«La prima volta che mi è stato chiesto di andare a fare compagnia agli anziani, io non capivo davvero cosa significasse in quanto ero convinta non servisse a niente passare un’ora a settimana con loro, per renderli davvero felici.
Perciò quando la mia migliora amica Tiffany mi “obbligò” (quasi) ad accompagnarla dai “vecchietti” io ero molto impacciata e non sapevo come comportarmi con loro anche perché, come ho già detto, la reputavo una cosa inutile.
Poi, però, mi misi a guardare gli occhi e i visi di quei vecchietti: quando la mia amica dava loro un bacio o quando raccontava le sue avventure e disavventure quotidiane erano felici, anche se solo per un momento, lo erano perché si sentivano voluti bene, capiti, ascoltati.
Così, quando tornai a casa, riflettei su quanto avevo visto e soprattutto pensai al modo in cui una ragazzina di quindici anni aveva potuto rendere felici per cinque minuti quei vecchietti.
La seconda volta che ci andai la mia amica non c’era, quindi io non sapevo esattamente come comportarmi.
Ad un certo punto vidi una signora seduta da sola, che guardava in basso e che tratteneva a stento le lacrime. Così andai da lei e cominciammo a parlare come se ci fossimo conosciute anni prima, come se fossimo state amiche da tempo.
Lei si fidava di me, mi raccontava i suoi sentimenti, le sue emozioni, i suoi dispiaceri ed io non facevo altro che ascoltare, dirle qualche parola di conforto, spiegarle che io ero vicina a lei.
Parlammo per quasi mezz’ora e alla fine, quando andai via e la vidi sorridere, mi sentivo felice, come lo ero stata ben poche volte nella mia vita. Così cominciai a frequentare molto spesso l’ambiente, con la mia amica, tanto che divenne quasi un impegno, un impegno preso con me stessa.
Quando entro nella Casa delle Piccole Sorelle dei Poveri e faccio una partita a carte con Lina o chiacchiero con Rossana o cerco di far sorridere Francesca o ascolto le barzellette del “cavaliere”, mi sento meglio, più completa, come se cercando di rendere felici quelle persone diventassi io stessa più felice.» (Elisa Fanizza)
(Fonte: http://www.psdp.it/testimonianze)
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.