FERMENTI CATTOLICI VIVI

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Posts Tagged ‘terremotati’

«Servirebbe un’agenda dei sentimenti»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 11/01/2020

«A volte mi inquieto di quanto velocemente, bombardati da mille stimoli, dimentichiamo.

Padre Gianni, missionario in Albania: «Il venerdì è sempre il mio giorno preferito. Mi ricorda come quel Cuore che ha tanto amato il mondo da dare la Sua vita per esso si dona ancora per me, nonostante me. Una preghiera per tutti voi. Stanotte siamo andati decisamente sotto lo zero ma mi è bastato pensare a quanti intorno a noi hanno dormito in case senza isolamento alcuno, dove piove dentro e dove l’unico calore è una piccola stufa a legna o ai terremotati ancora nelle tende».

Nessuno ne parla più.

Non c’è tempo di caricarsi emotivamente del dolore altrui, fermo restando che non possiamo prenderci tutto il dolore del mondo, ma forse di quello a pochi chilometri dalle nostre coste si.

Ad ogni modo la dimenticanza precede questi ragionamenti, e nel cuore muore l’empatia.

Servirebbe un’agenda dei sentimenti, strumento di lotta del guerriero dell’umanità. Primo obiettivo: non dimenticare tutto.»

[Dall’account Facebook dell’amico Pierluigi Cordova, col suo permesso]

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«Gesù è terremotato come tutti però è rimasto intatto, è un segno di speranza per noi»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 23/02/2018

Ad Arquata del Tronto, colpita pesantemente dal sisma del 2016, a distanza di più di un anno e mezzo, all’interno di una chiesa crollata, nel tabernacolo, sono state ritrovate incorrotte le ostie consacrate. Il tabernacolo è stato portato, ora, nella cattedrale di Ascoli Piceno.

Il Vescovo Mons. Giovanni D’Ercole: “Gesù è terremotato come tutti però è rimasto intatto, è un segno di speranza per noi”.

Con la stessa saggia ma accogliente prudenza del Vescovo, impariamo ad accogliere – senza miracolismi ma con cuore aperto – i segni che ci vengono dal Cielo per aumentare la nostra fede.

«Il tabernacolo apparteneva alla chiesa parrocchiale di Arquata del Tronto, distrutta dal terremoto. Quando si scavò tra le macerie, la piccola opera d’arte fu spostata in un magazzino, insieme ad altri reperti. Nei giorni scorsi è stata restituita alla diocesi. Poi, la scoperta.

Come riporta Avvenire, all’interno c’era la pisside, riversa ma non aperta. Dentro, quaranta ostie perfettamente intatte, sia nel colore che nella forma e nell’odore. Nessun batterio o muffa, come capita a tutte le ostie dopo qualche settimana. E invece quelle, ad un anno e mezzo di distanza, sembravano fatte il giorno prima. Ora le ostie tolte dalle macerie sono state portate nella Cattedrale di Ascoli.» (https://www.interris.it/)

Don Angelo Ciancotti, parroco della Cattedrale di Ascoli:

«Questo ritrovamento è una grande gioia e un messaggio per tutta la comunità. Per me è un miracolo, ma è ovvio che chi non ha fede non può credere a nulla. Ma non potrà mai dire che ci sono state manomissioni. Il Signore ha fatto tutto da sé.»

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«Mi chiedono dov’è Dio nel dolore? Balbetto rispondendo: è nel dolore.»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 30/08/2016


Mi chiedono dov’è Dio nel dolore? Balbetto rispondendo: è nel dolore. È l’uomo dei dolori.Non posso teorizzare davanti al dolore, sarebbe uno sfregio stare qui con la mano che regge una testa che pretende di essere colta e blaterare risposte in difesa di Dio, mentre c’è qualcuno che soffre. Difendo Dio facendo quello che posso fare.

Quando ho iniziato a studiare teologia, ho pensato che fosse una parola su Dio, una parola in difesa di Dio… col tempo ho imparato che su Dio abbiamo ben poco da dire, che Dio non ha bisogno delle nostre difese… ho imparato dal libro di Giobbe che chi difende Dio a spese dell’uomo offende l’uomo e Dio allo stesso tempo!…

La teologia è una parola di Dio per l’uomo. È il Dio che si fa vicino alla storia senza snaturarla, senza schiacciare la sua evoluzione, senza causare l’involuzione della volontà dell’uomo. La teologia non è la difesa di Dio, non è una teodicea che ad ogni costo vorrebbe mantenere pulite le mani di Dio. La teologia è la testimonianza del Dio che ha sporcato le sue mani, del Dio dalle mani bucate, del Dio che non spiega il dolore ma lo assume, del Dio che si manifesta non tanto all’uomo quanto nell’uomo. Nell’uomo Cristo. E in ogni uomo che imita Cristo.

Dio si manifesta nel dolore quando lo consoliamo.

Dio si manifesta nelle lacrime quando le asciughiamo.

Dio si manifesta nel male quando lo rifiutiamo.

Dio si manifesta nel bene quando lo facciamo.

Dio si manifesta nel silenzio quando parliamo.

Siamo le sue mani, siamo i suoi piedi, siamo il corpo sofferente e consolante di Cristo. Siamo il seme che muore e la primizia della risurrezione.

Dov’è Dio nel dolore? – forza, alzati, fai quello che puoi. Sei sacramento di Dio nel mondo, del Risorto che ha vinto e in te vince il dolore, il peccato e la morte.

(Robert Cheaib http://www.theologhia.com/2016/08/dove-dio.html)

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