
Strinsi la sua mano, e accarezzai dolcemente i suoi capelli. E fattomi coraggio, le rubai un bacio sulla guancia.E quando alla fine lei mi sorrise, pensai di essere un ragazzo incredibilmente fortunato.
Tracy è ancora una giovane donna, ma la sua testa è ripiegata all’indietro, un rivoletto di bava cola da un lato della sua bocca e il suo volto è privo di espressione. Non parla né si muove da sola.
Una volta ogni tanto qualcuno le deve cambiare la posizione della testa, delle braccia, delle gambe, o comincerà a sentire dolore, sebbene il dottore le dia degli antidolorifici.
La mano che stringo è piccola per la sua età, e contorta. I suoi arti sono incredibilmente magri, contorti e più corti del normale e deve essere legata in una speciale sedia a rotelle.
Non mangia allo stesso modo in cui lo facciamo tu ed io, lei è nutrita da un tubo attaccato al suo addome. Qualcuno direbbe che è un vegetale. Io no! Perché lei si chiama Tracy.
E c’è una cosa che Tracy sa fare proprio bene, sorridere. E il suo sorriso ti toglie il fiato. Vedi? Lei sorride quando c’è qualcosa che le piace. E’il suo unico modo di comunicare.
Allora io scherzosamente le faccio un grattino sulla nuca e le sussurro all’orecchio: “Tracy ti piace? Sorridi se ti piace!” – Lei lo fa ed è così dolce che ti innamori di lei un un attimo.
Le tolgo la saliva col suo bavaglino e continuo a tenerle la mano per il resto della giornata.
La mattina successiva la vado a trovare di nuovo. Non riesco ad andarmene.
Lo devo ammettere, i giorni passati con lei sono stati i più improduttivi della mia vita: nessun articolo scritto, nessuna canzone composta, nessuna riunione tenuta, nessun libro letto, nessuna attività pianificata…
Tutto ciò che ho fatto è stato stringere la sua mano, e permettere di essere amato con un sorriso. Ma che pace che ho provato! E ho capito il perché: sono stato profondamente trasformato dal potere di questa ragazza – quella che non poteva muovere nemmeno un dito…
Tracy ha addestrato il mio spirito ad amare bene. Mi ha addestrato ad amare una persona, un volto, un cuore alla volta.
E mi ha addestrato a trovare l’amore nel più insospettabile dei posti. Persino la sua memoria mi parla, chiedendomi di rallentare se voglio veramente amare.
Me l’immagino, e lei sorride.
Tracy mi dice continuamente che ho sempre una scelta. Posso rendere la vita bellissima.
(Da uno scritto di Bo Sanchez, insegnante di Manila, tradotto da “Magnificat, September 2015, Vol 178, N. 7)
D’altro canto, non ci aveva già pensato Gesù a capovolgere tutto?
“Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande” (Luca 9,48)
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