La storia di Ève Lavalliere l’attrice di successo della belle époque che trovò senso solo in Dio.
La vita di Ève Lavalliere è divisa in tre parti: la sua gioventù difficile, la sua vita da attrice di successo e la sua vita religiosa.
Ève nasce a Tolone, col nome di Eugenia Fenoglio, da genitori di origine italiana. Studia in una scuola privata, ma il 16 marzo 1884 Ève assiste a una violenta lite dei genitori, conclusasi tragicamente con l’uccisione della madre ed il suicidio del padre.
Dopo questa tragedia, viene accolta dapprima da una zia, poi in un collegio e successivamente frequenta a Parigi una scuola di danza, canto e recitazione.
Attrice di successo
Nel 1892 viene presentata a Eugène Bertrand il direttore del Théâtre des Variétés, che la ingaggia per i primi spettacoli.
Esordisce ne La Belle Hélène di Jacques Offenbach, e all’età di venticinque anni assume il nome d’arte di Ève Lavallière.
Ève ha una bella voce, è molto bella, e in breve tempo diviene una famosa attrice teatrale della “belle époque” esibendosi nei “café chantant” a Montparnasse e nei migliori teatri parigini, fino al 1917.
Tra le più acclamate interpreti di operette e di commedie leggere, idolo di tutte le classi sociali, viene acclamata dalla gente comune come da ricchi borghesi, nobili e re.
La grande attrice Sarah Bernhardt, arriva a dire di lei:
«Quello che fai è innato: tu crei – non copi i personaggi. Li fai nascere da dentro te stessa. È molto bello.» (Sarah Bernhardt, 1908)
Ève ha una relazione con il direttore del Théâtre des Variétés, Fernand Samuel, ma nonostante la fama, il denaro e il successo popolare, soffre di conflitti interiori, che in un primo tempo cerca di attenuare mediante la magia e lo spiritismo, che a nulla le servono se non a peggiorare il suo senso di insoddisfazione.
La vita religiosa
Nel 1917, durante la prima guerra mondiale, dopo l’ultima esibizione al Théâtre Michel di Parigi, Ève Lavallière si ammala. Si reca a Tours per un periodo di convalescenza e riposo. Lì incontra l’Abate Chasteignier di Chanceaux che le dona un libro su Maria Maddalena.
La lettura del libro fornisce a Ève una chiave di lettura nuova della sua intera vita che comincia a prendere quel senso che cercava e non era mai riuscita a trovare.
In questa vita rallentata e lontana dai riflettori, scopre la meditazione. Dopo una lotta interna e una forte esperienza della presenza di Gesù, prende la decisione di ritirarsi dal mondo dello spettacolo, di non aspirare più ai beni e alle soddisfazioni terrene e di mirare soltanto al Cielo.
Il 19 giugno 1917 si converte al cattolicesimo. Inizia una serie di fruttuosi pellegrinaggi a Lourdes dove soggiorna ripetutamente presso le Suore dell’Immacolata Concezione.
A chi le propone di tornare alla vita precedente lei risponde:
«Ora sono così felice! Ho scoperto l’amore di Dio, non sono mai stata tanto felice come dal momento in cui ho conosciuto Dio.» (Ève Lavallière, 1918)
«Una sola cosa mi rimette a posto: l’abbandono totale nell’amore. Allora dimentico tutto: il passato, il presente, gli scrupoli fuggono e io sono inondata da una gioia profonda fatta di pace e di fiducia.» (Ève Lavallière, 1922)
Il 19 settembre 1920 entra nell’Ordine francescano secolare diventando suor Marie-Eve del Sacro Cuore di Gesù,in un convento parigino, dove si occupa della portineria e della cucina, oltre che di penitenza, di preghiera, di servizio e di carità.
Dal 1921 al 1923 soggiorna frequentemente in Tunisia, per poter assistere in un lebbrosario i più poveri tra i poveri.
Negli ultimi anni suor Marie-Eve del Sacro Cuore di Gesù si ammala e muore a Thuillières il 10 luglio 1929 colma di amore e di speranza.
Tra le sue ultime parole:
«Ho sete di giungere in Cielo e vedere Gesù.» (Ève Lavallière, 1929)
Sulla sua lapide al cimitero di Thuillieres si leggono le parole di Ève Lavallière, che descrivono esaurientemente la sua conversione:
«Ho lasciato tutto per Dio. Lui è solo sufficiente per me. Tu che mi hai creato, abbi pietà di me.» (Ève Lavallière, lapide)
Giovanni Paolo II proclamerà suor Marie-Eve Serva di Dio nel 1996.
(Fonti liberamente tratte da www.wikipedia.org e http://www.preghiereperlafamiglia.it/m/_giugno/23-giugno.htm)
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