Come i fermenti lattici vivi sono piccoli ma operosi e dinamici e pur essendo invisibili sono indispensabili alla vita, spero che questi "fermenti cattolici vivi" contribuiscano a risvegliare la gioia di essere cristiani.
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CUORE IMMACOLATO
DI MARIA
In un bel video, la vita dei fratelli certosini, moderni “guardiani del silenzio”, presenza profetica in questi tempi chiassosi in cui tutto sembra predisposto per scappare dal silenzio, quel silenzio in cui la voce di Dio sussurra al cuore di ogni uomo.
«E’ una vita di preghiera, tutto è a servizio della preghiera.
(…) Qui è molto più facile raccogliersi, restare in silenzio – e subito si sente la presenza di Dio, più o meno secondo i carismi.
(…) Il silenzio è dovunque, è presente dovunque, se lo si accoglie e lo si sa custodire.»
La storia tutta particolare di una Madonna che invita a tacere (l’icona della Madonna del silenzio), raccontata dal frate cappuccino Frate Emiliano Antenucci.
Adesso è il momento di iniziare a pregare; correremo il rischio di far incontrare il nostro vero io con Dio, tutto quello che abbiamo per essere unici, con Colui che ci ha pensati per primi e che non vede l’ora di incontrarci perché…, perché è proprio lì che ci aspetta.
Ho scoperto da poco su Twitter fra’ Lorenzo, francescano e il suo blog personale “Parabole di vita – La parabolica vita di un frate” (che invito a seguire); in particolare un suo post, tanto breve quanto intenso, vissuto, spesso, ha attirato la mia attenzione e curiosità.
E’ da questa mattina che lo leggo e rileggo e più lo leggo, più aumenta il mio desiderio di silenzio e di preghiera. Se i frutti sono buoni, deve essere buono anche l’albero; come non condividerlo quindi con voi?
«Nei periodi di meditazione e preghiera, ho notato una connessione tra il silenzio ed il tempo che non è del tutto scontata. Mi sono accorto, infatti, che più il silenzio è profondo e più il tempo rallenta, fino a sembrare che si fermi e si condensi in quella che in inglese è chiamata”stillness” e che si potrebbe tradurre con “immobilità”.
L’immobilità del corpo corrisponde all’immobilità del tempo, entrambi immersi nelle profondità del silenzio. Il respiro ritmico e rilassato sembra un orologio che scandisce sempre lo stesso istante; il tempo non ha più altre declinazioni che il presente: passato e futuro non hanno più senso in questa immobilità generale.
A volte sembra che tutto potrebbe risolversi lì, che nessuna discontinuità possa ormai alterare quello stato; e forse avviene proprio così: forse quella stasi, quella pace, invade tutta la vita ed anche se apparentemente si emerge da quello stato, il modo di essere non è più lo stesso.
Il silenzio, dunque, contribuisce a rallentare il tempo facendolo espandere, e questo crea una modificazione anche nello spazio interiore: questo si allarga, diventa ampio e pronto ad accogliere la presenza di chi non è contenibile in un luogo stretto e pieno di rumori.
L’assenza totale di tutto può essere abitata dal Tutto. Nel profondo dell’esistenza si scopre un mondo che sa di eternità e di cui non si conosce niente perché tutto, in esso, sembra essere eternamente nuovo.
Soprattutto, questo mondo, ha in sé la sicurezza di essere reale, più reale di quello in cui solitamente ci si muove. E’ come se l’essere sapesse di appartenere a quel silenzio e a quella pace piena di infinite sonorità.
Nonostante questa sensazione originaria, si percepisce, forte, la tendenza a ripiombare nella lontananza, nella discontinuità, nel rumore temporale delle proprie faccende.
Ma una nuova nostalgia anima l’intimo della quotidianità; una nuova consapevolezza di essere non più solo, non mai solo.»
“Il Valore del digiuno consiste non solo nell’evitare certi cibi, ma anche nel rinunciare a tutti gli atteggiamenti, i pensieri e i desideri peccaminosi.
Chi limita il digiuno semplicemente al cibo sta minimizzando il grande valore che possiede il digiuno. Se digiuni, le tue azioni devono provarlo!
Se vedi un fratello in stato di necessità, abbi compassione di lui. Se vedi un fratello che ottiene un riconoscimento non provare invidia.
Perché il digiuno sia vero non può esserlo solo a parole, ma si deve digiunare con gli occhi, con le orecchie, con i piedi, con le mani e con tutto il corpo, con tutto ciò che è interiore ed esteriore.
Digiuni con le tue mani mantenendole pure nel servizio disinteressato agli altri.
Digiuni con i tuoi piedi non essendo tanto lento nell’amore e nel servizio.
Digiuni con i tuoi occhi non vedendo cose impure, o non concentrandoti sugli altri per criticarli.
Digiuna da tutto ciò che mette in pericolo la tua anima e la tua santità.
Sarebbe inutile privare il corpo del cibo ma nutrire il cuore di spazzatura, di impurità, di egoismo, di comodità.
Digiuni dal cibo ma ti permetti di ascoltare cose vane e mondane. Devi digiunare anche con le orecchie. Devi digiunare dall’ascoltare alcune cose che si dicono dei tuoi fratelli, menzogne sugli altri, soprattutto pettegolezzi, voci, o parole fredde o dannose.
Oltre a digiunare con la bocca, devi digiunare dal dire qualsiasi cosa che possa fare male all’altro, perché a cosa ti serve non mangiare carne se divori tuo fratello?”
Qualche giorno fa una cara amica mi ha segnalato questo video, sull’uso e l’abuso che gli adolescenti (e non solo), fanno dei cellulari, presenza sempre più fastidiosa e ingombrante.
E’ semplicemente delizioso.
Per chi non ha dimestichezza con l’inglese o chi come me pur parlandolo non va oltre l’accento di Manchester (con la erre neanche pensata), l’americanissimo ragazzotto che non sente il padre che gli chiede di passargli il sale, dice: “Dad! What are you doing?” (Cosa stai facendo?) e l’ancor più americano padre risponde: “I must have been a little… distracted” che si può rendere più o meno con “qualcosa mi ha un po’… distratto!”
E’ talmente eloquente che qualunque aggiunta o commento risulterebbe inutile, ridondante.
E’ talmente eloquente che… Non vi sembra che con Dio Padre accada più o meno la stessa cosa?
Quante volte ci lamentiamo del fatto che Dio non faccia sentire la sua voce ma non ci separiamo dalle nostre mille ‘imprescindibili’ distrazioni, come i ragazzi del video?
Riguardatelo immedesimandovi nei ragazzi e pensando al padre come al Padre con la P maiuscola…
Non siamo più abituati al silenzio, magari ci spaventa, ma è proprio lì che Dio parla, e ogni tanto deve sbattere la sua vecchia macchina da scrivere per attirare la nostra attenzione.
Il profeta Elia sperimenta tempesta,terremoto e fuoco, come era successo ai suoi antenati. Pronto – secondo lui – ad ascoltare Dio che parla nel tuono. Ma che succede?
Il Signore non era in nessuno di quei fenomeni potenti e fragorosi. Quando tutto il rumore terminò, Elia udì “il mormorio di un vento leggero” e Dio gli parlò. (1 Re 19)
Siamo in Avvento, perché non approfittarne per fare silenzio, mettere via un po’ (anche fisicamente) i nostri bellissimi smartphone, e metterci all’ascolto di Dio che parla nel silenzio di una culla?
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