moralistiche che purtroppo hanno effettivamente snaturato uno dei tesori più belli della sapienza cristiana.

Tanti tollerano a fatica i dogmi mariani, poi, perché li hanno sostituiti col dogma del malinteso dialogo ecumenico ad ogni costo, o perché dimenticano che ciò che qui è umile, in Cielo viene esaltato.

Ma la purezza della carne, veramente capita, non ha niente a che vedere con l’astinenza sessuale fine a sé stessa, con il ludibrio pubblico, con i moralisti che ti giudicano misurando i centimetri della gonna, con la repressione della sessualità.

No. Significa che io non mi prendo il tuo corpo, non m’impossesso della tua carne, se prima non ti ho dato la mia anima, la mia volontà, tutta, se non mi sono impegnato a prendermi cura di te, corpo e anima, per sempre.

Il tuo corpo non è un passatempo di cui posso liberarmi quando mi stanco o non sento nulla.

ignifica capire la dignità del corpo, e anche vestirsi in modo non volgare viene naturale quando capisci quanto vali, senza bisogno di elenchi su cosa è lecito e cosa no.

L’Immacolata concezione allora non è solo ammirare in Maria un’opera meravigliosa di Dio, un quadro bellissimo di uno straordinario artista, ma anche un modo con cui Dio vuole insegnarci ad amare.

Buona Vigilia a tutti.»

(Dall’account Facebook dell’amico Pierluigi Cordova, col suo consenso)

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«Il Rosario è una cosa geniale e può essere davvero molto ‘cool’»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 13/05/2020

Rosario roba da vecchiette?


«Fare un po’ di meditazione ogni giorno ti permette di avere una vita interiore grazie alla quale puoi mettere a fuoco chi sei e che cosa vuoi nella vita.

Ebbene il Rosario, per com’è fatto è una preghiera meditativa, che ti porta tutti i benefici della meditazione.»

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«La bellezza di pregare il Rosario a casa nel mese di maggio»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 25/04/2020

LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A TUTTI I FEDELI PER IL MESE DI MAGGIO 2020

Cari fratelli e sorelle,

è ormai vicino il mese di maggio, nel quale il popolo di Dio esprime con particolare intensità il suo amore e la sua devozione alla Vergine Maria. È tradizione, in questo mese, pregare il Rosario a casa, in famiglia. Una dimensione, quella domestica, che le restrizioni della pandemia ci hanno “costretto” a valorizzare, anche dal punto di vista spirituale.

Perciò ho pensato di proporre a tutti di riscoprire la bellezza di pregare il Rosario a casa nel mese di maggio. Lo si può fare insieme, oppure personalmente; scegliete voi a seconda delle situazioni, valorizzando entrambe le possibilità. Ma in ogni caso c’è un segreto per farlo: la semplicità; ed è facile trovare, anche in internet, dei buoni schemi di preghiera da seguire.

Inoltre, vi offro i testi di due preghiere alla Madonna, che potrete recitare al termine del Rosario, e che io stesso reciterò nel mese di maggio, spiritualmente unito a voi. Le allego a questa lettera così che vengano messe a disposizione di tutti.

Cari fratelli e sorelle, contemplare insieme il volto di Cristo con il cuore di Maria, nostra Madre, ci renderà ancora più uniti come famiglia spirituale e ci aiuterà a superare questa prova. Io pregherò per voi, specialmente per i più sofferenti, e voi, per favore, pregate per me. Vi ringrazio e di cuore vi benedico.

Roma, San Giovanni in Laterano, 25 aprile 2020
Festa di San Marco Evangelista

Papa Francesco


Preghiera a Maria

O Maria, Tu risplendi sempre nel nostro cammino come segno di salvezza e di speranza.

Noi ci affidiamo a Te, Salute dei malati, che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù, mantenendo ferma la tua fede.

Tu, Salvezza del popolo romano, sai di che cosa abbiamo bisogno e siamo certi che provvederai perché, come a Cana di Galilea, possa tornare la gioia e la festa dopo questo momento di prova.

Aiutaci, Madre del Divino Amore, a conformarci al volere del Padre e a fare ciò che ci dirà Gesù, che ha preso su di sé le nostre sofferenze e si è caricato dei nostri dolori per condurci, attraverso la croce, alla gioia della risurrezione. Amen.

Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

 


Preghiera a Maria

«Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio».

Nella presente situazione drammatica, carica di sofferenze e di angosce che attanagliano il mondo intero, ricorriamo a Te, Madre di Dio e Madre nostra, e cerchiamo rifugio sotto la tua protezione.

O Vergine Maria, volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi in questa pandemia del coronavirus, e conforta quanti sono smarriti e piangenti per i loro cari morti, sepolti a volte in un modo che ferisce l’anima. Sostieni quanti sono angosciati per le persone ammalate alle quali, per impedire il contagio, non possono stare vicini. Infondi fiducia in chi è in ansia per il futuro incerto e per le conseguenze sull’economia e sul lavoro.

Madre di Dio e Madre nostra, implora per noi da Dio, Padre di misericordia, che questa dura prova finisca e che ritorni un orizzonte di speranza e di pace. Come a Cana, intervieni presso il tuo Figlio Divino, chiedendogli di confortare le famiglie dei malati e delle vittime e di aprire il loro cuore alla fiducia.

Proteggi i medici, gli infermieri, il personale sanitario, i volontari che in questo periodo di emergenza sono in prima linea e mettono la loro vita a rischio per salvare altre vite. Accompagna la loro eroica fatica e dona loro forza, bontà e salute.

Sii accanto a coloro che notte e giorno assistono i malati e ai sacerdoti che, con sollecitudine pastorale e impegno evangelico, cercano di aiutare e sostenere tutti.

Vergine Santa, illumina le menti degli uomini e delle donne di scienza, perché trovino giuste soluzioni per vincere questo virus.

Assisti i Responsabili delle Nazioni, perché operino con saggezza, sollecitudine e generosità, soccorrendo quanti mancano del necessario per vivere, programmando soluzioni sociali ed economiche con lungimiranza e con spirito di solidarietà.

Maria Santissima, tocca le coscienze perché le ingenti somme usate per accrescere e perfezionare gli armamenti siano invece destinate a promuovere adeguati studi per prevenire simili catastrofi in futuro.

Madre amatissima, fa’ crescere nel mondo il senso di appartenenza ad un’unica grande famiglia, nella consapevolezza del legame che tutti unisce, perché con spirito fraterno e solidale veniamo in aiuto alle tante povertà e situazioni di miseria. Incoraggia la fermezza nella fede, la perseveranza nel servire, la costanza nel pregare.

O Maria, Consolatrice degli afflitti, abbraccia tutti i tuoi figli tribolati e ottieni che Dio intervenga con la sua mano onnipotente a liberarci da questa terribile epidemia, cosicché la vita possa riprendere in serenità il suo corso normale.

Ci affidiamo a Te, che risplendi sul nostro cammino come segno di salvezza e di speranza, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen.

(Fonte: http://www.vatican.va)

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«Ero apostata, perseguitavo i cristiani, io ero la più anticlericale che si possa essere, femminista e pro-aborto.»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 21/10/2019

Infermiera abortista, anticlericale e femminista: si converte grazie all’incontro con le suore di Madre Teresa

Un articolo un po’ lunghetto che però vale davvero la pena di legger fino in fondo. Consiglio anche la visione del video alla fine.

Maria è il nuovo nome che questa donna ha voluto per sé, dopo la sua conversione e rinascita spirituale e fisica. Quando viveva nel buio più profondo (era arrivata ad ammalarsi e a tentare il suicidio), si chiamava Amaia, e ora a 45 anni racconta l’incontro inaspettato e prodigioso con Dio, che l’ha guarita e riportata in vita.

Questa infermiera di Bilbao praticava aborti in quantità ogni giorno: oggi è una fervente cattolica che ha incontrato GESU’ durante la Santa Messa, a cui non voleva partecipare, ma “per caso” si trovò in quella chiesa, in quel giorno, in un angolo sperduto del mondo, a Kathmandu, in Nepal, grazie ad alcune suore Missionarie della Carità di Madre Teresa.

In una testimonianza dettagliata che ha raccontato durante la Settimana della Famiglia 2019 nella diocesi di San Sebastian, Maria Martinez ha ricordato che “ero apostata, perseguitavo i cristiani, io ero la più anticlericale che si possa essere, femminista e pro-aborto…”.

Ma soprattutto, questa donna ha spiegato il fatto che ha segnato profondamente la sua vita. “Queste mani”, sottolineò, “erano macchiate di sangue innocente. Ho lavorato in una clinica per aborti per anni praticando l’aborto come infermiera “.

All’inizio, Maria (il suo nome era Amaia) lavorava come infermiera in una clinica, conosciuta con il nome di “Pianta del cielo”, in cui doveva accompagnare e seguire le coppie con donne incinte. Ma poi dovette scendere alla “pianta dell’inferno”, in cui venivano praticati gli aborti.

Lei era quella che per anni ogni mattina, dal lunedì al giovedì, aiutava il ginecologo a compiere centinaia di aborti. “Ogni mattina ricevevo donne incinte e le mandavo via senza il loro bambino”. – “La cosa fondamentale era far sì che le donne non dessero problemi, questo era il mio lavoro”, ha spiegato Maria. E ogni 15 minuti una donna andava in sala operatoria. Prima, ha aggiunto, “il mio compito era quello di isolare la donna in modo che non cambiasse idea, la toglievamo dalla realtà”.

Una volta arrivati in sala operatoria, molti tremavano, ma non a causa del freddo ma a causa della paura. “Si doveva procedere con il massacro”, ha sottolineato l’infermiera, “era una vera e propria caccia al bambino, al suo smembramento. Prima viene rotta la placenta in modo da far fuoriuscire il liquido amniotico, poi vengono introdotti i dilatatori per distruggere la vita all’interno, la gabbia toracica, il cranio, le braccia, le gambe vengono rotte, tutto deve essere annullato per essere risucchiato nel vuoto e poi cadere in un secchio.”

A volte ritornava a casa con la mano violacea, a causa della forza della sua presa, dato che lei doveva essere il sostegno delle donne che avevano abortito.

Ma Maria oggi rivela che “quelle donne non erano consapevoli che avevano scelto la strada dell’omicidio e del male totale. La mia coscienza era sonnecchiante sotto uno strato di menzogne, credendo che stavo facendo la cosa giusta e che stavo facendo il bene quella donna. “

Un giorno Maria si paralizzò, quando vide il piede di uno dei bambini abortiti nel secchio, perché fino ad allora cercava di convincersi che erano solo grumi di cellule. ” Ma quando vivi nelle tenebre, il tuo cuore diventa molto duro. Il mio era già molto impietrito. I miei capelli hanno iniziato a cadere e in quel periodo ho avuto anche la calvizie “.

Per provare a scrollarsi di dosso il male che stava facendo, Maria cominciò a correre perché ” quando sei sopraffatto dal disgusto per il male che hai fatto, provi a fare qualcosa per scacciarlo da te stesso, cercando di dimenticare, ma lui continua a perseguitarti”.

Aveva 27 anni e si sposò quando decise che voleva continuare a fare progressi e andò a studiare Fisioterapia a Barcellona. A Bilbao lasciò alle spalle l’aborto, cercando di scrollarselo di dosso, ma poi si trovò di fronte alla rovina del suo matrimonio. Tre anni dopo le nozze, suo marito era molto cambiato, da quando aveva aperto un consultorio con grande successo. La fama e i soldi lo avevano portato a cambiare amicizie e a passare da una festa all’altra.

Maria di nuovo tentò la fuga dal dolore e dai problemi, continuando a scappare e a correre: così ha cominciato a viaggiare per il mondo, facendo escursioni in foreste e arrampicandosi sulle montagne più impervie, cercando l’adrenalina nello sfidare il limite della morte. Ma poi un giorno, l’11 gennaio 2017, suo marito le disse che voleva lasciarla e la abbandonò andandosene di casa.

Pochi giorni dopo, Maria tentò il suicidio: “Quando ti trovi nel vuoto, senti solo un sussurro e chi sussurra dentro di te ti dice che non c’è speranza”. Ma in quel momento ricevette una telefonata. Era una guida nepalese con la quale stava facendo una rotta sull’Himalaya. Dopo il terremoto, c’era bisogno di personale sanitario che fosse anche disposto a muoversi sulla montagna. C’era bisogno di lei perché aveva tutti i requisiti necessari.

Anticattolica com’era, Maria si fece coinvolgere molto dalla spiritualità buddhista. Dopo un periodo di permanenza nel paese, si verificò un evento che sarebbe diventato provvidenziale per lei. Il monsone stava avanzando e, a causa delle valanghe di pietra che si riversavano sulle strade, Maria fu costretta a rimanere nella capitale nepalese e non in montagna come era il suo obiettivo iniziale.

Recandosi in visita ad alcuni spagnoli in viaggio in Nepal, un giorno si rese conto che accanto ad un tempio buddista c’era una casetta da cui provenivano dei forti gemiti. Le spiegarono che era un posto dove morivano i più poveri e solo le suore Missionarie della Carità di Madre Teresa potevano entrare in quel luogo. “Odiavo Madre Teresa perché ero un dottore e ricordavo come lei lavorava e per me era il contrario”, ha ricordato nella sua testimonianza.

Pochi giorni dopo, a un bivio, si imbatté in due di queste suore di Madre Teresa. Maria ha raccontato: “Sono venute direttamente da me. Una mi ha afferrato per un braccio, un’altra mi ha bloccata e mi ha detto che dovevo andare con loro da qualche parte per aiutarle”. Maria non voleva sapere nulla delle suore cattoliche e disse loro di lasciarla in pace, così le suore salirono su un autobus e se ne andarono. Tuttavia, quella notte “lo Spirito Santo non mi ha permesso di dormire”. Si svegliò all’alba e con la guida tornò all’incrocio dove le aveva incontrate.

La conversione totale durante la Santa Messa

Alla fine trovò la casa delle Missionarie e alla porta le venne incontro la suora conosciuta il giorno precedente: “Era ora!”, fu la prima cosa che le disse la suora Missionaria della Carità. Ma con sua sorpresa, Maria quel giorno non poteva essere ricevuta per un colloquio, ma solo il giorno dopo alle sei del mattino, dopo la Santa Messa, a cui doveva partecipare.

Maria molto infastidita, non poteva credere a quello che le avevano detto. Ma la mattina dopo era lì mezz’ora prima dell’appuntamento in programma. Nella cappella vide le nove suore inginocchiate ed un sacerdote. Maria non parlava inglese quindi non capiva nulla, ma poi arrivò il momento fulminante che avrebbe provocato la sua conversione. Non sarebbero trascorsi cinque minuti dall’inizio della celebrazione dell’Eucaristia, quando: “Sentivo un’emozione nel mio cuore, una voce che mi diceva: ‘Benvenuta a casa’.

Quando l’ho sentito, ho cercato intorno a me chi poteva aver parlato e mi dicevo che forse ero sconvolta, a causa dell’altitudine. Ma poi ho sentito di nuovo: “Benvenuta a casa, quanto tempo ci hai messo ad amarMI !”.

A quel punto capii da dove proveniva quella Voce e a Chi dovevo guardare: la Croce. Caddi in ginocchio a terra e potei solo piangere, piangere e piangere. Stavo piangendo a causa di quella immensa e profonda tristezza dentro di me, causata dall’aver preso le distanze dall’Amore. Ho anche gridato di immensa gioia perché stavo vivendo la misericordia di Dio “.

Maria ricordò come in quel momento “c’era grande pace nel mio cuore. Mi sono sentita perdonata, mi sono sentito amata, benedetta, resuscitata… ” Senza rendersene conto, erano passate tre ore, anche se a lei erano sembrati solo secondi. Alzando gli occhi, notò che tutte le suore erano al suo fianco in preghiera, consapevoli del miracolo che stava avvenendo.

“Dio mi ha restituito alla terra dei viventi”

“Quando alzai la fronte il mio sorriso, i miei occhi, la mia pelle, tutto in me era ritornato in vita, perché Dio mi aveva restituito alla terra dei viventi. Poi le suore che avevano pregato, mi hanno detto che da quel momento mi sarei chiamata Maria“, ha raccontato questa donna, spiegando perché aveva deciso di non chiamarsi più Amaia.

Solo allora poteva comprendere perché quelle suore le erano andate incontro a quell’incrocio e la avevano fermata. Le Missionarie della Carità lo avevano chiamato il “miracolo di Maria”. L’intera comunità aveva pregato la Madonna per un anno affinché arrivasse un volontario che fosse anche un fisioterapista. ” Lo Spirito Santo, quando ti ho vista quel giorno, mi ha detto: ‘E’ Lei ‘,” le rivelò la suora che quel giorno per strada la aveva trattenuta per un braccio.Risultato dell’immagine dei missionari del nepal di beneficenza

È rimasta con loro per quattro mesi e con queste suore Maria è stata in grado di capire veramente a quale dignità Dio la aveva chiamata e con quanto Amore la aveva aspettata. Poi le suore di Madre Teresa hanno detto a Maria che doveva tornare in Spagna, perché lì Dio aveva una missione per lei.

Maria doveva consolidare questa conversione e recuperare il suo matrimonio.

A Medina de Pomar ha incontrato altre suore di Madre Teresa che sono diventate il suo sostegno nel cammino di fede e di recupero della sua vita. Con loro, Maria ha cominciato un percorso di preghiera per suo marito e per recuperare il suo matrimonio, il prossimo passo di questa donna completamente rinnovata e finalmente felice.

(Fonte https://www.religionenlibertad.com/personajes/875809213/Practicaba-abortos-era-anticlerical-y-feminista-pero-en-una-misa-con-unas-monjas-cayo-fulminada.html?fbclid=IwAR2mWtqteWneKSbqdujaOnkmABuFayZHJ9XQHDovD2zQf8V4CzFW_zvnDmI)

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Maria è la Madre, che mai abbandona i suoi figli che a Lei si affidano

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 11/09/2019

Papa Innocenzo XI per ringraziare Maria Santissima della vittoria contro i Turchi nella famosa battaglia di Vienna dell’11 settembre 1683, proclamò la festa al santissimo Nome di Maria il 12 settembre.

L’11 settembre 1683, infatti, l’Europa si trovava sul baratro della distruzione: i turchi erano arrivati a Vienna con l’intento di sterminare tutti i cristiani fino a conquistare Roma. Decisivo fu l’intervento delle armate del re di Polonia, Giovanni Sobieski, che a capo della lega Santa riuscì a liberare Vienna dall’assedio.

La festa del nome di Maria fu fissata al 12 settembre, nella Ottava della Natività della Vergine, per ricordare ai cristiani che ogni vittoria è possibile attraverso l’intercessione della Madre di Dio.

Nel 1970, la festa del Nome di Maria fu trasferita all’8 settembre, insieme alla festa della natività di Maria.

Fu in seguito all’attacco alle Torri Gemelle di New York dell’ 11 settembre 2001, che il Papa san Giovanni Paolo II, volle ripristinare la festa liturgica del Santissimo Nome di Maria al 12 settembre.

Il Papa, da buon polacco, comprese che quella data, 11 settembre, scelta per l’attacco alle Torri gemelle, aveva un preciso riferimento alla battaglia di Vienna in cui i turchi furono clamorosamente sconfitti.

Il protagonista di questa vittoria, oltre al Re polacco Sobieski, fu anche il frate cappuccino Marco d’Aviano. Fu incaricato dal Papa Innocenzo XI, nella primavera del 1683 di sollecitare i regnanti cattolici ad allearsi in una Lega Santa per contrastare l’avanzata turca. Fu l’instancabile opera di mediazione del frate, che portò i sovrani europei ad affidare il comando della Lega al Sobieski. Nei due mesi di assedio, Marco d’Aviano incoraggiò e confortò i soldati e il popolo viennese, esortandoli ad affidarsi alla Madonna e invocare da Lei la salvezza, mediante la preghiera del santo Rosario.

Ed è per questo che il Papa san Giovanni Paolo II, il 27 aprile 2003 dichiarò beato, il cappuccino Padre Marco d’Aviano, e lo definì profeta disarmato della misericordia divina, difensore della libertà e dell’unità dell’Europa cristiana.

Il Papa con la lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae dichiarava l’anno ottobre 2002-2003, anno del Rosario, al n. 6 così scriveva: “All’inizio di un Millennio, che è cominciato con le raccapriccianti scene dell’attentato dell’11 settembre 2001 e che registra ogni giorno in tante parti del mondo nuove situazioni di sangue e di violenza, riscoprire il Rosario significa immergersi nella contemplazione del mistero di Colui che «è la nostra pace» (Ef 2, 14)”.

Maria è la Madre, che mai abbandona i suoi figli che a Lei si affidano.

Nell’orazione del 12 settembre, la Chiesa ci invita a pregare con queste parole: “Concedi, o Dio onnipotente, che la beata Vergine Maria ottenga i benefici della tua misericordia a tutti coloro che ricordano con gioia il suo nome glorioso.”

Recitare il Rosario è un preciso impegno di servizio alla pace.

(Fonte: https://www.divinarivelazione.org/nel-nome-di-maria/)

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«Ha innalzato gli umili…»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 14/08/2019

Lascio ai teologi, ai biblisti e ai siti ufficiali della Chiesa Cattolica le argomentazioni a favore del dogma dell’Assunzione di Maria, argomentazioni (con cui ovviamente concordo appieno), ma non sapendo argomentare, mi limito a condividere il cantico della Beata Vergine Maria, pregando e meditando il quale, lo Spirito ha sempre parlato al mio cuore convincendolo della Verità.

Vi invito a trovare un luogo, un tempo e il giusto silenzio per leggerlo, rileggerlo, magari salmodiarlo, e poi restare ancora in silenzio e meditarlo e rileggerlo, aspettando che lo Spirito Santo dica al nostro cuore, da Cuore a cuore, quello che le nostre parola non sanno dire.

Se funziona con uno zuccone come me funzionerà anche con voi ;-).

Buona Assunzione di Maria!

«Allora Maria disse:

“L’anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.

Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre”.»

(Lc 1, 46-55)

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«Nell’acqua mi sono sentita avvolta da un calore meraviglioso, come se lei mi avesse avvolto nelle sue braccia.»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 30/05/2019

Emanuela Crestani e Paolo Garattini raccontano la guarigione di Emanuela a Lourdes, riconosciuta dal rigoroso Bureau Médicale della città dei Pirenei.

 

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«Allunga la tua mano. Quando la malattia sconvolge, ma non vince.» (edizioni Il Duomo) è un libro scritto dalla coppia, insieme a Barbara Sartori, scrittrice e giornalista.

I proventi della vendita del libro sono devoluti alla sezione provinciale di Piacenza dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla.

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