FERMENTI CATTOLICI VIVI

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«Solo così possono portarsi il cibo alla bocca»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 21/03/2023

In rete si trova una parabola interessante. Ognuno riporta una fonte diversa, ritengo quindi che sia passata di bocca in bocca, di tastiera a tastiera ma, indipendentemente dalla fonte, mi piace ciò che trasmette e la condivido qui.

La si dovrebbe leggere – a mio avviso – soprattutto negli ambienti di lavoro…

L’inferno e il Paradiso

Dopo una lunga vita, un credente giunse nell’aldilà e fu destinato al Paradiso. Era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter dare prima un’occhiata anche all’Inferno. Un angelo lo accontentò e lo condusse all’inferno.

Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi e pietanze succulente di golosità inimmaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt’intorno, erano smunti, pallidi e scheletriti da far pietà.

«Com’è possibile?», chiese il credente alla sua guida. «Con tutto quel favoloso e squisito cibo che hanno davanti!» – «Vedi» – rispose l’angelo – «Quando arrivano qui, come prima cosa ricevono le posate per mangiare, solo che sono lunghe più di un metro e devono essere rigorosamente impugnate all’estremità. Solo così possono portarsi il cibo alla bocca». Il credente rabbrividì.

Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppure una briciola sotto i denti. Non volle vedere altro e chiese di andare subito in Paradiso.

Qui lo attendeva una sorpresa. Il Paradiso era un salone assolutamente identico all’Inferno! Dentro l’immenso salone c’era l’infinita tavolata di gente, e un’identica sfilata di piatti deliziosi.

Non solo, ma tutti i commensali erano muniti delle stesse posate lunghe più di un metro, da impugnare all’estremità per portarsi il cibo alla bocca. C’era una sola ma sostanziale differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia.

«Ma com’è possibile?» – chiese il credente.

L’angelo sorrise.

«All’inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perché si sono sempre comportati così nella vita.

Qui al contrario, ciascuno prende il cibo con le proprie posate e subito si preoccupa di imboccare il proprio vicino!».

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Santa Scorese. Una Santa… al quadrato…

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 31/03/2014

Quello che l’ha resa eccezionale è la sua determinazione, quel puntare con tutte le sue forze alla santità

Santa_01E’ stata una ragazza straordinaria nel quotidiano, quindi straordinariamente ordinaria e ordinariamente straordinaria…

Una grande volontà di essere sempre se stessa senza compromessi…

Santa ha vissuto una vita abbastanza normale fino al liceo… Va a Bari, incontra un giovane che aveva odio verso la Chiesa… la segue, siamo nel 1988, da quel momento in poi Sara non si libererà di quel ragazzo…

L’accompagna fino al nostro paese, Sara informa il capostazione, telefona a papà, poliziotto. Pensavamo che finisse lì, da quel momento Santa non se ne libererà più…

Questa persecuzione l’accompagna durante tutto il suo cammino di crescita… Il suo animo si sta elevando in alto ma… questo ragazzo era sempre nei dintorni di casa, anche di notte… Sara ancava a Messa accompagnata in chiese diverse, era sempre scortata dalla famiglia, dagli amici, da tutta la comunità…

Santa_0215 Marzo 1991. Santa era stata a lezione, nel pomeriggio sarebbe andata in parrocchia per la catechesi di Azione Cattolica. Era il periodo incui sbaravano i primi albanesi a Bari e c’era emeregenza di carità, di assistenza. Durante la catechesi Santa ha lasciato un messaggio importante basato sulla carità fattiva. “Ha scosso gli animi”, ricorderanno il giorno dopo tutti gli amici.

Santa ha citofonato, papà si è affacciato e ha visto la scena dell’omicidio della sua bambina.

Santa non è morta in quel momento ma è stata trrasportata al policlinico di bari dove ho potuto vederla per l’ultima volta in un momento di grande, grandissima unità, quando sonoi riuscita a dirle di affidarsi all’Immacolata a cui siamo affidate entrambe. Lei mi ha fatto un cenno con gli occhioni grandi e colmi veramente di amore fino all’ultimo…

Santa muore quella notte. Naturalmente lascia il vuoto ma anche tanta spoeranz. Il Vangelo di quel giorno era quello del chicco di grano.

“In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Giovanni 12, 24)

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