
Si racconta di un vecchio beduino analfabeta che pregava con tanto fervore e con amore ogni notte. Una volta un ricco capo carovana lo chiamò alla sua presenza e gli chiese:
– Perché preghi con tanta fede? Come fai a sapere che Dio esiste quando non sai nemmeno leggere?
– Vostra Signoria, so dell’esistenza del nostro Padre celeste dai suoi segni.
– In che modo? indagò il capo carovana ammirato.
L’umile servo iniziò a spiegarsi:
– Quando lei riceve una lettera di una persona lontana, come ne riconosce il mittente?
– Dalla lettera.
– Quando riceve una gemma, come fa a sapere chi ne è l’autore?
– Dal marchio dell’orafo.
Il beduino sorrise e aggiunse:
– Quando sente passi di animali intorno alla tenda, come fa a capire se si tratta di una pecora, di un cavallo o di un bue?
– Dalle tracce – rispose il capo sorpreso.
Allora il vecchio lo invitò fuori dalla tenda e, mostrandogli il cielo in cui brillava una splendida luna circondata da miriadi di stelle, esclamò rispettoso:
– Signore, quei segni lassù non possono essere degli uomini!
– In quel momento l’orgoglioso carovaniere, con gli occhi umidi, si inginocchiò sulla sabbia e cominciò a pregare.
Sebbene Dio sia invisibile ai nostri occhi ci lascia segni dappertutto…
Nel mattino che nasce calmo, nel giorno che trascorre caldo o sotto la pioggia che rinfresca l’erba…
Tradotto da http://cleofas.com.br/
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l’uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell’uomo perché te ne curi?
Eppure l’ hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
Salmo 8, 4-7.10
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