FERMENTI CATTOLICI VIVI

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«Eccomi!»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 16/10/2021

L’ingegner Del Grossi ha visto la morte in faccia. Poi è successo qualcosa di straordinario. La sua storia (diventata un libro Ares) è racchiusa in un parola dal sapore biblico (“Eccomi”), che ben esprime la sua diposizione d’animo e che sua moglie usava aprendo i messaggi con cui forniva notizie aggiornate, alimentando una lunghissima catena di preghiera…

«Il Covid l’ha portato a un passo dalla morte: trombosi, embolie, shock setticemico, emorragia polmonare, coma, casco per cercare di respirare ma anche circolazione extracorporea. A sua moglie Chiara, una notte hanno telefonato dall’ ospedale perché tenesse il cellulare vicino: «Morirà», le hanno detto.

Alberto Del Grossi, 53 anni, però ce l’ha fatta. S’è salvato. Ha reagito e a distanza di mesi il suo corpo non mostra le cicatrici del virus che lo stava annientando. La sua guarigione? Forse un miracolo. Sicuramente un mistero per la scienza.
Decisiva, a sentire i protagonisti, pare essere stata una catena di preghiera che si è allargata a macchia d’ olio, iniziando dai parenti e dagli amici più stretti fino a coinvolgere una moltitudine di sconosciuti, perfino dall’ Africa, che hanno fatto il tifo per Alberto.

Mentre un’ immaginetta di don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e liberazione, posta sul suo cuscino lo vegliava. La sua straordinaria vicenda oggi è diventata un libro (Eccomi! Storia di una preghiera virale, 256 pagine, 15 euro, Edizioni Ares) e ha incuriosito anche papa Francesco.

Alberto Del Grossi (ingegnere, sposato, tre fgli, casa a Lissone, in Brianza) ha contratto il virus nel marzo 2020, all’ inizio della prima tremenda fase della pandemia. Il decorso della malattia è stato dei peggiori (dall’ intubazione all’ embolia, alla circolazione extra corporea e al coma).

La conclusione, però, non è stata quella che tutti avevano previsto. Alberto è guarito. E questo fatto ha lasciato senza parole chi lo ha curato e pieni di stupore tutti coloro che hanno seguito il suo percorso fino a un passo dalla fine e ritorno attraverso i messaggi che la moglie inviava agli amici su Whatsapp. Cominciavano, tutti, con un «Eccomi!». E questa parola racchiude tutta la disponibilità, l’ attesa, la fedeltà e la speranza che hanno caratterizzato questa vicenda.

Questa vicenda, e il libro, pare abbiano interessato anche papa Francesco. Settimane fa, Simone, nipote dell’ingegnere Alberto, riesce ad avvicinarsi al Santo Padre, porgendogli una copia del volume. Jorge Mario Bergoglio si ferma, sorride, e si fa spiegare il contenuto.

Dopo qualche giorno nel messaggio del Pontefice al Meeting di Rimini, organizzato dal Movimento di Cl di cui la famiglia dell’ autore fa parte, si legge: «Mentre ha imposto il distanziamento fisico, la pandemia ha rimesso al centro la persona, l’ io di ciascuno, provocando in molti casi un risveglio delle domande fondamentali sul significato dell’ esistenza e sull’ utilità del vivere che da troppo tempo erano sopite o peggio censurate. E ha suscitato anche il senso di una responsabilità personale.

Tanti lo hanno testimoniato in diverse situazioni. Davanti alla malattia e al dolore, di fronte all’ emergere di un bisogno, molte persone non si sono tirate indietro e hanno detto: “Eccomi”». Forse non si tratta soltanto di una coincidenza.»

(Fonte: https://m.famigliacristiana.it/)

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Imbavagliare un prete perché che parla del demonio?

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 19/11/2020

In questi giorni ho seguito con crescente perplessità le polemiche sollevate inizialmente dai soliti giornali laicisti intorno a un commento di padre Livio Fanzaga dai microfoni di Radio Maria. Una vicenda che ormai credo conoscano tutti: padre Livio nella sua lettura cristiana della cronaca e della storia dell’11 novembre ha fatto riferimento alla pandemia da Covid parlando di progetto del demonio, «che agisce attraverso menti criminali» e che con un colpo di stato sanitario o massmediatico ha l’obiettivo «di costruire un mondo nuovo senza Dio, il mondo di Satana».

Padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria

L’improvviso scandalo suscitato da questi commenti è già curioso: padre Livio va ripetendo questi concetti da mesi, e c’è quindi da chiedersi come mai si sveglino solo adesso. Ma finché a scrivere scandalizzati sono quelli della Stampa, del Corriere o di Repubblica, si capisce che fanno il loro lavoro, ovvero costruire il mondo senza Dio. Del resto, si sa che una delle migliori armi del demonio è da sempre quella di far credere che non esista.

Ma ciò che mi ha decisamente sconcertato è l’aver notato come nei giorni successivi sui giornali e sui social tanti bravi cattolici abbiano colto l’occasione per lanciare il loro sasso contro padre Livio. Per alcuni è chiaro che il fastidio viene da lontano, ma per molti altri fa problema esclusivamente il contenuto del giudizio. Parlare di progetto del demonio fa problema; e fa ancora più problema pensare che la pandemia sia stata voluta per realizzare un “mondo nuovo”. Così padre Livio è stato immediatamente iscritto all’albo dei complottisti, quelli che spiegano ogni evento con una cospirazione, e fatto oggetto di ogni tipo di accusa, compresa quella di non conoscere la dottrina cattolica (pensare che se c’è ancora un luogo nella Chiesa italiana dove si insegna la dottrina cattolica questo è Radio Maria).

Personalmente non ho alcun elemento che possa sostenere l’ipotesi di una decisione a tavolino per scatenare il coronavirus, anche se c’è abbastanza per far pensare che esso sia una costruzione di laboratorio; ma quale che sia l’origine e il modo in cui è scattata, è evidente che la crisi è stata subito colta al volo per realizzare quei cambiamenti radicali nell’economia e nella società che decenni di terrorismo climatico non erano ancora riusciti a ottenere. Da mesi c’è un bombardamento di notizie e di allarmi che ha paralizzato la vita delle persone, che ha bloccato l’attività di paesi interi malgrado le dimensioni della pandemia non giustifichino affatto questo disastro. E da subito ci si è affrettati a far passare l’idea che il mondo non sarà più lo stesso.

Al proposito, vorrei far notare che il World Economic Forum – quello che ogni anno raduna a Davos (Svizzera) le élites mondiali – ha lanciato per il 2021 il tema “The Great Reset”, il grande resettaggio, ovvero l’inizio di un nuovo sistema economico e sociale dopo la crisi provocata dal Covid-19 e in linea con l’ideologia ecologista e climatista. Dicono gli organizzatori che si tratta di «un impegno per costruire insieme e urgentemente le fondamenta del nostro sistema economico e sociale per un futuro più giusto, sostenibile e resiliente. Esso richiede un nuovo contratto sociale centrato sulla dignità umana e la giustizia sociale». In altre parole: c’è da costruire un mondo nuovo su basi pensate da queste élites e credo sia abbastanza evidente che si intenda un mondo senza Dio.
Non è forse ciò che ha detto padre Livio?

Il mondo senza Dio è il regno di Satana, e tutto ciò che vuole eliminare Dio dall’orizzonte umano è un progetto demoniaco. Come mai tanti cattolici sono scandalizzati da questa semplice verità e si scagliano contro il direttore di Radio Maria colpevole di ricordarla?

Basta leggere la risposta del direttore di Avvenire ai lettori che si stracciano le vesti per il giudizio di padre Livio, per capire la deriva di tanto mondo cattolico: la presenza del demonio sfuma in un male che aleggia nei sentimenti e nelle azioni cattive degli uomini. E «Il Covid non è un “complotto”, ma è natura e, al tempo stesso, è frutto di un’ormai lunga, egoista e scriteriata manipolazione della natura che la corrompe e incattivisce». Cioè, questi vogliono farci credere da mesi che il virus sia colpa delle nostre offese a Madre Terra e poi si scandalizzano di un prete che parla di progetto demoniaco?

Dobbiamo amaramente constatare che anche fra i cattolici è ormai realtà la negazione anche della sola ipotesi che nella storia si combatta una battaglia tra potenze del Cielo. C’è uno scivolamento inesorabile verso il paganesimo (….) ormai molto diffuso, al punto che è diventato incomprensibile un prete che ragiona secondo categorie di pensiero cattoliche che solo pochi decenni fa sarebbero state considerate ovvie.

E non è solo un problema di incomprensione. Questi bravi cattolici, che quotidianamente da ogni pulpito vogliono insegnarci la tolleranza e il dialogo, quando sentono parlare di Satana, di Giudizio di Dio diventano intolleranti e violenti e pretendono che si facciano tacere certe voci. È da costoro, più che dai media laicisti, che padre Livio e Radio Maria devono guardarsi.

(Già pubblicato col titolo “Radio Maria e i cattolici che la vogliono far tacere” Editoriale di Riccardo Cascioli, La Nuova Bussola, 19-11-2020)

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