Qualche giorno fa una cara amica mi ha segnalato questo video, sull’uso e l’abuso che gli adolescenti (e non solo), fanno dei cellulari, presenza sempre più fastidiosa e ingombrante.
E’ semplicemente delizioso.
Per chi non ha dimestichezza con l’inglese o chi come me pur parlandolo non va oltre l’accento di Manchester (con la erre neanche pensata), l’americanissimo ragazzotto che non sente il padre che gli chiede di passargli il sale, dice: “Dad! What are you doing?” (Cosa stai facendo?) e l’ancor più americano padre risponde: “I must have been a little… distracted” che si può rendere più o meno con “qualcosa mi ha un po’… distratto!”
E’ talmente eloquente che qualunque aggiunta o commento risulterebbe inutile, ridondante.
E’ talmente eloquente che… Non vi sembra che con Dio Padre accada più o meno la stessa cosa?
Quante volte ci lamentiamo del fatto che Dio non faccia sentire la sua voce ma non ci separiamo dalle nostre mille ‘imprescindibili’ distrazioni, come i ragazzi del video?
Riguardatelo immedesimandovi nei ragazzi e pensando al padre come al Padre con la P maiuscola…
Non siamo più abituati al silenzio, magari ci spaventa, ma è proprio lì che Dio parla, e ogni tanto deve sbattere la sua vecchia macchina da scrivere per attirare la nostra attenzione.
Il profeta Elia sperimenta tempesta,terremoto e fuoco, come era successo ai suoi antenati. Pronto – secondo lui – ad ascoltare Dio che parla nel tuono. Ma che succede?
Il Signore non era in nessuno di quei fenomeni potenti e fragorosi. Quando tutto il rumore terminò, Elia udì “il mormorio di un vento leggero” e Dio gli parlò. (1 Re 19)
Siamo in Avvento, perché non approfittarne per fare silenzio, mettere via un po’ (anche fisicamente) i nostri bellissimi smartphone, e metterci all’ascolto di Dio che parla nel silenzio di una culla?