FERMENTI CATTOLICI VIVI

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Posts Tagged ‘Jim Caviezel’

«Non devi aspettare di morire per sperimentare il Paradiso»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 02/10/2018

Un intervento ispirato di Jim Caviezel (il Gesù di “The Passion”), da ascoltare fino all’ultimo.

«Pensi che Dio stia lì seduto ad aspettare che ti butti via?»

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«Il mondo ha bisogno di guerrieri coraggiosi animati dalla fede»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 25/01/2018

L’attore Jim Caviezel proponendo alcune considerazioni sul film «Paul, Apostle of Christ» invita con coraggio e ispirazione a combattere coraggiosamente per Gesù in questi tempi e in questa società malate, ferite dall’odio e dal peccato.

Vale la pena ascoltarlo fino in fondo perché è nella seconda metà del video che ci offre le parole più illuminate con, alla fine, un momento anche divertente.

Ho trascritto il suo discorso per riprendere soprattutto le parole più ispirate che siano di incoraggiamento per noi chiamati a essere cristiani in questi tempi difficili.


«Il nome Saulo vuol dire grande, il nome Paolo vuol dire piccolo. Nel girare questo film ho imparato che cambiando una sola lettera possiamo diventare grandi davanti a Dio ma bisogna farsi piccoli se vogliamo essere grandi, così è la vita dei santi. Così Saulo è diventato Paolo.

Le chiamate arrivano quando non ce le aspettiamo, io ricordo la mia, ebbi questa esperienza, avevo diciannove anni, ero in un cinema, nella mia città di Mount Vernon, Washington, il film era finito. là al buio da solo, ho avuto la certezza che dovevo diventare attore, che Dio mi aveva fatto per questo, che voleva questo da me. Si, il buon senso è intervenuto, non sapevo recitare, non conoscevo nessuno, sono incapace di imparare a memoria, ma avevo una convinzione: avevo una chiamata.

Nella primavera del 2000 mi offrono il ruolo di Edmon Dantes nel Conte di Montecristo, una nuova versione del classico di Dumas, fu un periodo molto stressante, era la prima volta che avevo unruolo in un film, tanto atteso, ma non avevo pace. Ogni cosa nel film era una lotta, Edmomn Dantes era stato imprigionato ingiustamente; nel libro, come nel film, scrive nel muro: “Dio mi farà giustizia!”, con tutto contro di lui.

Quest’uomo solo è impegnato a liberarsi e a sconfiggere il male e anche il male dentro di lui. C’è una bella scena tra Edmon e un compagno di prigionia – un prete interpretato da Richard Harris – al massimo dell’autocommiserazione, un momento di disperazione, mentre il prete è in terra morente, si volta e gli dà l’ultima lezione: “Non commettere il crimine per il quale stai scontanto la pena”, ricorda che Dio ha detto – “Mia è la vendetta”. Io lo guardo e dico: “Io non credo in Dio.”, lui mi risponde: “Non importa Edmon, Lui crede in te”, ed è vero.

Dio ama ciascuno di noi personalmente e ci è vicino anche nei peggiori momenti di disperazione. Dopo Montecristo ricevetti la chiamata di Mel Gibson, non lo aveva cercato il mio agente, il mio manager nemmeno, non lo conoscevo, non stavo cercando di avere un ruolo perché nessuno sapeva cosa stesse succedendo.

Mel Gibson vuole che io interpreti Gesù Cristo, vuole un tipo dalle iniziali JC che casualmente in quel momento ha trentatré anni, che interpreti Gesù Cristo. E’ una coincidenza? Non credo. La vostra vita è una coincidenza? Un caso?

Forse alcuni di voi stanno male, confusi, incerti sul futuro, sofferenti, non è il momento di arrendersi! Quando ero lassù sulla Croce, ho imparato che nella sofferenza c’è la nostra redenzione. Il servo non è meglio del padrone, ognuno deve portare la propria croce. C’è un prezzo per la nostra fede, per la nostra libertà.

Sono stato davvero ferito, colpito dai flagelli, deriso, colpito da un fulmine, chirurgia a cuore aperto, succede dopo cinque mesi e mezzo di ipotermia. Un giorno durante le riprese, il mio braccio rimase sotto la trave, qualcuno ha tirato, i miei muscoli hanno ceduto, la mia spalla si è slogata, sono caduto a terra con la faccia nella sabbia. La scena è rimasta nel film. Anche a Gesù si è slogata una spalla, io adesso so cosa ha provato. Ogni giorno dovevo sollevare quella cosa, era come una penitenza, scavava le mie spalle, mi lacerava la carne, e ora dopo ora diventava sempre più pesante. Se avessimo fatto le riprese in uno studio, non avreste ottenuto quella performance.

La sofferenza ha forgiato la mia interpretazione, così come forgia le nostre vite. Alcuni, adesso, li conoscete, abbracciano un falso cristianesimo con tanti discorsi allegri, io li chiamo “allegri Gesù”. E gloria! Gente, ci fu molto dolore e sofferenza prima della resurrezione; la vostra strada non sarà diversa. Abbracciate la vostra croce, e andate verso il vostro scopo, voglio che affrontiate questo mondo pagano, voglio che abbiate il coraggio di entrare in questo mondo pagano e senza vergogna esprimiate la vostra fede in pubblico.

Il mondo ha bisogno di guerrieri coraggiosi animati dalla fede, guerrieri come san Paolo e san Luca, che rischiarono il nome e la reputazione per portare al mondo la loro fede e amore per Gesù. Dio chiama ciascuno di noi, ciascuno di voi, a fare cose grandi ma quanto spesso non rispondiamo scartandolo come un’illusione mentale. E’ tempo che la nostra generazione accolga la chiamata, la chiamata di Dio che invita tutti noi a darci interamente a Lui, vedere quella mano gentile che vi guida. Prima decidetevi a pregare e digiunare, a meditare le Scritture, e a prendere sul serio i sacramenti.

Siamo una cultura in declino, gente in pericolo di soccombere ai propri eccessi. Tutto il nostro mondo è sommerso nel peccato, e lì nel silenzio dei cuori, Dio chiama ciascuno a darsi totalmente a Lui, e quanto spesso lo ignoriamo, ignoriamo quella dolce chiamata.

Il grande santo di Auschwitz, san Massimiliano Kolbe , disse che l’indifferenza è il peccato più grande del XX secolo. Fratelli e sorelle, è anche il più grande peccato del XXI secolo. Dobbiamo scrollarci di dosso questa indifferenza, questa distruttiva tolleranza del male, solo la fede e la sapienza di Cristo può salvarci, ma richiede guerrieri disposti a rischiare reputazione e nome, fino alla propria stessa vita per difendere la verità. Separatevi da questa generazione corrotta, siate santi, non siete fatti per adeguarvi, siete nati per distinguervi.

Nel nostro paese, oggi, siamo contenti di seguire la corrente, siamo il santuario della libertà, dove tutte le scelte valgono uguale, non importano le conseguenze. Davvero credete che questa sia la libertà? Giovanni Paolo II il Grande disse: “La democrazia non si mantiene senza il comune impegno a cercare la verità sull’uomo o sulla comunità umana”, la domanda fondamentale per la società democratica è questa: come dobbiamo comportarci per vivere insieme? Cercando una risposta a questa domanda, la società può escludere la verità morale? Ogni generazione di americani deve sapere che la libertà non consiste nel fare quello che vuoi ma nel diritto di fare quello che devi.

Questa è la libertà che desidero per voi, libertà dal peccato, libertà dalle debolezze, libertà da questa schiavitù che il peccato ci impone. Questa è la libertà per cui vale la pena morire. Mi ricorda quello che disse Mel Gibson nel suo primo Oscar Braveheart, quando dice al suo esercito raccogliticcio: “Io dico a voi stasera, vedo davanti a me un esercito di miei connazionali a sfidare la tirannia, siete venuti a combattere da uomini liberi e lo siete, che fareste senza la libertà, combattereste? No, scapperemmo e vivremmo.

Combattendo potrete morire, scappando vivreste almeno per un po’ e, morendo nei vostri letti fra molti anni da oggi, non scambiereste tutti quegli anni con la possibilità di poter dire ai vostri nemici: “Potete prendere le nostre vite ma non potete prenderci la libertà”. Tutti gli uomini muoiono, non tutti gli uomini vivono veramente. Tu, tu, tu, dobbiamo combattere per quella vera libertà e vivere amici miei, secondo Dio dobbiamo vivere, e con lo Spirito Santo che è il vostro scudo e Gesù Cristo che è la vostra spada possiate unirvi a San Michele e a tutti gli angeli per spedire Lucifero e i suoi scagnozzi al loro posto,m giù a quell’Inferno a cui appartengono. (Applausi)

Saulo vuol dire grande. Che vuol dire Paolo? Piccolo. Se vogliamo essere grandi agli occhi di Dio, come dobbiamo essere piccoli? (Ridendo accorgendosi dell’errore…) Come dobbiamo essere? Scusate… Piccoli!

Dio vi ami e vi protegga e vi guidi tutti i giorni della vostra vita. Se non vi vedrò qui, ci vedremo in Cielo.

Vi voglio bene! Dio vi benedica! Combattete con forza!»

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