Come i fermenti lattici vivi sono piccoli ma operosi e dinamici e pur essendo invisibili sono indispensabili alla vita, spero che questi "fermenti cattolici vivi" contribuiscano a risvegliare la gioia di essere cristiani.
Segui il blog su canale Telegram https://t.me/fermenticattolicivivi
Questo Blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della Legge n. 62/2001. Immagini e foto possono essere scaricate da Internet, pertanto chi si ritenesse leso nel diritto d'autore potrà contattare il curatore del Blog, che provvederà personalmente all'immediata rimozione del materiale oggetto di controversia.
______________
SE PRELIEVI MATERIALE DAL BLOG, PER FAVORE CITA LA FONTE E IL LINK. CONFIDO NELLA TUA CORRETTEZZA!
______________
IL BLOG E' CONSACRATO AL
CUORE IMMACOLATO
DI MARIA
Chi più ama Dio si fa più santo. Diceva S. Francesco Borgia che l’orazione introduce nel cuore umano l’amore divino; la mortificazione poi è quella che toglie dal cuore la terra e lo rende capace di ricevere quel santo fuoco. Quanto più di terra vi è nel cuore, tanto meno di luogo vi trova il santo amore. (lob. XXVIII, 12, 13). Perciò i santi hanno cercato di mortificare quanto più poteano l’amor proprio ed i loro sensi. 1 santi son pochi; ma bisogna vivere con i pochi se vogliamo salvarci con i pochi, come scrive S. Giovanni Climaco. E S. Bernardo dice che chi vuol fare vita perfetta bisogna che faccia vita singolare.
Prima di tutto però per farsi santi è necessario aver desiderio di farsi santi: desiderio e risoluzione. Alcuni sempre desiderano ma non mai cominciano a metter mano all’opera. « Di queste anime irresolute, dicea S. Teresa, non ha paura il demonio ». All’incontro diceva la santa che « Dio è amico delle anime generose ». Il demonio cerca di farci apparir superbia il pensare di fare grandi cose per Dio. Sarebbe superbia se noi pretendessimo farle confidando nelle nostre forze; ma non è superbia il risolverci di farci santi fidandoci di Dio e dicendo: Tutto posso in Colui che mi dà la forza (Fil 4,13).
Bisogna dunque farsi animo, risolversi e cominciare. La preghiera può tutto. Quel che non possiamo noi con le nostre forze, ben lo potremo con l’aiuto di Dio, il quale ha promesso di darci quanto noi gli cerchiamo (cfr. Gv 15,7).
Affetti e preghiere
Caro mio Redentore, tu desideri il mio amore e mi comandi di amarti con tutto il cuore. Sì, Gesù mio, con tutto il cuore io voglio amarti.
No, mio Dio, ti dirò confidando nella tua misericordia, non mi spaventano i miei peccati commessi, perché ora li odio e detesto sopra ogni male; e so che tu ti scordi delle offese di un’anima che si pente e ti ama. Anzi perché io più degli altri ti ho offeso, più degli altri ti voglio amare, coll’aiuto che da te spero.
Mio Signore, tu mi vuoi santo, ed io voglio farmi santo per darti gusto. Ti amo, bontà infinita. A te tutto mi dono. Tu sei l’unico mio bene, l’unico mio amore. Accettami, amor mio, e rendimi tutto tuo e non permettere che io ti dia più disgusto. Fà ch’io tutto mi consumi per te, come tu ti sei tutto consumato per me.
O Maria, o sposa la più amante dello Spirito Santo e la più amata, impetrami amore e fedeltà.
(*) I testi della Novena sono stati scritti da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel 1766
Adesso apriamoci all’azione dello Spirito Santo pregandolo con questo canto, credendo e attendendo la sua manifestazione reale nella nostra vita, qui ed ora…
L’amore è questo tesoro di cui il Vangelo dice che si deve lasciar tutto per acquistarlo. Sì, perché l’amore ci fa partecipi dell’amicizia di Dio.
« Uomo, dunque, dice S. Agostino, che vai cercando beni? Cerca un solo bene in cui sono tutti i beni ».
Ma questo Dio non possiamo trovarlo se non lasciamo le cose della terra. Scrive S. Teresa: « Distacca il cuore dalle creature, e troverai Dio ». Chi trova Dio trova quanto desidera: Cerca la gioia nel Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore (Sal 36,4). Il cuore umano va sempre cercando beni che possano renderlo felice; ma se egli li cerca dalle creature, per quanto ne riceve da quelle, non resta mai contento; ma se non vuole altro che Dio, Dio contenterà tutti i suoi desideri.
Chi sono i più felici in questa terra, se non i santi? E perché? Perché essi vogliono e cercano solo Dio. Un certo principe, andando a caccia, vide un solitario che andava scorrendo per la selva; gli domandò che andava facendo per quel deserto? Quegli rispose: « E tu, principe, che vai cercando? ». Il principe: « Vado a caccia di belve »; e l’eremita: « Ed io vado a caccia di Dio ».
A S. Clemente il tiranno presentò oro e gemme, affinché rinnegasse Gesù Cristo. Il santo sospirando esclamò: « Oimè, un Dio si mette a confronto di un po’ di fango! ».
Beato chi sa conoscere questo tesoro del divino amore e cerca di ottenerlo! Chi l’ottiene, da se stesso si spoglierà di tutto, per non aver altro che Dio. « Quando la casa va a fuoco, dice S. Francesco di Sales, si buttano tutte le robe dalla finestra ». E il padre Segneri Iuniore, gran servo di Dio, solea dire che l’amore è un ladro che ci spoglia di tutti gli affetti terreni, fino a concludere: « E che altro vogl’io se non solo voi, mio Signore? ».
Affetti e preghiere
Mio Dio, io per il passato non ho cercato te, ma me stesso e le mie soddisfazioni e per queste ho voltato le spalle a te, sommo bene. Ma mi consola quel che dice Geremia: Buono è il Signore … con l’anima che lo cerca (Lam 3,25).
Mi dice che voi siete tutto bontà verso chi vi cerca.
Amato mio Signore, conosco il male che ho fatto in lasciarti e me ne dolgo con tutto il cuore. Conosco il tesoro infinito che tu sei; non voglio abusare di questa luce; io lascio tutto, e ti eleggo per unico mio amore. Mio Dio, mio amore, mio tutto, io ti amo, ti bramo, ti sospiro.
Deh, Spirito Santo, vieni e col tuo santo fuoco distruggi in me ogni affetto che non è per te. Fà ch’io sia tutto tuo, e vinca tutto per darti gusto.
O avvocata e Madre mia Maria aiutami tu con le tue preghiere.
(*) I testi della Novena sono stati scritti da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel 1766
Adesso apriamoci all’azione dello Spirito Santo pregandolo con questo canto, credendo e attendendo la sua manifestazione reale nella nostra vita, qui ed ora…
Siccome lo Spirito Santo, che è l’amore increato, è laccio indissolubile che stringe il Padre col Verbo eterno, così unisce anche l’anima con Dio, secondo quanto dice sant’Agostino. S. Lorenzo Giustiniani esclamava: « Dunque, o amore, il tuo laccio ha tanta forza, che ha potuto legare un Dio ed unirlo alle anime nostre! ». I legami del mondo sono legami di morte, ma i legami di Dio sono legami di vita e di salute (cfr. Sir 6, 31). Sì, perché i legami di Dio, per mezzo dell’amore, ci uniscono con Dio che è la vera ed unica nostra vita.
Prima della venuta di Gesù Cristo fuggivano gli uomini da Dio ed, attaccati alla terra, ricusavano di unirsi col loro Creatore; ma l’amante Signore con legami d’amore li ha tirati a sé, come promise per mezzo del profeta Osea: Io li traevo con legami di bontà, con vincoli di amore (Os 11,4). Questi vincoli sono i suoi benefici, i lumi, le chiamate al suo amore, le promesse del paradiso, ma soprattutto è stato il dono che ci ha fatto di Gesù Cristo nel sacrificio della croce e nel Sacramento dell’altare, e per ultimo nell’averci dato lo Spirito Santo. Per tanto esclama il Profeta: Sciogliti dal collo i legami, schiava figlia di Sion (Is 52,2) : 0 anima, tu che sei
creata per il cielo, sciogliti dai legami della terra, e stringiti a Dio col laccio del santo amore. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione (Col 3,14). L’amore è un vincolo che unisce seco tutte le virtù, e rende l’anima perfetta. Diceva S. Agostino: « Ama Dio, e fa quel che vuoi ». Sì, perché chi ama Dio procura di sfuggire ogni disgusto dell’amato, e cerca in tutte le cose di piacere all’amato.
Affetti e preghiere
Caro mio Gesù, troppo tu mi hai obbligato ad amarti, troppo ti è costato il procurarti l’amor mio; troppo ingrato io sarei, se ti amassi poco o dividessi il mio cuore fra le creature e te, dopo che tu mi hai dato il sangue e la vita. lo voglio staccarmi da tutto, e solo in te voglio mettere tutti gli affetti miei. Ma io sono debole ad eseguire questo mio desiderio; tu che me lo dai, dammi la forza di eseguirlo.
Ferisci, amato mio Gesù, il mio povero cuore col dardo del tuo amore, acciocché io sempre languisca per desiderio di te, e mi liquefaccia per amor tuo. Che io cerchi, brami e trovi sempre e solo te.
Gesù mio, te solo voglio e niente più. Fà che io lo replichi sempre in vita e specialmente nel punto di mia morte: Te solo voglio e niente più.
O Maria madre mia, fà che da oggi avanti io non voglia altro che Dio.
(*) I testi della Novena sono stati scritti da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel 1766
Adesso apriamoci all’azione dello Spirito Santo pregandolo con questo canto, credendo e attendendo la sua manifestazione reale nella nostra vita, qui ed ora…
Si avvicina la Pentecoste. In questa nostra bella festività la CEI invita a pregare per i cristiani perseguitati in tutto il mondo.
In rete ho trovato una preghiera, datata nel tempo ma attuale e moderna nei contenuti. Leggendola ne ho sentito tutta l’urgenza e l’efficacia. La condivido con voi sperando che in tanti si uniscano alle nostre preghiere per i cristiani perseguitati in tutto il mondo.
Preghiera di Pio XII per i cristiani perseguitati
O Signore Gesù, Re dei martiri,
conforto degli afflitti, appoggio e sostegno di quanti soffrono per amor tuo
e per la loro fedeltà alla tua Sposa,
la Santa Madre Chiesa,
ascolta benigno le nostre fervide preghiere
per i nostri fratelli della « Chiesa del silenzio », affinché non solo non vengano mai meno nella lotta,
né vacillino nella fede,
ma valgano anzi a sperimentare la dolcezza delle
consolazioni da Te riservate alle anime, che Ti degni chiamare
ad essere tue compagne nell’alto della croce.
Per coloro che debbono sopportare
tormenti e violenze, fame e fatiche, sii Tu fortezza incrollabile,
che li avvalori nei cimenti
e infonda loro la certezza dei premi promessi
a chi persevererà sino alla fine.
Per coloro che sono sottoposti a costrizioni morali,
molte volte tanto più pericolose quanto più subdole,
sii Tu luce che ne illumini le intelligenze,
affinché vedano chiaramente
il retto cammino della verità,
e forza che sorregga le loro volontà,
superando ogni crisi,
ogni tentennamento e stanchezza. Per coloro che sono nella impossibilità
di professare apertamente la loro fede,
di praticare regolarmente la vita cristiana,
di ricevere frequentemente i Santi Sacramenti,
d’intrattenersi filialmente con le loro guide spirituali,
sii Tu stesso ara occulta, tempio invisibile,
grazia sovrabbondante e voce paterna,
che li aiuti, li animi, sani gli spiriti dolenti e doni loro gaudio e pace.
Possa la nostra fervorosa orazione
essere loro di soccorso;
faccia la nostra fraterna solidarietà
sentir loro che non sono soli;
sia il loro esempio di edificazione per tutta la Chiesa,
e specialmente per noi
che con tanto affetto li ricordiamo. Concedi, o Signore,
che siano abbreviati i giorni della prova
e che ben presto tutti
– insieme coi loro oppressori convertiti –
possano liberamente servire e adorare Te,
che col Padre e con lo Spirito Santo,
vivi e regni per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
Lo Spirito Santo si chiama dolce ospite dell’anima. Questa fu la grande promessa fatta da Gesù Cristo a chi l’ama quando disse: Se voi mi amate, io pregherò il Padre, ed egli vi manderà lo Spirito Santo, acciocché abiti sempre con voi (cfr. Gv 14,15-16).
Poiché lo Spirito Santo non abbandona mai un’anima, se non è da quella discacciato (Conc. di Trento 1.6, cap. 11).
Abita dunque Dio in un’anima che l’ama, ma si dichiara che non è contento se noi non l’amiamo con tutto il cuore. Scrive S. Agostino che il senato romano non volle ammettere Gesù Cristo nel numero degli dei, dicendo ch’egli è un Dio superbo che vuol essere solo ad essere adorato. E così è: egli non vuole compagni in quel cuore che ama, vuol essere solo ad abitarvi, solo ad essere amato. E quando non si vede solo ad essere amato, invidia, per così dire, come scrive S. Giacomo, quelle creature che tengono parte di quel cuore ch’egli vorrebbe tutto per sé: Fino alla gelosia ci ama lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi (Gc 4,5). Perciò egli loda quell’anima che, come la tortorella, vive solitaria e nascosta dal mondo (cfr. Ct 1,9) perché non vuole che il mondo si prenda parte di quell’amore ch’egli desidera tutto per sé. Perciò ancora loda la sua sposa chiamandola Orto chiuso ad ogni amore di terra (cfr. Ct 4,12).
Forse Gesù non si merita tutto il nostro amore? Dice il Grisostomo che Gesù ti ha dato tutto il suo sangue e la vita, non gli resta più che darti.
Affetti e preghiere
Mio Dio, vedo che mi vuoi tutto per te. lo tante volte ti ho scacciato dall’anima mia, e tu non hai sdegnato di ritornare ad unirti con me. Deh, prendi ora possesso di tutto me stesso. Oggi a te tutto mi dono; accettami, Gesù mio, e non permettere che io abbia da vivere per l’avvenire neppure per un momento senza il tuo amore. Tu cerchi me, ed io non cerco altro che te. Tu vuoi l’anima mia, e l’anima mia non vuol altro che te. Tu mi ami, ed io ti amo; e giacché mi ami, legami con te, affinché da te io più non mi allontani.
O Regina del cielo, in te confido.
(*) I testi della Novena sono stati scritti da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel 1766
Adesso apriamoci all’azione dello Spirito Santo pregandolo con questo canto, credendo e attendendo la sua manifestazione reale nella nostra vita, qui ed ora…
Forte come la morte è l’amore (Ct 8,6). Siccome non vi è forza creata che resista alla morte, così non v’è difficoltà per un’anima amante, che non ceda all’amore. Quando si tratta di piacere all’amato, l’amore supera tutto, perdite, disprezzi e dolori. Niente è così dif icile da non esser vinto dal fuoco, come dice sant’Agostino. Questo è il contrassegno più certo per conoscere se un’anima veramente ama Dio: se è fedele nel suo amore così nelle cose prospere come nell’avverse.
Diceva S. Francesco di Sales che « Dio tanto è amabile quando ci consola come quando ci flagella, perché tutto fa per amore ». Anzi quando più ci flagella in questa vita, allora più ci ama. S. Gio. Grisostomo stimava più felice S. Paolo incatenato, che S. Paolo rapito al terzo cielo. Perciò i santi martiri, stando nei tormenti, giubilavano e ne ringraziavano il Signore, come della grazia più grande che a loro faceva dando loro di patire per suo amore. E gli altri santi, ove sono mancati i tiranni ad affliggerli, essi sono divenuti carnefici di loro stessi con le penitenze, per dar gusto a Dio. Dice S. Agostino che chi ama non fatica, e se fatica la stessa fatica è amata.
Affetti e preghiere
O Dio dell’anima mia, io dico che ti amo; ma poi che faccio per amor tuo? Niente. Dunque è segno che non ti amo o ti amo troppo poco. Mandami dunque, o Gesù mio, lo Spirito Santo, che venga a darmi forza di patire per tuo amore, e di far qualche cosa per te prima che mi giunga la morte. Deh non farmi morire, amato mio Redentore, così freddo ed ingrato come ti sono stato finora. Dammi vigore ad amare il patire, dopo tanti peccati che mi hanno meritato l’inferno.
O mio Dio tutto bontà e tutto amore, tu desideri di abitare nell’anima mia da cui tante volte ti ho discacciato; vieni, abita, possiedila e renditela tutta tua.
lo ti amo, o Signor mio, e se ti amo tu già stai con me, come assicura S. Giovanni: Chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui (1 Gv 4,16). Poiché dunque tu stai con me, accresci le fiamme, accresci le catene, acciocché io non brami, non cerchi, non ami altri che te, e così legato non abbia mai a separarmi dal tuo amore. lo voglio essere tuo, o Gesù mio, e tutto tuo.
O regina ed avvocata mia Maria, ottienimi amore e perseveranza.
(*) I testi della Novena sono stati scritti da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel 1766
Adesso apriamoci all’azione dello Spirito Santo pregandolo con questo canto, credendo e attendendo la sua manifestazione reale nella nostra vita, qui ed ora…
Chiamasi in oltre l’amore nella fatica, riposo; nel pianto, conforto. L’amore è riposo che ricrea; poiché l’ufficio principale dell’amore è di unire la volontà dell’amante con quella dell’amato. Ad un’anima che ama Dio, in ogni affronto che riceve, in ogni dolore che patisce, in ogni perdita che le capita, basta a rasserenarla il sapere che è volontà dell’amato che ella patisca quel travaglio. Con dir solamente: Così vuole il mio Dio, in tutte le tribolazioni trova pace e contento. Questa è quella pace che supera tutti i piaceri del senso. S. Maria Maddalena de Pazzi in dir solamente Volontà di Dio, si sentiva riempire di gaudio.
In questa vita ognuno ha da portar la sua croce; ma dice S. Teresa che la croce è dura a chi la strascina, non già a chi l’abbraccia. Così ben
sa il Signore ferire e sanare, come disse Giobbe (cfr. Gb 5,18). Lo Spirito Santo, con la sua dolce unzione, rende dolci ed amabili anche le ignominie ed i tormenti. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te (Mt 11,26). Così dobbiamo dire in tutte le cose avverse che ci accadono: Così sia fatto, Signore, perché così è piaciuto a voi. E quando ci atterisce qualche timore di mal temporale che può avvenirci, diciamo sempre: Fate voi, mio Dio; quanto farete, tutto da ora l’accetto. E quindi giova come facea S. Teresa, offrirsi spesso durante il giorno a Dio.
Affetti e preghiere
Mio Dio, quante volte per far la mia volontà mi sono opposto alla volontà tua disprezzandola! Mi dolgo di questo male più d’ogni altro male. Signore, io da oggi innanzi voglio amarti con tutto il mio cuore: Parla, o Signore, perché il tuo servo ti ascolta (1 Sam 3,10). Ditemi quel che volete da me, che io tutto voglio farlo. La vostra volontà sarà sempre l’unico mio desiderio, l’unico amore.
Aiuta tu, o Spirito Santo, la mia debolezza. Tu sei la stessa bontà, come io posso amare altra cosa che te? Deh, tira a te tutti gli affetti miei con la dolcezza del tuo santo amore. Io lascio tutto per darmi tutto a te. Accettami e soccorrimi.
O Madre mia Maria, in te confido.
(*) I testi della Novena sono stati scritti da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel 1766
Adesso apriamoci all’azione dello Spirito Santo pregandolo con questo canto, credendo e attendendo la sua manifestazione reale nella nostra vita, qui ed ora…
L’amore feconda i buoni desideri, i santi propositi e le opere sante delle anime: questi sono i fiori e i frutti che produce la grazia dello Spirito Santo.
L’amore si chiama anche rugiada perché tempera gli ardori degli appetiti malvagi e delle tentazioni. Perciò chiamasi anche lo Spirito Santo temperamento e dolce refrigerio nel calore. Questa rugiada scende nei nostri cuori nel tempo dell’orazione. Basta un quarto d’ora di orazione per sedare ogni passione di odio o di amor disordinato, per ardente che sia. Mi ha introdotto nella cella del vino e il suo vessillo su di me è amore (Ct 2,4). La santa meditazione appunto è questa cella ove si ordina l’amore, amando il prossimo come noi stessi e Dio sopra ogni cosa. Chi ama Dio ama l’orazione, e chi non ama l’orazione è moralmente impossibile che superi le sue passioni.
Affetti e preghiere
O santo e divino Spirito, io non voglio vivere più per me stesso; i giorni che mi restano di vita voglio spenderli tutti in amarti e compiacerti. Perciò ti prego di darmi il dono dell’orazione. Vieni tu nel mio cuore, ed insegnami a farla come si deve. Dammi fortezza di non tralasciarla per tedio in tempo di aridità; e dammi lo spirito di preghiera cioè la grazia di sempre pregarti e di farti quelle preghiere che sono più care al tuo divino Cuore.
Io ero perduto già per i peccati miei, ma vedo che tu, con tante finezze che mi hai usate, mi vuoi salvo e santo; ed io voglio farmi santo per darti gusto e per più amare la tua infinita bontà. Ti amo, mio sommo bene, mio amore, mio tutto, e perché ti amo tutto a te mi dono.
O Maria speranza mia, proteggimi tu.
(*) I testi della Novena sono stati scritti da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel 1766
Adesso apriamoci all’azione dello Spirito Santo pregandolo con questo canto, credendo e attendendo la sua manifestazione reale nella nostra vita, qui ed ora…
L’amore si chiama anche fonte viva. Disse il nostro Redentore alla Samaritana: Chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete (Gv 4,13). L’amore è acqua che sazia; chi ama Dio di vero cuore non cerca né desidera niente più perché in Dio trova ogni bene. Per cui, contento di Dio, lieto va sempre dicendo: Dio mio, tu sei ogni mio bene. Perciò Dio si lagna di tante anime che vanno mendicando miseri e brevi diletti dalle creature e lasciano quello che è un bene infinito e fonte di ogni gaudio: Essi hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne screpolate, che non tengono l’acqua (Ger 2,13). Per tanto Dio che ci ama e desidera di vederci contenti, grida e fa sapere a tutti: Chi ha sete venga a me e beva (Gv 7,37). Chi desidera di essere beato venga a me, che io gli donerò lo Spirito Santo che lo renderà beato in questa e nell’altra vita: Chi crede in me. continua a dire, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno (Gv 7,38). Chi dunque crede ed ama Gesù Cristo sarà arricchito di tanta grazia, che dal suo cuore – il cuore, cioè la volontà, è il ventre dell’anima – sgorgheranno più fontane di sante virtù, che non solo gioveranno a conservar la vita sua, ma anche a dar la vita agli altri. Ed appunto quest’acqua era lo Spirito Santo, l’amore sostanziale che Gesù Cristo promise di mandarci dal cielo dopo la sua ascensione (cfr. Gv 7,39).
La chiave che apre i canali di quest’acqua beata è la santa preghiera che ci ottiene ogni bene in virtù della promessa che otterrete (Gv 16,24). Noi siamo ciechi, poveri e deboli, ma la preghiera ci ottiene luce, fortezza e ricchezze di grazia. Dicea Teodoreto che chi prega riceve quanto desidera. Iddio vuol darci le sue grazie, ma vuol essere pregato.
Affetti e preghiere
Signore, dammi di quest’acqua (Gv 4,15). Gesù mio, vi pregherò, colla Samaritana, datemi quest’acqua del vostro amore, che mi faccia scordare della terra per vivere solo a voi, amabile infinito.
Bagna ciò che è arido. L’anima mia è la terra arida che non produce altro che sterpi e spine di peccati; deh innaffiatela voi con la vostra grazia, affinché renda qualche frutto di gloria a voi prima di uscire da questo mondo con la morte.
O fonte d’acqua viva, o sommo bene, quante volte io ti ho lasciato per le pozzanghere di questa terra che mi hanno privato del tuo amore! Oh fossi morto e non ti avessi offeso! Ma per l’avvenire io non voglio cercare altro che te, mio Dio. Soccorrimi tu e fa’ che io ti sia fedele.
Maria, speranza mia, tienimi sempre sotto il tuo manto.
(*) I testi della Novena sono stati scritti da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel 1766
Adesso apriamoci all’azione dello Spirito Santo pregandolo con questo canto, credendo e attendendo la sua manifestazione reale nella nostra vita, qui ed ora…
Uno dei maggiori danni che a noi recò il peccato di Adamo fu il renderci ottenebrata la ragione per mezzo delle passioni che offuscano la mente. Povera quell’anima che si fa dominare da qualche passione. La passione è un vapore, è un velo che non ci fa vedere più la verità. Come può fuggire il male chi non conosce ciò che è male? Tanto più cresce poi questa oscurità, quanto più crescono i nostri peccati. Ma lo Spirito Santo, che si chiama luce beatissima, è colui che con i suoi divini splendori non solo infiamma i cuori ad amare, ma di più dilegua le tenebre e fa a noi conoscere la vanità dei beni terreni, il valore dei beni eterni, l’importanza della salvezza, il pregio della grazia, la bontà di Dio, l’amore infinito ch’egli si merita e l’amore immenso che ci porta.
L’uomo naturale non comprende le cose dello Spirito (1 Cor. 2,14). L’uomo infangato nei piaceri della terra poco conosce queste verità, e perciò l’infelice ama quel che dovrebbe odiare e odia quel che dovrebbe amare. S. Maria Maddalena de’ Pazzi esclamava: O amore non conosciuto, o amore non amato! E perciò diceva S. Teresa che Iddio non è amato perché non è conosciuto. Quindi i santi cercavano sempre a Dio luce: Manda la tua verità e la tua luce (Sal. 42,3); O mio Dio rischiara le mie tenebre (cfr Sal 17,29); Aprimi gli occhi (Sal. 118,18). Sì, perché senza luce non possono evitarsi i precipizi, né può trovarsi Dio.
Affetti e preghiere
O santo e divino Spirito, io credo che tu sei vero Dio, ma un solo Dio col Padre e col Figlio. Ti adoro e ti riconosco come il datore di tutti i lumi, con cui mi hai fatto conoscere il male che ho commesso in offenderti e l’obbligo che ho di amarti: te ne ringrazio e mi pento sommamente di averti offeso. lo meritavo che mi abbandonasti nelle mie tenebre, ma vedo che non mi hai abbandonato ancora. Continua, o Spirito eterno, ad illuminarmi ed a farmi sempre più conoscere la tua infinita bontà, e dammi la forza di amarti per l’avvenire con tutto il mio cuore. Aggiungi grazie a grazie, acciocché io resti dolcemente vinto e costretto a non amare altro che te. Te ne prego per i meriti di Gesù Cristo.
Ti amo, sommo mio bene, ti amo più di me stesso. lo voglio essere tutto tuo, accettami tu e non permettere che da te io più mi parta.
O Maria madre mia, assistimi sempre con la tua intercessione.
(*) I testi della Novena sono stati scritti da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel 1766
Adesso apriamoci all’azione dello Spirito Santo pregandolo con questo canto, credendo e attendendo la sua manifestazione reale nella nostra vita, qui ed ora…
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.