FERMENTI CATTOLICI VIVI

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Posts Tagged ‘unità’

«Ci può essere un ideale che non passa, che nessuna bomba (virus) può far crollare?»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 12/06/2021

Le bombe della Seconda Guerra Mondiale fecero capire a Chiara Lubich quale fosse l’unico ideale che non passa.

Il virus, la pandemia, il crollo delle certezze a cui ci aggrappavamo prima del 10 marzo 2020… Siamo davanti a un bivio anche noi, soccombere o chiederci quale sia l’unico vero ideale che niente e nessuno può far crollare.

Ascoltiamo le parole di Chiara.

«Il movimento è iniziato molto semplicemente nella città di Trento, nell’Alta Italia, nel 1943.

Allora a Trento imperversava la guerra, io mi trovavo con alcune mie compagne nella città, eravamo molto giovani, ognuno di noi aveva un proprio ideale come tutte le giovani, da voler raggiungere nella vita.

Chi aveva come ideale lo studio, e questo era il caso mio, chi invece formarsi una bella famiglia, chi invece costruirsi una bella casa.

Ebbene, proprio la guerra con le sue bombe, faceva crollare un po’ tutte le cose, per cui noi non potevamo raggiungere lo scopo della nostra vita. Sembrava proprio che le circostanze ci dessero una grande lezione, ci facessero una predica e che tutto ci dicesse che tutto è vanità delle vanità, che tutto passa.

Contemporaneamente a questa visione drammatica delle cose, dentro di noi si faceva strada un’idea, che pensiamo un’ispirazione: ci può essere un ideale che non passa, che nessuna bomba può far crollare? E capimmo immediatamente che, sì, c’era un ideale. Quest’ideale era…, Dio!

Eravamo sorpresi, incantati; dicevamo: oh! L’unità, che divina bellezza! Non abbiamo parole per cosa dire, non si può spiegare, è Gesù!

Si vede, si sente, si gode con i sensi dell’anima, ma non si può dire, è ineffabile come Dio. Ci si accorge soprattutto quando manca, è come se il sole tramontasse.

E l’unità, che è la presenza di Gesù in mezzo a noi, porta il suo Spirito, lo Spirito di Cristo con tutti i suoi frutti, che sono: pace, gioia, voglia di amare, spirito di eroismo, illuminazione: fa capire, fa comprendere meglio le Scritture, interpretare meglio gli avvenimenti, è lo Spirito che guida, è lo Spirito Santo, lo Spirito di Gesù!»

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«Siamo con Te, preghiamo per Te, seguiamo Te perché leggiamo il Vangelo prima dei blog o dei giornali»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 30/08/2018

Nel ciclone e nella confusione mediatica che si stanno scatenando in questi ultimi tempi nella Chiesa e intorno al Santo Padre, aderisco con gioia all’invito di Mons. Giovanni D’Ercole perché in quanto cristiano e blogger – che legge e medita il Vangelo prima di blog, social e giornali – non avendo la presunzione di sapere dove siano torti e ragioni, affido nella preghiera a Dio questo difficile momento, stringendomi intorno al Santo Padre fiducioso nelle parole di Gesù: non prevalebunt! (Mt 16,18).

In mezzo all’overdose di informazioni che circolano, tra accuse e schieramenti, nel fermo proposito di filtrare le troppe informazioni che arrivano dalla rete, alla luce del Vangelo di ogni giorno, invito i lettori a unirsi in questo abbraccio benedicente di preghiera, la prossima domenica, 2 settembre, il Papa, in spirito di rinnovata fedeltà allo stesso.

Invito i sacerdoti, le parrocchie, le comunità monastiche e religiose, i movimenti e le associazioni ecclesiali a dedicare la domenica prossima, 2 settembre, a una speciale giornata di preghiera e di rinnovata fedeltà al Papa.

Preghiamo perché il Signore lo guidi e lo sostenga, perché la Madonna lo consoli e lo conforti”.

E con questa iniziativa, illustrata in una lettera ai fedeli che il vescovo di Ascoli Piceno, mons. Giovanni D’Ercole intende testimoniare la vicinanza della diocesi a Papa Francesco.

“La nostra diocesi – si legge nel documento – stretta al suo vescovo e ai sacerdoti, vuole dirgli: non sei solo! Non sei solo a portare questa croce! Non sei solo a lottare contro gli abusi di minori perpetrati da chierici infedeli.

Con la tua Lettera al Popolo di Dio ci hai invitato a pregare, a fare penitenza e digiuno, a collaborare tutti insieme per far sì che mai più avvengano abusi e coperture. Noi come figli che amano il loro Padre, ti diciamo di sì. Ti diciamo che puoi contare su di noi, sulla nostra preghiera”.

La parte centrale della lettera prosegue con parole di vicinanza al Papa. “Siamo con Te, preghiamo per Te, seguiamo Te perché leggiamo il Vangelo prima dei blog o dei giornali, e crediamo al Vangelo.

Tu nel marzo 2013 hai detto “sìˮ alla chiamata del Maestro che ti ha detto: “Pasci le mie pecorelle. E oggi prosegui la tua missione”.

Monsignor D’ercole, nella premessa del suo invito, scrive che proprio mentre il Santo Padre celebrava a Dublino l’Incontro internazionale delle famiglie , “qualcuno ha pensato di propagare un attacco feroce e senza precedenti al Vicario di Cristo”. “Non si era mai vista, – scrive ancora – una richiesta al Papa di dimettersi, orchestrata come una vera e propria operazione mediatica e politica, sfruttando la visibilità del viaggio in Irlanda e cercando di mettere in difficoltà il Santo Padre nel dialogo con i giornalisti sull’aereo”.

Il vescovo di Ascoli afferma di non voler entrare nel merito delle accuse rivolte a Francesco. “Prendiamo sul serio l’invito che il Papa stesso ha fatto ai giornalisti, l’appello alla loro professionalità nel leggere quel testo. Il Santo Padre ha detto così perché dalla lettura attenta del testo e delle circostanze che vi sono descritte è possibile comprendere la strumentalizzazione e l’assurdità della richiesta di dimissioni”.
(Fonte: http://www.agensir.it)

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“Non ho trovato mai che il Signore abbia incominciato un miracolo senza finirlo bene”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 22/02/2014

L’unità dei cristiani. Un’utopia? No se si piange insieme il pianto che unisce… Parola di Papa Francesco.

Tutto inizia a Santa Marta in Vaticano. Tony Palmer, vescovo pentecostale fa visita a Papa Francesco. Sono amici da anni, sebbene ‘divisi’ dall’appartenenza a due Chiese separate.

Si vedono a Santa Marta, il vescovo Palmer parla al Papa del prossimo congresso dei Pentecostali e gli chiede se può usare loro la cortesia di inviare un messaggio scritto.

La risposta del Papa è stata: “Perché non mi fai un video?”

Eccolo:

 

 

<<Dear brothers and sisters, excuse me because I speak Italian, but I am not speaking English. But I really speak no Italian, no English but HEARTFULLY.

E’ una lingua più semplice e più autentica, e questa lingua del cuore ha un linguaggio e una grammatica speciale, la grammatica semplice, due regole: ama Dio sopra tutto e ama l’altro perché è tuo fratello e tua sorella, e con queste due cose andiamo avanti.

Io sono qui con mio fratello, il Vescovo fratello John Palmer; siamo amici da anni. E lui mi ha detto del vostro convegno, del vostro raduno e con piacere vi invio un saluto, un saluto gioioso e nostalgico.

Gioioso perché a me dà gioia che voi siate riuniti per lodare Gesù Cristo l’unico Signore e pregare al Padre e ricevere lo Spirito e questo dà gioia perché si vede che il Signore lavora in tutto il mondo.

Papa Francesco 01E nostalgico perché… mah… succede come nei quartieri fra noi. Nei quartieri ci sono famiglie che si vogliono e famiglie che non si vogliono, famiglie che si uniscono e famiglie che si separano, e noi siamo un po’, mi permetto una parola, separati, separati perché i peccati ci hanno separati, i nostri peccati; i malintesi nella storia, una lunga strada di peccato… comunitario, ma chi ha la colpa? Tutti abbiamo la colpa, tutti siamo peccatori, soltanto uno è giusto, il Signore.

E io ho la nostalgia che questa separazione finisca e ci dia la comunione, la nostalgia di quell’abbraccio di cui parla la Sacra Scrittura quando i fratelli di Giuseppe affamati sono andati in Egitto per comprare per poter mangiare.

Andavano a comprare, avevano i soldi ma non potevano mangiare i soldi e, lì hanno trovato qualcosa di più del pasto, hanno trovato il fratello.

Tutti noi abbiamo dei soldi, i soldi della cultura, i soldi della nostra storia, tante ricchezze culturali e anche religiose di tradizioni diverse ma dobbiamo trovarci come fratelli e dobbiamo piangere insieme, come ha fatto Giuseppe, quel pianto che unisce, il pianto dell’amore.

fede03

Io vi parlo come fratello! E vi parlo così semplicemente, con gioia e nostalgia. Facciamo crescere la nostalgia perché questo ci spingerà a trovarci, ad abbracciarci e a lodare Gesù Cristo come unico Signore della storia.

Vi ringrazio tanto per sentirmi. Vi ringrazio tanto per lasciarmi parlare la lingua del cuore e vi chiedo anche un favore, di pregare per me perché ho bisogno delle vostre preghiere. Io prego per voi, lo farò, ma io ho bisogno delle vostre preghiere, pregare il Signore perché ci unisca tutti.

E avanti, siamo fratelli, ci diamo spiritualmente questo abbraccio e lasciamo che il Signore finisca l’opera che Lui ha incominciato, perché questo è un miracolo. Il miracolo dell’unità è incominciato.

Dice uno scrittore italiano, il Manzoni, uno famoso, dice questa frase in un romanzo, un uomo semplice del popolo dice questa frase:

“Non ho trovato mai che il Signore abbia incominciato un miracolo senza finirlo bene”.

Lui finirà bene questo miracolo dell’unità.

Vi chiedo di benedirmi e io vi benedico da fratello a fratello. Un abbraccio. Grazie.>>

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