Come i fermenti lattici vivi sono piccoli ma operosi e dinamici e pur essendo invisibili sono indispensabili alla vita, spero che questi "fermenti cattolici vivi" contribuiscano a risvegliare la gioia di essere cristiani.
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CUORE IMMACOLATO
DI MARIA
Ieri ho ricevuto un video da una cara amica che spesso collabora col blog, video che non riesco a smettere di guardare tanto è vitale oggi l’argomento che affronta.
Il video è questo, prima guardatelo.
L’autore afferma che i social fanno «leva sulle emozioni di base: la paura, l’eccitamento sessale, la noia, e questo ti rende incapace di star fermo a pensare per esempio.»
A un certo punto mi si è accesa come una lampadina e ho pensato, al netto di ciò che dicono i detrattori della Chiesa, che questa da secoli afferma e insegna a vivere esattamente il contrario di queste tendenze osservate dall’autore del video.
Nella Bibbia ricorre per be 366 volte l’espressione – NON ABBIATE PAURA – e Gesù risorto che appare a porte chiuse agli apostoli rintanati nel cenacolo per paura, dice (mentre alita su di loro lo Spirito Santo): “Non abbiate Paura!”.
E la preghiera? Quando è fatta nello Spirito e in maniera profonda, non è quella meraviglia che ci permette di stare davvero in contatto con noi stessi e con Dio? E allora sparisce la noia.
Vuoi vedere che quello che insegna la Chiesa Cattolica da più di duemila anni è proprio tutto vero, e che lo dimostra l’infelicità degli eredi ddi chi anni fa cominciò l’abbandono di massa che continua ancora oggi?
«È come se tutti avessimo il deficit dell’attenzione. – Continua l’autore del video – Stiamo riprogrammando il cervello delle persone, in particolare dei ragazzini e delle ragazzine; è un fiume di stimoli costanti per cui se ti fermi a pensare sei finito.
I ragazzi che usano social media per più di due ore al giorno sono più infelici, più depressi, tentano di più il suicidio e si sentono più soli. Si sta perdendo completamente questa skill e i ragazzini e la ragazzine giovani non l’hanno mai sviluppata.»
Questo è il risultato di anni di liberazione e di illusione di libertà che ci offre l’era dei social?
E se il segreto della felicità fosse nella semplicità di una vita con meno rete e più Dio?
Strinsi la sua mano, e accarezzai dolcemente i suoi capelli. E fattomi coraggio, le rubai un bacio sulla guancia.E quando alla fine lei mi sorrise, pensai di essere un ragazzo incredibilmente fortunato.
Tracy è ancora una giovane donna, ma la sua testa è ripiegata all’indietro, un rivoletto di bava cola da un lato della sua bocca e il suo volto è privo di espressione. Non parla né si muove da sola.
Una volta ogni tanto qualcuno le deve cambiare la posizione della testa, delle braccia, delle gambe, o comincerà a sentire dolore, sebbene il dottore le dia degli antidolorifici.
La mano che stringo è piccola per la sua età, e contorta. I suoi arti sono incredibilmente magri, contorti e più corti del normale e deve essere legata in una speciale sedia a rotelle.
Non mangia allo stesso modo in cui lo facciamo tu ed io, lei è nutrita da un tubo attaccato al suo addome. Qualcuno direbbe che è un vegetale. Io no! Perché lei si chiama Tracy.
E c’è una cosa che Tracy sa fare proprio bene, sorridere. E il suo sorriso ti toglie il fiato. Vedi? Lei sorride quando c’è qualcosa che le piace. E’il suo unico modo di comunicare.
Allora io scherzosamente le faccio un grattino sulla nuca e le sussurro all’orecchio: “Tracy ti piace? Sorridi se ti piace!” – Lei lo fa ed è così dolce che ti innamori di lei un un attimo.
Le tolgo la saliva col suo bavaglino e continuo a tenerle la mano per il resto della giornata.
La mattina successiva la vado a trovare di nuovo. Non riesco ad andarmene.
Lo devo ammettere, i giorni passati con lei sono stati i più improduttivi della mia vita: nessun articolo scritto, nessuna canzone composta, nessuna riunione tenuta, nessun libro letto, nessuna attività pianificata…
Tutto ciò che ho fatto è stato stringere la sua mano, e permettere di essere amato con un sorriso. Ma che pace che ho provato! E ho capito il perché: sono stato profondamente trasformato dal potere di questa ragazza – quella che non poteva muovere nemmeno un dito…
Tracy ha addestrato il mio spirito ad amare bene. Mi ha addestrato ad amare una persona, un volto, un cuore alla volta.
E mi ha addestrato a trovare l’amore nel più insospettabile dei posti. Persino la sua memoria mi parla, chiedendomi di rallentare se voglio veramente amare.
Me l’immagino, e lei sorride.
Tracy mi dice continuamente che ho sempre una scelta. Posso rendere la vita bellissima.
(Da uno scritto di Bo Sanchez, insegnante di Manila, tradotto da “Magnificat, September 2015, Vol 178, N. 7)
D’altro canto, non ci aveva già pensato Gesù a capovolgere tutto?
“Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande” (Luca 9,48)
L’obbligo alla rapidità pervade la nostra vita sin dall’infanzia e l’informatica ha spinto la velocità a livelli irraggiungibili. Si pensi che i tempi dei computer si misurano in nanosecondi, mentre il sistema nervoso è un milione di volte più lento.
Oggi tutti e tutto pretendono risposte rapide: i ragazzi si mandano centinaia di messaggi brevissimi cui rispondere subito, che frammentano il tempo, così come sul lavoro le mail, le interruzioni, il fare contemporaneamente più cose; in strada ogni esitazione è punita con strombetii e insulti, gli esami sono a botte di crocette…e tutto questo fa male al cervello.
Le risposte rapide infatti dovrebbero essere per il nostro cervello solo quelle di sopravvivenza, di emergenza, che richiedono non di pensare ma di agire subito, usando il cervello come fosse limitato e primitivo.
Oggi, oltre alla velocità diffusa, le troppe informazioni inducono a usare il cervello primitivo invece di quello evoluto: occorrerebbe troppo tempo prima di qualunque decisione, se dovessimo vagliare le informazioni per sceglierne una, che è il procedimento dei nostri neuroni prima di una scelta.
Così mettiamo il pilota automatico, e prendiamo di botto e in modo irrazionale infinite decisioni quotidiane, senza il modo e il tempo per pensare.
Siamo sottoposti a uno stress collettivo che intossica i cervelli uniformandoli e impedisce di elaborare associazioni e riflessioni personali.
Ma è dalla riflessione personale che deriva la capacità di comandare l’impulso e di decidere, guardando a un obiettivo anche lontano. Bloccarla significa bloccare l’intelligenza.
La fretta gioca a favore del consumo: vedere, desiderare, comprare. Stufarsi, desiderare ancora, comprare ancora.
La fretta gioca a favore della globalizzazione e dell’uniformazione, che permette il successo dei prodotti in serie, delle catene di edifici tutti uguali, delle poche parole in uso da tutti che comunicano solo realtà senza sfumature.
La fretta gioca a favore dei politicanti, eletti sulla base di suggestioni superficiali: vince l’ultimo che impressiona, perde l’ultimo su cui si sparano critiche.
Documentarsi, verificare, approfondire è andare controcorrente.
La fretta di tutti omologa e sfinisce, proprio perché fisiologicamente malsana.
[Fonte: Frate Indovino di Agosto 2015, Rubrica Costume e Società. Titolo originale: La fretta è sempre una cattiva maestra.]
Una possibile soluzione a questa corsa continua dietro al nulla, che alla fine ci sfianca?
La propone un blog amico: BERESHIT-AMEN.In questo postparla dell’indice interiore di decibel. Cliccate, leggete e poi ditemi se non ha ragione…
Il minimalismo richiede lavoro e sforzo. Consiste nell’esercizio di non dire si a troppe cose in modo da concentrarsi nel dire si alle cose importanti. E’ anche risaputo che il minimalismo faccia bene sia al corpo che allo spirito.
La Quaresima è il tempo del minimalismo, sia dentro che fuori. Siamo invitati a visitare il deserto, come Gesù, e a dire no al troppo cibo, al troppo rumore, ai troppi accessori, alle troppe festività, alle troppe cose, alle troppe attività, ecc.
Sbarazzarsi di cose, acquistarne di meno, farne di meno, andare in meno posti: tutto questo comporta uno stabilire le priorità e farlo con impegno. E’ più facile lasciare che le cose si accumulino, restare disorganizzati, accettare ogni invito e impegno. E’ più facile a breve termine ma, nel lungo termine è più sano avere delle priorità, e a rimanere con quello che è davvero importante per te. Darsi delle priorità è una componente cruciale della felicità.
Vivere semplicemente, piuttosto che dire di si a tutto, rende più facile fare delle scelte. Uno dei problemi che abbiamo oggi è quello di avere troppa informazione, troppo intrattenimento, troppi stimoli, troppe opzioni, troppi negozi di alimentari, troppe risorse online.
Se impariamo a limitare noi stessi e le infinite opzioni che abbiamo, farà bene alla semplicità, alla sanità e al successo nella vita. Se hai pochi vestiti nell’armadio ma tutti funzionali e buoni, ti servirà meno tempo per sceglierne uno da indossare e ne avrai di più per fare ciò che è importante.
Se limiti il numero di gruppi e blog di cucina che segui, avrai più tempo per diventare davvero brava a realizzare quelle poche ricette scritte a mano nel tuo quaderno delle ricette. Se rassetti la tua casa meno spesso, forse ti renderai conto della gran quantità di cose che hai, e di quanto tempo ci voglia per pulirle tutte, e di come potresti usarlo meglio per buttare via quelle che non usi.
Viviamo in un’epoca in cui acquistare cose è diventato veloce e facile, e consumarle è ancora più facile e veloce.
Sto rileggendo il libro “La casa nella Prateria” (“The Little House” in inglese, la piccola casa) e parte del suo fascino era proprio in quella piccola casa. Avevano così poche cose e così poche priorità (sopravvivenza, famiglia, ecc.) che la loro vita era davvero concentrata e intensa. Il loro tempo era impiegato in cose davvero essenziali per loro e non negli innumerevoli hobby o decorazioni o nel corso che fa più tendenza.
Anche la Chiesa ci invita a un minimalismo interiore in questa stagione, strappar via tutto quello che ci distoglie dalla priorità delle priorità, l’unica via per tornare alla casa di nostro Padre, l’unico vero obiettivo di santità qui sulla Terra. Siamo invitati a digiunare dalle cose che consideriamo essenziali come il cibo, per renderci conto che possiamo essere più minimalisti di così.
Siamo invitati a concentrarci sulla grande immagine della storia della salvezza e a rimuovere il nostro disperato bisogno di aqcuistare cose, fare cose e, in generale, distoglierci dalla nostra debole condizione di polvere.
(video realizzato da Federica Catta del progetto The Wall del gruppo RapGesuCristico)
Renderesti la tua vita caotica?
Ti faresti prendere dalla frenesia di mille altre distrazioni facendo di tutto fuorché FERMARTI e ASPETTARE?
Ogni anno abbiamo l’opportunità di far entrare nella nostra vita un cambiamento radicale ma il più delle volte la perdiamo presi dall’ansia di preparare tante cose… tante cose… Ma la cosa più importante, il nostro cuore, questo è il senso dell’Avvento, FERMARSI, per preparare il nostro cuore ad accogliere Gesù nella nostra vita, più pienamente di prima.
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