Il Cristo che tu cerchi, è sceso dalla Croce
Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 27/07/2013
Tempo fa mi ero allontanato un paio di migliaia di chilometri da casa mia, situata ai piedi delle Ande, sulla frontiera argentino-cilena. Ero andato verso il Sud, verso la Patagonia argentina, dove la solitudine, la natura feroce e il vento perenne fanno sì che uno è costretto a guardarsi dentro, nel fondo dell’anima, alla ricerca di Dio, che vede e sente così vicino da percepirne quasi il respiro.
Avevo lasciato la mia casa, la mia città, la famiglia con la disperazione nel cuore. Era appena morta la mia giovane moglie, in modo tragico, e io non potevo sopportarne la mancanza. Laggiù, dove l’oceano Atlantico muore silenzioso accarezzando la vasta prateria chiamata Pampa, fermai la mia auto alle porte di una cittadina.
Sui tetti delle case dominava il campanile di una chiesetta, molto simile ai campanili del mio paese, sulle Alpi, dove nacqui e vissi per vent’anni, sul confine italo-austriaco. Col cuore infranto e gli occhi umidi di lacrime, stanco, coperto di fango e sabbia, entrai nella chiesetta. L’interno era pulito, semplice e accogliente; soltanto due uccellini, posati su una finestra, cantavano all’unisono. Percorsi la navata; davanti all’altare maggiore c’era una croce: bella, maestosa, appesa a due catene che pendevano dal soffitto. Dondolava leggermente, mossa dal vento.
Da tre giorni e tre notti non parlavo con nessuno, ora volevo parlare col Crocifisso per raccontargli le mie pene e trovare un po’ di conforto. La croce c’era ma Cristo no: per terra c’erano i chiodi e la corona di spine, però mancava Lui, il Redentore. Non sapevo che pensare, che fare.
Ho visto allora avvicinarsi un vecchietto: era un sacerdote con le spalle incurvate dagli anni e gli occhi chiari. S’è accorto subito che non ero del posto e non ero neppure sudamericano, così come ha capito che avevo addosso tutto il dolore del mondo. Gli ho chiesto chi aveva tolto il Cristo dalla croce, chi l’aveva rubato.
«El Cristo que tu buscas se ha ido, ha bajado de la cruz…», mi ha risposto. «Il Cristo che tu cerchi, amico mio, se n’è andato, è sceso dalla croce per portare sollievo e speranza lontano da qui, nelle grandi città del mondo, dove si soffre e si muore. Cercalo negli ospedali, nelle carceri, nei manicomi, nei ricoveri per anziani. Cercalo e lo troverai in tutti i posti del mondo dove c’è dolore, fame, guerra e malattie…».
Sono uscito da quella chiesetta barcollando, scosso da singhiozzi liberatorii. Ho preso la strada del ritorno, ma non ero più disperato, e non vedevo l’ora di riabbracciare i miei figli.
(Fonte: “Michele Bortignon, Alzati e Cammina” – Le dinamiche degli esercizi spirituali ignaziani per ricostruire l’uomo nelle sue relazioni”)
Come non pensare, dopo aver letto questa storia, alla profonda meditazione di Papa Francesco nella quattordicesima stazione della Via Crucis della GMG di Rio del 26 Luglio 2013?
Eccoci, Signore Gesù, Cristo Redentore, mandaci! (cfr Is 6,8). Vogliamo essere un cuore solo e un’anima sola. Andremo in tutte le Nazioni della terra e testimoniare che abbiamo trovato il vero cammino verso la vita. Il seme della tua Parola è caduto nei nostri continenti. Non lo lasceremo
sepolto.Insegnaci a coltivare questo seme così che possano germogliare e crescere i frutti di una nuova evangelizzazione.
– Possa l’Europa dell’Est essere segnata dalla pace e dalla libertà religiosa.
– Possa l’Europa superare l’onda distruttiva della secolarizzazione attraverso il coraggioso annuncio della nostra fede.
– Possa l’Africa superare la violenza e costruire la Chiesa come famiglia e la famiglia come Chiesa.
– Possa il Nord-America essere capace di riconoscere tutte le culture che allontanano dagli insegnamenti del Vangelo.
– Possano l’America Latina e i Caraibi trovare il modo per superare la violenza e l’ingiustizia.
– Possa la minoranza cristiana in Asia rimanere presente come un seme fecondo, anche in mezzo alle persecuzioni.
– Possa l’Oceania sentire più impellente l’impegno a diffondere il Vangelo.
«E’ segno che non l’ha trovato.» « FERMENTI CATTOLICI VIVI said
[…] braccia di pietà che al mondo apristi, Sacro Signor, dall’albero fatale, piega ver noi che peccatori e tristi teco aspiriamo al secolo […]