Come i fermenti lattici vivi sono piccoli ma operosi e dinamici e pur essendo invisibili sono indispensabili alla vita, spero che questi "fermenti cattolici vivi" contribuiscano a risvegliare la gioia di essere cristiani.
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CUORE IMMACOLATO
DI MARIA
Oggi è la Giornata Mondiale delle Persone con sindrome di Down e come sempre, ogni volta che ricorre la giornata mondiale di qualche cosa, mi chiedo a cosa serva veramente, soprattutto quando, come oggi, la #giornatamondialedellapoesia, l’anniversario della nascita della grande Alda Merini e l’#equinoziodiprimavera (che tra l’altro era ieri) rubano la scena ai miei amici con un cronosoma in più.
Se lo chiede anche Gigi De Palo, papà di Giorgio Maria che con il suo sguardo dolcissimo e “furbetto” ha conquistato tutti. Seguo da anni con grande interesse Gigi su tutti i suoi profili pubblici che ieri ha condiviso questa riflessione.
«Ma servono davvero queste giornate? Non lo so, ma sono un’occasione per riflettere ancora oggi su quanto la vita, ogni vita sia degna.
Perché basta leggere i commenti su alcuni post su Facebook che riguardano le persone con la sindrome di Down per accorgersi che oggi – ancora oggi – nonostante le campagne, nonostante le giornate mondiali, nonostante le indignazioni e le levate di scudi per le prese in giro, per alcuni ci sono vite di serie A e vite di serie B che non andrebbero messe al mondo.
Perché mettere al mondo un bimbo con la sindrome di Down non è “una scelta egoista perché stai scaricando una buona parte del peso sulla società e su tuo figlio”, ma una grande occasione di amore per la nostra famiglia e una occasione di riflessione per il mondo.
Il problema è che fino a quando “tuo figlio aveva diritto di non nascere, onde evitare una vita più dura e limitata degli altri” non cambierà mai nulla per queste persone perché, sotto sotto gli viene detto: non ti lamentare se non si fa ancora nulla per integrarti nella società, già è tanto che sei vivo perché era meglio che non nascevi, mamma e papà hanno sbagliato, dovevano abortirti… adesso sono affari tuoi… adesso ti arrangi…
Una società, non lo dimentichiamo mai, si giudica da come riusciamo a valorizzare gli ultimi.
Fatevi un amico Down perché è divertente e vi aprirà scenari di tenerezza e bellezza impensabili!»
Tra questi “deboli” le persone Down sono quelle che più mi colpiscono perché ogni volta che ho a che fare con loro (e per lavoro ne incontro tante quasi tutti i giorni), si rivela sempre un piacere interagire con questa gente con un cromosoma in più, quello della gioia secondo me.
Ed è con maggior gioia che leggo che a Napoli una ragazza Down si è appena laureata in scienze politiche con 110 e lode e bacio accademico.
Come sempre lascio le argomentazioni etico filosofiche a chi ha strumenti e competenze per maneggiarle. Mi limito a esporre il fatto e la grande gioia, edificazione e ispirazione che questa storia mi suscita, sperando che possa incoraggiare chi vive la sfida di occuparsi di queste persone speciali.
Giulia Sauro, si è laureata con 110 e lode in Scienze Politiche all’Orientale di Napoli grazie alla determinazione della famiglia che l’ha sostenuta credendo in lei e a un progetto di “tutorato alla pari” che le ha consentito di raggiungere gli stessi obbiettivi curriculari dei suoi colleghi.
Forse non tutte le persone Down hanno i numeri per laurearsi, ma d’altra parte, nemmeno tutte le persone non Down li hanno, solo che nessuno si permette di mettere in dubbio se valga o meno la pena farle nascere…
Storie come questa ma anche quelle della splendida ragazza Down che mi serve l’hamburger al Mc Donalds col sorriso e con un’energia rari, ci dicono che non solo sono vite degne di essere vissute ma che sono doni che aiutano la nostra società stanca e perennemente imbronciata a riscoprire la gioia di vivere.
Non è sempre tutto rose e fiori, questo lo sappiamo, e ce lo conferma chi ci sta passando come Gigi De Palo, (residente del Forum delle famiglie, ex assessore alla Famiglia del Comune di Roma). De Palo, annunciando sui social la nascita del suo quinto figlio con la sindrome di Down, così commenta: «Io e Anna Chiara siamo felicissimi. Incomprensibilmente (per il mondo) felici.», e aggiunge, qualche giorno dopo:
«E’ facile raccontare la bellezza della famiglia quando va tutto bene. Adesso viene il bello. È un pensiero dominante. La fantasia della vita che supera la nostra. È tutto stranissimo. Sappiamo che ci saranno anche tante difficoltà, ma siamo inebriati dalla realtà che stiamo vedendo e vivendo. Ci sentiamo privilegiati, scelti.»
Grato per aver conosciuto la storia di queste persone meravigliose, concludo con facendo alla dottoressa Giulia Sauro le mie congratulazioni e i miei auguri per un futuro pieno di soddisfazioni, assicurando a Gigi, Anna Chiara e alla loro bella famigliona la preghiera mia e della mia famiglia.
Le Piccole Sorelle Discepole dell’Agnello sono una piccola comunità di consacrate, fondata a Buxeuil (in Francia) nel 1985, riconosciuta canonicamente nel 1990 ed eretta come istituto religioso di vita contemplativa dall’arcivescovo di Bourges, nel 1999.
A vocazione contemplativa, si tratta della prima comunità in cui si offre alle giovani trisomiche (affette da sindrome di Down) la possibilità di realizzare la propria vocazione religiosa, sostenute da una minoranza di sorelle prive di tale anomalia cromosomica. Le religiose trascorrono la giornata adeguandosi al medesimo ritmo, condividendo gli impegni secondo le attitudini di ciascuna: lavori di tessitura, di filato, arazzi, scultura su legno, e così via.
Le Piccole Sorelle Discepole dell’Agnello seguono la “piccola via” di santa Teresa del Bambino Gesù (1873-1897), con un marcato influsso tratto dalla Regola e dal carisma benedettino, particolarmente nel connubio dell’ora et labora.
La loro vita semplice è costituita di preghiera, lavoro e sacrificio. Insieme, le sorelle insegnano alle piccole sorelle portatrici di handicap i compiti manuali necessari al loro sviluppo, uniti all’adorazione eucaristica, all’Ufficio e alla recita del Rosario, con il loro proprio ritmo e secondo le loro capacità. Ogni giorno partecipano alla Messa e ricevono l’eucaristia, vivendo nel silenzio e nella preghiera e meditando la Sacra Scrittura.
Le Piccole Sorelle Discepole dell’Agnello ricevono fra loro le giovani ragazze toccate dallo spirito di povertà e devozione, pronte a offrire in sacrificio tutta la loro esistenza al servizio di Cristo nella persona delle loro sorelle trisomiche.
Fra le religiose che hanno fatto parte della comunità, merita una menzione particolare Sr. Rose Claire Lyon (1986-2013) – nota come “Sorriso di Gesù” –, giovane consacrata formatasi alla scuola di santa Teresina, che lei chiamava “la mia sorella maggiore”, che diceva di sé stessa di non volere essere “una santa notoria o visibile, una santa da calendario, ma una santa secondo il cuore di Gesù, dolce e umile”.
Scomparsa alla giovane età di 26 anni, “il messaggio di suor Rose Claire – secondo le parole di Dom Jean Pateau O.S.B., Padre Abate dell’abbazia di Fontgombault, pronunciate l’8 maggio 2013, durante le esequie della religiosa – è rinchiuso in una parola; e questo messaggio è: Gesù”.
Invitiamo i lettori a vedere (di seguito) un estratto del documentario Les yeux tournés vers l’aube, con la partecipazione delle religiose agli uffici monastici e un’intervista a Don Antoine Forgeot O.S.B., Padre Abate emerito di Fontgombault.
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