Ventisette minuti di semplicità e profondità. Pietro, un eremita dei giorni nostri, ci racconta la preghiera del cuore.
Vale la pena prendersi una pausa per ascoltarlo fino in fondo, e per seguire i suoi consigli.
Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 27/01/2021
Ventisette minuti di semplicità e profondità. Pietro, un eremita dei giorni nostri, ci racconta la preghiera del cuore.
Vale la pena prendersi una pausa per ascoltarlo fino in fondo, e per seguire i suoi consigli.
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Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 25/10/2017
«Stare fermi vuol dire vincere.
Tempo per pregare.
Sento che se mi fermo è come perdere.
Stare fermi con il Signore significa alla fine vincere.»
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Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 29/10/2014
…diceva Kierkegaard. Ecco perché sarebbe da incoscienti escludere la preghiera dall’educazione dei nostri figli.
Sulla preghiera girano tanti pregiudizi che la mettono in pessima luce.
Alcuni pensano che sia un gargarismo di parola, altri un guasto senile. I più raffinati la considerano un trucco psicologico, la maggioranza sostiene che sia la cosa più noiosa al mondo!
I genitori ‘egregi’ (fuori dal gregge), invece, si AGGRAPPANO alla preghiera perché hanno sperimentato (sta qui la forza della loro argomentazione!) che la preghiera è una forza che ha il potere di risolvere crisi di nervi, momenti di depressione, noie, malumori…
Questa loro esperienza diretta li porta a dar ragione al grande filosofo danese Soeren Kierkegaard il quale non aveva dubbi: “Il più forte sarà sempre chi mette le mani giunte”.
I genitori-salmoni non solo si aggrappano alla preghiera ma la difendono anche, con la forza!
La difendono perché la preghiera è una grande riserva di valori pedagogici.
– La preghiera ricorda che esiste il ‘grazie!’ (pregare non è chiedere l’elemosina a Dio, è, soprattutto, ringraziarlo).
– La preghiera tiene desta la meraviglia (pregare è stupirci, complimentarci con Dio).
– La preghiera dilata l’io (pregare è aprire le persiane: se non si fa bontà, è segno che c’è qualcosa che non va!).
– La preghiera cura, guarisce, tonifica (il grande protagonista dell’indipendenza indiana Gandhi, ha confidato: “Più volte sarei diventato pazzo se non avessi avuto la preghiera!”).
Ecco quattro preziosi doni che ci vengono dalla preghiera!
- Sarebbe da incoscienti escluderla dall’educazione! I genitori-salmoni non sono incoscienti! Sono sapienti: per questo riservano al verbo pregare un capitolo importante della loro arte di educare. Sanno che, fin dalla prima infanzia, si può educare alle mani giunte e conoscono bene alcune strategie.
- Accettano il modo di pregare del bambino perché non associ mai ‘preghiera’ e ‘noia’. Sarebbe rovinare tutto! Accettano quindi che il bambino preghi con tutto se stesso, anima e corpo (che allunghi le braccia, che alzi le mani, che mandi un bacio…); accettano che le sue preghiere siano semplici (‘Grazie, Gesù, perché oggi ho visto due farfalle!’…); accettano che abbiamo un’attenzione lunga quanto un francobollo e che quindi non possa pregare a lungo…
- Qualche volta portano il piccolo nella chiesa silenziosa e grande, gli sussurrano una preghiera brevissima, gli fanno accendere un cero alla Madonna (tutte esperienze che hanno per il bambino il fascino del mistero e gli fanno intuire la trascendenza: l’esistenza, cioè, di realtà che superano la nostra capacità mentale).
- Alcuni genitori sono così convinti dell’importanza delle mani giunte che allestiscono nella loro casa un bel ‘punto-preghiera’, ove andare per fermarsi, raccogliersi, parlare con Dio.
Soprattutto, per educare alla preghiera, padre e madre si fanno sorprendere a pregare dai figli!
E’ impossibile, infatti, che un piccolo, vedendo papà e mamma che stanno pregando raccolti, attenti, concentrati, non venga contagiato e si metta, lui pure, a pregare.
Allora la scena diventa stupenda:
una famiglia unita nella preghiera…
Una famiglia in pace…
Una famiglia intelligente: ha capito che chi prega cresce più in fretta; ha capito che per innalzarsi, l’uomo deve inginocchiarsi!
(Tratto da “La pedagogia controcorrente dei genitori salmoni di padre Pino Pellegrino, Astegiano Editore, pagg.114-116)
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