FERMENTI CATTOLICI VIVI

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Posts Tagged ‘Comunione’

Quando non si hanno risposte assolute bisogna sapere discernere

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 11/05/2020

«Se è vero che nell’Ostia è presente Cristo, sia nella sua interezza che in ogni frammento, se è vero che la Santa Comunione è un dono immenso per noi spiriti incarnati, che abbiamo bisogno di toccare e vedere, allora capisco che possa fare impressione vedere il Corpo di Cristo maneggiato tra guanti e disinfettanti.
Lo capisco, e non è certo un caso che si sia passati dal pane all’ostia, data in bocca, proprio perché nessun frammento andasse perduto. (In questo sono confortato dall’esperienza di molti santi…). Tuttavia bisogna saper discernere.
Ai tempi delle prime persecuzioni, i cristiani potevano portare il pane consacrato A CASA, per potersi comunicare prima di essere arrestati. Il vescovo Van Thuan, tenuto prigioniero in regime d’isolamento, celebrava la Messa con qualche mollica del pane raffermo che gli passavano.
Nel museo della Custodia di Terra Santa sono ancora visibili le pinze usate dal sacerdote durante le pestilenze per dare la Comunione agli appestati.
Nel contesto attuale, ci sono tanti anziani che vanno in chiesa e che devono essere protetti, al di là del fatto che nessuno può dirsi al sicuro.
Non bisogna dimenticare secondo me il cuore della norma, che è sempre Amore, e vedere tutto da questa prospettiva.
Naturalmente speriamo tutti che presto si possa tornare alla normalità, in modo da trattare il Corpo di Cristo così come merita. 🙂 Chiediamo sempre un vero discernimento.
Non so dare risposte assolute, ma sento di dire con certezza che se si perde questa prospettiva, in qualunque modo si riceva l’Ostia si rischia di sprecare il Corpo di Gesù.»
(Dall’account Facebook dell’amico Pierluigi Cordova, col suo gentile permesso)

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“Kevin condivise il Corpo di Cristo con Sid e con me e fluttuammo nella cabina di volo…”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 16/03/2017

Secondo il sito ACI Digital (06/03/2017), qualche anno fa, un gruppo di astronauti in missione attorno alla Terra, hanno avuto l’opportunità di ricevere la Comunione a bordo della nave spaziale che li trasportava.

Nell’aprile del 1994, l’astronauta Thomas D. Jones era a bordo dell’astronave Endeavour in missione per studiare i cambiamenti attorno alla Terra; con lui viaggiavano altre cinque persone.

Insieme a loro c’erano i due astronauti che hanno ricevuto la Comunione: il comandante Sidney “Sid” Gutierrez e il pilota Kevin Chilton. Per entrambi era il secondo viaggio mentre per Jones era il primo.

Nel suo libro “Sky walking, An Astronaut’s Memoir” (Passeggiando nel cielo, memoria di un astronauta), Jones ricorda: “Ero consapevole del fatto che ogni giorno nello spazio fosse un regalo speciale, sapevo che mi era stato concesso un privilegio unico.”

“Ogni notte, prima di dormire, ringraziavo Dio per quelle meravigliose viste della Terra e per la riuscita della nostra missione. Pregavo in continuazione per la sicurezza della nostra squadra e affinché finisse tutto con un felice incontro con le nostre famiglie.”

Nel testo Jones racconta che Kevin Chilton, che era ministro straordinario dell’Eucaristia, aveva portato con sé nel viaggio alcune ostie in un porta viatico d’oro.

La domenica trascorsa nello spazio, due settimane dopo Pasqua, i tre si riunivano nella cabina di volo per comunicarsi. In quel momento, “noi tre ringraziammo Dio per la vista del Suo universo, per la buona compagnia e per l’esito che avevamo avuto fino a quel momento”, ricorda Jones.

“Kevin condivise il Corpo di Cristo con Sid e con me e fluttuammo nella cabina di volo, riflettendo in silenzio in questo momento di pace e di vera comunione con Cristo”, racconta l’astronauta.

Mentre meditavamo tranquillamente nell’oscurità della cabina, una magnifica luce bianca sorse dallo spazio entrando nella cabina. La luce radiante del sole, penetrava attraverso le finestre anteriori dell’Endeavour, infondendo calore. Quale altro segno avremmo potuto chiedere se non quello? Era la dolce affermazione da parte di Dio della nostra unione con Lui”.

Commosso fino alle lacrime, Jones si allontanò dai suoi compagni. Vide l’alba attraverso le finestre e l’oceano Pacifico la cui superficie azzurra risplendeva con la luce del sole.

L’astronauta racconta che chiamò i colleghi perché apprezzassero la meravigliosa vista insieme a lui. “Ammirando quell’acqua viva, gustammo delle tonalità non paragonabili al quadro del miglior pittore del mondo.

“Dopo quel momento Kevin disse – E’ lo stesso colore del manto della Vergine, Tom – e aveva ragione. Aveva trovato la forma perfetta per dire quello che stavamo contemplando dalla finestra”.

Dieci anni dopo quel viaggio, Jones dichiarò: “Siamo fatti per sorprenderci nello spazio. Se la nostra specie imperfetta è riuscita a trovare tali lampi di delizia nel suo primo tentativo col cosmo, allora davvero abbiamo trovato un Dio affettuoso e generoso”.

Oggi i tre astronauti sono in pensione. Jones ha partecipato a quattro missioni speciali, Chilton a tre e Gutierrez a due. Tutti hanno ricevuto premi e riconoscimenti da parte della NASA.

Quella di Jones è stata la prima volta in cui qualcuno si è comunicato nello spazio. Nel 2013 l’astronauta Mike Hopkins venne autorizzato a portare con sé sei ostie divise in quattro, col permesso della Diocesi di Galveston-Houston. L’Eucaristia venne comsumata durante tutte le ventiquattro settimane trascorse nello spazio.

Tradotto dal portoghese da http://cleofas.com.br/astronauta-revela.que.recebeu-a-eucaristia-no-espaco/

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Il sangue di Cristo non smette di manifestarsi

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 10/05/2016

Miracolo_Legnica_01

Dopo rigorose analisi e l’approvazione della Santa Sede, il vescovo di Legnica ha ordinato che la particola insanguinata nel 2013 venga esposta all’adorazione dei fedeli

(da Zenit.org, 20.04.16)

Ogni Celebrazione eucaristica trasuda d’amore di Dio. In certi casi, questo amore si colora d’un rigagnolo rosso che stilla dall’ostia bianca. Non si tratta di eventi confinati alle sole epoche antiche, segnate da un’ingenuità propensa a costruire prodigi.

Ancora oggi, malgrado o forse proprio perché uno scetticismo razionalista sembra aver contagiato anche ambienti cattolici, si continuano a compiere i miracoli eucaristici. Il sangue di Cristo non smette di manifestarsi.

Ultima testimonianza in tal senso giunge dalla Polonia. Durante la Messa di Natale 2013 un’ostia è caduta a terra in una chiesa della diocesi di Legnica, nella Bassa Slesia, e perciò è stata riposta in un recipiente d’acqua. Tinta dopo un po’ da un alone rosso, ha suscitato lo stupore dei celebranti e dei fedeli presenti.

Miracolo_Legnica_02L’evento è stato sottoposto immediatamente al vescovo emerito di Legnica, mons. Stefan Cichy, il quale ha istituito una commissione per studiare il fenomeno. Nel febbraio 2014 un frammento dell’ostia è stato prelevato e posto in un corporale. La commissione ha chiesto l’estrazione di alcuni campioni per poterli analizzare in modo rigoroso e approfondito.

Le analisi sono state effettuate presso il Dipartimento di Medicina Legale di Breslavia e presso un analogo Dipartimento della Pomeranian Medical University di Stettino. Quest’ultimo, al termine delle analisi, ha diramato un comunicato in cui si annuncia che “nell’immagine istopatologica si è scoperto che i frammenti di tessuto contengono parti frammentate di muscolo striato trasversale”. E ciò “assomiglia molto al muscolo cardiaco”. I test hanno inoltre determinato che il tessuto ha “origine umana” e assume “alterazioni che appaiono di frequente durante un’agonia”.

La questione è stata dunque presentata in Vaticano, alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Mons. Zbigniew Kiernikowskiego, vescovo di Legnica, ha annunciato domenica scorsa nel corso della Messa che, seguendo le indicazioni della Santa Sede, ha ordinato al vicario parrocchiale Andrzej Ziombro “di preparare un luogo adeguato per l’esposizione della reliquia, di modo che i fedeli possano esprimere la propria adorazione in maniera appropriata”.

Miracolo_Legnica_03Il vescovo di Legnica ha infatti spiegato ai fedeli che l’evento “ha le caratteristiche di un miracolo eucaristico”. Egli ha inoltre reso pubblica la sua speranza che “questo servirà ad approfondire il culto dell’Eucaristia e avrà un forte impatto sulla vita delle persone di fronte all’ostia”.

È l’ultimo fenomeno di questo tipo in ordine di tempo. Sempre in Polonia, recentemente, si è compiuto un fatto simile in una chiesa del piccolo centro rurale di Sokolka, nella zona orientale del Paese, quasi al confine con la Bielorussia. Era l’ottobre 2008, quando un’ostia precedentemente caduta a terra, è stato ritrovata con dei coaguli rossi nella cassaforte dove vengono riposti i calici. La commissione incaricata ha rilevato che si tratta di tessuto miocardico.

Un elenco di miracoli eucaristici avvenuti nel corso della storia, corredato da dettagliate schede, si trova nel sito della Mostra internazionale ideata e realizzata dal Servo di Dio Carlo Acutis. Di seguito il link:

http://www.miracolieucaristici.org/

(Fonte: Zenit.org, 20.04.16)

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