FERMENTI CATTOLICI VIVI

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Posts Tagged ‘gratitudine’

Gratitudine

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 31/12/2019

Ogni fine ci incupisce sempre, ma solo perché a noi non piacciono le cose che finiscono. Certo, a volte si è molto felici che certi anni siano passati, perché magari sono stati delle cisterne di problemi e di sofferenza o di cose difficili da vivere.

Ma normalmente alcune date ci mettono dentro molta nostalgia e pensieri.

Un cristiano è uno che non solo sa fare spazio in sé alla nostalgia, ma sa collocare accanto ad essa la gratitudine.

Noi non possiamo vivere l’ultimo giorno dell’anno non ricordandoci che siamo figli di Uno che ci ha salvati e che ha riempito di luce le nostre tenebre:

“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità”.

Il prologo del Vangelo di Giovanni che leggiamo oggi, vuole incidere a fuoco dentro ciascuno di noi, che Cristo si è fatto carne della nostra carne, sangue del nostro sangue. È stabilita così la fine della nostra radicale solitudine. Non siamo più soli, mai.

Possiamo sentirci soli, ma non lo siamo nella sostanza, e la memoria dell’Incarnazione ci fa trovare la forza di vivere sempre con gratitudine ogni istante della nostra vita, anche il più doloroso.

E questo perché Dio non è rimasto velato, ma si è raccontato: “Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato”.

Ecco perché la fine per noi cristiani è sempre una memoria del fine.

Solo se apriamo gli occhi allo scopo della vita, al suo vero fine, allora possiamo trovare il coraggio di guardare in faccia anche la fine senza avere paura, ma anzi riuscendo a dire anche ad alta voce il nostro grazie.

Il Vangelo di oggi ci mette davanti una pagina difficile dell’evangelista Giovanni, e lo fa forse per ricordarci che anche la nostra vita a volte non è di facile decifrazione, eppure essa nasconde al fondo una buona notizia.

Vangelo significa “buona notizia”, ed essa lo è anche quando non la capiamo subito, come la nostra vita.

(Don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 31 Dicembre 2019)

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Un essere benevolmente disposto verso di me…

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 28/10/2017

«Da bambino mi trovai di fronte ad un fenomeno che richiedeva una spiegazione. Avevo appeso alla sponda del mio letto una calza vuota, che al mattino si trasformò in una calza piena. Non avevo fatto nulla per produrre le cose che la riempivano. Non avevo lavorato per loro, né le avevo fatte o aiutato a farle. Non ero nemmeno stato buono – lungi da me!

E la spiegazione era che un certo essere che tutti chiamavano ‘Santa Claus’era benevolmente disposto verso di me… Ciò che credevamo era che una determinata agenzia benevola ci avesse davvero dato quei giocattoli per niente. E, come affermo, io ci credo ancora. Ho semplicemente esteso l’idea.

Allora mi chiedevo solo chi mettesse i giocattoli nella calza, ora mi chiedo chi mette la calza accanto al letto, e il letto nella stanza, e la stanza nella casa, e la casa nel pianeta, e il grande pianeta nel vuoto.” (Gilbert Keith Chesterton, lettera a The Tablet of London).

Chesterton si ferma qui ma io non riesco a non andare oltre nella domanda continuando a chiedermi: “chi mette il sistema solare nella galassia, chi mette la galassia nell’universo, chi mette l’universo in chissà cosa ci sarà mai dopo?”

Lo scrittore continua con un delizioso e condivisibile senso di gratitudine:

«Una volta mi limitavo a ringraziare Babbo Natale per pochi dollari e qualche biscotto. Ora, lo ringrazio per le stelle e le facce in strada, e il vino e il grande mare.

Una volta pensavo fosse piacevole e sorprendente trovare un regalo così grande da entrare solo per metà nella calza.

Ora sono felice e stupito ogni mattina di trovare un regalo così grande che ci vogliono due calze per tenerlo, e poi buona parte ne rimane fuori; è il grande e assurdo regalo di me stesso, perché all’origine di esso io non posso offrire alcun suggerimento tranne che Babbo Natale me l’ha dato in un particolare fantastico momento di buona volontà.» (Gilbert Keith Chesterton, lettera a The Tablet of London).

Dio non si offenderà se per una volta, come il grande scrittore britannico, lo chiamiamo “Babbo Natale” se, con lo stupore filiale dello scrittore, ci uniamo a lui in un costante, sentito, atteggiamento di ringraziamento per questa “agenzia benevola” che ci dà tutto per niente e che si chiama Dio.

Fermiamoci a pensare a Chi ogni mattina ci fa trovare un regalo così grande che non bastano due calze per contenerlo, pensiamo profondamente a Lui, permettiamoci di sentire nel cuore un profondo senso di meraviglia e gratitudine e poi diamogli voce. Questo dargli voce la Chiesa lo chiama preghiera di lode.

Può far miracoli e in ogni caso guarisce i brontoloni cronici.

Provatela, parola di brontolone.

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2013. Perché non ringraziare?

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 29/12/2013

Un tale aveva raccolto una serpe irrigidita dal freddo e l’aveva riscaldata mettendosela in seno. Ma questa, appena ripresasi, uccise subito, col suo morso velenoso, il suo benefattore.

gratitudine_01

Questa favola è di Esopo che visse nel VI sec. a.C. Fu ripresa dal favolista latino Fedro (I sec. d.C.) e poi riproposta anche dal poeta francese La Fontaine (XVII sec d.C.).

Perché tanta insistenza? Forse per ricordare che l’ingratitudine è sempre nascosta nel cuore dell’uomo come una serpe velenosa. La parola ingratitudine ci fa pensare subito a chi lo è nei nostri confronti, ma noi?

L’anno sta terminando. Perché non “rendere grazie” a Dio per tutto ciò che ci ha portato? Per ciò che Dio ci ha regalato?

Anche quando – come questo 2013 – è un anno difficile, pesante, di crisi, a ben riflettere, è sempre molto più ciò che ci offre che ciò che noi diamo.

gratitudine_02Dunque perché non ringraziare?

L’ingratitudine è una delle peggiori forme di cecità: la cecità del cuore; l’ingratitudine è “sclerocardia”, durezza di cuore, e ci rende ancora più infelici…

Come fare ad essere grati?

Ce lo insegna un’anziana che, sebbene le batoste della vita non l’avessero risparmiata, presentava un viso sereno e quieto, sembrava completamente al di sopra delle preoccupazioni e molestie che tormentano il vivere quotidiano.

Una donna triste le chiese un giorno il segreto della sua felicità. La bella faccia senile risplendette di gioia e rispose:

“Mia cara io tengo un Libro delle cose liete. Molto tempo fa imparai che non c’è giorno tanto oscuro e tetro che non contenga qualche raggio di luce, e io mi sono fatta un dovere nella mia vita di scrivere tutte le cose che hanno tanta importanza per una donna.

gratitudine_03Ho delle agende in cui sono stati notati tutti i giorni e tutti gli anni della mia vita da quando lasciai la scuola. Si tratta solo di piccole cose: il vestito nuovo, le chiacchiere con un’amica, le attenzioni di mio marito, un fiore, una passeggiata nei prati, una lettera, un concerto, una gita; ma tutto va nel mio libro delle cose liete, e quando sono tentata di commiserarmi, ne leggo alcune pagine per vedere che donna felice e fortunata sono. Può vedere i miei tesori se vuole”.

Lentamente la donna bisbetica e scontenta sfogliò l’agenda che l’amica le aveva portato leggendone un po’ qua e un po’ là. L’inizio di una giornata era così:

16 Gennaio – Giovedì

Ho ricevuto una gradita lettera da un’amica.
Ho visto un bel giglio nel prato.
Ho trovato la spilla che avevo pensato di aver perduto.
Ho visto una ragazza così vivace e felice per strada.
Mio marito mi ha portato dei fiori.
Ho finalmente deciso di chiamare quella musona di mia sorella, anche se mi racconta sempre le stesse cose.

“Ha trovato un piacere ogni giorno?”, chiese la donna triste.

“Ogni giorno. Devo dimostrare che la mia teoria è vera”.

gratitudine_04Il racconto – vero o leggenda che sia, non importa – racchiude una grande lezione sull’arte di essere: sotto il suo aspetto umile e abitudinario la più normale esistenza quotidiana contiene tutto un insieme di circostanze le quali, vissute creativamente e godute nella loro spirituale bellezza, ci darebbero quella sufficiente dose di felicità a cui il nostro essere aspira.

Come la donna scontenta però, noi ignoriamo questo tesoro nascosto e consideriamo ciò che ci è dato di vivere come una cosa trascurabile e banale, non come un materiale prezioso, come cosa scontata, non come grazia quotidiana.

Allora, al bando bilanci sadomasochistici del 2013 che sta per terminare, ringraziamo Dio e, se non ci riusciamo tanto facilmente…

Che ne dite di comprarci, per il 2014 una bella agenda delle cose liete?

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17 dicembre… Grazie! Grazie! Grazie!

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 16/12/2013

Compleanno_Fermenti_02

17 dicembre 2011 – 17 dicembre 2013
2 anni di Fermenti Cattolici Vivi!!!

Oggi è proprio una bella coincidenza, è l’anniversario del giorno in cui ho chiesto a Rita di diventare mia moglie, è il secondo anniversario del blog Fermenti Cattolici Vivi e il compleanno di Papa Francesco. Tre bei motivi per essere grato a Dio.

Il 17 dicembre 2001, ero a piazza San Pietro, sotto al Cupolone (secondo voi dove avrei potuto chiedere a Rita di diventare mia moglie?), col cuore in gola e la salivazione azzerata nonostante il fidanzamento-lampo di ‘soli’ dodici anni scarsi (ragazzi non prendete esempio da me, fidanzamenti più brevi, please), a chiederle di diventare mia moglie.

E’ stata la cosa più sensata di tutta la mia vita. Ogni parola in più stonerebbe, non riuscirebbe mai a rendere l’amore crescente che provo per lei e la gioia che deriva dal donarsi reciprocamente l’uno all’altra, nonostante e anche grazie alle sfide che viviamo quotidianamente. Lei lo sa che sarei ben poco senza di lei e, cosa aggiungere se non: GRAZIE!

Era il 17 dicembre 2011 invece, quando pubblicai il primo post di questo blog chiedendomi se qualcuno lo avrebbe davvero mai letto. L’unica regola che mi diedi fu la seguente:

PapaSe una notizia, una testimonianza, una lettura spirituale, mi colpisce e mi edifica a Cristo, se funziona con me che sono uno zuccone, sicuramente sarà utile a qualcun altro. Ergo, pubblico una cosa solo se davvero mi colpisce, se ci credo in maniera autentica e se parla di Dio e a Lui dà gloria.

E per ora pare funzionare. Al di là di ogni mia aspettativa, a due anni esatti dal primo post, posso contare quasi 256.000 visualizzazioni. E chi se le aspettava!…Un GRAZIE di cuore ai lettori e agli amici del blog, ma anche alle voci critiche, agli amici agnostici, atei, in ricerca e di altre confessioni che mi stimolano a confronti interessanti… Se dovessi venire meno alla regola aurea di cui sopra, vi autorizzo a contattarmi per tirarmi le orecchie.

Il 17 dicembre 1936 nasceva Jorge Mario Bergoglio, il nostro Papa Francesco, il Papa che ha spiazzato tutti e che continua a stupire, deludendo chi lo vuole definire o inscatolare in una categoria, a volte anche ad opera di noi che siamo nella Chiesa. Che sia perché è mosso unicamente dal Vangelo e dall’Amore di Dio?

Anche in questo caso che aggiungere? Auguri Santità, grazie per aver benedetto il progetto di questo blog  grazie di cuore, per ogni sua parola… Mille volte… GRAZIE!

E con questo senso di gratitudine, sebbene a 43 anni non mi possa più definire un Papaboy, mi unisco volentieri, e invito i lettori a fare altrettanto, alla maratona di preghiera organizzata per il santo Padre dall’Associazione Papaboys, in comunione con molti movimenti e associazioni cattoliche.

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