In questo periodo stiamo vivendo una rinnovata consapevolezza della necessità di curare di più l’ambiente in cui viviamo.
Stiamo attenti a non inquinare, ad acquistare in maniera consapevole, a far bene la differenziata e a smettere di usare la plastica. È giusto, doveroso direi, per fare la nostra parte e cercare di mantenere il pianeta più pulito e bello possibile.
Ma abbiamo la stessa attenzione per l’inquinamento acustico che ogni giorno intasa le nostre orecchie e per l’overdose di immagini che tengono il nostro sguardo perennemente rapito da uno schermo da cinque pollici?
Dobbiamo essere costantemente intrattenuti e distratti da qualcosa. Dalla tv perennemente accesa, da musica, radio, cuffie tre alle orecchie mentre magari controlliamo le notifiche di Whatsapp, Instagram, Facebook, Twitter, e gli status e… E se Dio parlasse nel silenzio?
Dio, che ci ha pensati per primo, che ci ha amati prima ancora di tesserci nel grembo di nostra madre, è l’unico che conosce la verità di noi stessi, e il senso vero della nostra vita. Ed è l’unico che possa comunicarcela nel silenzio della preghiera e della meditazione.
Le poche volte che sono riuscito a far tacere le distrazioni e a mettermi in silenzio alla presenza di Dio, ho sperimentato questa meravigliosa realtà.
Anche il profeta Elia fece questa esperienza.
“Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?».” (1 Re 19,11-13)
Pensate a quanto ci perdiamo per colpa di questi aggeggi che ci fanno vivere perennemente distratti, perennemente intrattenuti a fare aria fritta che percepiamo come urgente e improcrastinabile. Ma lo è davvero?
Chi sta dietro tutto ciò ha l’unico interesse di guadagnare con la pubblicità che ci arriva – mirata in base a come usiamo le app – e che non aspetta altro che un nostro click o uno sguardo distratto di due o tre secondi. Ma il danno vero è proprio quello di non permetterci di pensare e di curare quell’unica dimensione in cui possiamo davvero trovare noi stessi, il silenzio.
Dio sussurra in un mormorio di vento leggero. Dio ha oggi, per me, per te che leggi, un messaggio che può arrivare dritto al cuore, dare alla tua giornata quel senso che cerchiamo invano sui social.
Dio, oggi, può sussurrarci la verità su noi stessi e se ci mettiamo alla sua presenza in silenzio, vero silenzio, con cellulare e tv spenti, (si, proprio spenti) può vincere quell’angoscia che sembra non andarsene mai, quella solitudine che non sarà mai riempita da una storia di Instagram o da uno status di Whatsapp.
Oggi è il primo giorno dell’anno, molti di noi avranno fatto i soliti buoni propositi che verranno disattesi subito dopo l’Epifania. Se proprio dobbiamo farne uno, osiamo spegnere le moderne distrazioni di massa, osiamo prenderci dei minuti di silenzio (magari che ne so… nella trasgressiva location di una chiesa…) e chiediamo a Dio di rivelarci veramente chi siamo.
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