FERMENTI CATTOLICI VIVI

"Andate controcorrente. Di quanti messaggi, soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici!" Benedetto XVI

  • Follow FERMENTI CATTOLICI VIVI on WordPress.com
  • Fermenti Cattolici Vivi


    Come i fermenti lattici vivi sono piccoli ma operosi e dinamici e pur essendo invisibili sono indispensabili alla vita, spero che questi "fermenti cattolici vivi" contribuiscano a risvegliare la gioia di essere cristiani.

    Segui il blog su canale Telegram https://t.me/fermenticattolicivivi

  • Fermenti recenti

  • Fermenti divisi per mese

  • Fermenti divisi in categorie

  • Disclaimer

    Questo Blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della Legge n. 62/2001. Immagini e foto possono essere scaricate da Internet, pertanto chi si ritenesse leso nel diritto d'autore potrà contattare il curatore del Blog, che provvederà personalmente all'immediata rimozione del materiale oggetto di controversia.

    ______________

    SE PRELIEVI MATERIALE DAL BLOG, PER FAVORE CITA LA FONTE E IL LINK. CONFIDO NELLA TUA CORRETTEZZA!
    ______________

    IL BLOG E' CONSACRATO AL
    CUORE IMMACOLATO
    DI MARIA

  • Fermenti Cattolici Vivi è stato visitato

    • 1.350.549 volte

Posts Tagged ‘lutto’

«Giulia c’insegna che non è possibile vivere una vita veramente appassionata se non spendendola per Cristo.»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 09/12/2021

La storia della piccola Giulia Zedda, innamorata di Gesù e Maria.

«Voleva vivere a colori, e abbiamo sempre vissuto a colori.»

«Non dire – non ho tempo – il tempo si trova se vuoi, per pregare, per vivere…»

«Mamma, io ringrazio Gesù perché fino a sei anni mi ha fatto vivere sana.»

«Prima di andar via ci ha chiesto di dare tutte le sue cose ai bambini meno fortunati di lei, lei che aveva dieci metastasi cerebrali…»

«Le persone con un figlio in cielo sentiranno sempre quell’oscurità che gli altri no conosceranno.»

«Lei è in Cielo, Giulia c’è, e noi dobbiamo sostenere i genitori che hanno perso un figlio.»

Dobbiamo imparare da Giulia, c’insegna che non è possibile vivere una vita veramente appassionata se non spendendola per Cristo.»

Posted in Santi dei giorni nostri | Contrassegnato da tag: , , , , , , , | Leave a Comment »

«Non so come lo rivedrò, se nell’età in cui ci ha lasciati o invecchiato. Speriamo di riconoscerci»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 30/05/2017

L’ex portiere e campione del mondo con l’Italia nel 1982, Giovanni Galli, ospite del programma ‘Beati Voi-Tutti santi’ su Tv2000, ricorda il figlio Niccolò morto nel 2001 in un incidente stradale e racconta di come la fede lo abbia aiutato ad affrontare la grave perdita.

 

«Dopo l’incidente di Niccolò due cose sono state fondamentali nella mia vita: il grande amore della mia famiglia e la fede.

Ho perso mio padre a 19 anni e non pensavo di dover portare i fiori al cimitero a mio figlio. Se non avessi avuto questa grande fede e la convinzione di ritrovare e rivedere un giorno mio figlio sarebbe stato difficile convivere con questo dolore.

Il dolore non passa mai, ci si può solo convivere.

Nella carriera da calciatore, la domenica mattina dovunque fossi a giocare andavo a messa, mi sentivo di doverci andare, era una chiamata più forte di me.

La fede è un qualcosa che ti senti dentro e andare a messa mi faceva sentire bene.

Con la mia famiglia non siamo stati mai superficiali. Abbiamo sempre dato valore alla vita, alle cose e alle persone ma dopo la scomparsa di Niccolò qualcosa in più c’è stata.

Davanti a mia moglie e alle mie figlie volevo essere la persona alla quale loro potessero aggrapparsi e cercavo di non farmi vedere piangere.

Mi è mancato poter piangere, lo facevo di nascosto sotto la doccia perché non volevo farlo davanti a loro. Ma è stato comunque un errore perché sia il dolore che la felicità devono essere condivise con tutti. A distanza di tempo mi sto portando dentro ancora tante ferite.

Niccolò era nato il 22 maggio 1983 quel giorno si festeggia Santa Rita. Quando è successo l’incidente ci siamo sentiti in dovere di andare a Cascia e portare una fotografia di Niccolò che abbiamo perso nel 2001 all’età di 17 anni. Con quella foto abbiamo restituito nostro figlio a Santa Rita. Lei ce lo aveva ‘dato’ il 22 maggio e noi glielo abbiamo riportato.

Dopo la scomparsa di Niccolò – ha concluso Giovanni Galli – il mio rapporto con Dio non è cambiato. Ogni sera prima di dormire faccio le mie preghiere e l’ultima immagine è quella di Niccolò. Non so come lo rivedrò se nell’età in cui ci ha lasciati o invecchiato. Speriamo di riconoscerci.»

Posted in Testimonianze | Contrassegnato da tag: , , , , , , , , | Leave a Comment »

“Sara mi cantava: nascerà, nascerà”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 04/02/2017

In un post di qualche anno fa raccontavo l’incredibile morte di Sara Mariucci, tre anni e mezzo, morta folgorata da una scossa elettrica in una giostra, il 5 Agosto 2006.

Nel video la mamma raccontava di come, il luogo dove ritrovasse la figlia, fosse solo la santa Messa, l’unico luogo di vera comunione con lei e con tutti gli abitanti del cielo.

La tragedia. Il 5 agosto 2006 in uno stabilimento balneare di Villapiana, in Calabria, la piccola moriva, folgorata da una scarica elettrica. La sera prima di salire in cielo Sara aveva raccontato alla madre Anna dell’esistenza di un’altra mamma ancora più buona, mamma Morena, e del desiderio di ricongiungersi con lei. Dopo la morte della bimba, la famiglia ha saputo che proprio il 5 agosto in Bolivia a Copacabana c’è un grande santuario dove si festeggia la Madonna Morena.

Nel ricordino della bimba c’è riportata la conversazione con la madre la sera del 4 agosto: “Quando ero piccola piccola, ero in posto lontano, lontano, meraviglioso, su una nuvoletta”.

mamma_morena_01Con chi eri?

“Con Mamma Morena”.

E chi è Mamma Morena?

“L’altra mia mamma”.

Ma com’è questa Mamma Morena?

“E’ buonissima”.

Più buona di Mamma Anna?

“Sì”.

Davvero, sei sicura?

“Sì”.

E di che colore ha i capelli? E gli occhi?

“Castani come i miei”.

Ma lasceresti mamma Anna per andare da Mamma Morena? Mi ha risposto:

“Sì”.

Da allora si sono ripetuti tanti fatti inspiegabili.

Dal cimitero di Gubbio per volonta’ del vescovo Ceccobelli la salma di Sara Mariucci, dal cimitero comunale è stata trasportata nella Chiesa di San Martino in Colle. Una folla incredibile, con gente proveniente da tutta Italia e anche dall’estero, visita questa tomba sotto il controllo di padre Francesco Ferrari, il parroco, incaricato anni fa dal vescovo di raccogliere tutte le testimonianze sui “fatti strani”, tra cui guarigioni miracolose, verificatisi dopo la morte della piccola Mariucci.

mamma_morena_02La cappella dedicata alla Madonna Morena, realizzata nella sacrestia, e dove l’artista eugubino Luca Grilli ha scolpito un bellissimo sarcofago di pietra dove riposerà Sara.

Infine l’ultimo fatto strano, che è stato rivelato da Palmiro, il nonno di Sara: “Qualche settimana dopo la morte di mia nipote, eravamo alla fine di agosto, mi sono accorto che nel mio uliveto era nato uno strano fiore di colore bianco. Di una specie rara, mai visto prima. L’ho fatto analizzare all’istituto di botanica dell’università di Perugia: è risultato che era uno stramonio, fiore originaro del Sudamerica, molto comune in Bolivia dove si venera la Madonna Morena, la mamma ritenuta più buona di tutte dalla nostra Sara. Da quel giorno ogni anno il fiore bianco di Sara ritorna puntuale a fiorire in agosto”.

Tanti sono i “fatti strani” accaduti, come quello di Luana Cavazza, la donna di Latina che sostiene di essere guarita di tumore dopo aver pregato sulla tomba della piccola Sara Mariucci nel cimitero di San Martino in Colle, ha portato la sua testimonianza a “La vita in diretta” su Rai Uno. Il “caso” relativo alla guarigione dal cancro al midollo spinale della casalinga di Latina che – come hanno scritto in maniera inequivocabile i medici dopo che la risonanza magnetica che ha dato risposta negativa – non trova una spiegazione scientifica.

I “fatti strani”, intanto, gli episodi inspiegabili, quelli che alcuni chiamano “miracoli” e che altri invece etichettano come “coincidenze”, continuano a riemergere, dopo essere stati coperti per anni da una cortina di silenzio e di riservatezza voluta dalla famiglia Mariucci proprio per non correre il rischio di spettacolarizzare quel dolore così atroce.

Ecco allora che padre Francesco venerdì mattina ha rivelato due fatti molto simili, accaduti uno a Gubbio e l’altro a Padova. Entrambi vedono protagoniste due mamme malate e in stato interessante. A una donna di Gubbio con una grave malattia ai reni e costretta ad assumere farmaci molto forti, era stato quasi ordinato di effettuare l’aborto terapeutico.

La donna però non ha voluto rinunciare alla sua maternità e si è opposta fino al momento in cui ha rivelato: “Nessun aborto, ho avvertito dietro di me la presenza della piccola Sara che cantava: nascerà, nascerà”. E così ha portato a termine la gravidanza dando alla luce una bellissima bambina, sana e piena di voglia di vivere.

Fatto analogo per una coppia padovana. In questo caso la mamma era afflitta da un tumore che la stava uccidendo. Per curarsi avrebbe dovuto sottoporsi a cure con tutta probabilità fatali per il bimbo che aveva in grembo, per cui i medici l’hanno esortata a praticare l’aborto. Ma anche a lei, in un momento di profondo dolore, è accaduto di avvertire una presenza strana e più tardi dirà: “Sara mi cantava: nascerà, nascerà”. E anche in questo caso la gravidanza è giunta al termine nel modo più bello.

(Fonte di gran parte del post: http://www.lalucedimaria.it/)

Posted in Fede e ragione, Maria, Pro-life, Spirito e cuore | Contrassegnato da tag: , , , , , , , , , , , , , , , , | 1 Comment »

“Sentii una voce interiore che pronunciava parole d’amore. Più che una voce era un soffio caldo, intensissimo.”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 13/06/2014

figliincielo01E’ un po’ lunghetta, ma vale la pena leggere questa bella e intensa intervista ad Andreana Bassanetti, psicologa e psicoterapeuta di Parma

Esiste una Associazione denominata “Figli in Cielo” (www.figlincielo.it), che offre un itinerario di fede e di speranza per aiutare a superare il dolore per la perdita prematura di un figlio e ritrovarlo in Cielo, cioè nel mistero di Dio.

L’Associazione che si pone come una “Scuola di fede e di preghiera” avvia le famiglie alla Lectio divina perché siano aiutate a far risuonare la Parola nella propria vita personale. A tutt’oggi è stata contattata da più di 10.000 famiglie ed è attiva in circa 100 diocesi in Italia, in Spagna, in diversi paesi dell’America Latina e Centrale, negli Stati Uniti, in Inghilterra ed in Nuova Zelanda.

A fondare ed animare l’Associazione è Andreana Bassanetti, psicologa e psicoterapeuta di Parma, che ha vissuto sulla propria pelle una tragedia lacerante di questo tipo: il suicidio della figlia ventenne, Camilla, travolta da una infelicità interiore che non poteva più sopportare.

figliincielo02Di fronte a questo dolore, Andreana dopo sei mesi in cui non riusciva ad alzarsi dal letto uscì ed incontrò una chiesa aperta, entrò con la sensazione che qualcuno l’aspettasse da tempo e da quel giorno, attratta da una forza sconosciuta, per otto mesi, ritornò a inginocchiarsi in quei banchi.

Leggendo i Salmi – ha raccontato a ZENIT la psicologa di Parma – “sentii una voce interiore che pronunciava parole d’amore. Più che una voce era un soffio caldo, intensissimo, come una melodia, un canto dalle parole sfumate, che mi permeava e mi riempiva e mi scioglieva interiormente: riuscivo a percepire confusamente solo la parola amore”.

Nel libro “Il bene più grande – storia di Camilla” (Edizioni Paoline, 169 pagine, 9,30 Euro), la Bassanetti racconta che “il tutto durò solo una decina di secondi, ma ebbe un effetto grandioso, miracoloso, mi liberò dal pesante macigno che mi paralizzava”.

Dio mi aveva dato un cuore nuovo. Mi accorsi che stavo piangendo: silenziosamente, calde lacrime mi rigavano il volto: come si può resistere ad un amore così grande?”, aggiunge. “Quella notte fu per me una notte davvero santa, miracolosa – scrive ancora – . Ritornai a casa trasformata con il cuore colmo di gratitudine, sigillando nel profondo le parole del Salmo 39: ‘Ecco io vengo o Dio a fare la tua volontà’”.

www.zenit.org ha incontrato la dottoressa Andreana Bassanetti al Convegno Ecclesiale di Verona, e le ha rivolto alcune domande.

figliincielo03Come si fa a superare un dolore tanto forte come la morte di una figlia?

Bassanetti: Quando muore un figlio per cause accidentali o naturali, per un genitore lo strazio è indescrivibile. E’ il dolore più grande che un essere umano possa provare. Un distacco così lacerante che non si rimargina più: l’esistenza di chi resta, se riuscirà a viverla, non sarà più la stessa, ma il Signore toglie soltanto per dare un dono più grande.

Dopo mesi in cui non riuscivo a sopportare il dolore e pensavo di morire anch’io, il Signore mi fece veramente visita e mi colmò di grazie, mi avvolse tra le sue braccia materne, mi consolò, medicò le mie ferite e soprattutto ammorbidì il mio cuore, indurito dal dolore. Presi coscienza di Lui, del suo Mistero, della sua Presenza, del suo Spirito che vivifica l’ anima, accende il cuore e apre la mente al cielo. E nella luce che tutta mi avvolgeva e mi faceva rinascere all’amore e alla speranza, ritrovai Camilla. La Chiesa divenne il luogo privilegiato dei nostri incontri, un momento sublime di attesa, di dialogo, di unione perché se il corpo avvicina, lo spirito va oltre, unisce, fonde, con-fonde.

Se oggi tento di ricostruire la mia storia personale, cercando di darle un ordine cronologico, non posso più cominciare dall’infanzia, ma a cinquant’anni circa, quando un avvenimento tremendo, drammatico, luttuoso, fallimentare, crocifiggente, la morte di mia figlia Camilla a soli ventun anni, mi ha fatto incontrare Dio. O meglio, la mia vita vera è iniziata quando Dio ha fatto irruzione nella mia vita. Sconvolgendo ogni cosa, ma senza sconvolgere, capovolgendo l’ordine ed il senso di prima, ma nel contempo restituendo a ogni avvenimento un senso primordiale che mi precede, mi anticipa e mi stupisce ogni volta. Un senso che supera di gran lunga, mi sovrasta e si sottrae ad ogni analisi psicologica o psicoanalitica. Un vero e proprio miracolo che ha dato un avvio vero e autentico alla mia esistenza.

Come si fa a ringraziare Dio di fronte a un evento così drammatico?

Bassanetti: Ci sono verità che il Signore ha nascosto nel segreto del nostro cuore, che richiedono tutto un lungo cammino al buio, esigono tutta la fatica di una ricerca, fino all’incontro con Lui. Per ritrovare i figli nella Vita vera, la Verità ci dice che la Via è una sola “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Lc 9,23).

Anziché ribellarsi e costringere il figlio a tornare indietro, a una dimensione, diciamo più terrena, è il genitore che deve andare avanti, nella sua libertà di scelta e di tempi, rinnegare se stesso. Rinnegare la maternità-paternità umana per elevarsi a una maternità paternità divina, nella nuova dimensione che lo stato spirituale del proprio figlio richiede.

figliincielo04E’ importante non aver paura del dolore, anche se acuto e apparentemente incontenibile nessuna notte è così lunga da non permettere un nuovo giorno. Anche se il percorso è lungo e faticoso, è bene non lasciarsi annientare dal dolore ma rispettare i propri stati d’animo assecondando le esigenze interiori che via via si manifestano, non bisogna sfruttare i tempi saltando tappe importanti che costituiscono un fondamento importante e costruttivo per sé e per l’intera famiglia.

Questa esperienza ha cambiato anche il suo modo di lavorare, vero?

Bassanetti: Certo. L’obiettivo non è soltanto il benessere, la salute di quel ragazzo o ragazza o adulto che sono pur sempre importantissimi. Insieme cerchiamo l’incontro con Dio, la salvezza personale, pur nella libertà delle scelte e nel rispetto dei linguaggi personali. L’esperienza dolorosa che ho vissuto con Camilla, perché nessun altro soffra le sue stesse pene, e questo lo offro per la sua intercessione, a favore di tutti i giovani in qualche modo bisognosi, e sono sicura che lei insieme con i ragazzi che sono in Cielo con lei, sta intercedendo per me.

Stefano_05In alcune parti dei suoi libri lei parla del dolore di Maria di fronte alla Passione e la morte di Gesù Crocifisso, perché?

Bassanetti: Credo che bisogna riflettere sul mistero di Maria, una madre che vede la passione, la morte e la Resurrezione di suo figlio. Bisogna sostare con Maria ai piedi della Croce e come lei senza timore penetrare il mistero della morte e alla luce di colui che l’ha vinta, sa trasfigurare ogni croce, nella sua Resurrezione.

Lei, la Madre dei dolori, che ben conosce il patire, che ben comprende ogni esistenza trafitta, lei per prima nella sua purezza e trasparenza, ha reso possibile a questo mistero di grazia di rivelarsi nella sua pienezza, nella sua più alta magnificenza. Lei per prima ha tenuto aperta la porta del suo cuore umano squarciato, perché la gioia divina scaturisse in tutto il suo splendore e l’opera di Dio si manifestasse in tutta la sua bellezza.

Per questo è testimone e modello umile e fedele di un mistero che va oltre ogni avversità e ogni tragedia umana, oltre ogni vita crocifissa. Secondo me, c’è in ogni cuore una preziosità che non va trascurata, né evitata, né banalizzata, né rimossa. E’ il cuore stesso di Maria, fonte zampillante di vita nuova, causa nostrae laetitiae, che dona a noi il suo bene più grande, il suo Gesù.

Lei sostiene anche che c’è un legame tra la famiglia, il dolore e l’Eucaristia. Ci spiega il nesso?

Bassanetti: Se la famiglia è una piccola chiesa domestica, come ha sottolineato Giovanni Paolo II, una famiglia colpita da un lutto tanto grande è un piccolo “tabernacolo vivente” che custodisce gelosamente l’Ostia santa e immacolata che si dona a noi. Il dono che si fa Eucaristia bene di grazia.

Ogni volta che un papà ed una mamma, una sorella o un fratello, un “povero più povero” cioè privato del suo bene più caro mi si accosta e mi apre il suo cuore trafitto, stanco di lacrime, mi prostro in silenziosa adorazione davanti all’Ostia che da quel tabernacolo si fa visibile. E ogni volta che qualcuno ravviva la mia ferita, si ravviva anche il miracolo della sua Presenza e la ricchezza che porta con sé.

(Fonte: www.zenit.org)

Posted in Spirito e cuore | Contrassegnato da tag: , , , , , , , , , , , | 2 Comments »

“Con loro ho fatto i primi passi verso la luce, ed intravedere qualche spiraglio di speranza”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 28/11/2013

Genitori01Navigando per internet alla ricerca di belle testimonianze di gente che ha incontrato Dio, mi sono imbattuto in questo sito, http://www.seminariodiferrara.com/genitorincammino/ il sito di un gruppo: “Genitori in Cammino” nato nel 1995 a Ferrara da genitori che, dopo la perdita prematura dei propri figli, hanno voluto intraprendere un cammino di fede, per cercare la serenità del cuore.

Qui http://www.seminariodiferrara.com/genitorincammino/testimonianze.htm le testimonianze belle, vere, toccanti di chi, in questo cammino ha imparato a ridare un senso alla propria vita devastata dal dolore più grande che si possa vivere, la perdita di un figlio.

Genitori02Tra le tante belle testimonianze che vi invito a leggere, vi riporto, a titolo di esempio, quella di Loretta

Sono, la mamma di Marcello.

Ho atteso anni prima che arrivasse questo desideratissimo figlio, poi finalmente è arrivato, ed è una creatura biondissima e bellissima, bambino adorato e felice, ma, purtroppo, solo prestato perché dopo diciotto meravigliosi anni il Signore ha deciso di riprenderselo.

Questo è successo l’8 settembre 1990 in un incidente stradale. Tutto il bello finisce, c’è solo buio, rabbia, dolore, disperazione.

Come si fa a vivere, non ci sono altri figli per cui valga la pena di fare qualcosa, non c’è più niente, non importa più niente.

Passano quattro anni di questa disperazione, sono anni terribili, instabili, devastanti, ho messo a durissima prova il matrimonio, la salute fisica e mentale.

Genitori03Un giorno arriva una lettera nella quale mi s’invita ad una Santa Messa a Ferrara, per ricordare tutti i ragazzi prematuramente deceduti. Vado accompagnata da il mio sacerdote don Alfredo Pizzi, (che mi è sempre stato vicino e che non ringrazierò mai abbastanza), ed in questa occasione, incredibilmente, inizia la mia rinascita.

Ho conosciuto genitori con i quali potevo condividere i miei pensieri, il mio stato d’animo, la grande fatica della quotidianità, la solitudine, le paure e, parlando ed ascoltando, ho iniziato a capire che solo così insieme si poteva sopportare questo dolore tanto profondo e imparare a convivere con una prova così grande.

Questo è stato l’incontro con i “Genitori in Cammino”. Con loro ho fatto i primi passi verso la luce, ed intravedere qualche spiraglio di speranza. Una delle cose più belle di quel periodo è stata la mia prima volta in Seminario, accolta da don Mario con la sua dolcezza, la sua grandissima umanità e la sua speciale sensibilità. Poi la prima Santa Messa in Seminario, una delle emozioni più grandi che non dimenticherò mai.

Genitori04Il Seminario è una seconda casa, è quel luogo dove ognuno di noi è libero di essere sé stesso, nessuno ti critica, nessuno ti giudica, nessuno si incuriosisce, ma scatta la molla della condivisione, dell’ascolto, della solidarietà, del conforto, della consolazione.

Ecco, la consolazione!

Alla prima Santa Messa in Seminario ho pianto tanto, ma sono state le lacrime più dolci e liberatorie della mia vita. Sono tornata a casa diversa

Dopo tanta solitudine, trovare persone dalle quali ti senti capita, questa consolazione mi è rimasta appiccicata come una seconda pelle, non mi ha più abbandonata, una sensazione sconosciuta ma meravigliosa.

Potersi appoggiare a qualcuno è stata un’illuminazione, non ero più una foglia al vento, ma sapevo esattamente dove andare, come andare e con chi andare.

È iniziato così il mio cammino di fede.

Ora so che il Signore, se io voglio, non mi abbandona mai, se io tendo la mano trovo la Sua che mi aiuta e mi sostiene.

Per tutto questo, e per tanto altro, ringrazio con tantissima gratitudine e riconoscenza don Mario, il gruppo “Genitori in Cammino” ed i seminaristi perché, ognuno per la loro parte, con la loro presenza costante e sicura sono state delle ancore di salvezza che mi hanno impedito di sprofondare in un qualcosa di non ritorno.

Roberto, mio marito, dopo l’incidente di Marcello si è buttato nel lavoro. Per qualche tempo ha seguito la squadra di calcio del nostro paese, una delle sue grandi passioni, un grande attaccamento durato trentadue anni, poi ha lasciato perché tutto questo non gli dava più niente, per cui è rimasto solo il lavoro, sempre il lavoro.

Genitori05Quando gli impegni glielo consentono partecipa alle diverse attività del gruppo “Genitori in Cammino” e quando non può le vive di riflesso, perché gli racconto tutto quello al quale partecipo.

È in “cammino” anche lui, con i suoi tempi, come credo sia giusto.

Ora, a distanza di quattordici anni e mezzo vissuti con tanta fatica, ma con tanto impegno e con tutto l’affetto che c’è fra noi, abbiamo trovato un certo equilibrio e stiamo imparando a convivere in questa situazione di assenza-presenza di Marcello, siamo fiduciosi, non disperati.

L’amore di Dio Padre, ci accompagni e ci protegga insieme ai nostri figli.

[Fonte: http://www.seminariodiferrara.com/genitorincammino/]

La Sede di “Genitori in Cammino” è presso il

SEMINARIO ARCIVESCOVILE DELL’ANNUNCIAZIONE

Via Giuseppe Fabbri N° 410

F E R R A R A

Come contattarli

Fax n° 0532/204883

Indirizzo e-mail: marche21@virgilio.it

Posted in Testimonianze | Contrassegnato da tag: , , , , , , , , , , | Leave a Comment »

Il luogo dove io ritrovo mia figlia è durante la Messa, là io sento veramente la comunione con lei e con tutti gli abitanti del cielo

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 30/09/2013

Sara Mariucci alla Vita in Diretta testimonia come la fede aiuti a vivere senza disperazione anche il dolore più grande, quello della perdita di una figlia, la piccola Sara, tre anni e mezzo, morta folgorata da una scossa elettrica in una giostra, il 5 Agosto 2006.

La piccola, il giorno prima, disse qualcosa di incredibile… Vi invito a guardare il video per capire questa bella storia di dolore, amore, e incredibile dialogo e collaborazione tra cielo e terra

Non eravamo persone particolarmente credenti... Sara sarà entrata in Chiesa si e no due o tre volte in vita sua…

Mio marito scopre su internet che la Madonna con il titolo di Mamma Morena viene venerata in Bolivia e la sua festa ufficiale è proprio il 5 Agosto, il giorno in cui Sara è nata in cielo.

In questa sofferenza non sono stata mai nel buio perché ho sentito subito che Sara non aveva smesso di esistere.

Non è soltanto un sentire, ma abbiamo un nome e una data che Sara ci ha detto… cose tangibili… Le “Dio-incidenze” sono state tante

Maria che si è presentata a Sara ci ha condotto comunque a Gesù… Il luogo dove io ritrovo mia figlia è durante la Messa, là io sento veramente la comunione con lei e con tutti gli abitanti del cielo, e questa è una grazia che il Signore mi ha fatto.

E in questa sofferenza, noi due, io e mio marito, non siamo disperati, siamo sofferenti, ripeto, ma non c’è disperazione. La disperazione c’è quando un qualcosa finisce, non c’è più, e invece non è così perché noi sappiamo che la vita di Sara continua, è una vita piena e lei lassù è una bambina che lavora… Io in questo mi sento veramente una mamma fortunata, nonostante la sofferenza.

Abbiamo altri quattro figli (…) qualcuno avrà potuto pensare che è una forma di compensazione, io in tre anni ho avuto tre figli, però non è così perché questi tre figli nati dopo sono veramente frutto di questa fede che abbiamo ricevuto.

Ovvero, se io non avessi avuto la fede che ho oggi non avrei mai pensato di mettere al mondo altri figli, anche perché, a cosa li consegno? Alla morte? Al niente? Io so che li consegno al Paradiso che aspetta comunque tutti noi. Io ho avuto la forza e il coraggio, la fede per metterne al mondo altri, accettando la sfida, perché è una sfida crescerli, anche il rischio di soffrire ancora.

La sofferenza va accettata ma non ci deve essere disperazione. Ci dev’essere sempre questa speranza che noi li ritroveremo, ci ritroveremo.

Posted in Attualità, Famiglia, Spirito e cuore, Testimonianze | Contrassegnato da tag: , , , , , , , , , , , | 3 Comments »