«Come nessuno altro al mondo, l’Eucarestia sconvolge [Giovanni Paolo II]. Talvolta è preso a tal punto dal mistero, che il suo segretario gli deve indicare a che punto del messale si trova. Una volta, dopo la lettura del vangelo, lo avvicina affinché lo baci. Egli non vede niente, gli occhi ancora chiusi, mentre interiorizza la Parola.
Il Giovedì Santo 1980, non ha forse scritto: “Il sacerdote si manifesta in tutta la sua pienezza quando egli stesso permette al mistero dell’Eucaristia di diventare visibile, affinché solo questo mistero brilli nel cuore dei credenti…”.
La sua tenerezza alle volte traspare: “Come è mirabile Dio, quando desidera che noi lo abbracciamo sotto la specie del pane e del vino!” (Corpus Domini, 1979).
Poiché egli sa come nessun altro che “quella piccola ostia è la risposta agli interrogativi più lancinanti degli uomini, la risposta alla sete di gioia e d’amore che ognuno porta nel suo cuore” (Corpus Domini, 1983).
Sì: “La fame del cuore umano per l’immensità di Dio non può essere saziata che qui.” (Karachi, 1981).
Non è lui che ristabilisce la processione del Corpus Domini fra la basilica del Laterano e quella di Santa Maria Maggiore? Egli ci tiene, nonostante tutte le proteste di certi romani che si lamentano del disturbo dato al traffico. Egli stesso porterà il suo Signore, finché non ne cadrà sfinito…
Quante volte, sul cadere della notte, vedendolo portare Gesù, totalmente raccolto in Lui, curvo sull’ostensorio, ho avuto l’impressione che fosse più il Signore a portarlo che non il contrario? Come nessuno, egli sa che “saranno gli adoratori silenziosi ad essere i costruttori del mondo nuovo dell’anno 2000”.»
Tratto da: Daniel Ange, “Giovanni Paolo II, dono di Dio, Edizioni Segno, Udine 1996, pag. 65)
“Saranno gli adoratori silenziosi ad essere i costruttori del mondo nuovo dell’anno 2000”.
E anche del 2020, ne sono convinto.
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