«Con Medjugorje Sinisa Mihajlović aveva intessuto un rapporto speciale, a partire dal giorno in cui “ci andò da solo nel 2008 quando allenava per la prima volta il Bologna”. La figlia Viktorija aveva svelato:
“mi ha detto che è stato un viaggio indimenticabile. Quando era lì piangeva senza un motivo apparente, era emozionatissimo anche se non riusciva a capirne il motivo. Mi ha detto di aver vissuto un’esperienza spirituale fortissima e per questo volevamo tornare tutti insieme”, ma l’avvento della pandemia aveva reso irrealizzabile questo desiderio.» (Fonte: ilsussidiario.net)
In questi giorni gira un messaggio attribuito al grande calciatore che ci ha lasciati venerdì 16 dicembre 2022 a soli 53 anni di età. Non sono in grado di citare la fonte precisa del messaggio, e di garantirne l’affidabilità, ma sono stato a Medjugorje abbastanza per sapere che cose del genere sono all’ordine del giorno. Per questo non fatico a credere che il grande campione abbia potuto vivere questa esperienza.
Lo condivido qui, perché contiene comunque delle verità tanto semplici quanto utili e rivoluzionarie.
«In quel posto, a Medjugorje, dalla Gospa, mi è successa una cosa che non mi era mai accaduta, non avevo mai provato. Quando sono arrivato là mi sono sentito di colpo come un bambino.
Mi sono seduto su una panchina e sarei potuto stare così all’infinito, stavo benissimo. È stato il momento più bello della mia vita, ero beato!
In quella circostanza ho pianto tre o quattro volte ma non so dire perché. Su quella panchina è come se mi fossi ripulito, come se avessi tolto una pietra dal cuore.
Da lì ho iniziato a pregare. Solo che commettevo uno sbaglio, pregavo solo quando avevo bisogno, un po’ come tutti. Sono andato un po’ in conflitto, a volte Dio mi aiutava a volte no.
Poi ho capito che bisogna pregare sempre… da prima della malattia prego due volte al giorno. Ma non bisogna dire ‘voglio, voglio…’, ma ‘grazie, grazie…’».
(Siniša Mihajlović)
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.