Mons. Pierino Galeone, fondatore dei Servi della Sofferenza e figlio spirituale di Padre Pio racconta la sua esperienza diretta col santo del Gargano.
Padre Pio aveva il dono di sanare gli inguaribili e di convertire i peccatori, di prorogare il tempo della morte e di conoscerne perfettamente il giorno, di sapere il luogo dove si trovavano le anime dei defunti e, addirittura, di accompagnarle egli stesso in Paradiso.
Lottava con Satana e cacciava i demoni, scrutava i cuori, scrutava gli animi e illuminava le menti più con la testimonianza che con i discorsi.
Conosceva la vita di tanti, la storia della Chiesa e dell’umanità. A molti prediceva il futuro. Seguiva i buoni e i cattivi, i vicini e i lontani, i sani e i malati.
Stava a fianco dei moribondi, come è avvenuto per mia madre, e al capezzale di innumerevoli ammalati: negli ospedali, nelle case private, nei campi di concentramento e nei luoghi più impensabili.
Padre Pio era un’istituzione di “pronto intervento”. Guidava al posto di un autista addormentato, come accadde a un amico, e liberava da grossi imbarazzi l’automobilista distratto e imprudente.
Incidenti decisamente mortali, con l’intervento del Padre, si risolvevano in scontri arcanamente pilotati e senza conseguenze.
Tante volte ero presente anch’io quando gli interessati, illesi per miracolo, venivano a ringraziare il Padre che, con tanta semplicità, raccomandava: «E figlio mio, stai un poco più attento quando viaggi!».
A un impiegato di Casa Sollievo, vivo per miracolo, disse_ «Per prenderti da sotto la macchina, porto ancora le costole rotte!»
A un acerrimo comunista convertito, che veniva sabotato e minacciato dai compagni, perché ogni settimana portava, per voto, A San Giovanni Rotondo, i suoi vecchi amici, Padre Pio, con tono severo, disse: «Riferisci a chi ti minaccia che, se non la smettono, ho il potere di far ribaltare la loro macchina, anziché la tua».
Col profumo riusciva a far avvertire la sua presenza anche ai missionari di ogni continente della terra, come mi capitò di sentire da un gruppo di missionari in arrivo e in partenza per terre lontane.
«Fa tutto lui», dicevano nella veranda, davanti a padre Pio che ascoltava: «Egli ci protegge, ci conforta, ci apre le strade, ci libera dai pericoli e benedice il nostro lavoro. Senza di lui, oramai, non sapremmo vivere più».
Come i discepoli riferirono di Gesù a Giovanni, così anch’io di padre Pio alla Chiesa. Ho presentato i fatti.»
(Fonte: Mons. Pierino Galeone, Padre Pio, mio padre, San Paolo, 2005, pag. 82 e 83)
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