FERMENTI CATTOLICI VIVI

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Posts Tagged ‘#finedeitempi’

«Se non è la fine dei tempi, dev’esserne la prova…»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 12/07/2021

Mi è arrivato più volte da amici differenti tra di loro, questo scritto attribuito a un sacerdote cattolico brasiliano.

Ho fatto un ricerca e non ho trovato molte fonti da cui dedurre che sia attribuibile realmente a don Gabriel Vila Verde, sacerdote esistente.

Nel rispetto di tutte le posizioni, e scusandomene se questa riflessione può urtare qualche suscettibilità, non riesco a non concordare con essa, soprattutto nella misura in cui rivela tutta l’incoerenza dei nostri tempi.

«Viviamo in un’epoca in cui vogliono che i preti si sposino e le persone sposate divorzino.

Vogliono che gli eterosessuali abbiano relazioni non vincolanti, ma che i gay si sposino in chiesa.

Perché le donne si vestano da uomini e assumano ruoli maschili e gli uomini diventino “fragili” come donne.

Un bambino con solo cinque o sei anni di vita ha il diritto di decidere se sarà un uomo o una donna per il resto della sua vita, ma un bambino sotto i diciotto anni non può rispondere dei suoi crimini.

Non ci sono posti per i pazienti negli ospedali, ma ci sono incentivi e sponsorizzazioni per chi vuole cambiare sesso.

C’è un supporto psicologico gratuito per chi vuole uscire dall’eterosessualità e vivere l’omosessualità, ma non c’è supporto da esso per chi vuole uscire dall’omosessualità e vivere la propria eterosessualità e se ci provano, è un crimine.

Essere a favore della famiglia e della religione è dittatura, ma urinare sui crocifissi è libertà di espressione.

Se non è la fine dei tempi, dev’esserne la prova…»

Ergo, preghiamo affinché la preghiera diventi pace in noi, qualunque cosa succeda intorno a noi.

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«Ci può essere un ideale che non passa, che nessuna bomba (virus) può far crollare?»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 12/06/2021

Le bombe della Seconda Guerra Mondiale fecero capire a Chiara Lubich quale fosse l’unico ideale che non passa.

Il virus, la pandemia, il crollo delle certezze a cui ci aggrappavamo prima del 10 marzo 2020… Siamo davanti a un bivio anche noi, soccombere o chiederci quale sia l’unico vero ideale che niente e nessuno può far crollare.

Ascoltiamo le parole di Chiara.

«Il movimento è iniziato molto semplicemente nella città di Trento, nell’Alta Italia, nel 1943.

Allora a Trento imperversava la guerra, io mi trovavo con alcune mie compagne nella città, eravamo molto giovani, ognuno di noi aveva un proprio ideale come tutte le giovani, da voler raggiungere nella vita.

Chi aveva come ideale lo studio, e questo era il caso mio, chi invece formarsi una bella famiglia, chi invece costruirsi una bella casa.

Ebbene, proprio la guerra con le sue bombe, faceva crollare un po’ tutte le cose, per cui noi non potevamo raggiungere lo scopo della nostra vita. Sembrava proprio che le circostanze ci dessero una grande lezione, ci facessero una predica e che tutto ci dicesse che tutto è vanità delle vanità, che tutto passa.

Contemporaneamente a questa visione drammatica delle cose, dentro di noi si faceva strada un’idea, che pensiamo un’ispirazione: ci può essere un ideale che non passa, che nessuna bomba può far crollare? E capimmo immediatamente che, sì, c’era un ideale. Quest’ideale era…, Dio!

Eravamo sorpresi, incantati; dicevamo: oh! L’unità, che divina bellezza! Non abbiamo parole per cosa dire, non si può spiegare, è Gesù!

Si vede, si sente, si gode con i sensi dell’anima, ma non si può dire, è ineffabile come Dio. Ci si accorge soprattutto quando manca, è come se il sole tramontasse.

E l’unità, che è la presenza di Gesù in mezzo a noi, porta il suo Spirito, lo Spirito di Cristo con tutti i suoi frutti, che sono: pace, gioia, voglia di amare, spirito di eroismo, illuminazione: fa capire, fa comprendere meglio le Scritture, interpretare meglio gli avvenimenti, è lo Spirito che guida, è lo Spirito Santo, lo Spirito di Gesù!»

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