FERMENTI CATTOLICI VIVI

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Posts Tagged ‘miracolo eucaristico’

Un Cuore che pulsa

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 22/06/2019

Una storia incredibile (su cui si attende il giudizio definitivo della Chiesa) che mi ricorda che in ogni chiesa abbiamo un Cuore speciale, un Cuore con la c maiuscola, che pulsa… per noi.

8 dicembre 1991, un sacerdote stava celebrando la Messa al santuario di Betania a Cúa, in Venezuela. Dopo la consacrazione, ha notato che l’Ostia iniziava a sanguinare da un lato. Il presbitero l’ha subito messa da parte e l’ha studiata per verificare se si trattava di un miracolo.

Secondo Eucharistic Miracles of the World, il vescovo locale ha avviato un’indagine per accertarsi che il fatto non avesse una spiegazione naturale.

Durante la Messa, molti pellegrini hanno subito verificato che il sacerdote non aveva ferite da cui potesse sgorgare il sangue presente sull’Ostia. Dalle analisi è poi risultato che il sangue del sacerdote non si accordava con quello della Particola.

L’Ostia del miracolo è stata sottoposta a studi speciali, richiesti dall’allora vescovo di Los Teques, Sua Eccellenza reverendissima Pio Bello Ricardo, e i risultati hanno confermato che il sangue era umano di gruppo AB positivo, concordando con quello trovato sulla Sindone di Torino e nell’Ostia del miracolo eucaristico di Lanciano, avvenuto in Italia nel 750 e analizzato da 500 commissioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

L’Ostia è stata poi custodita in un convento a Los Teques e lasciata esposta perché migliaia di pellegrini potessero vederla ogni anno. Un pellegrino del New Jersey (Stati Uniti) di nome Daniel Sanford è giunto al convento nel 1998. Ecco la sua testimonianza:

Dopo la fine della celebrazione, [il sacerdote] ha aperto la porta del Tabernacolo che conteneva l’Ostia del Miracolo. Con grande stupore ho visto che l’Ostia ardeva, e c’era un Cuore Pulsante che sanguinava al centro di essa. L’ho visto per circa 30 secondi, poi l’Ostia è tornata normale. Sono riuscito a filmare parte di questo miracolo con la mia videocamera.

Il video è stato inviato al vescovo locale, che ne ha incoraggiato la diffusione per promuovere la fiducia nella Presenza Reale di Gesù nell’Eucaristia.

L’Ostia miracolosa si può vedere ancora oggi nel convento di Los Teques, e il sangue su di essa è fresco, come quando si è verificato il miracolo per la prima volta.

(Fonte: https://it.aleteia.org/)

 

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Il cuore di Dio

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 19/01/2019

Un noto cardiologo, Franco Serafini, ha esaminato il tessuto umano in cui si è mutata l’ostia consacrata in vari miracoli eucaristici in giro per il mondo. Tessuto miocardico, ossia cuore, gruppo AB, e altre caratteristiche identiche a distanza di secoli e migliaia di chilometri che ha riportato in un libro scientificamente rigoroso uscito di recente.

Ma voglio soffermarmi su un particolare tra quelli ritrovati in tutti i miracoli: quel cuore soffriva della sindrome tako-tsubo chiamata anche cardiomiopatia da stress, oppure nota come sindrome del cuore infranto, che si manifesta con sintomi che possono simulare una sindrome coronarica acuta.

Il cuore di Dio, un umanissimo cuore spezzato, nell’ostia spezzata.

La divinità non in un cuore infrangibile, ma nella più umana fragilità. Gesù però non spreca il dolore: ecco tutto, e vale anche per tutti noi.

(Dall’account Facebook dell’amico Pierluigi Cordova.)

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«Gesù è terremotato come tutti però è rimasto intatto, è un segno di speranza per noi»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 23/02/2018

Ad Arquata del Tronto, colpita pesantemente dal sisma del 2016, a distanza di più di un anno e mezzo, all’interno di una chiesa crollata, nel tabernacolo, sono state ritrovate incorrotte le ostie consacrate. Il tabernacolo è stato portato, ora, nella cattedrale di Ascoli Piceno.

Il Vescovo Mons. Giovanni D’Ercole: “Gesù è terremotato come tutti però è rimasto intatto, è un segno di speranza per noi”.

Con la stessa saggia ma accogliente prudenza del Vescovo, impariamo ad accogliere – senza miracolismi ma con cuore aperto – i segni che ci vengono dal Cielo per aumentare la nostra fede.

«Il tabernacolo apparteneva alla chiesa parrocchiale di Arquata del Tronto, distrutta dal terremoto. Quando si scavò tra le macerie, la piccola opera d’arte fu spostata in un magazzino, insieme ad altri reperti. Nei giorni scorsi è stata restituita alla diocesi. Poi, la scoperta.

Come riporta Avvenire, all’interno c’era la pisside, riversa ma non aperta. Dentro, quaranta ostie perfettamente intatte, sia nel colore che nella forma e nell’odore. Nessun batterio o muffa, come capita a tutte le ostie dopo qualche settimana. E invece quelle, ad un anno e mezzo di distanza, sembravano fatte il giorno prima. Ora le ostie tolte dalle macerie sono state portate nella Cattedrale di Ascoli.» (https://www.interris.it/)

Don Angelo Ciancotti, parroco della Cattedrale di Ascoli:

«Questo ritrovamento è una grande gioia e un messaggio per tutta la comunità. Per me è un miracolo, ma è ovvio che chi non ha fede non può credere a nulla. Ma non potrà mai dire che ci sono state manomissioni. Il Signore ha fatto tutto da sé.»

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Il sangue di Cristo non smette di manifestarsi

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 10/05/2016

Miracolo_Legnica_01

Dopo rigorose analisi e l’approvazione della Santa Sede, il vescovo di Legnica ha ordinato che la particola insanguinata nel 2013 venga esposta all’adorazione dei fedeli

(da Zenit.org, 20.04.16)

Ogni Celebrazione eucaristica trasuda d’amore di Dio. In certi casi, questo amore si colora d’un rigagnolo rosso che stilla dall’ostia bianca. Non si tratta di eventi confinati alle sole epoche antiche, segnate da un’ingenuità propensa a costruire prodigi.

Ancora oggi, malgrado o forse proprio perché uno scetticismo razionalista sembra aver contagiato anche ambienti cattolici, si continuano a compiere i miracoli eucaristici. Il sangue di Cristo non smette di manifestarsi.

Ultima testimonianza in tal senso giunge dalla Polonia. Durante la Messa di Natale 2013 un’ostia è caduta a terra in una chiesa della diocesi di Legnica, nella Bassa Slesia, e perciò è stata riposta in un recipiente d’acqua. Tinta dopo un po’ da un alone rosso, ha suscitato lo stupore dei celebranti e dei fedeli presenti.

Miracolo_Legnica_02L’evento è stato sottoposto immediatamente al vescovo emerito di Legnica, mons. Stefan Cichy, il quale ha istituito una commissione per studiare il fenomeno. Nel febbraio 2014 un frammento dell’ostia è stato prelevato e posto in un corporale. La commissione ha chiesto l’estrazione di alcuni campioni per poterli analizzare in modo rigoroso e approfondito.

Le analisi sono state effettuate presso il Dipartimento di Medicina Legale di Breslavia e presso un analogo Dipartimento della Pomeranian Medical University di Stettino. Quest’ultimo, al termine delle analisi, ha diramato un comunicato in cui si annuncia che “nell’immagine istopatologica si è scoperto che i frammenti di tessuto contengono parti frammentate di muscolo striato trasversale”. E ciò “assomiglia molto al muscolo cardiaco”. I test hanno inoltre determinato che il tessuto ha “origine umana” e assume “alterazioni che appaiono di frequente durante un’agonia”.

La questione è stata dunque presentata in Vaticano, alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Mons. Zbigniew Kiernikowskiego, vescovo di Legnica, ha annunciato domenica scorsa nel corso della Messa che, seguendo le indicazioni della Santa Sede, ha ordinato al vicario parrocchiale Andrzej Ziombro “di preparare un luogo adeguato per l’esposizione della reliquia, di modo che i fedeli possano esprimere la propria adorazione in maniera appropriata”.

Miracolo_Legnica_03Il vescovo di Legnica ha infatti spiegato ai fedeli che l’evento “ha le caratteristiche di un miracolo eucaristico”. Egli ha inoltre reso pubblica la sua speranza che “questo servirà ad approfondire il culto dell’Eucaristia e avrà un forte impatto sulla vita delle persone di fronte all’ostia”.

È l’ultimo fenomeno di questo tipo in ordine di tempo. Sempre in Polonia, recentemente, si è compiuto un fatto simile in una chiesa del piccolo centro rurale di Sokolka, nella zona orientale del Paese, quasi al confine con la Bielorussia. Era l’ottobre 2008, quando un’ostia precedentemente caduta a terra, è stato ritrovata con dei coaguli rossi nella cassaforte dove vengono riposti i calici. La commissione incaricata ha rilevato che si tratta di tessuto miocardico.

Un elenco di miracoli eucaristici avvenuti nel corso della storia, corredato da dettagliate schede, si trova nel sito della Mostra internazionale ideata e realizzata dal Servo di Dio Carlo Acutis. Di seguito il link:

http://www.miracolieucaristici.org/

(Fonte: Zenit.org, 20.04.16)

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Miracoli eucaristici a Buenos Aires

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 09/11/2013

I fatti cominciano nel 1992, lo stesso mese ed anno in cui Papa Francesco viene nominato vescovo ausiliario di Buenos Aires.

Miracolo_Eucaristico_01

Padre Alejandro Pezet nella sua parrocchia

Gli eventi accadono nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria, nel centro della capitale Argentina: il venerdì 1° Maggio, due pezzi di ostia vengono trovati sul corporale del tabernacolo e, su indicazione del parroco, padre Alejandro Pezet, messi in un recipiente d’acqua posto poi nel tabernacolo, così come richiede la prassi in questi casi.

Nonostante il passare dei giorni, le particole non si sciolgono e venerdì 8 maggio i due frammenti assumono un colore rosso sangue. Domenica 10 Maggio, durante la Messa serale vengono notate delle gocce di sangue anche sulla patena, il piattino su cui si pone l’ostia.

Il sangue viene fatto analizzare da un medico locale e da alcuni ematologi e si rileva che si tratta di sangue umano.

Dopo questi segni, si arriva al 15 agosto 1996, durante la Messa della festa dell’Assunzione di Maria, finita la distribuzione della Comunione, una donna si avvicina a padre Pezet dicendogli di aver trovato un’ostia sul retro della chiesa. Il sacerdote si reca sul posto e vede un’ostia profanata; non potendo consumarla, la ripone in un calice con un po’ d’acqua e la mette nel tabernacolo.

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Padre Alejandro con l’allora Mons. Bergoglio

Il 26 agosto, all’apertura del tabernacolo, nota che la particola, anziché dissolversi, si è trasfornata in un frammento di carne sanguinolenta.

Della metamorfosi della particola viene informato direttamente l’arcivescovo Quarracino e il vescovo ausiliare Bergoglio, futuro pontefice. Quest’ultimo chiede di far fotografare da un professionista l’accaduto e di inviare tutta la documentazione raccolta a Roma.

Dopo alcuni anni, vedendo che non c’è traccia di decomposizione, monsignor Bergoglio, divenuto arcivescovo di Buenos Aires, autorizza analisi approfondite: un campione di tessuto viene inviato a un laboratorio di Buenos Aires, dove si scopre che i globuli rossi e bianchi del sangue sono di un cuore umano.

Il laboratorio riferisce anche che il campione di tessuto ha le caratteristiche di un uomo ancora vivo, con le cellule del cuore pulsanti. E’ utile sottolineare che l’origine dei campioni è sempre stata mantenuta segreta per non inquinare i risultati.

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Miracolo eucaristico di Buenos Aires

Nel 1999 viene chiesto al dottor Ricardo Gomez Castañón, noto neuropsicofisiologo boliviano, di condurre alcuni test supplementari su entrambi i “casi”, quello del 1992 e quello del 1996. Il 6 ottobre 1999, alla presenza dei rappresentanti del vescovo, il dottor Castañón preleva un campione di sangue sul frammento inviandolo, come racconta lui stesso, al laboratorio di genetica “Forence Analitycal” di San Francisco.

Il 28 Gennaio 2000 è reso pubblico che sul materiale inviato è stato trovato DNA umano, confermando dunque le indagini precedenti: si tratta di sangue umano con codice genetico umano.

I campioni vengono inviati anche al professor John Walker, dell’università di Sydney in Australia, il quale rileva a sua volta che si tratta di cellule muscolari e globuli bianchi del sangue, tutti intatti. La ricerca dimostra che questi tessuti sono infiammati, quindi la persona a cui appartengono ha subìto un trauma.

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Miracolo eucaristico di Buenos Aires

Per approfondire la questione, i campioni vengono inviati al noto cardiologo e medico legale dottor Frederic Zugibe (uno dei più eminenti esperti forensi degli Stati Uniti) della Columbia University di New York.

La sua relazione è datata 26 marzo 2005 e si legge: “Il materiale analizzato è un frammento del muscolo cardiaco tratto dalla parete del ventricolo sinistro in prossimità delle valvole. Questo muscolo è responsabile della contrazione del cuore.

Va ricordato che il ventricolo sinistro pompa sangue a tutte le parti del corpo. Il muscolo cardiaco in esame è in una condizione infiammatoria e contiene un gran numero di globuli bianchi.

Ciò indica che il cuore era vivo al momento del prelievo dal momento che i globuli bianchi, al di fuori di un organismo vivente, muoiono. Per di più, questi globuli bianchi sono penetrati nel tessuto, ciò indica che il cuore aveva subìto un grave stress, come se il proprietario fosse stato picchiato duramente sul petto”.

Testimoni di queste analisi sono due australiani, il giornalista Mike Willesee e l’avvocato Ron Tesoriero, i quali, successivamente, spiegano al cardiologo che il campione da lui analizzato è stato prelevato nel 1996.

Quando Zugibe viene a sapere dai due che quel materiale era stato inoltre tenuto per un mese in acqua e per tre anni in acqua distillata, resta esterrefatto.

Il dottor Zugibe conclude, ovviamente, che la scienza non può affatto spiegare un simile fenomeno, ma la sorpresa è ancora maggiore quando scopre, dal dottor Castañón, che quel frammento di cuore umano “vivente” era in origine un’ostia, ossia un pezzo di pane consacrato.

CONFRONTO CON IL MIRACOLO DI LANCIANO

Miracolo_Eucaristico_05_LANCIANO

Miracolo eucaristico di Lanciano

Dopo questi fatti, il dottor Castañón dispone che il referto di laboratorio risultante dagli esami del campione dell’ostia di Buenos Aires, venga messo a confronto con gli esami del miracolo di Lanciano, ancora una volta senza rivelare l’origine del campione esaminato.

Gli esperti che eseguono questo confronto concludono che i due referti riguardano ambedue campioni provenienti dalla stessa persona. Segnalano anche che i due campioni rivelano sangue di tipo AB, lo stesso riscontrato sulla Sindone e sul sudario di Oviedo. Questo sangue rispetta le caratteristiche di un uomo nato e vissuto in Medio Oriente.

(Fonte: dal messalino quotidiano di Novembre delle edizioni Shalom)

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