Giorgio Ponte, professore di religione, cattolico, omosessuale, racconta con coraggio e onestà il suo rapporto con Dio e con la Chiesa
La verità è che io posso dire che proprio perché ho questo peso, questa fragilità, posso dire che veramente non esistono vite sfortunate, non c’è un’umanità che non sia chiamata a vita piena nella Chiesa, senza che ci si costruisca una Chiesa a propria misura.
Credere nello sguardo di Dio su di sé, noi siamo molto di più dei nostri errori, se mettiamo la nostra fragilità in mano a Lui, Lui ne può fare meraviglie.
…tante persone si sentono colpite ma non capiscono che non c’è nessun giudizio…
Quando il Papa ha detto – Chi sono io per giudicare un omosessuale – non si è fermato lì, ha detto un omosessuale che sta cercando Dio.
Sono stato sempre accolto nella Chiesa ma in verità. Quello che ho sperimentato io è bello ma so che sono stato fortunato.