FERMENTI CATTOLICI VIVI

"Andate controcorrente. Di quanti messaggi, soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici!" Benedetto XVI

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Archivio dell'autore

“Se sei lì mi devi aiutare!”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 20/12/2016

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“Se sei lì mi devi aiutare!”

Ecco quanto disse Sally Read a un’icona di Gesù nel 2010. Sally Read, una poetessa britannica atea, si era fermata in una chiesa a Santa Marinella, in Italia. Si sentiva provata; la figlia minore aveva problemi di salute, suo marito Fabio stava affrontando un certo stress sul lavoro.

“E’ stata un’incredibile esperienza quando questa presenza è praticamente scesa, e le mie lacrime si sono fermate, asciugate”, ha raccontato Sally a CNSNews.com. “Mi sono sentita quasi portata fisicamente, era come se qualcuno camminasse nella stanza. Riconobbi questa persona. Riconobbi di essere cristiana”.

Fino a quel punto la Read, quarantasei anni, era stata un’atea. “Sono cresciuta come un’atea; a dieci anni affermavo candidamente che la religione era l’oppio dei popoli, ero stata educata in modo da non inginocchiarmi mai di fronte a niente e a nessuno. Da ragazza potevo citare Christopher Hitchens (saggista e giornalista ateo e anticlericale, n.d.t.) e alcuni versetti della Bibbia ma solo per schernirla”.

sally_read_02Sally nasce nel 1971 nel Suffolk, in Inghilterra, da giovane lavora in un ospedale psichiatrico e diventa una poetessa acclamata dalla critica, fino a vincere l’ambito premio Eric Gregory nel 2001. Qualche anno dopo sposa Fabio, un italiano e la coppia, con la figlia Florenzia, si trasferisce a Santa Marinella, una cittadina a trenta miglia da Roma.

Intorno ai trent’anni inizia a lavorare su un libro sulla salute e la sessualità delle donne. Dovendo intervistare un ampio numero di donne, la Read contatta anche alcunue cattoliche ortodosse. Al loro rifiuto di farsi intervistare a causa della natura dell’argomento trattato, Sally incontra il prete cattolico bizantino Padre Gregory Hrynkiw per dei consigli. Padre Gregory e Sally diventano amici e il prete risponde a tutte le domance che le pone la giovane inglese.

In quel periodo Sally Read riscopre un qualcosa di nuovo nel suo libro preferito “I Capture the Castle.” “Il libro era stato scritto per ragazzi, e lo leggevo praticamente ogni anno”, dice Sally, “lo leggevo per piacere. C’è una scena in cui la protagonista Cassandra, con cui ero solita identificarmi, ha una conversazione col suo parroco. Non avevo mai colto cosa lui le dicesse, era un qualcosa sull’arte come ultimo tentativo di comunione con Dio. Mi colpì davvero molto.”

Aggiunge: “Col senno di poi posso affermare che Dio operi attraverso le cose in modo molto specifico. Non è stata una coincidenza che quel libro crescesse insieme a me”.

sally_read_03Arriva quindi il 2010 anno in cui Sally fa l’esperienza di sentire in chiesa la presenza di Cristo e comincia a interessarsi alla Chiesa Cattolica. “Ero appassionatamente innamorata di Cristo e sapevo di essere cristiana. Ora la questione era,’Dio ora cosa vuole che io faccia con tutto ciò?’. Cominciai a leggere i Vangeli, San Giovanni della Croce, San Tommaso d’Aquino, scoprendo la logica dietro l’amore.

Continuando le mie letture scoprivo questa presenza di Dio nelle chiese cattoliche. Capii che il modo migliore per essere vicino a Cristo era la Comunione“.

Nel dicembre 2012 Sally Read viene accolta nella Chiesa Cattolica in Vaticano.

La poetessa ora sta lavorando a delle novelle, affermando che la fede l’ha resa anche un’artista migliore. “Come poetessa dalla cultura per lo più secolare, ho imparato a conoscere la Chiesa come la poesia finale”, dice, “Una complessa composizione di allegoria e realtà che dà un’immagine della presenza di Dio sulla Terra”.

(Tradotto da http://www.cnsnews.com/news/article/mark-judge/acclaimed-atheist-poet-becomes-catholic-my-tears-just-dried)

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Rosemary, la suora che ricuce le borse, e le ferite delle bimbe soldato

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 19/12/2016

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Per 25 anni Joseph Kony e la sua Lord’s Resistance Army (LRA) hanno terrorizzato l’Uganda del nord. Rapivano i bambini per riempire il proprio esercito e farne degli omicidi, forzandoli a mutilare i membri delle loro stesse famiglie. Ragazzini e ragazzine venivano sottratti alle loro famiglie, ma le ragazzine soprattutto venivano ricercate dai ribelli perché oltre ad essere usate come bimbe soldato, venivano rese schiave sessuali per gli ufficiali di Koni.

Ora la guerra è finita ma decenni di questo brutale conflitto hanno segnato profondamente gli ugandesi. I bambini soldato, sono tornati alle comunità contro cui avevano commesso crimini violenti, le ragazze inoltre col ricordo costante del loro abuso, i figli dei loro rapitori. Queste ragazze, oggi giovani donne, sono spesso emarginate dalle loro comunità. Esse non solo hanno commesso crimini efferati, ma portano con sé i figli degli uomini che hanno distrutto così tante vite, comprese le loro. Molte di loro hanno perso le famiglie in guerra. Nessuna ha avuto l’opportunità di studiare. Dove potrebbero andare? Ce l’hanno un futuro?

rosemary_02[Ma c’è una donna che] sta ristabilendo la speranza nella sua nazione; Suor Rosemary, che abita presso la Scuola Vocazionale Saint Monica a Gulu, in Uganda. Lei ha vissuto nell’orrore della guerriglia di Koni e adesso lavora per guarire le ferite che lui ha inflitto alla sua gente.

Dalla sua infanzia Suor Rosemary ha appreso il valore del lavoro duro. Suo padre era un abile falegname, e sua madre le ricordava sempre che nessuno sarebbe morto per il lavoro in quel villaggio. A dieci anni va a vivere con sua sorella maggiore, col compito di occuparsi dei suoi nipoti. Sviluppa quindi la passione per la cura degli altri, che si porterà sempre dietro in tutta la sua vita.

E’ stata questa passione a portare la teenager Suor Rosemary a unirsi alle Suore del Sacro Cuore. Vedendo il loro ministero di compassione desiderava dare la propria vita per gli altri. In convento impara a fare molte cose che le torneranno utili in futuro. Studia da ostetrica ma dovrà interrompere gli studi per assistere un chirurgo. Come addetta alle suture il chirurgo le diceva spesso: “Quanto ti sto insegnando ti preparerà ad aiutare la gente in tempo di bisogno.” Le sue predizioni si sarebbero presto rivelate vere.

rosemary_03La guerra comincia quando la suora era a Gulu come coordinatrice di un piccolo gruppo di suore che vivevano nella via principale. Suor Rosemary veniva chiamata così tante volte a ricucire le ferite provocate dai ribelli.

Il conflitto cresceva così intensamente che la notte le sorelle erano costrette a rifugiarsi nel corridoio più interno e nascosto; sedevano, ascoltando gli spari e aspettando la luce del giorno. Suor Rosemary incontrava sovente i ribelli; una volta una donna arrivò perché inseguita da due di loro, la suora la nascose. Non avrebbe rivelato il suo rifugio nemmeno con una pistola puntata contro.

Il conflitto divenne così intenso che le suore dovettero lasciare Gulu. Dopo aver completato gli studi da ostetrica, i superiori chiesero alla suora di tornare a Gulu per coordinare la scuola vocazionale Saint Monica. Lì la suora dovette affrontare le sfide per cui era stata preparata durante tutta la sua vita.

Arrivata a Saint Monica, i ribelli ancora terrorizzavano la città. Non erano rimaste che trenta studentesse ma centinaia di persone cercavano rifugio lì la notte. La vocazione dell’istituto era quella di dare una formazione di qualità a persone con difficoltà economica ma stava diventando qualcosa di più.

rosemary_04Rosemary capì che queste ragazze erano state rapite e che avevano passato anni coi ribelli, perdendo ogni opportunità e senza alcuna istruzione. La suora allora ha ideato un corso pratico di taglio e cucito in cui le ragazze che non avevano avuto nemmeno un’istruzione base, avrebbero potuto imparare un mestiere aiutando se stesse e le loro famiglie. A quel corso si segnò un terzo delle ragazze.

La suora fece un annuncio alla radio offrendo quel corso a tutte le ragazze ritornate dalla prigionia. Arrivarono in centinaia. La scuola Saint Monica era di nuovo in fermento. La suora insegnava a quelle ragazze e diventare indipendenti ma soprattutto dava loro l’opportunità di guarire. Con amore, ascoltando quelle giovani donne, mostrando loro compassione, donando loro tempo per guarire, le suore alla scuola Saint Monica riportavano la speranza nelle vite di queste donne.

Adesso le suore hanno aperto un’altra scuola ad Atiak, a 90 km a nord di Gulu, entrambe le scuole sono autonome producendo uniformi scolastiche, cucina per eventi, producendo originali borse create cucendo le linguette delle lattine che adesso vendono in tutto il mondo.

Il sogno di suor Rosemary è quello di stabilire scuole del genere nel nord dell’Uganda e in Sud Sudan. Lei cuce un futuro brillante per il suo popolo e dice alle sue ragazze: “Il passato non può essere recuperato, ma c’è il futuro. La mia speranza parte adesso. Possiamo camminare, domani, nella speranza”

(Tradotto da http://www.prosforafrica.com/sewinghope)

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“Nando mi fai schifo!”, mi dissi, “ma poi ho scoperto che Dio vuole bene anche a me…”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 18/12/2016

Nando Bonini, ex chitarrista di Vasco Rossi, musicista di successo, nel 1996, durante una turnée rimane colpito dal comportamento approfittatore di alcune persone, e vi rivede se stesso.

“Nando mi fai schifo!”, si disse ma poi capì: “Ho scoperto che Dio vuole bene anche a me…”

Un anno dopo si ritrova inginocchio a urlare a Dio di liberarlo da un evento familiare drammatico che, dopo poche settimane si risolve.

Ora Nando, membro dell’Ordine Francescano Secolare è un uomo felice e gira l’Italia portando in scena i suoi concerti testimonianza.

bonini<<Una vita spericolata e poi un incontro che cambia il corso della nostra esistenza…

Questo modo di fare musica è unito al mio cammino di conversione e di fede. Adesso cerco di capire più possibile dove trovare Dio.

Ora incontro la gente in modo diverso; prima approfittavo delle persone, mi vantavo, adesso ricerco Dio e di togliere in qualche modo, col mio modo di essere, il male che ho fatto alla gente.

In Dio ho sempre creduto ma il peggio era che lo rifiutavo, gli voltavo le spalle. Ma grazie a questa “tragedia” Lui mi ha ripreso; mi sono ritrovato in ginocchio a invocare questo Dio che ho sempre rifiutato.>>

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17 Dicembre – Cinque anni di Fermenti Cattolici Vivi

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 16/12/2016

compleanno_01Sono un cercatore di interventi di Dio, e il bello è che non faccio alcuna fatica a trovarli, basta alzare le antennine per capire che sono ovunque, nel quotidiano, nelle persone che ci circondano, nella Chiesa, in un libro, un sito, una storia raccontata, un post, un banchetto in fondo alla chiesa parrocchiale.

Se vivi con occhi e orecchi attenti, saranno loro a cercarti o meglio, sarà Dio a lasciarsi trovare da chi lo cerca con animo curioso e filiale.

E così, un un sabato 2011, il 17 dicembre per la precisione, e decisi di condividere su di un blog tutte le cose interessanti ed edificanti che in qualche modo mi parlassero di Gesù.

compleanno_02Fermenti Cattolici Vivi è nato così,

Tutto qua.

E oggi sono cinque anni.

Grazie a chiunque lo legga, lo apprezzi, lo critichi con gentilezza (non sparate sul pianista…).

Non è che un blog personale di un cristiano che cerca di condividere cose che ritiene buone.

Grazie ancora, e pregate per me.

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“Non mi diede l’assoluzione ma mi disse che…”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 15/12/2016

“Un cuore nuovo… che non possiamo darci da soli…”

“E’ molto difficile salvarci da soli, ci si salva in un Corpo, si, la Chiesa, proprio quella…”

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«Antonius muribundus. Morior fame et siti. Da mihi absolutionem»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 10/12/2016

voluntari08cUna vita all’insegna del martirio, in tutte le sue forme

Beato Anton Durcovici
Vescovo di Iasi (Moldavia)
e martire († 10/12/1951)

Anton Durcovici nasce in Austria il 17 maggio 1888, figlio di padre croato e madre austriaca. La giovane madre rimasta vedova cadde nell’estrema indigenza e dovette emigrare in Romania per lavorare presso parenti agiati. Anton era uno dei suoi due figli e aveva solo sei anni quando emigrò. L’arcivescovo di Bucarest lo notò subito, invitandolo al seminario minore diocesano, dove spiccò per intelligenza e forza di volontà concludendo i suoi studi di cinque anni con un esame di maturità “nec plus ultra”.

Il presule, entusiasta di questo ragazzo fuori dal comune, lo inviò a studiare a Roma. All’età di 24 anni il giovane Anton ha già preso tre dottorati: filosofia, teologia e diritto canonico. Viene ordinato sacerdote a San Giovanni in Laterano il 24 settembre 1910 e subito dopo torna in Romania. Scoppia, però, la Prima Guerra Mondiale e come i suoi connazionali austriaci (più tardi egli diventerà cittadino romeno a tutti gli effetti), viene internato per un paio di anni in un campo di concentramento nella piena forza della sua gioventù. Il tifo che contrasse in questo posto insalubre gli lascò segni per il resto dei suoi giorni.

Nel 1924 viene nominato rettore del Seminario di Bucarest. Per diverse vicissitudini l’arcivescovo di Bucarest dovette presentare le sue dimissioni mentre calava sulla Romania la notte comunista e così mons. Durcovici si trova a dirigere il cattolicesimo della capitale da vicario generale.

Inizia dunque lo scontro che lo porterà al martirio. Nega a stilare un documento d’indipendenza di Roma e di sottomissione alle autorità civili. Alcuni (pochi, solo tre) sacerdoti corrotti lo tradiscono e lo calunniano, ma tanto basta per costruire ingiusti capi d’accusa.

Il Venerabile Pio XII (Eugenio Pacelli, 1939-1958) lo nomina vescovo di Iasi, capitale della Moldavia, il 14 aprile 1948 viene consacrato a Bucarest.

Il 1° dicembre 1948, con il varo di una legge, ebbe inizio la persecuzione che rendeva la Chiesa greco-cattolica illegale. I vescovi, uno dopo l’altro, furono incarcerati. Il governo comunista voleva creare una sola Chiesa nazionale, separata da Roma.

anton-durcovici-beato_02In questa situazione critica, il vescovo Durcovici e quello di Alba Iulia, Marton Aron, elaborano insieme un manifesto di dissenso: «La Chiesa cattolica in Romania fa parte della Chiesa romano-cattolica, a capo della quale vi è il Papa». E come risposta all’atteggiamento ateo dello Stato, Durcovici cominciò la visita pastorale in tutte le parrocchie e le consacrò al Cuore immacolato di Maria, risvegliando la fede nelle comunità.

La Securitate aveva paura a intervenire, perché temeva la reazione popolare, e in questo contesto socio-politico, il vescovo fu costretto a sopportare grandi pressioni: durante le celebrazioni, gli ufficiali della polizia politica ascoltavano con attenzione le omelie e i discorsi che poi trascrivevano per trovarvi riferimenti politici. Queste note informative contenevano decine di accuse al vescovo per incriminarlo. Ma paradossalmente, esse hanno finito per costituire una prova testimoniale della fede granitica del martire e il suo filiale attaccamento al Papa.

All’inizio del 1949, la persecuzione giunse al culmine. Il vescovo Durcovici alzò coraggiosamente la propria voce per condannare le azioni promosse dal regime contro i cattolici. Il 26 giugno dello stesso anno, venne arrestato mentre andava alla parrocchia Popeşti-Leordeni di Bucarest, per amministrare il sacramento della cresima. Dopo molte torture, maltrattamenti e offese, venne portato nella prigione del ministero degli Interni, dove restò fino al giugno 1950, quando fu trasferito nel temutissimo carcere di Jilava.

La successiva tappa della sua personale via crucis, fu quella a Sighetu Marmatiei, dove già erano stati imprigionati altri vescovi. Con loro e con i sacerdoti reclusi pregò e soffrì per la fede, incoraggiando tutti a portare la croce pazientemente e con amore per Cristo, in vista della salvezza. Quindi venne isolato e trasferito in un altro bunker, seminudo e privato del cibo necessario, con scarsissima aria e luce, fatto oggetto di insulti, di oltraggi e di maltrattamenti, fino a che fu ridotto a una larva.

E benché, mentalmente sia sempre rimasto lucido e in pieno possesso delle proprie facoltà intellettuali, dal punto di vista fisico poté resistere solo tre mesi in quella prigione.

20140432durcovici_1902sLo lasciarono morire di fame nella cella numero 13 il giorno 10 dicembre 1951.

Don Rafael Friederich, sacerdote della sua diocesi, ha testimoniato che mentre puliva i corridoi si avvicinò alla sua cella e gli disse in latino: «Ego sum Friederich». Dall’interno rispose una voce debole: «Antonius muribundus. Morior fame et siti. Da mihi absolutionem». E in quello stesso giorno il vescovo Durcovici morì.

Come era abitudine ‘discreta’ della Securitate rumena, la notizia della sua morte fu registrata all’Ufficio Centrale di Bucarest con solo alcune righe molto concise; nulla è rimasto del suo tempo trascorso in carcere, né delle sofferenze inflitte che gli procurarono la morte.

Il corpo del vescovo Durcovici fu sepolto in un posto segreto, con altre 50 personalità politiche, civili e religiose morte a Sighetul Marmatiei; dal cimitero principale della prigione di sterminio, fu distrutta ogni prova. Tutti i documenti che lo riguardavano, compreso la carta d’identità furono distrutti, gli oggetti di valore scomparsi.

Il 28 gennaio 1997, la Congregazione delle Cause dei Santi ha concesso il “nihil obstat” per iniziare la causa di beatificazione del vescovo Anton Durcovici, considerato martire della fede.

Anton Durcovici è stato beatificato a Iasi, in Romania il 17 maggio 2014. A rappresentare Papa Francesco è stato il card. Angelo Amato S.D.B., prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

Fonti principali: cristianofobia.altervista.org; orizonturiculturale.ro/it

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Supplica alla Madonna di Loreto

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 10/12/2016

madonna_loreto(Si recita a mezzogiorno del 10 Dicembre, il 25 marzo, il 15 agosto, l’8 settembre)

O Maria Loretana, Vergine gloriosa, noi ci accostiamo fiduciosi a Te: accogli la nostra umile preghiera.

L’umanità è sconvolta da gravi mali dai quali vorrebbe liberarsi da sola. Essa ha bisogno di pace, di giustizia, di verità, di amore e si illude di poter trovare queste divine realtà lontano dal Tuo Figlio.

O Madre! Tu portasti il Salvatore divino nel tuo seno purissimo e vivesti con Lui nella santa Casa che noi veneriamo su questo colle loretano, ottienici la grazia di cercare Lui e di imitare i suoi esempi che conducono alla salvezza.

Con fede e amore filiale, ci portiamo spiritualmente alla tua Casa benedetta. Per la presenza della tua Famiglia essa è la Casa santa per eccellenza alla quale vogliamo si ispirino tutte le famiglie cristiane: da Gesù ogni figlio impari l’ubbidienza e il lavoro; da Te, o Maria, ogni donna apprenda l’umiltà e lo spirito di sacrificio; da Giuseppe, che visse per Te e per Gesù, ogni uomo impari a credere in Dio e a vivere in famiglia e nella società con fedeltà e rettitudine.

Molte famiglie, o Maria, non sono un santuario dove si ama e si serve Dio; per questo ti preghiamo affinché Tu ci ottenga che ognuna imiti la tua, riconoscendo ogni giorno e amando sopra ogni cosa il tuo Figlio divino. Come un giorno, dopo anni di preghiera e di lavoro, egli uscì da questa Casa santa per far sentire la Sua Parola che è Luce e Vita, così ancora dalle sante mura che ci parlano di fede e di carità, giunga agli uomini l’eco della sua parola onnipotente che illumina e converte.

Ti preghiamo, o Maria, per il Papa, per la chiesa universale, per l’Italia e per tutti i popoli della terra, per le istituzioni ecclesiali e civili e per i sofferenti e i peccatori, affinché tutti divengano discepoli di Dio.

O Maria, in questo giorno di grazia, uniti ai devoti spiritualmente presenti a venerare la santa Casa ove fosti adombrata dallo Spirito Santo, con viva fede Ti ripetiamo le parole dell’Arcangelo Gabriele: Ave, o piena di grazia, il Signore è con Te!

Noi ti invochiamo ancora: Ave, o Maria, Madre di Gesù e Madre della Chiesa, Rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti, Aiuto dei Cristiani.

Tra le difficoltà e nelle frequenti tentazioni noi siamo in pericolo di perderci, ma guardiamo a Te e Ti ripetiamo: Ave, Porta del Cielo; Ave, Stella del Mare! Salga a Te la nostra supplica, o Maria. Essa ti dica i nostri desideri, il nostro amore a Gesù e la nostra speranza in Te, o Madre nostra. Ridiscenda la nostra preghiera sulla terra con abbondanza di grazie celesti. Amen.

– Salve, o Regina..

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Ti sembra impossibile? Chiudi gli occhi e di’ con tutta l’anima: “Gesù pensaci tu”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 22/11/2016

abbandono_01Da uno scritto ispirato di don Dolindo Ruotolo, sull’affidare e affidarsi veramente a Dio.

Gesù alle anime: Perché vi confondete agitandovi? Lasciate a me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà. Vi dico in verità che ogni atto di vero, cieco, completo abbandono in me, produce l’effetto che desiderate e risolve le situazioni spinose.

Abbandonarsi a me non significa arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi, volgendo poi a me una preghiera agitata perché io segua voi, e cambiare così l’agitazione in preghiera.

Abbandonarsi significa chiudere placidamente gli occhi dell’anima, stornare il pensiero dalla tribolazione, e rimettersi a me perché io solo vi faccia trovare, come bimbi addormentati nelle braccia materne, nell’altra riva.

Quello che vi sconvolge e vi fa un male immenso è il vostro ragionamento, il vostro pensiero, il vostro assillo ed il volere ad ogni costo provvedere voi a ciò che vi affligge.

Quante cose io opero quando l’anima, tanto nelle sue necessità spirituali quanto in quelle materiali, si volge a me, mi guarda, e dicendomi: “pensaci tu”, chiude gli occhi e riposa!

Avete poche grazie quando vi assillate per produrle, ne avete moltissime quando la preghiera è affidamento pieno a me. Voi nel dolore pregate perché io operi, ma perché io operi come voi credete… Non vi rivolgete a me, ma volete voi che io mi adatti alle vostre idee; non siete infermi che domandano al medico la cura, ma, che gliela suggeriscono.

abbandono_02Non fate così, ma pregate come vi ho insegnato nel Pater: “Sia santificato il tuo nome”, cioè sii glorificato in questa mia necessità; “venga il tuo regno”, cioè tutto concorra al tuo regno in noi e nel mondo; “sia fatta la tua volontà”, ossia PENSACI TU.

Se mi dite davvero: “sia fatta la tua volontà”, che è lo stesso che dire: “pensaci tu”, io intervengo con tutta la mia onnipotenza, e risolvo le situazioni più chiuse. Ecco, tu vedi che il malanno incalza invece di decadere? Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia: “Sia fatta la tua volontà, pensaci tu”. Ti dico che io ci penso, che intervengo come medico, e compio anche un miracolo quando occorre. Tu vedi che l’infermo peggiora? Non ti sconvolgere, ma chiudi gli occhi e di’: “Pensaci tu”. Ti dico che io ci penso.

(…) Ci penso solo quando chiudete gli occhi. Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, tutto scrutare, a tutto pensare, e vi abbandonate così alle forze umane, o peggio agli uomini, confidando nel loro intervento. E’ questo che intralcia le mie parole e le mie vedute. Oh, come io desidero da voi questo abbandono per beneficarvi, e come mi accoro nel vedervi agitati!

Satana tende proprio a questo: ad agitarvi per sottrarvi alla mia azione e gettarvi in preda delle iniziative umane. Confidate perciò in me solo, riposate in me, abbandonatevi a me in tutto.

Io faccio miracoli in proporzione del pieno abbandono in me, e del nessuno pensiero di voi; io spargo tesori di grazie quando voi siete nella piena povertà! Se avete vostre risorse, anche in poco, o, se le cercate, siete nel campo naturale, e seguite quindi il percorso naturale delle cose, che è spesso intralciato da satana. Nessun ragionatore o ponderatore ha fatto miracoli, neppure fra i Santi.

abbandono_03Opera divinamente chi si abbandona a Dio.

Quando vedi che le cose si complicano, di’ con gli occhi dell’anima chiusi: “Gesù, pensaci tu”.

E distràiti, perché la tua mente è acuta… e per te è difficile vedere il male. Confida in me spesso, distraendoti da te stesso. Fa’ così per tutte le tue necessità.

Fate così tutti, e vedrete grandi, continui e silenziosi miracoli. Ve lo giuro per il mio amore. Io ci penserò ve lo assicuro. Pregate sempre con questa disposizione di abbandono, e ne avrete grande pace e grande frutto, anche quando io vi faccio la grazia dell’immolazione di riparazione e di amore che impone la sofferenza.

Ti sembra impossibile? Chiudi gli occhi e di’ con tutta l’anima: “Gesù pensaci tu”. Non temere ci penso io. E tu benedirai il mio nome umiliandoti. Mille preghiere non valgono un atto solo di fiducioso abbandono: ricordatelo bene.

Non c’è novena più efficace di questa: O Gesù m’abbandono in Te, pensaci tu!

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“So, when will I die?”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 21/11/2016

fratello_02Questo è un vero uomo: era pronto a dare la vita per la sorella.

Il dottor Jim Clark sta lottando per tenere in vita la sua paziente Liz. La bambina di cinque anni è affetta da una malattia rara e ha bisogno di una trasfusione di sangue per sopravvivere.

La sua unica speranza è quella di ricevere una donazione da suo fratello gemello: non solo perché essendo fratelli hanno lo stesso gruppo sanguigno, ma anche perché il bambino è sopravvissuto allo stesso problema di salute che adesso affligge la piccola. Il sangue del fratello contiene degli anticorpi che possono salvare la vita di Liz.

Quando Jim ha chiesto al bambino se volesse donare il sangue per la sorella, il bimbo si è dimostrato, in un primo momento, restio. Ma, quando il medico gli ha spiegato che era l’unico modo per salvare Liz, si è convinto.

fratello_03La trasfusione ha avuto inizio. I due fratelli erano stesi l’uno vicino all’altro e il medico era sollevato di vedere il viso di Liz tornato a un colorito sano. A fine trattamento, il piccolo è diventato molto serio e ha fatto al dottore una domanda che l’uomo non potrà mai dimenticare: “So, when will I die?” – “Quindi, quando morirò?”.

Il piccolo doveva aver pensato che in seguito alla donazione del sangue, avrebbe letteralmente dato la sua vita per la sorella. Il medico lo ha subito rassicurato e ha chiarito che non era quello che stava per succedere.

Jim era ovviamente impressionato dall’amore puro e profondo che il bambino aveva dimostrato, visto questo malinteso; ha deciso quindi di rendere pubblica la storia su internet.

(Fonte: http://www.stelledivita.org/)

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Novena alla Madonna della Medaglia Miracolosa

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 18/11/2016

Oggi – 18 novembre – inizia la novena della Medaglia Miracolosa, in preparazione alla festa di Santa Caterina Labouré il prossimo 27 Novembre – per chi si vuole unire alla nostra preghiera in questi giorni, propongo una novena. E’ un po’ lunga, ma insieme, se saremo costanti, sono sicuro che ne sperimenteremo la grazia.

Qua il racconto di un fatto singolare – per me molto significativo – accadutomi qualche anno fa, legato a questa medaglia.

Miraculous_medal_01NOVENA ALLA MADONNA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA

(Parte da pregare ogni giorno)

O Vergine della Medaglia Miracolosa che sei apparsa a Santa Caterina Labouré come mediatrice del mondo e di ogni anima in particolare, con fiducia affidiamo alle tue mani e al tuo cuore le nostre suppliche. Degnati di presentarle al Tuo Divin Figlio e di esaudirle, se sono conformi alla Divina Volontà e utili alle nostre anime. E, dopo aver volto verso Dio le mani supplichevoli, abbassale su di noi e avvolgici con i raggi delle tue grazie, rischiarando le nostre menti, e purificando i nostri cuori, affinché, con il tuo aiuto, possiamo giungere un giorno alla beata eternità.

Salve Regina…

O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!

O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, mossa a pietà dalle nostre miserie, scendesti dal cielo per mostrarci quanta parte prendi alle nostre pene e quanto di adoperi per stornare da noi i castighi di Dio e impetrarci le sue grazie, muoviti a pietà della presente nostra necessità; consola la nostra afflizione e concedici la grazia che ti domandiamo.

Salve Regina

O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!

O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, quale rimedio a tanti mali spirituali che ci affliggono, ci hai portato la tua Medaglia, affinché fosse difesa delle anime, medicina dei corpi e conforto di tutti i miseri, ecco che noi la stringiamo riconoscenti sul nostro cuore e ti domandiamo per essa di esaudire la nostra preghiera.

Salve Regina

O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!

O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, tu hai promesso che grandi sarebbero state le grazie per i devoti della tua Medaglia che ti avessero invocata con la giaculatoria da te insegnata; ebbene, o Madre, ecco che noi, pieni di fiducia nella tua parola, ricorriamo a te e ti domandiamo, per la tua Immacolata Concezione, la grazia di cui abbiamo bisogno.

Salve Regina

O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a te!

Da ripetere per nove giorni consecutivi

Miraculous_medal_02Meditazioni per i nove giorni

Primo giorno: prima apparizione della Madonna

La notte tra il 18 e il 19 luglio 1830, la Madonna apparve per la prima volta a santa Caterina Labourè. Guidata dall’Angelo custode fino alla cappella del suo convento, sentì come un fruscio
di vesti di seta provenire dalla parte della tribuna, e vide la Santissima Vergine che si posava sui gradini dell’altare dal lato del Vangelo. «Ecco la Beatissima Vergine!», le disse l’Angelo. Allora, la
suora fece un salto verso la Madonna e, inginocchiandosi, appoggiò le sue mani sulle ginocchia di Maria. Fu quello il momento più dolce della sua vita.

O Beatissima Vergine, mia Madre, guardate misericordiosamente la mia anima, ottenetemi uno spirito di preghiera che mi faccia sempre ricorrere a Voi. Ottenetemi le grazie che vi domando e soprattutto ispiratemi a chiedervi quelle grazie che più volete donarmi.

Padre nostro,… / Ave Maria,… / Gloria al Padre,…

O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi.

Secondo giorno: Protezione di Maria nei tempi di sventura

«l tempi sono malvagi. Sciagure si abbatteranno sulla Francia, il trono verrà rovesciato, il mondo intero verrà sconvolto da sventure di ogni genere (nel dir questo, la Beatissima Vergine aveva una espressione molto addolorata). Ma venite ai piedi di questo altare; qui verranno diffuse grazie su tutti coloro, grandi e piccoli, che le chiederanno con fiducia e fervore. Verrà il momento in cui il pericolo sarà talmente grave, da far credere che tutto sia perduto. Ma proprio allora io sarò con voi!»

O Beatissima Vergine, mia Madre, nelle attuali desolazioni del mondo e della Chiesa, ottenetemi le grazie che vi domando e soprattutto ispiratemi a chiedervi quelle grazie che più volete donarmi.

Padre nostro,… / Ave Maria,… / Gloria al Padre,…

O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi.

Terzo giorno: «La Croce verrà disprezzata…»

«Figlia mia, la Croce verrà disprezzata, la getteranno per terra, e allora scorrerà il sangue per lestrade. Verrà nuovamente aperta la ferita nel costato di Nostro Signore. Ci saranno morti, il clero di Parigi avrà vittime, monsignore l’arcivescovo morirà (a questo punto la Beatissima Vergine quasi non riusciva più a parlare, il sua volto manifestava dolore). Tutto il mondo sarà nella tristezza. Ma abbiate fiducia!».

O Beatissima Vergine, mia Madre, ottenetemi la grazia di vivere in unione con Voi, col vostro divin Figlio e con la chiesa, in quest’epoca cruciale della storia in cui l’intera umanità si sta schierando per Cristo o contro di Lui, in questo momento tragico come quello della Passione. Ottenetemi le grazie che vi domando e soprattutto ispiratemi a chiedervi quelle grazie che più volete donarmi.

Padre nostro,… / Ave Maria,… / Gloria al Padre,…

O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi.

Quarto giorno: Maria schiaccia la testa del Serpente

Il 27 novembre 1830, verso le ore 18, santa Caterina pregava nella cappella, quando le apparve la Beatissima Vergine per la seconda volta. Ella aveva gli occhi rivolti al cielo e il volto splendente. Dal capo le scendeva un velo bianco fino ai piedi. Il viso era abbastanza scoperto. I piedi poggiavano sopra un mezzo globo. Col suo tallone, Ella schiacciava la testa del Serpente.

O Beatissima Vergine, mia Madre, siate la mia protezione dagli attacchi del Nemico infernale, ottenetemi le grazie che vi domando e soprattutto ispiratemi a chiedervi quelle che più volete donarmi.

Padre nostro,… / Ave Maria,… / Gloria al Padre,…

O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi.

Miraculous_medal_03Quinto giorno: La Madonna col globo

La Santissima Vergine apparve tenendo nelle mani un globo, che rappresentava tutto il mondo e ogni singola persona, che Ella offre a Dio implorandogli misericordia. Le sue dita si ricoprirono di anelli, ornati di pietre preziose, le une più belle delle altre, le quali gettavano verso il basso raggi luminosi di varia intensità, che simboleggiavano le grazie diffuse dalla Madonna su coloro che le chiedono.

O Beatissima Vergine, mia Madre, ottenetemi le grazie che vi domando e soprattutto ispiratemi a chiedervi quelle che più volete donarmi.

Padre nostro,… / Ave Maria,… / Gloria al Padre,…

O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi.

Sesto giorno: l’invocazione della Medaglia

Durante la sesta apparizione, la Beatissima Vergine fece comprendere a santa Caterina «quanto è dolce pregare la Santissima Vergine e quanto Ella è generosa con le persone che La pregano; quante grazie Ella accorda alle persone che gliele chiedono e quale gioia Ella prova nel concederle». Poi si formò attorno alla Madonna come una cornice ovale, sovrastata da una scritta in caratteri dorati che diceva: «O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi».

0 Beatissima Vergine, mia Madre, ottenetemi le grazie che vi domando e soprattutto ispiratemi a chiedervi quelle che più volete donarmi.

Padre nostro,… / Ave Maria,… / Gloria al Padre,…

O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi.

Settimo giorno: manifestazione della Medaglia

Allora si udii una voce che diceva: «Fai coniare una medaglia su questo modello. Tutti coloro che la porteranno riceveranno grandi grazie, specialmente tenendola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia».

0 Beatissima Vergine, mia Madre, ottenetemi le grazie che vi domando e soprattutto ispiratemi a chiedervi quelle che più volete donarmi.

Padre nostro,… / Ave Maria,… / Gloria al Padre,…

O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi.

Ottavo giorno: i Sacri Cuori di Gesù e di Maria

anniversario00Improvvisamente parve che l’immagine si voltasse ed apparve il rovescio della Medaglia. Vi era la lettera «M», iniziale del nome di Maria, sormontata da una Croce senza crocifisso, con sotto raffigurati il Sacro Cuore di Gesù, fiammeggiante e incoronato di spine, e quello di Maria, trapassato da una spada. L’insieme era circondato da una corona di dodici stelle, che ricordavano il passo dell’Apocalisse: «Una Donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul capo».

O Cuore Immacolato di Maria, rendete il mio cuore simile al vostro; ottenetemi le grazie che vi domando e soprattutto ispiratemi a chiedervi quelle che più volete donarmi.

Padre nostro,… / Ave Maria,… / Gloria al Padre,…

O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi.

Nono giorno: Maria Regina del mondo

Santa Caterina, confermando le profezie di san Luigi Maria Grignion de Montfort, affermò che la Beatissima Vergine verrà proclamata Regina del mondo: «Oh, come sarà bello sentirsi dire: “Maria è la Regina del mondo e di ognuno in particolare”! Sarà un tempo di pace, di gioia e di felicità che durerà a lungo; Ella verrà portata in trionfo da tutto il mondo!»

O Cuore Immacolato di Maria, rendete il mio cuore simile al vostro; ottenetemi le grazie che vi domando e soprattutto ispiratemi a chiedervi quelle che più volete donarmi.

Padre nostro,… / Ave Maria,… / Gloria al Padre,…

O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi.

O Beatissima Vergine Maria, mia Madre, chiedete in mio nome al vostro divin Figlio tutto ciò di cui la mia anima ha bisogno, per instaurare sulla terra il vostro Regno. Quello che io vi domando soprattutto è il vostro trionfo in me e in tutte le anime, e l’instaurazione del vostro Regno nel mondo. Così sia.

I raggi emanati dalle mani della Madonna simboleggiano le grazie che Ella ottiene per tutti coloro che le domandano con fiducia.

Padre_Mateo_Mario_02CORONCINA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA

O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, mossa a pietà dalle nostre miserie, scendesti dal cielo per mostrarci quanta cura prendi alle nostre pene e quanto ti adoperi per allontanare da noi i castighi di Dio e ottenerci le sue grazie, soccorrici in questa presente nostra necessità e concedici le grazie che ti domandiamo.

Ave Maria.

O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. (tre volte).

O Vergine Immacolata, che ci hai fatto dono della tua Medaglia, quale rimedio a tanti mali spirituali e corporali che ci affliggono, come difesa delle anime, medicina dei corpi e conforto di tutti i miseri, ecco che noi la stringiamo riconoscenti sul nostro cuore e ti domandiamo per essa di esaudire la nostra preghiera.

Ave Maria.

O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. (tre volte).

O Vergine Immacolata, che hai promesso grandi grazie ai devoti della tua Medaglia, se ti avessero invocato con la giaculatoria da Te insegnata, noi, pieni di fiducia nella Tua parola, ricorriamo a Te e Ti domandiamo, per a Tua Immacolata Concezione, la grazia di cui abbiamo bisogno.

Ave Maria.

O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. (tre volte).

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