FERMENTI CATTOLICI VIVI

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Posts Tagged ‘migranti’

Tradizionalisti, progressisti, indifferenti o piccolo resto?

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 22/10/2019

San Luigi Maria Grignion de Montfort

Giacché post e commenti di “tradizionalisti” che accusano pubblicamente i cosiddetti “modernisti” (identificati anche con una parte della Chiesa) sono migliaia, spesso con toni sarcastici e avvelenati seppure talora condivisibili nei contenuti, si può a ben ragione dire che anche se fossimo in tempi decisivi, costoro non farebbero parte del «piccolo resto». Tantomeno chi si identifica in grossi movimenti politici.

Anche quelli che si riuniscono sotto l’etichetta di progressisti, che vorrebbero rompere ogni argine e buttare all’aria ogni tradizione in nome di una malcompresa libertà di spirito, sono troppi perché possano appartenere al «piccolo resto».

Gli indifferenti, sono ancor di più.

In generale, perciò, quando mi rendo conto che la mia opinione è troppo approvata, capisco che probabilmente in qualcosa ho torto.

D’altra parte quando Cristo era circondato da folle osannanti, si ritirava o talora le parole che pronunciava lo lasciavano infine con ben pochi “like”.

Il «piccolo resto» è come il sole: fa luce e dona la vita al mondo, mentre sulla terra gli uomini pensano ad altro.

(Post dell’amico Pierluigi Cordova, col suo permesso)

«Chi saranno questi servitori schiavi e figli di Maria? Saranno fuoco che brucia, ministri del Signore che porteranno ovunque il fuoco dell’amore divino. Saranno “come frecce in mano a un eroe”, frecce acute nelle mani della potente Maria per colpire i suoi nemici. Saranno figli di Levi, ben purificati dal fuoco di grandi tribolazioni e molto uniti a Dio, i quali porteranno l’oro dell’amore nel cuore, l’incenso della preghiera nello Spirito e la mirra della mortificazione nel corpo e saranno ovunque il buon odore di Gesù Cristo per i poveri e i piccoli, mentre risulteranno odore di morte per i grandi, i ricchi e gli orgogliosi del mondo.» (San Luigi maria Grignion de Montfort, Trattato sulla vera devozione a Maria, § 57)

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Col gommone in mare aperto, Gesù gli appare in sogno: “Ti proteggo io”. Alì si sveglia: i suoi piedi toccano terra

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 21/01/2017

ali_01Un sogno, un dialogo con Gesù durante la terribile traversata del Mar Egeo a bordo di un barcone fatiscente. È così che Alì Ehsani, profugo afgano originario di Kabul, ha scoperto la fede. Oggi vive a Roma, è un professionista del settore legale e si è battezzato, sacramento troppo rischioso per essere conferito nel suo Paese d’origine a maggioranza islamica sunnita.

La vicenda la racconta il settimanale Credere (agosto 2016) e prende forma in un Afganistan disastrato dalla guerra contro i talebani e i raid della Nato.

«Alì quando aveva otto anni, di ritorno da scuola aveva trovato un mucchio al posto della sua casa a Kabul. Era stato suo fratello Mohammed, di qualche anno più grande, a spiegargli che i loro genitori erano morti, e insieme, pochi giorni dopo, si erano messi in cammino verso una terra nella quale Alì avrebbe potuto studiare e Mohammed lavorare, sposarsi e avere dei figli».

IL DOLORE DEL FRATELLO

ali_02Quel sogno aveva provato a realizzarlo almeno il fratello, ma il suo sogno, si era infranto durante la traversata del Mediterraneo «quando aveva perso la vita in quelle stesse onde sul canotto che aveva comprato al centro commerciale per solcare le acque che separano la Turchia dalla Grecia».

IN BALIA DELLE ONDE

Ali stava per finire come suo fratello se non fosse stato per un serbatoio di plastica che galleggiava in mezzo al barcone fatiscente e prossimo ad affondare. La sua traversata del Mar Egeo notturna, verso l’isola di Lesbo è drammatica.

«Ha alle spalle la fatica di un viaggio lungo e doloroso: per anni ha camminato nel deserto e si è arrampicato sulle montagne, si è nascosto sui tetti dei furgoni e nei cassoni dei camion, è stato più volte derubato dai contrabbandieri, minacciato dai talebani, rinchiuso in un campo di prigionia nel quale ha assistito ad atroci torture. Dall’Afghanistan alla Turchia, passando per il Pakistan e l’Iran. E ora rischia di morire annegato pure lui».

Ti PROTEGGO IO”

In quel momento accade l’incredibile. Scrive Credere: «Mentre se la prende con Dio i suoi occhi si chiudono per la stanchezza. Sogna che Gesù lo abbraccia e apre sopra di lui un ombrello giallo: attorno, alcune persone tirano con gli archi delle frecce contro di loro, ma l’ombrello le respinge. Gesù ha il volto insanguinato e gli ripete: “Ti proteggo io”. Alì si sveglia: i suoi piedi toccano terra».

ali_03«Di ombrelli gialli e bianchi – prosegue il settimanale – Ali Ehsani ora ne vede spesso, in piazza San Pietro, sopra le teste dei sacerdoti che distribuiscono la Comunione. Dalla Grecia è riuscito ad arrivare a Roma, rimanendo aggrappato sotto a un camion e per ore».

LA NUOVA VITA DI ALÌ

Oggi Alì si definisce «proprio credente». Racconta: «Sono sopravvissuto agli anni di viaggio verso l’Italia grazie all’aiuto di tante persone», ricorda, «perché Dio ci ama nel momento e nel posto giusto».

Ha 26 anni, si è laureato in Giurisprudenza alla Sapienza e attualmente frequenta un master in Legislazione europea presso la stessa università, «per conoscere i miei diritti e difendere quelli degli altri».

FEDE “NASCOSTA”

La sua famiglia era cristiana in un Paese in cui non esistono chiese. Gliel’aveva spiegato suo padre, un giorno in cui Alì, incalzato dalla curiosità dei compagni di classe, gli aveva chiesto come mai lui non andasse mai in moschea. Una fede vissuta dai suoi genitori in modo del tutto riservato, «probabilmente perché temevano che, spiegandomi troppo, avrei raccontato tutto ai miei amici, mettendo così la nostra vita in serio pericolo. Forse», aggiunge pensieroso, «il mio destino era arrivare a Roma proprio per scoprire la fede in Gesù».

ali_04IL BATTESIMO AL LATERANO

Nel 2007, la notte di Pasqua, Ali è stato battezzato nella basilica di San Giovanni in Laterano. «In questa città», prosegue il giovane, «ho incontrato tante difficoltà, sopratutto ingiustizie da parte di persone che vogliono lucrare sulla povera gente. Ma nella preghiera ho trovato la forza per rialzarmi da ogni momento di sconforto, anche quando sembrava che tutti i miei sforzi non servissero a niente. Sono stato il primo della mia classe a laurearmi. Studiavo giorno e notte, mentre alla sera consegnavo pizze. Nei weekend facevo lo steward allo stadio e in estate il cameriere e il lavapiatti. Nessuno credeva che mi sarei laureato, ma il Signore è grande!».

La storia di Alì è raccontata nel libro “Stanotte guardiamo le stelle” (Feltrinelli editore).

(Fonte: http://www.adoramuste.net/)

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In Uganda… 1.100 bambini riportati a casa, grazie ai missionari

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 18/10/2014

Visitando coloro che vivono nei bassifondi della storia, dimenticati da tutto e da tutti, un video ci racconta “Periferie cuore della missione”.

VI PREGO DI GUARDARLO FINO IN FONDO!

(In particolare ai minuti 6.00 e 19.10)

“Se troviamo qualcosa possiamo comprare da mangiare (…) Ogni giorno dormiamo qui in 35 adulti, ognuno coi propri bambini. Io dormo fuori, dormo qui intorno”

“Siamo andati a chiedere l’elemosina, ma la polizia ci ha fermati, ha portato via il mio bambino e mi ha riportato qui con un camion; sono tornata indietro a cercare mio figlio ma non sono riuscita a trovarlo, poi alla fine sono dovuta tornare a casa, eravamo disperati, pensavamo anche che Adomè potesse essere morto”

I missionari glielo hanno riportato!!! (Clicca sul minuto 6.00 per vedere la gioia della mamma che riabbraccia il figlio rapito)

Come lui, 1.100 bambini riportati a casa…

Il mondo missionario non sta alla finestra a guardare il PIL che cresce a dismisura, insieme al numero dei poveri tra i più poveri…

In Uganda, i missionari costruiscono ponti tra la polizia e il popolo, questo è uno dei miracoli più grandi.

Vi suggerisco uno sguardo particolare al minuto 19.10 per capire da dove vengono gli immigrati che cercano rifugio nel nostro paese…

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