FERMENTI CATTOLICI VIVI

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Posts Tagged ‘Assunzione di Maria’

«Ha innalzato gli umili…»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 14/08/2019

Lascio ai teologi, ai biblisti e ai siti ufficiali della Chiesa Cattolica le argomentazioni a favore del dogma dell’Assunzione di Maria, argomentazioni (con cui ovviamente concordo appieno), ma non sapendo argomentare, mi limito a condividere il cantico della Beata Vergine Maria, pregando e meditando il quale, lo Spirito ha sempre parlato al mio cuore convincendolo della Verità.

Vi invito a trovare un luogo, un tempo e il giusto silenzio per leggerlo, rileggerlo, magari salmodiarlo, e poi restare ancora in silenzio e meditarlo e rileggerlo, aspettando che lo Spirito Santo dica al nostro cuore, da Cuore a cuore, quello che le nostre parola non sanno dire.

Se funziona con uno zuccone come me funzionerà anche con voi ;-).

Buona Assunzione di Maria!

«Allora Maria disse:

“L’anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.

Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre”.»

(Lc 1, 46-55)

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14 Agosto – San Massimiliano Maria Kolbe

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 14/08/2017

14 Agosto
San Massimiliano Maria Kolbe

Zduńska Wola, Polonia, 8 gennaio 1894 – Auschwitz, Polonia, 14 agosto 1941

Massimiliano Maria Kolbe nasce nel 1894 a Zdunska-Wola, in Polonia. Entra nell’ordine dei francescani e, mentre l’Europa si avvia a un secondo conflitto mondiale, svolge un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia. Ammalato di tubercolosi, Kolbe dà vita al «Cavaliere dell’Immacolata», periodico che raggiunge in una decina d’anni una tiratura di milioni di copie. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz. Qui è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Nel campo di sterminio Kolbe offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Muore pronunciando «Ave Maria». Sono le sue ultime parole, è il 14 agosto 1941. Giovanni Paolo II lo ha chiamato «patrono del nostro difficile secolo». La sua figura si pone al crocevia dei problemi emergenti del nostro tempo: la fame, la pace tra i popoli, la riconciliazione, il bisogno di dare senso alla vita e alla morte. (Avvenire)

CONSACRAZIONE a MARIA IMMACOLATA composta da M. Maria Kolbe

O Immacolata,
Regina del cielo e della terra,
Rifugio dei peccatori
e Madre nostra amorosissima,
cui Dio volle affidare
l’intera economia della misericordia,
io, indegno peccatore, mi prostro ai tuoi piedi,
supplicandoTi umilmente
di volermi accettare tutto e completamente
come cosa e proprietà Tua,
e di fare ciò che Ti piace di me
e di tutte le facoltà della mia anima
e del mio corpo,
di tutta la mia vita, morte ed eternità.
Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso,
senza alcuna riserva, per compiere
ciò che è stato detto di Te:
“Ella ti schiaccerà il capo” (Gn 3,15),
come pure: “Tu sola hai distrutto
tutte le eresie sul mondo intero” (Lit.),
affinché nelle Tue mani immacolate
e misericordiosissime
io divenga uno strumento utile
per innestare e incrementare
il più fortemente possibile la Tua gloria
in tante anime smarrite e indifferenti
e per estendere in tal modo,
quanto più è possibile,
il benedetto regno del SS. Cuore di Gesù.
Dove Tu entri, infatti, ottieni la grazia
della conversione e santificazione,
poichè ogni grazia scorre, attraverso le Tue mani,
dal Cuore dolcissimo di Gesù fino a noi.

Concedimi di lodarTi, o Vergine santissima.
Dammi forza contro i Tuoi nemici.

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Sei cose da sapere su San Massimiliano Kolbe

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 13/08/2016

Kolbe_03“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.” (Gv 15,13)

E’ questo il versetto che viene in mente se si pensa a San Massimiliano Kolbe che la Chiesa celebra il 14 agosto. Non sorprende che queste siano state le parole introduttive al decreto papale della sua beatificazione.

San Massimiliano Kolbe fu arrestato in Polonia nel febbraio del 1941 e a maggio venne condotto nel campo di concentramento di Auschwitz.

Il prigioniero 16670 donò la propria vita per un altro compagno di sventura il 14 agosto 1941 all’età di 47 anni.

A causa della fuga di un prigioniero nel luglio di quell’anno, dieci uomini della sua baracca vennero presi a caso per morire di stenti, per punizione e come deterrente.

Padre Massimiliano si offrì di prendere il posto di uno di quegli uomini, Franciszek Gajowniczek che aveva sentito chiedere pietà per lui e per la sua famiglia.

Le settimane seguenti furono di un orrore inimmaginabile; quegli uomini soffrirono le pene della fame e della disidratazione.

Ma quell’uomo santo non solo si offrì di essere uno di quei sofferenti, egli li accompagnò anche come sacerdote. Dopo tre settimane rimanevano quattro sopravvissuti e proprio in quel giorno, la vigilia dell’Immacolata Concezione, Padre Kolbe e i suoi compagni di prigionia vennero uccisi con un’iniezione di avido fenico.

In quello stesso 1941 venne istituita la causa di beatificazione che vide nel 1971 la beatificazione di Kolbe ad opera di Papa Paolo VI e nel 1982 si concluse con la canonizzazione da parte di San Giovanni Paolo II.

Per chi non conosce che questa parte della storia, vorrei condividere sei aspetti della vita di San Massimiliano che forse non tutti conoscono.

1 – Da bambino gli era apparsa la Vergine Maria.

Battezzato col nome di Raimondo Kolbe, il santo era un bambino normale senza quella falsa patina che i biografi usano mettere nelle storie di alcuni bambini santi. A parte una sbalorditiva eccezione.

Kolbe_01

Niepokalanów, la Città dell’Immacolata

Una notte la Madonna apparve in sogno al bambino, tenendo una corona bianca e una rossa. Raccontò in seguito il santo: “La Madonna mi chiedeva se fossi disposto ad accettare entrambe quelle corone. Quella bianca significava che avrei perseverato nella purezza e la rossa, che sarei diventato un martire. Le dissi che le avrei accettate entrambe”.

Quindi si, Massimiliano condusse una normalissima infanzia ma con un particolare che avrebbe definito il corso della sua vita.

2 – Aveva sempre voluto essere un soldato.

Da studente il giovane Raimondo, eccellente negli studi scientifici, era anche interessato alle cose legate alla carriera militare.

Sul sogno infantile del sacerdozio prevalse presto un cuore di soldato ardente di patriottismo, e si volse alla carriera militare per difendere la sua amata Polonia.

A causa di alcune complicazioni dovette abbandonare questo sogno e riemerse l’altro, così che nel 1910 entrò nel noviziato francescano e nel 1918 venne ordinato sacerdote.

3 – Fondò una realtà religiosa votato all’evangelizzazione.

Intorno ai trent’anni Padre Kolbe fondò vicino a Varsavia una casa che chiamò Niepokalanów, la Città dell’Immacolata, da cui iniziare il suo sforzo evengelizzatore.

Radio Niepokalanów

Radio Niepokalanów

Iniziò con una manciata di frati e dopo una decina di anni ce ne erano più di mille! Con un gruppetto di confratelli arrivarono persinoin Giappone dove fondarono una casa nella città di Nagasaki!

4 – Era un esperto di new media.

Padre Kolbe era un uomo dei suoi tempi, moderno nell’evangelizzazione. I frati dovevano usare le tecnologie di stampa più moderne ed efficienti strategie di distribuzione del loro materiale, un vero e proprio arsenale della guerra spirituale della Milizia.

E così aprirono anche una stazione radioo e Padre Kolbe aveva il progetto di aprire anche uno studio di riprese video.

5 – Il prigioniero salvato da Padre Mssimiliano era presente alla sua canonizzazione.

Kolbe_04Sebbene venne risparmiato dal bunker degli stenti, Franciszek Gajowniczek aveva comunque sofferto enormemente; passò ad Auschwitz cinque anni e i suoi figli non videro la data del suo rilascio del padre.

Inoltre i prigionieri sopravvissuti furono crudeli con lui perché lo colpevolizzavano per la perdita dei loro amati amici. Tuttavia, nel 1982 ricevette la consolazione di vedere canonizzato il prete che gli aveva salvato la vita.

6 – Il Papa lo ha dichiarato santo patrono del ventesimo secolo.

San Massimiliano Kolbe è il patrono delle famiglie, dei prigionieri, dei giornalisti, dei prigionieri politici, dei tossicodipendenti e dei movimenti a favore della vita.

San Giovanni Paolo II lo ha dichiarato anche “santo patrono del nostro difficile secolo”.

(Tradotto da http://www.wordonfire.org/resources/blog/9-things-to-know-about-st-maximilian-kolbe/4426/)

Continuiamo a chiedere la sua intercessione affinché possiamo seguire e perseverare nel seguire Gesù, attraverso sua Madre la Vergine Maria!

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Miracoli eucaristici a Buenos Aires

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 09/11/2013

I fatti cominciano nel 1992, lo stesso mese ed anno in cui Papa Francesco viene nominato vescovo ausiliario di Buenos Aires.

Miracolo_Eucaristico_01

Padre Alejandro Pezet nella sua parrocchia

Gli eventi accadono nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria, nel centro della capitale Argentina: il venerdì 1° Maggio, due pezzi di ostia vengono trovati sul corporale del tabernacolo e, su indicazione del parroco, padre Alejandro Pezet, messi in un recipiente d’acqua posto poi nel tabernacolo, così come richiede la prassi in questi casi.

Nonostante il passare dei giorni, le particole non si sciolgono e venerdì 8 maggio i due frammenti assumono un colore rosso sangue. Domenica 10 Maggio, durante la Messa serale vengono notate delle gocce di sangue anche sulla patena, il piattino su cui si pone l’ostia.

Il sangue viene fatto analizzare da un medico locale e da alcuni ematologi e si rileva che si tratta di sangue umano.

Dopo questi segni, si arriva al 15 agosto 1996, durante la Messa della festa dell’Assunzione di Maria, finita la distribuzione della Comunione, una donna si avvicina a padre Pezet dicendogli di aver trovato un’ostia sul retro della chiesa. Il sacerdote si reca sul posto e vede un’ostia profanata; non potendo consumarla, la ripone in un calice con un po’ d’acqua e la mette nel tabernacolo.

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Padre Alejandro con l’allora Mons. Bergoglio

Il 26 agosto, all’apertura del tabernacolo, nota che la particola, anziché dissolversi, si è trasfornata in un frammento di carne sanguinolenta.

Della metamorfosi della particola viene informato direttamente l’arcivescovo Quarracino e il vescovo ausiliare Bergoglio, futuro pontefice. Quest’ultimo chiede di far fotografare da un professionista l’accaduto e di inviare tutta la documentazione raccolta a Roma.

Dopo alcuni anni, vedendo che non c’è traccia di decomposizione, monsignor Bergoglio, divenuto arcivescovo di Buenos Aires, autorizza analisi approfondite: un campione di tessuto viene inviato a un laboratorio di Buenos Aires, dove si scopre che i globuli rossi e bianchi del sangue sono di un cuore umano.

Il laboratorio riferisce anche che il campione di tessuto ha le caratteristiche di un uomo ancora vivo, con le cellule del cuore pulsanti. E’ utile sottolineare che l’origine dei campioni è sempre stata mantenuta segreta per non inquinare i risultati.

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Miracolo eucaristico di Buenos Aires

Nel 1999 viene chiesto al dottor Ricardo Gomez Castañón, noto neuropsicofisiologo boliviano, di condurre alcuni test supplementari su entrambi i “casi”, quello del 1992 e quello del 1996. Il 6 ottobre 1999, alla presenza dei rappresentanti del vescovo, il dottor Castañón preleva un campione di sangue sul frammento inviandolo, come racconta lui stesso, al laboratorio di genetica “Forence Analitycal” di San Francisco.

Il 28 Gennaio 2000 è reso pubblico che sul materiale inviato è stato trovato DNA umano, confermando dunque le indagini precedenti: si tratta di sangue umano con codice genetico umano.

I campioni vengono inviati anche al professor John Walker, dell’università di Sydney in Australia, il quale rileva a sua volta che si tratta di cellule muscolari e globuli bianchi del sangue, tutti intatti. La ricerca dimostra che questi tessuti sono infiammati, quindi la persona a cui appartengono ha subìto un trauma.

Miracolo_Eucaristico_04

Miracolo eucaristico di Buenos Aires

Per approfondire la questione, i campioni vengono inviati al noto cardiologo e medico legale dottor Frederic Zugibe (uno dei più eminenti esperti forensi degli Stati Uniti) della Columbia University di New York.

La sua relazione è datata 26 marzo 2005 e si legge: “Il materiale analizzato è un frammento del muscolo cardiaco tratto dalla parete del ventricolo sinistro in prossimità delle valvole. Questo muscolo è responsabile della contrazione del cuore.

Va ricordato che il ventricolo sinistro pompa sangue a tutte le parti del corpo. Il muscolo cardiaco in esame è in una condizione infiammatoria e contiene un gran numero di globuli bianchi.

Ciò indica che il cuore era vivo al momento del prelievo dal momento che i globuli bianchi, al di fuori di un organismo vivente, muoiono. Per di più, questi globuli bianchi sono penetrati nel tessuto, ciò indica che il cuore aveva subìto un grave stress, come se il proprietario fosse stato picchiato duramente sul petto”.

Testimoni di queste analisi sono due australiani, il giornalista Mike Willesee e l’avvocato Ron Tesoriero, i quali, successivamente, spiegano al cardiologo che il campione da lui analizzato è stato prelevato nel 1996.

Quando Zugibe viene a sapere dai due che quel materiale era stato inoltre tenuto per un mese in acqua e per tre anni in acqua distillata, resta esterrefatto.

Il dottor Zugibe conclude, ovviamente, che la scienza non può affatto spiegare un simile fenomeno, ma la sorpresa è ancora maggiore quando scopre, dal dottor Castañón, che quel frammento di cuore umano “vivente” era in origine un’ostia, ossia un pezzo di pane consacrato.

CONFRONTO CON IL MIRACOLO DI LANCIANO

Miracolo_Eucaristico_05_LANCIANO

Miracolo eucaristico di Lanciano

Dopo questi fatti, il dottor Castañón dispone che il referto di laboratorio risultante dagli esami del campione dell’ostia di Buenos Aires, venga messo a confronto con gli esami del miracolo di Lanciano, ancora una volta senza rivelare l’origine del campione esaminato.

Gli esperti che eseguono questo confronto concludono che i due referti riguardano ambedue campioni provenienti dalla stessa persona. Segnalano anche che i due campioni rivelano sangue di tipo AB, lo stesso riscontrato sulla Sindone e sul sudario di Oviedo. Questo sangue rispetta le caratteristiche di un uomo nato e vissuto in Medio Oriente.

(Fonte: dal messalino quotidiano di Novembre delle edizioni Shalom)

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Padre Massimiliano Kolbe: “Non dimenticate l’amore!”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 13/08/2012

Massimiliano Kolbe nasce l’8 Gennaio 1894 non lontano da Losz,in Polonia e, affascinato da San Francesco d’Assisi entra nel convento dei francescani di Leopoli.

Innamorato della Madonna, nel bel mezzo della Prima Guerra Mondiale sogna una grande opera a servizio dell’Immacolata e così, per niente scoraggiato dai tempi difficili e dalla crisi internazionale, il 16 Ottobre 1917 fonda la Milizia dell’Immacolata con l’obiettivo della conversione e della santificazione degli uomini attraverso l’offerta incondizionata a Maria.

Nel 1927, grazie anche al grande sviluppo della Milizia fonda una strana città: NIEPOKALANÒW ossia Città dell’Immacolata, che costituì centro di vita religiosa con ottocento ferventi frati che operavano con ogni tipo di apostolato attraverso la stampa, la radio, il cinema, l’uso di aeroplani. Se fosse esistito internet avrebbero avuto i migliori siti.

Niepokalanòw è autonoma in tutto e, per risparmiare, padre Massimiliano stampa lui stesso la rivista. I primi giorni vengono usate le valigie come tavolini, sedendo per terra e dormendo sul pavimento in letti di paglia. Un giorno un aspirante frate meravigliato di vedere baracche e poveri mezzi riceve come risposta: “Se ami la Madonna, se apparterrai tutto a lei, sarai felice, figliolo, felice!”. Questa risposta, il sorriso raggiante del santo polacco contagiano quel giovane e molti altri.

La Provvidenza non delude e, in pochi anni Niepokalònow cresce; si aggiungono una redazione, una biblioteca, la tipografia, una stazione elettrica, un parco automobilistico e addirittura una stazione ferroviaria che la rendono autonoma in tutto.

Ogni frate ha il suo ruolo, assegnato “secondo le sue capacità intellettuali, psichiche, fisiche e la sua stessa preparazione”. Nel 1939 Niepokalònow ha la tipografia più grande d’Europa, per la diffusione della buona stampa. Unico scopo: diffondere la verità.

Non manca chi con tono provocatorio chiede apadre Massimiliano cosa penserebbe il poverello d’Assisi di tutto quel ben di Dio. La risposta è spiazzante:

Rimboccherebbe le maniche della sua tonaca, farebbe andare a tutta velocità le macchine(…) per diffondere la gloria di Dio e dell’Immacolata. Noi religiosi possiamo abitare baracche, girare con vesti rattoppate, nutrirci modestamente, ma le nostre macchine tipografiche, che servono a diffondere la Gloria di Dio, devonoessere le migliori e di ultimo modello.”

Ovunque tu scorga una struttura finalizzata a uno scopo, affermi giustamente che è stata la mano di un uomo, guidata dall’intelligenza, a compiere quell’opera, ad esempio una casa, un treno, un aereo o altro. Eppure un occhio umano è assai più perfetto del migliore degli aerei. Chi lo ha messo insieme? Non l’uomo. Chi dunque? Questa causa, ed è la prima causa, non prodotta da nessuno, noi la chiamiamo Dio.”

Il 24 Aprile 1930 padre Massimiliano con altri due confratelli esce dai confini polacchi e sbarca in Giappone e a Nagasaki fonda il primo numero di MUGENZAI NO SEJBO NO KISHI (Il Cavaliere dell’Immacolata). Il primo numero verrà distribuito in 10.000 copie. C’è da meravigliarsi se qualche anno più tardi il Male si accanirà particolarmente contro questa città?

Il 19 Settembre 1939 mentre viene arrestato dai tedeschi per essere trasportato in campo di concentramento lascia a Niepokalanòw la sua ultima frase:

“NON DIMENTICATE L’AMORE!”

Nel campo di sterminio di Auscwitz la mette in pratica. Ascoltando,confortando, confessando e aiutando tutti, incarna ciò che hainsegnato, stampato, predicato per una vita, fino all’ultimo, offrendo la propria in cambio di quella del padre di famiglia Francesco Gajowniczek. “Sono un sacerdote cattolico polacco, sono anziano, voglio prendere il suo posto perché ha moglie e figli”. Stranamente la proposta viene accettata e padre Massimiliano viene avviato al blocco 11 in cui si recherà pregando e col volto sereno.

Chi lo assassinerà il 14 Agosto 1941, vigilia dell’Assunzione di Maria non sa di realizzare la profezia di padre Massimiliano: “Vorrei essere come polvere, per viaggiare con il vento e raggiungere ogni parte del mondo e predicare la Buona Novella”.

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