FERMENTI CATTOLICI VIVI

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Posts Tagged ‘propositi’

2014. Buoni propositi? No. Piccoli Passi Possibili

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 01/01/2014

PPP_00Alzi la mano chi non ha mai fatto dei buoni propositi il 1° Gennaio.

“Con l’anno nuovo mi metterò a dieta”, penso che sia il più gettonato, anche dal sottoscritto (confesso che sono uno dei pochi celiaci in Italia capace di essere sovrappeso).

“Con l’anno nuovo mi segnerò in palestra, comincerò a correre” – aggiungete voi il vostro sport preferito…

“Con l’anno nuovo mi iscriverò a quel corso di inglese/ceramica/cake-desing/smacchiatura-leopardi…” ecc. ecc…

Nulla di male se non fosse che – almeno per quanto mi riguarda – in genere queste fermissime decisioni sfumano miseramente dopo qualche settimana (quella della dieta anche dopo qualche giorno. Ok, va bene, il giorno dopo quando in ufficio mi lascio flettere dalle monday-cake senza glutine della mia collega…).

PPP_01

Ma questa mattina mi sono svegliato con tre lettere nella testa, P-P-P.

“Piccoli Passi Possibili”

Sono queste le tre “p”, che Chiara Corbella Petrillo ha appreso e subito vissuto, dai francescani ad Assisi, che hanno guidato Chiara e suo marito Enrico nella loro vita, aiutandoli ad affrontare la paura del passato e del futuro di fronte ai grandi eventi e a cominciare sempre dalle piccole cose.

“Chiara ci ha insegnato che rinunciare a controllare le cose è forse la forza maggiore” afferma il padre, provato, commosso, ma edificato dall’esempio di questa santa figlia.

E’ vero, ecco allora perché molti buoni propositi sfumano dopo poco tempo, perché li voglio controllare. Ecco dove sta l’intoppo!

PPP_032

Chiara non dice che sia sbagliato fare buoni propositi, ma il volerli controllare con le nostre sole forze, senza affidarli veramente a Dio.

Allora, contraddicendomi parzialmente con quanto detto in questi giorni, farò anch’io dei propositi per il 2014, affidandoli a Dio ogni giorno e tutte quelle volte in cui sbatterò il muso sulla mia incapacità di essere coerente con le risoluzioni prese.

Il primo proposito sarà quello di essere onesto con me stesso. Quante volte l’orgoglio mi spinge a dire che non c’è nulla che non vada in me? Chiederò a Dio di essere l’uomo che Lui vuole che io sia e non quello che voglio mostrare o quello che presumo di essere.

PPP_02Il secondo proposito sarà quello di staccarmi un po’ dalle cose. Tremate al solo pensiero di prestare la vostra bella macchina a qualcuno? Vi prende un capogiro al pensiero di vendere il vostro bellissimo smart-phone per aiutare l’amico che non arriva alla quarta settimana? Vi fareste torturare piuttosto che regalare lo scooter che usate tre volte d’estate all’amico che non ha mezzi di trasporto? Non so voi ma io sono proprio così, e penso di aver bisogno di questo secondo proposito. Il Signore mi mostrerà come e in quali modalità metterlo in pratica.

Terzo proposito del 2014. La carità. Ogni giorno incontro, e ignoro almeno tre o quattro poveri che chiedono l’elemosina, a volte di meno, a volte di più…. Voi no? Papa Francesco ci dice: “E quando dà l’elemosina guarda negli occhi la persona povera? E gli tocca anche la mano o gli butta solo la monetina?”  Non c’è altro da aggiungere, se non il farlo, magari chiedendogli come si chiama, magari dicendo un’Ave Maria per lui dopo averlo salutato…

PPP_04P-P-P. Piccoli Passi Possibili.

Forse non cambieremo il mondo, sicuramente non risolveremo i problemi e le crisi dell’anno che verrà, ma, con questi Piccoli Passi Possibili, cominceremo a cambiare il mondo nell’unica parte in cui questo è davvero possibile, noi stessi.

Buon 2014

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2013. Perché non ringraziare?

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 29/12/2013

Un tale aveva raccolto una serpe irrigidita dal freddo e l’aveva riscaldata mettendosela in seno. Ma questa, appena ripresasi, uccise subito, col suo morso velenoso, il suo benefattore.

gratitudine_01

Questa favola è di Esopo che visse nel VI sec. a.C. Fu ripresa dal favolista latino Fedro (I sec. d.C.) e poi riproposta anche dal poeta francese La Fontaine (XVII sec d.C.).

Perché tanta insistenza? Forse per ricordare che l’ingratitudine è sempre nascosta nel cuore dell’uomo come una serpe velenosa. La parola ingratitudine ci fa pensare subito a chi lo è nei nostri confronti, ma noi?

L’anno sta terminando. Perché non “rendere grazie” a Dio per tutto ciò che ci ha portato? Per ciò che Dio ci ha regalato?

Anche quando – come questo 2013 – è un anno difficile, pesante, di crisi, a ben riflettere, è sempre molto più ciò che ci offre che ciò che noi diamo.

gratitudine_02Dunque perché non ringraziare?

L’ingratitudine è una delle peggiori forme di cecità: la cecità del cuore; l’ingratitudine è “sclerocardia”, durezza di cuore, e ci rende ancora più infelici…

Come fare ad essere grati?

Ce lo insegna un’anziana che, sebbene le batoste della vita non l’avessero risparmiata, presentava un viso sereno e quieto, sembrava completamente al di sopra delle preoccupazioni e molestie che tormentano il vivere quotidiano.

Una donna triste le chiese un giorno il segreto della sua felicità. La bella faccia senile risplendette di gioia e rispose:

“Mia cara io tengo un Libro delle cose liete. Molto tempo fa imparai che non c’è giorno tanto oscuro e tetro che non contenga qualche raggio di luce, e io mi sono fatta un dovere nella mia vita di scrivere tutte le cose che hanno tanta importanza per una donna.

gratitudine_03Ho delle agende in cui sono stati notati tutti i giorni e tutti gli anni della mia vita da quando lasciai la scuola. Si tratta solo di piccole cose: il vestito nuovo, le chiacchiere con un’amica, le attenzioni di mio marito, un fiore, una passeggiata nei prati, una lettera, un concerto, una gita; ma tutto va nel mio libro delle cose liete, e quando sono tentata di commiserarmi, ne leggo alcune pagine per vedere che donna felice e fortunata sono. Può vedere i miei tesori se vuole”.

Lentamente la donna bisbetica e scontenta sfogliò l’agenda che l’amica le aveva portato leggendone un po’ qua e un po’ là. L’inizio di una giornata era così:

16 Gennaio – Giovedì

Ho ricevuto una gradita lettera da un’amica.
Ho visto un bel giglio nel prato.
Ho trovato la spilla che avevo pensato di aver perduto.
Ho visto una ragazza così vivace e felice per strada.
Mio marito mi ha portato dei fiori.
Ho finalmente deciso di chiamare quella musona di mia sorella, anche se mi racconta sempre le stesse cose.

“Ha trovato un piacere ogni giorno?”, chiese la donna triste.

“Ogni giorno. Devo dimostrare che la mia teoria è vera”.

gratitudine_04Il racconto – vero o leggenda che sia, non importa – racchiude una grande lezione sull’arte di essere: sotto il suo aspetto umile e abitudinario la più normale esistenza quotidiana contiene tutto un insieme di circostanze le quali, vissute creativamente e godute nella loro spirituale bellezza, ci darebbero quella sufficiente dose di felicità a cui il nostro essere aspira.

Come la donna scontenta però, noi ignoriamo questo tesoro nascosto e consideriamo ciò che ci è dato di vivere come una cosa trascurabile e banale, non come un materiale prezioso, come cosa scontata, non come grazia quotidiana.

Allora, al bando bilanci sadomasochistici del 2013 che sta per terminare, ringraziamo Dio e, se non ci riusciamo tanto facilmente…

Che ne dite di comprarci, per il 2014 una bella agenda delle cose liete?

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