FERMENTI CATTOLICI VIVI

"Andate controcorrente. Di quanti messaggi, soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici!" Benedetto XVI

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Posts Tagged ‘resurrezione’

«Eppure il Signore risorgerà – anche senza il nostro contributo – e vincerà la morte, nonostante noi si resti a casa.»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 22/03/2020

«Non saremo convocati per lo straordinario più entusiasmante dell’anno pastorale, quello che prevede il superlativo assoluto del lavoro comunitario: stesura dei testi, composizione dei libretti, prove dei canti… allestimento dell’altare della Reposizione (perché quello della nostra comunità deve essere sempre il più bello del mondo…).

Nessuna Marta si lamenterá del da farsi: questa sarà la Pasqua in cui Maria, senza dover  ascoltare i cari rimbrotti della laboriosa sorella, resterà seduta, in silenzio, ai piedi di Gesù, per ascoltarlo… Ma cosa sarà dei giorni in cui il Signore non sarà con noi? Ai piedi di chi potremo sederci? “…Et inclinato capite emisit spiritum…”.

Lo ascolteremo per la prima volta la Domenica delle Palme e proveremo la solita stretta al cuore, quella di sempre, quella che nessuna santa proiezione alla Pasqua di Resurrezione sa limitare quanto all’effetto. Ma non avremo intorno la comunità, né la responsabilità logistica e (comunitariamente) spirituale della Settimana Santa… saremo noi, soli, e l’ “emisit spiritum”.

Non festeggeremo in parrocchia celebrando insieme “In coena Domini” e non porteremo Gesù  vivo e vero alla Reposizione. Non veglieremo con Lui, lì esposto per essere adorato, e non accorderemo le nostre chitarre perché la gioia di quel momento resti nel cuore tutto l’anno……non ci stringeremo ai fratelli di comunità celebrando “In Passione”.

E comincerà il tempo più difficile. Forse vedremo la penombra del Getsemani, proveremo la solitudine, avremo timore dei ferri delle armi e ci sentiremo soli, come non mai, proprio in quel momento. E quando il Re si sarà addormentato e farà freddo in ogni cuore del mondo, non avremo i riferimenti di sempre, le coordinate stabili e sicure dei cattolici praticanti nel Triduo Pasquale…

Non prepareremo il rito del Lucernario, né sceglieremo, per il solito zelo, la forma lunga della Liturgia della Parola. Non intoneremo, festosi, il Gloria al suono delle “nostre” campane e, soprattutto, neanche la Notte di Pasqua, quella “In Resurrectione Domini”, riceveremo, fisicamente, nelle Specie, l’Eucarestia… Eppure il Signore risorgerà – anche senza il nostro contributo – e vincerà la morte, nonostante noi si resti a casa.

La luce spezzerà ancora le tenebre… Prepariamoci allo stupore dei figli di Dio, perché il sepolcro vuoto che scopriremo sarà nel nostro cuore! Non temiamo una Pasqua minore… la Pasqua non può esserlo di per sé! Avremo la grazia dell’assoluta intimità  spirituale, come non l’avremo mai vissuta prima, obbedendo alle disposizioni che non discuteremo, non vivremo come privazione, ma come opportunità. 

Ciò che rimane del tempo di questa  Quaresima, vissuta con strana intensità, segnata da una prova alla quale nessuno poteva essere preparato, sia occasione di silenzio e riflessione, per imparare davvero a fidarsi di Dio. Consegneremo nelle Sue mani ogni dubbio, ogni timore, ogni fragilità, perché ogni cosa si faccia nuova, anche in ciò che non comprendiamo. Ora, più che mai, accettiamo l’invito a farci amare infinitamente: non ci viene chiesto di capire, ma di credere.»

(Meditazione sul triduo pasquale dell’amica Loredana Corrao, pubblicata col gentile permesso dell’autrice)

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Uscire dall’illusione dell’autosufficienza

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 14/06/2019

«Convertirsi a Cristo, credere al Vangelo, significa in fondo proprio questo: uscire dall’illusione dell’autosufficienza per scoprire e accettare la propria indigenza – indigenza degli altri e di Dio, esigenza del suo perdono e della sua amicizia.

Si capisce allora come la fede sia tutt’altro che un fatto naturale, comodo, ovvio: occorre umiltà per accettare di aver bisogno che un Altro mi liberi del “mio”, per darmi gratuitamente il “suo”.

Grazie all’azione di Cristo, noi possiamo entrare nella giustizia “più grande”, che è quella dell’amore, la giustizia di chi si sente in ogni caso sempre più debitore che creditore, perché ha ricevuto più di quanto si possa aspettare.»

Benedetto XVI

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Messaggio della Regina della Pace del 25 Aprile 2019

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 26/04/2019

«Cari figli!

Questo è tempo di grazia, tempo di misericordia per ciascuno di voi.

Figlioli, non permettete che il vento dell’odio e dell’inquietudine regni in voi e attorno a voi.

Voi, figlioli, siete invitati ad essere amore e preghiera. Il diavolo vuole l’inquietudine e il disordine ma voi, figlioli, siate la gioia di Gesù Risorto il quale è morto e risorto per ciascuno di voi.

Lui ha vinto la morte per donarvi la vita, la vita eterna.

Perciò, figlioli, testimoniate e siate fieri di essere risorti in Lui.

Grazie per aver risposto alla mia chiamata.»

(Fonte: Steve Shawl)

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Un’energia di 34.000.000.000.000.000.000.000 di Watt!

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 11/04/2018

Da uno studio scientifico dell’ENEA (l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile), sono emerse delle informazioni sorprendenti sulla Sacra Sindone.

Chi volesse leggere il rapporto tecnico integrale dal sito dell’ENEA, può cliccare QUI.

In sintesi, ciò cha la ricerca ha scoperto è che ci vorrebbero 34 mila miliardi di watt per ottenere un’immagine come quella della sindone su un telo di lino.

Per farsi un’idea, i più potenti laser oggi disponibili al mondo sono decine di migliaia di volte meno potenti e si tratta di un’energia paragonabile a quella prodotta attualmente in un giorno da tutto il mondo, concentrata in pochi secondi e sulla superficie di un telo.


Siamo in tempo di Pasqua, tempo in cui noi strani-cattolici-caparbi-che-ci-credono-davvero, celebriamo la resurrezione di Cristo.

Le prove non servono per chi crede e non bastano a chi non crede, ma risultati del genere, incredibilmente interessanti, non possono non interrogare chi non crede e non rafforzare chi ha fede nell’evento più rivoluzionario della storia dell’umanità.

Un’energia immensa alla fonte della resurrezione… Pensate all’immensità dell’Amore che sta alla fonte di tutto questo evento…

 

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Non aspettiamo gli ultimi quattro minuti…

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 28/11/2017

«Quando l’Inghilterra decise di costruire un enorme radar, che consente di conoscere con quattro minuti di anticipo l’arrivo di un missile balistico intercontinentale, venne indetta un’inchiesta presso i lettori dei giornali Dailiy Express e Star, sulla domanda: Come impieghereste i vostri ultimi quattro minuti di vita? Ecco alcune risposte:

“Trascorrerei i miei ultimi quattro minuti odiando tutto e tutti. Non avrei più alcuna ragione, infatti, per nutrire amore per l’umanità”.

C’è chi ha dichiarato candidamente: “Berrei l’ultima tazza di the”. E chi: “Prenderei il mio cane e mi metterei a giocare con lui in giardino”.

Una signorina sentimentale: “Danzerei per ricordare il giorno più bello della mia vita, quando debuttai in un balletto.”

Un buon padre di famiglia: “Se mi trovassi fuori cercherei di rientrare in casa per trascorrere gli ultimi quattro minuti insieme a mia moglie e ai miei bambini”.

Buona parte dei cittadini britannici ha dichiarato: “Mi inginocchierei e pregherei Dio”.» (Tratto dalla rivista “Papa Giovanni”, n. 15, Ottobre 1990)

«Non si vive che una sola volta, e com’è grande il numero di quelli che al mondo non vivono neppure una volta!» (Ruckert).

«L’uso migliore della vita è di spenderla per qualcosa che duri più della vita stessa.» (William James).

Non aspettiamo gli ultimi quattro minuti per inginocchiarci, pregare Dio, e trasformare la nostra vita – liberi da ogni paura – in qualcosa di meraviglioso.

Pensare alla morte non significa essere pessimisti e tetri ma significa prepararsi, dando alla nostra esistenza terrena quell’orientamento, quel senso e quel criterio che sviluppi e perfezioni quella vita divina di cui siamo già partecipi e che diverrà vita di gloria-senza-fine quando abbandoneremo la condizione di vita mortale.

E la gioia vera arriverà come balsamo, sin da questa, di vita…

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Nella mia vita Gesù, il risorto è…

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 15/04/2017


«La Pasqua frantumi le nostre paure e ci faccia vedere le tristezze, le malattie, i soprusi, e perfino la morte, dal versante giusto: quello del «Terzo Giorno». (Don Tonino Bello)

Ho chiesto ad alcuni amici e amiche che si impegnano ogni giorno a vivere la vita dal giusto versante del “terzo giorno”, di completare la frase: Nella mia vita Gesù, il risorto è…

Tra i mille messaggi di auguri che mandiamo e riceviamo in questo periodo, ho ricevuto queste perle preziose, vere, personali, che vorrei condividere con voi.

Nella mia vita Gesù, il risorto è…

«La sicurezza che tutto ha un senso, anche nei momenti bui, anche quando mi vedo troppo piccola per essere parte di questo Mistero grande» (Manuela)

«Consolazione è speranza, certezza del Paradiso.» (Lea)

«Il Risorto è Colui che dà un senso a questa vita, che ci fa capire che cos’è l’amore e come l’amore sia l’unica cosa per la quale valga veramente la pena vivere.» (Daniela)

«Per me è Dio che non si limita a guardare le nostre sofferenze dalla sua infinita lontananza ma Dio che le ha affrontare fino alla fine per liberarcene.» (Alessandro)

«Colui che dà senso alla mia vita aldilà dei miei fallimenti, che mi fa gioire pienamente anche nelle afflizioni poiché vincendo la morte sconfigge tutti i miei problemi.» (Cristina)

«E’ Dio che mi apre le porte alla vita eterna, Gesù è Dio Amore che ha spezzato le mie catene e non mi ha abbandonata nel buio della morte. E’ la luce!.» (Silvia)

Nella mia vita Gesù, il risorto è…

E nella tua?

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«(…) Andare davanti allo specchio e dire – quanto sono bella – potessi fare pure schifo. Perché? Mo ve lo spiego io!»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 01/03/2017

Giastin, sorriso di Dio. L’amiotrofia spinale di cui è stata affetta dalla nascita non le ha impedito di sorridere ogni giorno alla vita e al Cielo, insieme con sua sorella Rosaria (già in Cielo al momento dell’interista) e a suo fratello Cosimo, affetti dalla sua stessa malattia.

I loro genitori sono stati conquistati dal loro entusiasmo per la vita, ancora oggi felici di aver ospitato in casa tre angeli, che non hanno mai messo piede a terra, perché li avevano già messi in Cielo!

«Per iniziare una buona giornata bisogna addormentarsi prima col sorriso, poi svegliarsi la mattina, andare davanti allo specchio e dire – quanto sono bella – potessi fare pure schifo, quanto sono bella. Perché? Mo ve lo spiego io.

Nella creazione si dice che Dio ci ha creati a sua immagine, allora io penso questo, se noi diciamo che siamo brutti, offendiamo Dio che ci ha fatti a sua immagine.»

Al suo funerale (circa quattro anni dopo questa intervista) preparato da Giastin come il giornod ella sua festa più bella, in cui si sarebbe realizzato il suo desiderio più grande, quello di mettere ali per volare in Cielo, c’è stato un uomo che, sconvolto, ha visto in chiesa al momento dell’offertorio, degli angeli prendere il corpo di Giastin, consegnarlo a Maria e Maria a Gesù e Gesù lanciarla poi in alto e consegnarla al Padre.

Quando la mamma seppe di questa visione, qualche giorno dopo, impallidì: era la storia che lei si era inventata per mettere a letto i suoi figli e consolarli quando le chiedevano come sarebbe stato il giorno della loro “partenza al Cielo”.


Qui, mamma Carolina racconta e testimonia la gioia che ha ricevuto dai suoi tre angeli: Rosaria, Giastin e Cosimo.

«Dovrebbe essere il contrario, un genitore che porta i figli a Dio. Ma sono stati loro a portarmi a Dio.»

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“Sara mi cantava: nascerà, nascerà”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 04/02/2017

In un post di qualche anno fa raccontavo l’incredibile morte di Sara Mariucci, tre anni e mezzo, morta folgorata da una scossa elettrica in una giostra, il 5 Agosto 2006.

Nel video la mamma raccontava di come, il luogo dove ritrovasse la figlia, fosse solo la santa Messa, l’unico luogo di vera comunione con lei e con tutti gli abitanti del cielo.

La tragedia. Il 5 agosto 2006 in uno stabilimento balneare di Villapiana, in Calabria, la piccola moriva, folgorata da una scarica elettrica. La sera prima di salire in cielo Sara aveva raccontato alla madre Anna dell’esistenza di un’altra mamma ancora più buona, mamma Morena, e del desiderio di ricongiungersi con lei. Dopo la morte della bimba, la famiglia ha saputo che proprio il 5 agosto in Bolivia a Copacabana c’è un grande santuario dove si festeggia la Madonna Morena.

Nel ricordino della bimba c’è riportata la conversazione con la madre la sera del 4 agosto: “Quando ero piccola piccola, ero in posto lontano, lontano, meraviglioso, su una nuvoletta”.

mamma_morena_01Con chi eri?

“Con Mamma Morena”.

E chi è Mamma Morena?

“L’altra mia mamma”.

Ma com’è questa Mamma Morena?

“E’ buonissima”.

Più buona di Mamma Anna?

“Sì”.

Davvero, sei sicura?

“Sì”.

E di che colore ha i capelli? E gli occhi?

“Castani come i miei”.

Ma lasceresti mamma Anna per andare da Mamma Morena? Mi ha risposto:

“Sì”.

Da allora si sono ripetuti tanti fatti inspiegabili.

Dal cimitero di Gubbio per volonta’ del vescovo Ceccobelli la salma di Sara Mariucci, dal cimitero comunale è stata trasportata nella Chiesa di San Martino in Colle. Una folla incredibile, con gente proveniente da tutta Italia e anche dall’estero, visita questa tomba sotto il controllo di padre Francesco Ferrari, il parroco, incaricato anni fa dal vescovo di raccogliere tutte le testimonianze sui “fatti strani”, tra cui guarigioni miracolose, verificatisi dopo la morte della piccola Mariucci.

mamma_morena_02La cappella dedicata alla Madonna Morena, realizzata nella sacrestia, e dove l’artista eugubino Luca Grilli ha scolpito un bellissimo sarcofago di pietra dove riposerà Sara.

Infine l’ultimo fatto strano, che è stato rivelato da Palmiro, il nonno di Sara: “Qualche settimana dopo la morte di mia nipote, eravamo alla fine di agosto, mi sono accorto che nel mio uliveto era nato uno strano fiore di colore bianco. Di una specie rara, mai visto prima. L’ho fatto analizzare all’istituto di botanica dell’università di Perugia: è risultato che era uno stramonio, fiore originaro del Sudamerica, molto comune in Bolivia dove si venera la Madonna Morena, la mamma ritenuta più buona di tutte dalla nostra Sara. Da quel giorno ogni anno il fiore bianco di Sara ritorna puntuale a fiorire in agosto”.

Tanti sono i “fatti strani” accaduti, come quello di Luana Cavazza, la donna di Latina che sostiene di essere guarita di tumore dopo aver pregato sulla tomba della piccola Sara Mariucci nel cimitero di San Martino in Colle, ha portato la sua testimonianza a “La vita in diretta” su Rai Uno. Il “caso” relativo alla guarigione dal cancro al midollo spinale della casalinga di Latina che – come hanno scritto in maniera inequivocabile i medici dopo che la risonanza magnetica che ha dato risposta negativa – non trova una spiegazione scientifica.

I “fatti strani”, intanto, gli episodi inspiegabili, quelli che alcuni chiamano “miracoli” e che altri invece etichettano come “coincidenze”, continuano a riemergere, dopo essere stati coperti per anni da una cortina di silenzio e di riservatezza voluta dalla famiglia Mariucci proprio per non correre il rischio di spettacolarizzare quel dolore così atroce.

Ecco allora che padre Francesco venerdì mattina ha rivelato due fatti molto simili, accaduti uno a Gubbio e l’altro a Padova. Entrambi vedono protagoniste due mamme malate e in stato interessante. A una donna di Gubbio con una grave malattia ai reni e costretta ad assumere farmaci molto forti, era stato quasi ordinato di effettuare l’aborto terapeutico.

La donna però non ha voluto rinunciare alla sua maternità e si è opposta fino al momento in cui ha rivelato: “Nessun aborto, ho avvertito dietro di me la presenza della piccola Sara che cantava: nascerà, nascerà”. E così ha portato a termine la gravidanza dando alla luce una bellissima bambina, sana e piena di voglia di vivere.

Fatto analogo per una coppia padovana. In questo caso la mamma era afflitta da un tumore che la stava uccidendo. Per curarsi avrebbe dovuto sottoporsi a cure con tutta probabilità fatali per il bimbo che aveva in grembo, per cui i medici l’hanno esortata a praticare l’aborto. Ma anche a lei, in un momento di profondo dolore, è accaduto di avvertire una presenza strana e più tardi dirà: “Sara mi cantava: nascerà, nascerà”. E anche in questo caso la gravidanza è giunta al termine nel modo più bello.

(Fonte di gran parte del post: http://www.lalucedimaria.it/)

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Buona Pasqua!

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 24/03/2016

Snoopy

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Nonno, mi spieghi la Vita con la “V” maiuscola?

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 19/01/2015

(Dalla rubrica “La fede raccontata ai ragazzi” del periodico “Credere”)

Resurrezione 01Nonno ma se Gesù è risuscitato, poi è morto una seconda volta?

Domanda intelligentissima! Nei Vangeli vediamo come Gesù abbia risuscitato dalla morte il suo carissimo amico Lazzaro. Lazzaro è ritornato alla vita, in questa vita, per qualche anno; poi però è dovuto morire di nuovo. La risurrezione invece è l’ingresso in un’altra vita, in una nuova forma di vita. Potremmo dire che Lazzaro ritorna alla vita come noi la conosciamo, la vita con la “v” minuscola, mentre Gesù entra nella Vita con la “V” maiuscola, e noi ci entreremo insieme a lui!

Nonno, io però conosco solo questa vita qui, con la “v” minuscola, io ho paura della morte! Ho paura di separarmi dai miei genitori, da te, dai miei fratelli, dal mio corpo!

Quello che dici dimostra che la paura della morte ci accomuna tutti, che non ha età, che è “il” problema con cui tutti ci dobbiamo sempre misurare. La fede deve rispondere a questa paura, altrimenti non serve davvero a niente, perché noi con gli occhi vediamo i morti scendere nella tomba, e non volare in cielo. L’altro giorno mi hai detto che a scuola avete parlato di un argomento molto interessante, l’atomo, ricordi? L’atomo è invisibile agli occhi, però c’è. Se lo bombardiamo con altre particelle invisibili a occhio nudo, i neutroni… Ricordi cosa succede?

Si crea l’energia atomica.

Esattamente. Particelle così piccole da sembrare insignificanti, se sottoposte a questo procedimento riescono a sprigionare una tale quantità di energia da poter alimentare un’intera città, illuminando migliaia e migliaia di palazzi! Ora pensa a Gesù come a questo piccolo atomo. Gesù ha parlato e operato pubblicamente soltanto per tre anni, in un’epoca in cui non c’erano radio, Tv, internet e cinema. Non ha condotto eserciti come Alessandro Magno, non ha guidato nessuna rivoluzione come Che Guevara, non ha scritto nessun libro sacro come altri profeti e fondatori di religioni. È un uomo che ha scelto come suoi testimoni un gruppo di persone semplici, con mille difetti, come ognuno di noi. Un uomo che è stato abbandonato da tutti e alla fine è rimasto solo ad afrontare la morte, e la morte di croce, la pena più atroce e infamante che i romani riservavano ai peggiori criminali. Quest’uomo agli occhi del mondo avrebbe dovuto scomparire, essere inghiottito dalle pieghe della storia, perché sembra un fallito. Ma cosa diceva Gesù di se stesso?

Resurrezione 02Che era il Figlio di Dio.

Esatto, vero Dio e vero uomo. E infatti le cose sono andate molto diversamente! Quest’uomo, in maniera umanamente inspiegabile, ha diviso in due la storia umana, tanto che il tempo si calcola in ciò che è stato prima di lui, e in ciò che viene dopo di lui. E questo non lo si è fatto per nessun condottiero, filosofo, profeta, re o imperatore. Proprio come un piccolo atomo bombardato da neutroni, Gesù crocifisso il Venerdì santo, deposto nel sepolcro e rimasto senza vita il Sabato santo, è risuscitato dalla morte la domenica di Pasqua. Noi non abbiamo visto con gli occhi questa “esplosione nucleare”, ma i suoi effetti li possiamo sperimentare a distanza di duemila anni. L’abbiamo celebrata nel Triduo pasquale e la possiamo sperimentare ogni volta nei sacramenti. Gesù si rompe come un atomo, e la sua risurrezione travolge la nostra vita biologica, la nostra vita con la “v” minuscola”, per portarci nella Vita con la “V” maiuscola. Quando un bimbo o un adulto ricevono il Battesimo, è Gesù stesso che battezza con acqua e Spirito Santo, unendo la creatura a sé. Quando facciamo la Comunione, in gioco c’ è questa potenza che si diffonde dalla morte e dalla risurrezione di Gesù. Quando un sacerdote, o il tuo stesso papà, che è battezzato, ti dà una benedizione nel nome di Gesù, tu puoi fidarti e credere che in quel gesto c’ è la stessa potenza di Dio che agisce ancora oggi, nella tua storia e nella tua vita.

Testo di Padre Maurizio Botta, don Andrea Lonardo, Alessandro Franchi, Ufficio catechistico della Diocesi di Roma

[Fonte: “Credere, la gioia della fede”, Anno I, N. 2 Aprile 2013, pag. 58 e 59]

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