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Posts Tagged ‘castità matrimoniale’

«Il brivido della castità.»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 12/06/2020

Testimonianza di Dawn Eden che racconta come sia passata da una vita tutta sesso e rock and roll alla castità. «La castità è la vera ribellione» arriva a dire. Scopriamo il percorso attraverso cui è arrivata a tale conclusione e perché.

Il venerabile arcivescovo Fulton Sheen scriveva che esiste uno stato di sazietà disillusa che chiamava “grazia nera”, una specie di assuefazione che può aprire la strada alla “grazia bianca” della conversione. Molti di coloro che hanno creduto all’inganno della rivoluzione sessuale si trovano a fare i conti oggi con l’oscurità della grazia nera. E se la verità della castità viene loro presentata, possono fare esperienza di una trasformazione in Cristo. Lo so perché è quello che è successo a me.

Negli anni novanta, giovane ebrea e giornalista di musica rock a New York, ho speso i miei giorni intervistando band per la rivista Mojo e le mie notti frequentando locali notturni in tenute studiate apposta per offrire a chi mi guardava un brivido sulla pelle. Oggi sto portando a termine un dottorato in teologia e sono autrice del libro “Il brivido della castità”.

Cosa è successo? La mia conversione è iniziata nel 1995, a 27 anni, quando conobbi Ben Eshbach, leader di un gruppo rock di Los Angeles chiamato “Sugar Plastic”, e in una conversazione telefonica mi parlò di un libro che stava leggendo : L’uomo che fu Giovedì di G.K. Chesterton.

Ne comprai subito una copia pensando che mi avrebbe aiutato a fare impressione sull’artista per l’intervista che dovevo fargli, quando sarebbe passato da New York. Una frase nel primo capitolo mi colpì: «La cosa più poetica al mondo è non stare male». In quel periodo, stavo vivendo il momento della mia ‘grazia nera’. Quando lessi quelle parole ero infatti intrappolata in un circolo vizioso. Sola, perché non ero amata, mi offrivo ad “amanti” che non mi amavano.

Chesterton mi costrinse a riconoscere quello che cercavo di reprimere da troppo tempo: quanto profondamente desiderassi guarire, rimettere in ordine la mia vita, conoscere la poesia del non stare male.

Con il passare del tempo (e con la lettura dei libri di Chesterton) ho iniziato a fare esperienza della “grazia bianca” della conversione. Ma, riluttante a pormi sotto l’autorità di una confessione particolare, ho provato a percorrere il cammino cristiano per conto mio. Ho presto scoperto che cambiare ciò in cui credevo non era abbastanza per cambiare anche le mie abitudini.

Era chiaro che tutti i piaceri che mi ero concessa non mi avevano portato più vicino all’amore che cercavo. Ed era altrettanto chiaro che l’unico modo in cui potevo ricevere un tale amore era quello di imparare a donarlo. Ma dove e come imparare?

Un amico cattolico che vide come stavo lottando mi diede un libro che riprendeva brani del Catechismo della Chiesa cattolica. Lì trovai la mia risposta: formare la virtù della castità mi avrebbe mostrato come amare gli altri nel modo in cui Dio ama me (Catechismo 2347: «La virtù della castità si dispiega nell’amicizia. Indica al discepolo come seguire ed imitare Colui che ci ha scelti come suoi amici, si è totalmente donato a noi e ci ha reso partecipi della Sua condizione divina»).

La castità non era un mettere alla porta l’amore umano, piuttosto un lasciare entrare l’amore divino. Significava lasciare che Dio riplasmasse i miei desideri per orientarli secondo la Sua volontà, per la mia felicità.

Nella nuova edizione del mio libro The thrill of the chaste, (Il brivido della castità), mi focalizzo sul “sì” degli insegnamenti della Chiesa, perché non si possono capire i vari “no” se non si capisce prima l’onnicomprensivo “sì”. Per esempio, uno non può capire perché la Chiesa insegna il “no” alla contraccezione e al matrimonio tra persone dello stesso sesso se prima non capisce che l’amore coniugale è per definizione libero, totale, fedele e fecondo (vedi Humanae Vitae 9).

Oggi la castità non è certamente una cosa “in”. Ma in una società che ha cessato di essere cristiana, questo è anche ciò che la rende interessante.

In Occidente il Cristianesimo è stato per lungo tempo la cultura dominante, ora è tornato ad essere la controcultura. Papa Francesco lo sa. Rivolgendosi ai giovani sul tema della Giornata Mondiale della Gioventù 2015, “Beati i puri di cuore”, li ha spronati a ribellarsi «contro la diffusa tendenza a banalizzare l’amore, soprattutto quando si cerca di ridurlo solamente all’aspetto sessuale», a ribellarsi «contro questa cultura del provvisorio, che, in fondo, crede che voi non siate in grado di assumervi responsabilità, crede che voi non siate capaci di amare veramente».

Nell’opera di Wagner, il protagonista Tannhäuser, un trovatore medievale, schiavo volontario della dea Venere, cerca di liberarsi da quella schiavitù perché sente che qualcosa di vitale manca anche nei più avvolgenti piaceri della dea.

Papa Francesco ci incoraggia ad avere fede nel fatto che anche i nostri Tannhäuser di oggi,(uomini e donne dipendenti dalla pornografia, single in cerca di avventure sessuali, sposi che desiderano il piacere escludendo la procreazione), possono raggiungere il punto della “grazia nera”: la presa di coscienza traumatica che l’“amore” svincolato da tutto e che loro pensavano li potesse riempire, arricchire, è invece solamente un impoverimento di ciò che l’amore dovrebbe essere.

Ma essi hanno bisogno del nostro aiuto. Possiamo iniziare a creare una controcultura casta smettendo di trattare i nostri “duri insegnamenti” come se fossero medicine amare solo accidentalmente collegate al godimento celeste, al banchetto del paradiso.

La castità non è una nota a piè di pagina della Buona Novella. È la Buona Notizia che mostra come le braccia di Venere non sono nulla paragonate al Sacro Cuore di Gesù, che ha guarito tutti i miei traumi e le ferite del mio cuore.

Dawn Eden col cantante dei Beach Boys

La gioia che Dawn Eden vive oggi «non pensavo esistesse su questa terra. Appena mi battezzai quindi pubblicai un libro sulla castità». Sapendo che per il mondo «a cui appartenevo la castità è una privazione dall’amore, volevo mostrare il fraintendimento: la castità è un sì detto all’amore di Dio che ti rende capace di amare in un modo più profondo tutti gli uomini, rendendoti più sposa, più madre, più sorella, più amica».

Per lei, oggi consacrata, «non si tratta però di uno status che riguarda solo me. Anche chi è sposato deve vivere così, amando davvero. Perché l’amore, per essere tale, deve essere esclusivo e aperto alla vita che Dio vuole donare a te e all’altro coniuge. Al di fuori di questa apertura i rapporti sono strumentali». Concetti duri da digerire nel suo «vecchio mondo», ma «tutti sanno che un amore senza condizioni è il massimo».

Per amare così però bisogna imparare «da Dio: per questo anche io ora attingo da Lui, come fa Chesterton, nell’Eucarestia e nella preghiera che alimentano l’amore ricevuto nella comunità cristiana».

(Fonte: https://noalsatanismo.wordpress.com/ e http://www.catholicherald.co.uk/issues/march-13th-2015/nowadays-chastity-is-the-ultimate-rebellion/

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«I corpi non sono involucri, e toccare un corpo significa toccarne l’anima.»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 20/01/2020

Ieri sera, dopo il tg, per ben due volte viene trasmesso lo spot di un nuovo programma di Amanda Lear, che avrà come tema, nientemeno che l’educazione sessuale! Lo spot è infarcito di termini anatomici, che un tipo (evidentemente bigotto e arretrato) cerca di censurare (nello spot).

Ora, Amanda è rimasta a MOLTI anni fa, giacché oggi tramite internet alle scuole elementari già i bambini sanno abbastanza bene com’è fatto il corpo nudo di un adulto.

Quindi secondo quei genii, c’è bisogno di lezioni di anatomia. NON DI EDUCAZIONE AFFETTIVA. Non sia mai.

Il silenzio qui è drammatico (della famiglia, certamente, e anche da parte della Chiesa che così “perde” i ragazzi dopo la Cresima, con qualche lodevole eccezione).

NON POSSO PRENDERE IL TUO CORPO E TU NON PUOI PRENDERE IL MIO SE PRIMA NON CI SIAMO DONATI I NOSTRI CUORI. Se prima non ci siamo promessi di prenderci cura domani, e dopodomani e quelli dopo, della vita dell’altro, perché i corpi non sono involucri, e toccare un corpo significa toccarne l’anima.

Tutte le “regolette” partono da qui.
Ma chi lo dice?

NO, non è che i ragazzini si abituino ad USARE i corpi degli altri per fare esperienze, a dare un netto contributo alla terribile crisi d’empatia che vediamo!

Non è che lascino usare allo stesso modo i propri corpi (che sono più PREZIOSI dell’oro!) a sostenere l’aumento vertiginoso della depressione tra gli adolescenti!

Secondo Amanda Lear il problema è che (ma dove vive?) ancora la gente non sa come sia fatto un corpo femminile, come si usa un preservativo e che abbia tutta repressa il tabù dell’autoerotismo.

(Dall’account Facebook dell’amico Pierluigi Cordova, col suo permesso)

Per saperne di più su purezza e castità consiglio i seguenti link:

“Io sono stato fedele a te ancor prima di conoscerti…” 

Adolescenza e verginità? Impossibile oggi? Giorgia ci dice di no. 

Jessica Rey, la Power Ranger cattolica che predica la castità. 

Philippe Ariño: “Ho abbracciato la via della continenza che la Chiesa chiede alle persone omosessuali”

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«Ho messo Dio e la famiglia al primo posto e me stesso al secondo»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 15/01/2019

Edificato dal comportamento di uomo coerente con la scelta d’amore fatta, che rispetta la propria moglie come propria carne, non posso che condividere questa testimonianza edificante che insegna che il vero uomo è colui che sa dire di no per ciò che conta davvero, colui che para i colpi e che li prende al posto della famiglia e non gli sciupafemmine “usa-e-getta” che ci propongono i reality.

Neal McDonough, attore che ha partecipato a note produzioni cinematografiche e televisive come Capitan America, Minority Report e Desperate Housewives, è sposato da 15 anni con la modella Ruvé Robertson, con la quale ha avuto cinque figli.

In un’intervista recente ha riferito al sito Closer Weekly che nel 2010 è stato licenziato perché, in segno di rispetto nei confronti della moglie e per via delle sue convinzioni religiose, ha rifiutato di girare scene di sesso con l’attrice Virginia Madsen durante le riprese della serie Scoundrels, prodotta dal canale ABC.

“Non bacerò un’altra donna, perché queste labbra sono già impegnate”, ha dichiarato.

McDonough è stato sostituito tre giorni dopo l’inizio delle riprese, e in base ad alcune stime del sito Deadline.com, ha perso circa un milione di dollari per via di questa decisione.

Il licenziamento lo ha sorpreso: “Non trovavo più lavoro perché tutti pensavano che fossi un fanatico religioso”.

I problemi momentanei non lo hanno però abbattuto, e alla fine sono stati ampiamente superati.

“Ho messo Dio e la famiglia al primo posto e me stesso al secondo. È così che vivo. È per questo che vado in chiesa tutti i giorni e ringrazio Dio per tutto ciò che mi ha dato. E lo ringrazio soprattutto per avermi dato Ruvé, perché senza di lei non starei sicuramente raccontando questa storia. Dopo quasi 20 anni, 5 figli e una vita meravigliosa, siamo partner in tutto e sono la persona più benedetta del mondo”.

È interessante osservare che questo tipo di testimonianze non appare nei titoli dei grandi portali di notizie, anche se questi riportano ogni giorno informazioni sul modo delle celebrità.

(Fonte: Aleteia)

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