Era una famigliola felice e vivace in una casetta di periferia. Ma una notte scoppiò nella cucina della casa un terribile incendio.
Mentre le fiamme divampavano, genitori e figli corsero fuori. In quel momento si accorsero con orrore che mancava il più piccolo, un bambino di cinque anni. Al momento di uscire, impaurito dal ruggito delle fiamme e dal fumo acre, era tornato indietro ed era salito al piano superiore.
Che fare? Il papà e la mamma si guardarono disperati, le due sorelline cominciarono a gridare. Avventurarsi in quella fornace era oramai impossibile, e i vigili del fuoco tardavano.
Ma ecco che lassù, in alto, s’aprì la finestra della soffitta e il bambino si affacciò urlando disperatamente: “Papà! Papà!”.
Il padre accorse e gridò: “Salta giù!”.
Sotto di sé il bambino vedeva solo fuoco e fumo nero, ma sentì la voce e rispose: “Papà, non ti vedo…”
“Ti vedo io, e basta. Salta giù!” Urlò l’uomo.
Il bambino saltò e si ritrovò sano e salvo nelle robuste braccia del papà, che lo aveva afferrato al volo.
Non vedi Dio ma Lui vede te, buttati!
(Da “C’è Qualcuno lassù?”, di Bruno Ferrero, Elledici, Torino, 1993, pag. 40)
Come diceva un santo sacerdote, don Dolindo Ruotolo, “
Abbandonarsi significa chiudere placidamente gli occhi dell’anima, stornare il pensiero della tribolazione e rimettersi a me perché io solo operi, dicendo: “pensaci tu”.
Affidiamoci e affidiamo tutto al Padre che, con le sue braccia potenti saprà prenderci e prendere veramente le redini della nostra vita.
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