FERMENTI CATTOLICI VIVI

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Posts Tagged ‘cristiani caldei’

“A loro non farei nulla, chiedo solo a Dio di perdonarli”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 25/02/2015

Una bambina cristiana, costretta dall’ISIS a lasciare casa e patria.

Traduzione:

– Ciao Mariam, come stai?

– Bene, e tu come stai?

– Molto bene! Guardi il nostro programma?

– Si.

– E che ne pensi? Ti piace? Ti piace Sat7 per bambini?

– Si.

– Cosa ti manca più di Qarakosh che qui non hai?

– Avevamo una casa, ci divertivamo, qui no, però, grazie a Dio, Lui ci ha protetto.

– Cosa intendi con “Dio ci ha protetto?”

– Dio ci ama e non ha permesso che l’ISIS ci uccidesse.

– Cosa provi per coloro che ti hanno cacciato da casa e che hanno fatto tanto danno?

– A loro non farei nulla, chiedo solo a Dio di perdonarli.

– E tu puoi perdonarli?

– Si.

– Ti piaceva la scuola a Qarakosh vero?

– Si, ed ero sempre la prima.

– Avevi degli amici a scuola?

– Si.

– Lo sai di essere una campionessa?

– Mi piace essere una campionessa e mi piace anche andare a scuola perché a coloro a cui piace la scuola, sono sempre primi.

– Mi hai insegnato molte cose.

– Grazie! Anche tu mi hai insegnato molte cose.

– Cosa ti ho insegnato?

– Mi hai insegnato… non mi hai insegnato, quello che voglio dire è che hai ascoltato i miei sentimenti… Hai sentito i miei sentimenti… Io ho dei sentimenti e voglio che la gente li conosca… Che sappia come si sentono i bambini, qui. 

[Traduzione a cura di Fermenti Cattolici Vivi]

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“Oso dire che forse ci sono tanti o più martiri adesso che nei primi tempi” (Papa Francesco)

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 11/08/2014

Papa Francesco 01

«Oso dire che forse ci sono tanti o più martiri adesso che nei primi tempi, perché a questa società mondana, a questa società un po’ tranquilla, che non vuole i problemi, dicono la verità, annunziano Gesù Cristo: ma c’è la pena di morte o il carcere per avere il Vangelo a casa, per insegnare il Catechismo, oggi, in alcune parti!

Mi diceva un cattolico di questi Paesi che loro non possono pregare insieme. È vietato! Soltanto si può pregare soli e nascosti.

Ma loro vogliono celebrare l’Eucaristia e come fanno? Fanno una festa di compleanno, fanno finta di celebrare il compleanno e lì fanno l’Eucaristia, prima della festa.

preghieraperlapace01E quando vedono che arrivano i poliziotti, subito nascondono tutto e continuano con la festa. Poi, quando se ne vanno, finiscono l’Eucaristia. Così devono fare, perché è vietato pregare insieme. Oggi.».

Lo dice Papa Francesco all’omelia della Messa quotidiana di Santa Marta dello scorso 4 Aprile.

A poco più di tre mesi dalle sue parole, sebbene giornali e telegiornali non diano loro il giusto risalto, arrivano comunque notizie di genocidi e intere popolazioni cristiane cacciate, trucidate, smembrate, sepolte vive, bambini decapitati. Il limite dell’orrore, giorno dopo giorno si spinge più in là, spostando l’asticella oltre il limite dell’umanamente sopportabile. Queste notizie arrivano, grazie a social network soprattutto, e fanno male al cuore.

Come ignorarle?

La Conferenza Episcopale Italiana, consapevole che Dio può fare più dell’uomo, ha indetto una giornata di preghiera, il prossimo 15 agosto, per i cristiani perseguitati, in concomitanza col viaggio del Santo Padre in Corea del Sud.

ACCOGLIAMO L’INVITO?

preghieraperlapace02“Si fermi il massacro in Iraq! (…) Non si fa la guerra in nome di Dio!” dice accorato il Pontefice alla Comunità internazionale.

Ma a noi…

“Chiedo a tutti gli uomini di buona volontà di unirsi alle mie preghiere per i cristiani iracheni e per tutte le comunità perseguitate” (Tweet dell’8 agosto)

“Le persone private della casa in Iraq dipendono da noi. Invito tutti a pregare e, quanti possono, ad offrire un aiuto concreto” (Tweet del 10 agosto)

“Una appello a tutte le famiglie: al momento della preghiera, ricordatevi di quanti sono costretti ad abbandonare le loro case in Iraq” (Tweet del 10 agosto)

ACCOGLIAMO L’INVITO?

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«D’ora in poi reciterò ogni giorno il Padre nostro in aramaico-assiro, la vostra lingua, fino a quando non sarete ritornati a Mosul»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 03/08/2014

nun

Lettera “nun” ovvero N dell’alfabeto arabo, con cui vengono segnate la case dei cristiani in Irak…

Cardinale Philippe Barbarin, Arcivescovo di Lione

In pochi giorni abbiamo imparato a conoscere la ﻥ la lettera nun dell’alfabeto arabo che – impressa sui muri delle case dei cristiani di Mousl per indicare i «nazareni» – è diventato il simbolo della persecuzione contro i cristiani in Iraq. In molti hanno scelto in questi giorni questo simbolo per esprimere pubblicamente la propria vicinanza ai cristiani di Mosul: è diventata una specie di logo.

Dall’Iraq in queste ultime ore è giunta però anche la proposta di un altro gesto che prova a spingersi anccora un passo più avanti in questa vicinanza. A lanciarla è stato il cardinale arcivescovo di Lione, Philippe Barbarin, che si è recato in visita proprio ai cristiani iracheni esuli nelle città del Kurdistan. Dopo aver ascoltato le loro sofferenze ha fatto un promessa: «D’ora in poi reciterò ogni giorno il Padre nostro in aramaico-assiro, la vostra lingua, fino a quando non sarete ritornati a Mosul», ha detto.

Ieri anche l’Oeuvre d’Orient – una storica ong francese che sostiene le comunità cristiane d’Oriente – ha fatto proprio questo gesto. E ha proposto sul proprio profilo Facebook una traslitterazione del Padre nostro del messale della liturgia caldea. Questo per permettere a tutti quelli che lo desiderano di pregare con le stesse parole dei cristiani di Mosul, anche senza essere in grado di leggere i testi assiri.

Rilanciamo anche noi questa stessa traslitterazione invitando chi lo desidera a unirsi a questo gesto molto bello, che non si limita a sbandierare un logo ma prova a condividere davvero anche una storia:

padrenostrocaldeo

Padre Nostro in caldeo, la lingua con cui pregano i nostri fratelli perseguitati in Irak

A’oun D’ouashmaya nethqaddash shmakh
téthé malkouthakh
nehoué seouyanakh a’iykanna d’ouashmaya ap b’ar’a.
Haoulan lahma d’sounqanan yaoumana
ouashwoklan houba’in ouahtaha’in
a’iykanna d’ap hnan shouaqa’in lhayaoua’in.
Ou la ta’lan lnessyona
ella passan men bisha
mettol dilakhi malkoutha
haïla outheshbota
l’alam almin
amen.

[Fonte: http://www.missionline.org/%5D

Difficile da leggere anche traslitterato?

Ecco un video suggestivo che ci potrà aiutare a pregare il Padre Nostro in aramaico assiro, in comunione coi cristiani perseguitati in Irak, e non solo…

Non è che un segno di comunione, per stringerci ai nostri fratelli perseguitati… ma a me piace e tocca il cuore

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