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Ania Golędzinowska, da un mondo di droga e violenza al mondo dello spettacolo a… Medjugorje

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 09/03/2012

Sono Ania, ho ventotto anni, siamo a Medjugorje, dietro di me c’è il Monte Podbrdo dov’è la statua della regina della Pace.

Volevo dirvi due parole sul libro che ho scritto. [clicca su Buone Letture  per trovarlo]. A dire il vero temevo tantissimo il giudizio della Chiesa in quanto il libro è scritto in modo molto crudo e molto vero, invece con mio immenso stupore devo dire che sto ricevendo tantissimi pareri buoni dai sacerdoti, quindi questo mi rende molto felice.

È la storia della mia vita ma non è solo la mia vita, è la vita di tantissime altre persone, persone che si sentono sole, incomprese, abbandonate, infelici, persone che hanno un sogno ma che finiscono a credere che non meritano di sognare. È una storia che può aiutare tanti genitori ma anche far capire tantissime cose agli adolescenti di oggi. Esiste un mondo che noi molte volte non facciamo finta di non vedere; ci accorgiamo di questo mondo solo quando troviamo tracce di vomito sulle strade o di sangue, invece bisognerebbe accorgersene prima. È un mondo di ragazzi ubriachi, di droga, molti sono morti agli angoli delle strade, famiglie distrutte, omicidi, anche in famiglia, ragazzi soli dei quali nessuno si cura e sembrano fantasmi ancora prima di morire.

IO ERO UNA DI QUESTI RAGAZZI. Per me non esistevano regole, fin da piccola ero cresciuta in Polonia da sola, con la mamma assente e il papà sempre ubriaco, praticamente dei genitori che io odiavo. Il ragazzo a cui ho dato il primo bacio, dopo qualche anni ha ucciso di botte una ragazzina e l’ha gettata in un cassonetto della spazzatura. Questi erano i miei amici, questa era la mia realtà, una realtà fatta di abusi, droga, violenza, tentato suicidio, sequestro di persona, fuga in Italia, sogno di una vita migliore. E poi quello che tanto sognano, il mondo dello spettacolo, i soldi, e di nuovo la droga. Facevo quello che volevo, avevo quello che volevo, ma non ero felice; dentro ero morta.

Finché un giorno non sono arrivata qui a Medjugorje dalla Mamma celeste, e questo viaggio, il mio primo viaggio, mi ha sconvolto letteralmente la vita. Tornata a Milano non uscivo più di casa, ero in crisi, andavo in depressione: Aerei privati, ville con piscina, guardie del corpo, barche… Quella non era più la mia vita, anzi, non lo è mai stata perché io sono una ragazza semplice.

Uscendo di casa dovevo bere perché non riuscivo più a rapportarmi con le persone che avevo affianco, finché un giorno non ce l’ho più fatta. Nonostante avessi un contratto con un locale molto famoso a Porto Cervo in Sardegna, dove dovevo cominciare a lavorare il 25 Giugno, e come ben sapete, il 25 Giugno quest’anno c’è stato l’anniversario dei trent’anni delle apparizioni a Medjugorje. Quindi mi sono trovata a scegliere tra l’uno e l’altro, Medjugorje o la Sardegna, questo locale dove tanta gente sogna di andare e trovi persone del calibro di Tina Turner, Naomi Campbell, Leonardo Di Caprio e tantissimi altri.

Una mattina ho preso due borse, ho preso le poche cose che mi sono venute in mente, ho staccato il cellulare, ho staccato il computer, ho preso la macchina e in undici ore sono arrivata qui. Ho disdetto il contratto con questo locale e sono rimasta. Sono qui ancora adesso, sono passati quasi due mesi. Mi cercavano tutti, dicevano che ero pazza, che sicuramente non era stata una mia scelta, che qualcuno mi aveva fatto il lavaggio del cervello, che mi avevano portato qui con la forza. Mi sono rifugiata in una comunità mariana che mi ha accolto come la loro figlia. NON MI SONO MAI SENTITA COSI’ AMATA. Pulisco le stanze, do da mangiare alle galline, pelo le patate. Da Milano continuano ad arrivarmi le e-mail dove insistono a dirmi che io merito molto più che pelare le patate e dare da mangiare alle galline. Addirittura volevano venire a prendermi e portarmi via da qui… ma io sono felice!

Guardo la gente che passa in questo posto ogni giorno e vi assicuro che è tantissima, li guardo e dico – Beh… Allora se io sono pazza, tutti questi, anche loro sono pazzi, e se miliardi di persone al mondo, perché la pensano come me sono pazze, io voglio essere pazza. Se essere pazzi significa svegliarsi la mattina, pregare, amare il prossimo senza un tornaconto, pelare le patate, io voglio essere pazza. Prima avevo la donna delle pulizie, adesso sono io che pulisco le stanze e non sono mai stata così felice di farlo. Lo faccio col sorriso perché so che questo sacrificio lo offro al Signore.

Ho trovato nuovi amici, tantissime persone che mi vogliono bene così come sono, senza dovermi per forza travestire da quello che non sono. Ora ho dato la disdetta definita della mia casa a Milano, ho messo in vendita la macchina e ho deciso di vivere qua a Medjugorje. Ho conosciuto qui tantissime famiglie numerose e unite, unite, unite. È una parola che ormai non si usa spesso; non credevo che ci fossero ancora delle famiglie unite che pregano insieme ai loro bambini e sono felici.

Ho conosciuto l’amore di Dio e quando conosci l’amore di Dio nient’altro al mondo ti può dare questa felicità e serenità che io ho adesso dentro.

Nella vita tante volte ci troviamo davanti a un bivio, ci sono due strade; una è molto larga, molto bella, piena di fiori, gente che balla e che non si preoccupa di niente. Proseguendo pian piano in avanti per questa strada, non si accorgono che alla fine c’è un grande precipizio e purtroppo cadono tutti giù da questo precipizio, nelle tenebre.

Poi c’è un sentiero, un sentiero molto piccolo pieno di sassi, dove la gente è triste, stanca, con le lacrime agli occhi, piena di dolori, la gente che cade ma poi si rialza subito e continua a camminare. Alla fine di questo sentiero c’è un grande giardino. Passata la soglia di questo giardino si trovano in un posto bellissimo, in un posto dove tutti i dolori passano e l’unica cosa che conta è l’amore.

Ecco, io ho preso questo sentiero. La fatica di lavorare come la maggior parte della gente, non mi fa paura. Qualcuno che mi conosce, dopo avermi rivisto mi chiede – di che droga di fai? – Perché non riesce a spiegarsi la mia felicità negli occhi e in faccia. Ecco, l’unica mia droga è la preghiera, è l’amore di Dio. Tutto qui. Spero che anche voi un giorno possiate provare questa bellissima sensazione che provo in me, possiate provare l’amore di Dio e la sua grande misericordia perché davvero non ci sono parole per spiegarlo. Due anni fa mi aveva colpito la luce negli occhi di una ragazza che rilasciava la sua testimonianza qui a Medjugorje e anche di tante altre persone che hanno conosciuto l’amore di Dio, e li invidiavo, li invidiavo tantissimo perché era una luce che non avevo mai visto in tutta la mia vita, e anche io la volevo.

Ho chiesto alla Madre Superiora come facevo a spiegare la felicità e il cambiamento che ho dentro, che ho vissuto e lei mi ha risposto – Ania, non devi spiegare niente, basta che ti guardino in faccia, la tua faccia parla da sola. – Non so se sia vero o meno, ma a Medjugorje il miracolo non è solo vedere la madonna, il miracolo è già cominciato quando siete usciti da casa vostra per venire qua, poi ci pensa la Madre celeste a gettare dei semi in ognuno di voi, che pian piano cresceranno.

La Madonna ha detto – Il mio popolo vivrà in oasi della Pace – io sono già qui, vi aspetto a Medjugorje e che Dio vi benedica. Ciao.

(Fonte: http://www.youtube.com/watch?v=8pShxct3xDU)

4 Risposte a “Ania Golędzinowska, da un mondo di droga e violenza al mondo dello spettacolo a… Medjugorje”

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