Il sociologo polacco Zygmunt Bauman afferma che viviamo in un tempo che ci scorre tra le mani, un tempo liquido in cui nulla è fatto per persistere.
Non c’è nulla di così intenso che riesca a permanere e a diventare veramente necessario. Tutto è transitorio.
Non c’è un’osservazione lenta di quanto sperimentiamo, e dobbiamo fotografare, filmare, commentare, tagliare, mostrare, comprare e paragonare.
Il desiderio abita nell’ansia e si perde nel consumismo immediato. La società è segnata dall’ansia, e regna un’incapacità di sperimentare profondamente ciò che arriva a noi; ciò che importa è il poter descrivere agli altri ciò che si sta facendo.
Ai tempi di Facebook e Twitter non ci sono dispiaceri; se non mi piace una dichiarazione o un pensiero, cancello, disconnetto, blocco. Si perde la profondità delle relazioni; si perde la conversazione che rende possibile l’armonia e anche l’andar fuori dal coro.
Nelle relazioni virtuali non esistono discussioni che finiscono con un vivo abbraccio, le discussioni sono mute, distanti. Le relazioni iniziano e terminano senza alcun contatto. Analizziamo l’altro per le sue foto e per le frasi ad effetto. Non c’è uno scambio vissuto.
Nello stesso tempo in cui sperimentiamo un isolamento protettore, viviamo un’esposizione assoluta. Non c’è privato, tutto è in piazza: quello che mangiamo, quello che compriamo, quello che ci tormenta e quello che ci rallegra.
L’amore è più parlato che vissuto. Viviamo un tempo di segreta angoscia. Filosoficamente l’angoscia è il sentimento del nulla. Il corpo si inquieta e l’anima soffoca. C’è una vertigine che permea le relazioni, tutto diventa vacillante, tutto può essere cancellato, anche l’amore e gli amici.
“Stiamo tutti e allo stesso tempo nella solitudine e nella moltitudine” (Zygmunt Bauman).
Fonte: Luciana Chardelli (Revista Pazes, 11/11/2016) http://www.revistapazes.com
Anch’io sono preso da tutto questo filmare, commentare, tagliare, mostrare. Cerco di convincermi di esserne parzialmente immune perché decido cosa condividere, perché non metto foto mie o di familiari nei social, perché uso la rete per evangelizzare ma alla fine, davvero tutto è transitorio, tutto passa, e anche il circo dei Social e della rete perde senso…
E quel senso lo ritrovo nella relazione vera, reale con le persone e con l’unica Persona che da quando ho coscienza, riesce a dare pace e gioia alla mia vita.
Siamo in estate, un periodo giusto per dedicare tempo alle cose che contano.
Torniamo alla preghiera, torniamo ai sacramenti, non ce ne pentiremo.
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