FERMENTI CATTOLICI VIVI

"Andate controcorrente. Di quanti messaggi, soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici!" Benedetto XVI

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Posts Tagged ‘Pace’

Messaggio della Regina della Pace del 25 Marzo 2023

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 28/03/2023

«Cari figli! Questo tempo sia per voi il tempo della preghiera.»

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Messaggio della Regina della Pace del 25 febbraio 2023

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 28/02/2023

«Cari figli!

Convertitevi e vestitevi di vesti penitenziali e di profonda preghiera personale e nell’umiltà chiedete la pace all’Altissimo.

In questo tempo di grazia Satana vuole sedurvi e voi, figlioli, guardate mio Figlio e seguiteLo verso il Calvario, nella rinuncia e nel digiuno.

Sono con voi perché l’Altissimo mi ha permesso di amarvi e di guidarvi verso la gioia del cuore, nella fede che cresce in tutti coloro che amano Dio sopra ogni cosa.

Grazie per aver risposto alla mia chiamata.»

(Fonte: The Medjugorje Web https://medjugorje.org)

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Messaggio della Regina della Pace del 25 Gennaio 2023

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 25/01/2023

«Cari figli!

Pregate con me per la pace perché satana vuole la guerra e l’odio nei cuori e nelle nazioni.

Perciò pregate e, nelle vostre giornate, fate sacrifici con il digiuno e la penitenza perché Dio vi doni la pace.

Il futuro è al bivio perché l’uomo moderno non vuole Dio.

Perciò l’umanità va verso la perdizione.

Voi, figlioli, siete la mia speranza.

Pregate con me affinché si realizzi ciò che ho iniziato a Fatima e qui.

Pregate e testimoniate la pace intorno a voi e siate uomini di pace.

Grazie per aver risposto alla mia chiamata.»

(Fonte: The Medjugorje Web https://medjugorje.org)

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Messaggio della Regina della Pace del 25 Marzo 2022

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 25/03/2022

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Messaggio della Regina della Pace del 25 marzo 2021

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 25/03/2021

«Cari figli!

Anche oggi sono con voi per dirvi: figlioli, chi prega non ha paura del futuro e non perde la speranza.

Voi siete stati scelti per portare la gioia e la pace, perché siete miei.

Io sono venuta qui con il nome: Regina della Pace perché il diavolo vuole l’inquietudine e la guerra, vuole riempire il vostro cuore di paura per il futuro e il futuro è di Dio.

Perciò siate umili, pregate ed abbandonate tutto nelle mani dell’Altissimo che vi ha creati.

Grazie per aver risposto alla mia chiamata.»

(Fonte: he Medjugorje Web http://medjugorje.org)

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“Martedì, tutti uniti in preghiera: ognuno si prenda un tempo, quello che può, per pregare per la pace”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 20/09/2016

Il Papa all’Angelus del 18 settembre, ci ha chiesto di vivere l’astuzia cristiana: si tratta di “allontanarsi dallo spirito e dai valori del mondo, che tanto piacciono al demonio, per vivere secondo il Vangelo”

Poi ha parlato dell’insegnamento di Gesù che ci esorta a fare una scelta chiara tra Lui e lo spirito del mondo, tra la logica della corruzione, della sopraffazione e dell’avidità e quella della rettitudine, della mitezza e della condivisione.

Alla fine ha fatto un INVITO ESPRESSO:

“Martedì prossimo mi recherò ad Assisi per l’incontro di preghiera per la pace, a trent’anni da quello storico convocato da san Giovanni Paolo II.

Invito le parrocchie, le associazioni ecclesiali e i singoli fedeli di tutto il mondo a vivere quel giorno come una Giornata di preghiera per la pace.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di pace in questa guerra che è dappertutto nel mondo.

Preghiamo per la pace!

Sull’esempio di san Francesco, uomo di fraternità e di mitezza, siamo tutti chiamati ad offrire al mondo una forte testimonianza del nostro comune impegno per la pace e la riconciliazione tra i popoli.

Così martedì, tutti uniti in preghiera: ognuno si prenda un tempo, quello che può, per pregare per la pace. Tutto il mondo unito.”

RISPONDIAMO AL SUO INVITO?

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“Oso dire che forse ci sono tanti o più martiri adesso che nei primi tempi” (Papa Francesco)

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 11/08/2014

Papa Francesco 01

«Oso dire che forse ci sono tanti o più martiri adesso che nei primi tempi, perché a questa società mondana, a questa società un po’ tranquilla, che non vuole i problemi, dicono la verità, annunziano Gesù Cristo: ma c’è la pena di morte o il carcere per avere il Vangelo a casa, per insegnare il Catechismo, oggi, in alcune parti!

Mi diceva un cattolico di questi Paesi che loro non possono pregare insieme. È vietato! Soltanto si può pregare soli e nascosti.

Ma loro vogliono celebrare l’Eucaristia e come fanno? Fanno una festa di compleanno, fanno finta di celebrare il compleanno e lì fanno l’Eucaristia, prima della festa.

preghieraperlapace01E quando vedono che arrivano i poliziotti, subito nascondono tutto e continuano con la festa. Poi, quando se ne vanno, finiscono l’Eucaristia. Così devono fare, perché è vietato pregare insieme. Oggi.».

Lo dice Papa Francesco all’omelia della Messa quotidiana di Santa Marta dello scorso 4 Aprile.

A poco più di tre mesi dalle sue parole, sebbene giornali e telegiornali non diano loro il giusto risalto, arrivano comunque notizie di genocidi e intere popolazioni cristiane cacciate, trucidate, smembrate, sepolte vive, bambini decapitati. Il limite dell’orrore, giorno dopo giorno si spinge più in là, spostando l’asticella oltre il limite dell’umanamente sopportabile. Queste notizie arrivano, grazie a social network soprattutto, e fanno male al cuore.

Come ignorarle?

La Conferenza Episcopale Italiana, consapevole che Dio può fare più dell’uomo, ha indetto una giornata di preghiera, il prossimo 15 agosto, per i cristiani perseguitati, in concomitanza col viaggio del Santo Padre in Corea del Sud.

ACCOGLIAMO L’INVITO?

preghieraperlapace02“Si fermi il massacro in Iraq! (…) Non si fa la guerra in nome di Dio!” dice accorato il Pontefice alla Comunità internazionale.

Ma a noi…

“Chiedo a tutti gli uomini di buona volontà di unirsi alle mie preghiere per i cristiani iracheni e per tutte le comunità perseguitate” (Tweet dell’8 agosto)

“Le persone private della casa in Iraq dipendono da noi. Invito tutti a pregare e, quanti possono, ad offrire un aiuto concreto” (Tweet del 10 agosto)

“Una appello a tutte le famiglie: al momento della preghiera, ricordatevi di quanti sono costretti ad abbandonare le loro case in Iraq” (Tweet del 10 agosto)

ACCOGLIAMO L’INVITO?

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Kapolavori a Karakosh

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 18/06/2014

papa_francesco_angelus--400x300Il Papa all’Angelus di domenica 15 Giugno ha invitato tutti a pregare per l’Irak con parole semplici quanto toccanti:

“Cari fratelli e sorelle, sto seguendo con viva preoccupazione gli avvenimenti di questi ultimi giorni in Iraq. Invito tutti voi ad unirvi alla mia preghiera per la cara nazione irachena, soprattutto per le vittime e per chi soffre maggiormente le conseguenze dell’accrescersi della violenza, in particolare per le molte persone, tra cui tanti cristiani, che hanno dovuto lasciare la propria casa. Auspico per tutta la popolazione la sicurezza e la pace ed un futuro di riconciliazione e di giustizia dove tutti gli iracheni, qualunque sia la loro appartenenza religiosa, possano costruire insieme la loro patria, facendone un modello di convivenza. Preghiamo la Madonna, tutti insieme per il popolo iracheno.

Ave Maria, piena di Grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta tra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi, peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.

A te che leggi, adesso, chiedo di unirti alla mia preghiera con un’Ave Maria, un Padre Nostro, se non sei Cattolico, con la preghiera che ti viene dal cuore, ma ti chiedo di farlo ora, per la nazione irachena e per tutte le terre devastate dalla guerra.

Se sei di Roma, o se passi per la Capitale, ti segnalo Kapolavori a Karakosh una bella mostra al Centro Culturale JPII, vicolo del Grottino, 3B (Roma Centro Storico) dal 17 al 20 giugno 2014.

Mostra la vita difficile e pericolosa dei nostri fratelli cristiani in Irak che rischiano la vita per una Messa e che vivono con un fervore e un coraggio che può venire solo dalla grazia di Dio accolta da cuori generosi.

Mostra una comunità di vecchi, giovani e bambini, che hanno perso i propri cari sotto le bombe dei terroristi, senza aver perso la fede e la capacità di perdonare.

Ecco un breve video di presentazione che vale la pena vedere. Accogliamo l’accorata richiesta del Vescovo di Karakosh che confida nelle preghiere di noi cristiani d’Occidente.

Vivere la vita ogni giorno tenendo fra le mani la croce con lo sguardo fisso alla risurrezione. Questo dicono al mondo i cristiani dell’Iraq, minoranza fra fazioni in lotta.

In primo piano ci stanno le croci o le macerie della guerra, ma sullo sfondo si delinea la vita che rinasce dal desiderio profondo di pace e collaborazione fra popoli, culture e religioni diverse.

Questo è il messaggio che i cristiani di Karakosh, dal quartiere ghetto di Shikak, comunicano a tutti gli uomini e donne di buona volontà, perché non lasciandosi vivere ma prendendo nelle mani la propria vita, si decidano di farne “un autentico e personale capolavoro”. (Fonte di quanto riportato nel video e nel riquadro dopo il video: http://www.oltreilnaso.it/mostraIRAQ.php)

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“Ho sentito una cascata dalla testa fino ai piedi…” – Cristian Filice, guarito dalla SLA dopo un pellegrinaggio a Medjugorje, racconta la sua storia in una video intervista

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 15/10/2013

Ricordate la notizia che da qualche giorno si sta spargendo per il web, dell’uomo di Cosenza malato di SLA che, tornato da Medjugorje ha cominciato a migliorare sensibilmente e progressivamente? Ne abbiamo parlato che qua nel blog.

E’ disponibile ora una sua toccante intervista che vi propongo di seguito. Che Dio sia lodato per le meraviglie che compie per intercessione della Regina della Pace.

Volevamo andare come famiglia, sereni, senza aspettarci nulla da questo viaggio. Era nell’anno della fede (…) la malattia ci ha fatto avvicinare ancora di più alla fede, ci ha fatto capire che la vita è un dono, la vita è bella.

Sentire la presenza di Dio vicino a me ci ha dato la forza di andare avanti e lottare.

Vicka si è avvicinata, ha fatto l’imposizione delle mani, mi ha abbracciato. Le dissi – sono malato di SLA e sono felice – e le chiesi una preghiera per mia moglie e per mia figlia.

Ho sentito una cascata dalla testa fino ai piedi…

Non abbiamo fatto nemmeno una foto perché eravamo presi dalla giornata, dalla spiritualità…

Ho letto il messaggio… come un’anteprima di quello che doveva succedere… Terminava dicendo che la vita è un dono, cosa che ho sempre vissuto durante la malattia.

Stare là, adorare il Santissimo, ero preso dalle mie preghiere, pregavo per un altro ragazzo… non chiedevo per me, però là ho avuto questa chiamata di salire sul monte, come dove e con chi dovevo salire sul monte. Nel frattempo che sentivo tutta questa descrizione che avevo durante l’adorazione, sapevo che potevo andare sul monte.

Ho detto a Francesca – Domani andiamo sul monte – Ha detto – Sei malato di testa… Mi toccava le gambe, le gambe congelate… E’ stata una notte bella e non ho attaccato il respiratore… Aspettavo l’alba, il mio nuovo giorno che coincideva col MIO nuovo giorno.

Arriviamo a Giovedì mattina… Siamo arrivati con la carrozzina ai piedi del monte… Mi sono alzato… Abbiamo iniziato questa salita… Non ho mai dubitato… Sentivo le mani tranquille, belle, gonfie, avevo solo dei problemi a livello respiratorio, ogni tanto ci fermavamo e mi riposavo un po’. Gli altri non capivano nulla di quello che ci stava accadendo.

Siamo arrivati in cima. Anche in quel momento dicevo alla Madonnina – Madonnina mia, ancora sei in tempo, io non mi arrabbio…

Vicka ci ha invitato a stare tranquilli… Non vi preoccupate…

Abbiamo fatto esami diagnostici da cui si vede il danno neurologico e mi hanno detto che si vedeva un notevole miglioramento che in una patologia neurovegetativa come la SLA non avvengono. I medici non avevano una giustificazione su quanto accaduto. Mi hanno chiesto se mi ero sottoposto a qualche tipo di sperimentazione come le staminali… Prendevo solo farmaci palliativi.

Continuerò a fare quello che ho fatto fino adesso, lottare con più forza di prima per i diritti dei malati… Affianco porterò avanti il discorso della fede perché nonostante una malattia così invalidante come la SLA, avendo vicino la presenza di Dio – io ti parlo della mia esperienza – siamo riusciti sempre con più forza e fede…

[Fonte: Un raggio di luce – http://www.tenonline.it]

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“Curo gratis i denti a Gesù”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 21/09/2013

I palestinesi sono un popolo umiliato da un muro che li isola dal resto del mondo. Dentro il recinto, ci sono povertà e umiliazione.

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Dott. Mauro Giacomi

E’ qui che Mauro Giacomi (…) e altri undici volontari dentisti italiani, da anni rinunciano alle ferie, sfruttando tale periodo per andare a lavorare alla “dental clinic” della Crèche a Betlemme senza nessun rimborso economico, sia per il viaggio, sia per i materiali.

Come si auto presenterebbe?

Sono un medico odontoiatra laureato alla Sapienza di Roma nel 1982, cresciuto nell’aspirantato di don Bosco. (…) Da ventisette anni sono sposato con Maria Rita Paris e ho due figli, Walter di 26 anni sposato con Alessia e Gianluigi Francesco di 22 anni. (…) Lavoro come medico di base in medicina di gruppo e per lo più svolgo la libera professione a Fiuggi, sono molto impegnato in attività di volontariato insieme a tutta la mia famiglia, soprattutto nell’Unitalsi e nel progetto Betlemme.

Quando è iniziata la sua esperienza?

La mia esperienza è iniziata nel 2006, precisamente l’11 Febbraio, nella ricorrenza della Madonna di Lourdes, in Piazza San Pietro a Roma, dove quell’anno, come al solito, accompagnammo i nostri amici disabili dal Papa e in quell’occasione fu la prima volta che fummo ricevuti da Papa Benedetto XVI e io ricevetti l’incarico della guida dell’allora presidente nazionale dell’Unitalsi, il Dott. Antonio Diella.

Che cosa spinge un odontoiatra a lavorare a Betlemme, dove nessuno può permettersi di pagare?

E’ la carità cristiana che mi spinge a prestare la mia opera gratuita ai poveri di Betlemme, secondo gli insegnamenti ricevuti dai nostri cari educatori salesiani nel momento della mia formazione mentale e spirituale.

Quanti pazienti riesce a curare all’anno?

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Crèche di Betlemme, gestita dalle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli

Nella struttura “dental clinic” della Crèche di Betlemme  di cui sono proprietarie le Figlie della Carità di San Vincenzo de? Paoli, si riescono a curare circa 1700 pazienti all’anno, di tutte le età, dai trattamenti semplici a quelli più complessi, compresi i trattamenti chirurgici. Sono soprattutto bambini musulmani.

E’ un complesso grande?

Lo studio dentistico, dotato di tutte le attrezzature che non hanno nulla da invidiare ai nostri studi odontoiatrici, sorge in un contesto polifunzionale, dotato di un orfanotrofio da zero a sei anni, dove attualmente i bambini ospitati sono circa 55.

I bambini della Crèche, non sono solo poveri ma non hanno mai conosciuto né la mamma né il papà. Per questi bambini ogni uomo o donna che li frequenta sono un papà e una mamma.

Qui trovano assistenza e amore da personale specializzato, hanno una scuola frequentata anche da esterni, sempre poveri, un centro sociale dove i poveri si rivolgono per avere assistenza: alimenti, vestiario, medicinali, e una casa del Pellegrino, i cui utili vengono versati per il mantenimento dei bambini poveri. Un ospedale di ostetricia, ginecologia e neonatologia, in cui vengono effettuati circa 300 parti al mese. E’ l’unico ospedale del genere in Palestina dove tutto è gratuito.

Come sono i piccoli palestinesi?

I piccoli palestinesi sono dei piccoli Gesù. Vi racconto un episodio molto bello. Tre anni fa, l’ultimo giorno di lavoro del mio periodo di volontariato, erano circa le 10 e alle 17 avevo il volo da Tel Aviv per Roma.

Vennero in studio due bambini, di religione musulmana, accompagnati dalla madre. Il più grande piangeva disperatamente per il mal di denti. Con tanta pazienza e amore, tra le grida del piccolo, cerco di aprire il molaretto da latte affetto da pulpite, dopo un po’ riesco ad aprire il dente e a far uscire il pus.

Il bambino improvvisamente smette di piangere. Il fratellino più piccolo, circa quattro anni, viene velocemente verso di me. “Ahimé – ho pensato – adesso mi dà un calcione!”. Invece si siede e mi fa cenno di vedergli la bocca. E’ stato molto bravo, tanto che gli ho potuto curare due dentini.

Appena ho terminato, scende velocemente dalla poltrona, va verso la mamma e il fratello più grande, li abbraccia forte forte, poi ritorna verso di me, mi salta addosso, mi bacia sulle guance ed esce dallo studio insieme alla mamma e al fratello.

Dopo circa mezz’ora, torna con una corona del Rosario e mi dice “shukran” (grazie)!

[Autore: Pat Elavache. Fonte: Il Bollettino Salesiano, Giugno 2013]

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