Come i fermenti lattici vivi sono piccoli ma operosi e dinamici e pur essendo invisibili sono indispensabili alla vita, spero che questi "fermenti cattolici vivi" contribuiscano a risvegliare la gioia di essere cristiani.
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CUORE IMMACOLATO
DI MARIA
In un mondo sempre più diviso tra relativismi ed estremismi, il filosofo Marco Guzzi propone un percorso verso la liberazione interiore frutto di decenni di studio e di esperienze spirituali.
Vale la pena ascoltare fino alla fine del video un uomo che ha il coraggio di guardare e dire la crisi di questi tempi, proponendo però un atteggiamento, un percorso che aiuta a trovare il senso più profondo della propria vita e la pace necessaria per essere luce anche in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo.
Gironzolando per la rete mi sono imbattuto nel sito dei Piccoli Figli della Luce, un’associazione privata di fedeli approvata dal Vescovo locale (Parma).
Scorrendo il sito mi ha colpito la testimonianza di una donna il cui marito violento, grazie alla preghiera si converte e cambia radicalmente. Una bella storia che mostra come Dio può sciogliere i cuori più duri, sovvertendo il finale di una storia che si verifica fin troppo spesso.
«Negli ultimi anni, i contrasti in famiglia sono stati sempre maggiori e soprattutto mio marito ci ha fatto molto soffrire con i suoi atteggiamenti imperiosi e violenze verbali.
Padre padrone, marito padrone. All’inizio del mese di marzo, in un ennesimo litigio, mio marito, prima caccia fuori di casa un figlio, mi appella con mille brutti nomi, e dorme in un altro letto.
Ho implorato Gesù e la Madonna e ho pregato, in unione ai Piccoli figli della Luce, a cui avevo chiesto preghiera, le novene della Moltiplicazione. Il giorno dopo mio marito cominciò a piangere, io gli dissi parole buone e intercedetti per i figli.
Lo abbracciai, consolandolo come si fa con un bambino e fui costretta a chiamare mio figlio per dirgli del padre. Si parlarono al telefono piangendo e, dopo avergli chiesto perdono, mio marito si calmò. Il giorno dopo mio figlio arrivò a casa, si abbracciarono e si chiarirono.
Ma il fatto non è finito qui, perché dopo due giorni, gli chiesi di andare da un sacerdote. Lui accettò e quel sacerdote, appena lo vide, lo abbracciò e lo porto con sé nel confessionale.
Rimasero pochi minuti perché il sacerdote vedendo le sue lacrime, non lo fece parlare, gli diede l’assoluzione, lo abbracciò, e dopo divenne il suo padre spirituale. Dopo di che, mio marito recitò in Rosario con me in Chiesa e sentì la Santa Messa.
Erano sessant’anni che non si confessava e più di quaranta che non prendeva una Comunione. Ho ringraziato Gesù dal profondo del cuore per questa grazia grandissima e i piccoli figli della luce che in questo periodo hanno pregato per me.»
«Saranno trenta Santuari, rappresentativi di tutto il mondo, a guidare la recita del Rosario ogni giorno del mese di maggio in una maratona di preghiera dal tema: “Da tutta la Chiesa saliva incessantemente la preghiera a Dio”, per invocare la fine della pandemia.
L’iniziativa, nata per vivo desiderio di Papa Francesco e promossa dal Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, coinvolgerà in modo speciale tutti gli altri santuari del mondo, perché si facciano promotori presso i fedeli, le famiglie e le comunità della recita del Rosario.
La preghiera sarà aperta da Papa Francesco il primo maggio e sarà conclusa da lui stesso il 31 maggio.
La recita del Rosario sarà trasmessa in diretta sui canali ufficiali della Santa Sede alle ore 18.00 ogni giorno.»
Anche a chi ha messo la fede nel cassetto, mi sento di dire dal cuore, che la preghiera è l’unica arma che ci può fortificare in questo clima di paura e di depressione che la fa da padrone in questi tempi. Prova e vedrai.
«Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.» (At 1, 14)
Era ciò che facevano i primi cristiani prima della Pentecoste. E’ ciò che ci chiede Papa Francesco invitandoci tutti a pregare il Rosario ogni giorno per implorare la fine di questa pandemia.
“Da tutta la Chiesa saliva incessantemente la preghiera a Dio.”
Forse non è vero che la nostra preghiera sale incessantemente a Dio, forse ci sono troppi cristiani dormienti, forse siamo proprio noi. Perché allora non cogliere l’invito del papa e darci una mossa?
Suor Paola Datta, missionaria in Liberia, racconta il suo incontro con Dio.
«Anche se sei caduto nel fango, c’è sempre quel diamante da togliere dal fango.»
«Mi sono sentita infinitamente amata!»
«Ringrazio tanto per il dono dell’amicizia in comunità. perché è l’amicizia vera, non è quella che ti dice – prendi l’antidepressivo che ti passa – ma che ti dice – Ok, proviamo a ricostruire insieme la tua vita. E quello che ha risolto in me è la preghiera, mettersi in ginocchio davanti a Dio Creatore.»
«La vita quando non si riferisce a un Creatore è orfana, sei abbandonato, sei solo, sei vuoto. Io ringrazio perché mi hanno detto – adesso prova a pregare.»
Suor Anna Maria, suora del Monastero delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento di Seregno, ci spiega come il Signore, oggi come ieri, ci voglia salvare, ma sempre meno gente sa pregare…
Vale la pena ascoltare le parole sapienti di questa suora centenaria che a dispetto degli anni conserva una freschezza invidiabile.
Da qualche tempo seguo Harpa Dei, un piccolo coro costituito da un fratello e tre sorelle, sia di sangue che in spirito, essendo tutti consacrati. Le loro esecuzioni, belle e armoniose, nonché ispirate a mio avviso, mi sono di grande aiuto nella preghiera.
Grazie a loro ho scoperto che esiste – patrimonio della Chiesa – un inno che anticamente veniva cantato e pregato per scongiurare le pestilenze.
Vale la pena ascoltare la loro esecuzione che inserisco di seguito, e magari – perché no? – imparare l’inno e pregarlo.
Io lo farò, fino alla fine di questa terribile prova in cui siamo tutti coinvolti.
Intanto indossate le cuffiette e gustatevi questo bellissimo canto.
Testo in latino
“Stella coeli extirpavit, quae lactavit Dominum, mortis pestem quam plantavit primus parens hominum. Ipsa stella nunc dignetur sidera compescere, quorum bella plebem caedunt dirae mortis ulcere. O piissima stella maris, a peste succurre nobis. Audi nos Domina, nam Filius tuus nihil negans te honorat. Salva nos Jesu, pro quibus Virgo mater te orat”.
Traduzione in italiano
La Stella del cielo, che diede latte al Signore, estirpò la mortale peste che il padre degli uomini portò nel mondo. Si degni ora la medesima Stella di placare il cielo, che irato contro la terra distrugge i popoli con la crudele piaga di morte. O pietosissima Stella del mare, soccorrici dalla peste. Sii propizia alle nostre preghiere, o Signora, perché il tuo Figliuolo, che nulla a Te nega, ti onora. O Gesù, salva noi, pei quali ti prega la Vergine tua Madre.
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