FERMENTI CATTOLICI VIVI

"Andate controcorrente. Di quanti messaggi, soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici!" Benedetto XVI

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Posts Tagged ‘famiglia’

«Il giorno dopo mio marito cominciò a piangere»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 10/06/2021

Gironzolando per la rete mi sono imbattuto nel sito dei Piccoli Figli della Luce, un’associazione privata di fedeli approvata dal Vescovo locale (Parma).

Scorrendo il sito mi ha colpito la testimonianza di una donna il cui marito violento, grazie alla preghiera si converte e cambia radicalmente. Una bella storia che mostra come Dio può sciogliere i cuori più duri, sovvertendo il finale di una storia che si verifica fin troppo spesso.

«Negli ultimi anni, i contrasti in famiglia sono stati sempre maggiori e soprattutto mio marito ci ha fatto molto soffrire con i suoi atteggiamenti imperiosi e violenze verbali.

Padre padrone, marito padrone. All’inizio del mese di marzo, in un ennesimo litigio, mio marito, prima caccia fuori di casa un figlio, mi appella con mille brutti nomi, e dorme in un altro letto.

Ho implorato Gesù e la Madonna e ho pregato, in unione ai Piccoli figli della Luce, a cui avevo chiesto preghiera, le novene della Moltiplicazione. Il giorno dopo mio marito cominciò a piangere, io gli dissi parole buone e intercedetti per i figli.

Lo abbracciai, consolandolo come si fa con un bambino e fui costretta a chiamare mio figlio per dirgli del padre. Si parlarono al telefono piangendo e, dopo avergli chiesto perdono, mio marito si calmò. Il giorno dopo mio figlio arrivò a casa, si abbracciarono e si chiarirono.

Ma il fatto non è finito qui, perché dopo due giorni, gli chiesi di andare da un sacerdote. Lui accettò e quel sacerdote, appena lo vide, lo abbracciò e lo porto con sé nel confessionale.

Rimasero pochi minuti perché il sacerdote vedendo le sue lacrime, non lo fece parlare, gli diede l’assoluzione, lo abbracciò, e dopo divenne il suo padre spirituale. Dopo di che, mio marito recitò in Rosario con me in Chiesa e sentì la Santa Messa.

Erano sessant’anni che non si confessava e più di quaranta che non prendeva una Comunione. Ho ringraziato Gesù dal profondo del cuore per questa grazia grandissima e i piccoli figli della luce che in questo periodo hanno pregato per me.»

(Fonte: http://www.piccolifiglidellaluce.it)

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«Un percorso terapeutico con Maria»

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 13/01/2021

Dopo abusi, percosse, alcol, droga incontra l’Amore nella comunità Nuovi Orizzonti e dopo un viaggio a Medjugorje inizia quello che definisce “un percorso terapeutico con Maria”.

«Se è vero che ci sei, io ti chiedo una famiglia dove si possa respirare il calore dell’amore»

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AMORIS LAETITIA

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 08/04/2016

amoris-laetitia-574x493Non vi fidate di quanto scrivono i giornali, a partire dall’Ansa, sull’esortazione apostolica di Papa Francesco AMORIS LAETITIA.

Fanno titoloni ad effetto azzardando conclusioni che nell’esortazione NON CI SONO, mettendo sulla punta della penna del Papa, PAROLE CHE NON HA MAI SCRITTO, con semplificazioni in malefede solo per fare titoloni ad effetto.

Prendetevi del tempo e LEGGETELA DIRETTAMENTE DA QUI

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_exhortations/documents/papa-francesco_esortazione-ap_20160319_amoris-laetitia.html

Questa è l’unica fonte ufficiale, il sito del Vaticano.

E’ complessa, vale la pena perderci del tempo resistendo alla tentazione di conclusioni approssimate e affrettate, in ogni direzione.

AMORIS LAETITIA tratta un argomento complesso e delicato, con tutta la delicatezza e la profondità che occorrono.

Buona lettura!

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“Di fronte alla Madonna e alla recita del Santo Rosario, l’azione del maligno viene sistematicamente annientata!”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 16/03/2016

Alessandro_01Intervista al conduttore televisivo Alessandro Greco. Lui e sua moglie Beatrice Bocci, sono testimoni di una fede vissuta in coppia e nell’amore di Cristo Gesù, accompagnati dalla Madre del cielo che li ha sempre guidati verso il figlio.

Era il 1997 quando conosci Beatrice in occasione di “Miss Italia”. Fra di voi è stato subito un colpo di fulmine…

Hai detto proprio bene, è stato subito un “colpo di fulmine” fra di noi ma anche con Gesù! Lui c’è stato sempre nella nostra vita, noi dobbiamo soltanto avere il desiderio di aprire il nostro cuore e lasciarlo entrare. Gesù sta fuori alla porta del nostro cuore e bussa, chiede sempre il permesso, lasciandoci il libero arbitrio.

Nell’incontro con Beatrice ci siamo ritrovati ad essere due persone che anche a livello familiare, avevano sempre vissuto nella fede.

Questo ha contribuito ad arricchire il nostro rapporto; da subito eravamo in 3 perché quando conobbi Beatrice, lei aveva già una figlia di 5 anni e mezzo Alessandra che oggi ne ha 23, avuta dal suo precedente matrimonio, per cui possiamo dire di essere stati sempre una famiglia. Poi nel 1998 è nato Lorenzo, che oggi ha 16 anni.

A quel punto, non potendovi sposare (perché il matrimonio precedente di Beatrice non era stato sciolto dalla Sacra Rota) decidete di andare a convivere. Ma la convivenza per la Chiesa è peccato!

Il nostro desiderio non era quello di andare a convivere ma di condividere insieme una quotidianità familiare ma c’erano degli impedimenti, ovvero il precedente matrimonio di Beatrice, un esperienza dolorosa.
Per cui sia da parte mia che da parte sua, vi era la volontà di avviare tutte le pratiche per annullare il precedente matrimonio in Chiesa, sulla base di motivazioni vere e reali.

Questo percorso è stato molto doloroso, con certi passaggi di sofferenza nei quali abbiamo anche sperimentato un certo senso di abbandono da parte della Chiesa, ma tutto questo serviva a farci intraprendere seriamente un percorso di fede perchè il Signore voleva che camminassimo davvero con Lui, per ottenere ciò che desideravamo di più ovvero sposarci in grazia di Dio.

Alessandro_05La vostra fede in quel frangente di vita, si era indebolita o rafforzata?

Il Signore non è mai stato messo in discussione né da me e né da Beatrice, perché era presente ed ha continuato ad esserlo. La Chiesa è fatta da uomini, per cui tante volte possono sbagliare nel non concedere una parola o un gesto che ti può far sentire accolto, anche se non si è in una determinata situazione di grazia.

Un giorno vi ritrovate a fare una testimonianza a San Giovanni Rotondo (sei molto devoto di San Pio) e proprio in quel luogo, tu e Beatrice conoscete Fra Modestino…

Sono sempre stato vicino alla figura di Padre Pio, così andammo a San Giovanni Rotondo con Lino Banfi (all’epoca conducevo un programma con lui su Radio Rai) e ci recammo in Puglia per un evento dedicato ad una casa di accoglienza per bambini.

Con Beatrice abbiamo avuto la grazia di conoscere Fra Modestino, l’erede spirituale di San Pio. Con noi fu molto accogliente, ci fece sentire l’amore di Gesù , lasciandoci dei segni attraverso delle parole e dei gesti che ci stimolassero nel nostro cammino a seguire una strada di luce e seguendo il Signore, compiendo delle azioni che si sarebbero rivelate fondamentali per il nostro futuro di cristiani.

Beatrice cominciò a frequentare degli itinerari dedicati alle coppie, ed in uno di questi incontri coinvolse anche te. Ci racconti?

Abbiamo conosciuto un sacerdote che oggi è il nostro Padre Spirituale, lui è Padre Roberto Basilico, ha una comunità in Molise esattamente ad Isernia, e nell’arco dell’anno, organizza dei momenti di evangelizzazione e di preghiera comunitaria che chiama “Itinerari della gioia”.

Alessandro_06Io e Beatrice, abbiamo partecipato a uno di questi itinerari, dedicati alle coppie proprio perché la coppia è una delle istituzioni predilette da Dio e per questo è molto attaccata dal maligno, per cui c’è un particolare bisogno che le coppie e le famiglie partecipino a questi incontri, affinchè portino Gesù Cristo al centro della loro vita.

In quell’occasione nel nostro cuore è successo qualcosa di particolare perché arrivati a casa insieme ai nostri familiari, abbiamo iniziato a recitare il rosario tutti insieme settimanalmente.
Approfitto per dire ai lettori che di fronte alla Madonna e alla recita del Santo Rosario, l’azione del maligno viene sistematicamente annientata!

Di settimana in settimana, alla recita del rosario, aumentavano gli amici e i parenti che venivano in casa, fino a quando siamo diventati oltre 40 persone e così per volontà di Dio si è formato un gruppo di preghiera e ci siamo trasferiti in chiesa.

Quest’esperienza continua tutt’ora, ci ritroviamo tutte le settimane al martedì alle 21:30, recitiamo il rosario, poi c’è la preghiera spontanea comunitaria d’innanzi a Gesù Sacramento e facciamo anche l’adorazione eucaristica.

Andate a Medjugorje per la prima volta, rispondendo all’invito di Maria. Ci racconti quest’esperienza?

La Mamma celeste è una grande mediatrice, Lei ci prende per mano e ci tiene tutti sotto il suo manto celeste e ci accompagna. Infatti ci ha chiamati a Medjugorje.

Alessandro_07Il tutto è iniziato così: dal 2008 ho un rapporto di collaborazione con RTL 102.5. In quel periodo la radio mi comunicò che dovevamo recarci a Trieste (località insolita per eventi legati allo spettacolo) per trasmettere da lì, i nostri programmi. A quel punto, buona parte della strada era già fatta, per cui prima di recarci a Triste, decidemmo di andare a Medjugorje.

A Medjugorje abbiamo fatto un incontro molto significativo e bello con Fra Renzo, il quale ha fortemente il carisma della confessione. Il nostro incontro con lui è stato speciale ma allo stesso tempo duro per certi aspetti, (come d’ altronde era successo anche con Fra Modestino); ci ha dato dei messaggi molto chiari che arrivavano dal Signore.

Durante la salita al monte Podbrdo, la collina delle Apparizioni, insieme a Beatrice ci siamo messi in preghiera ed entrambi abbiamo sentito fortemente nel cuore di affrontare un periodo di castità come umile dono al Signore, anche perché ci avevano spiegato che questo era l’unico modo per riaccostarci ai sacramenti.


Promettere castità, in un epoca di trasgressione, è un valore molto rilevante…

Si credo proprio di si, fra l’altro noi eravamo una coppia già strutturata in quanto alle spalle avevamo già 2 figli e tanti anni di convivenza e non è stata di certo una passeggiata, però se prendendo una decisione di questo tipo, lo si fa non con la razionalità umana ma in preghiera, in grazia ed in comunione con il Signore e la Mamma celeste, per merito loro riesci a trovare la forza; una forza che ti guarisce e ti salva e sicuramente ti porterà a ricevere tante altre grazie … bisogna avere fede!

Infatti dopo quel periodo di castità durato quasi 3 anni, arriva quella grazia che attendevate da tantissimo tempo…

Si esatto. Dopo quel pellegrinaggio a Medjugorje, continuavamo a frequentare gli “Itinerari della gioia” insieme a Beatrice, e partecipando in uno di questi itinerari dedicati alle coppie, in preghiera i frati della comunità chiedono al Signore una parola da dedicare alle coppie ed eventualmente da riportare in un ricordino che avrebbero lasciato a tutti i partecipanti.

La parola che uscì fu la seguente: “Infrangerò il giogo che vi opprime e spezzerò le vostre catene”. L’itinerario si era svolto nel fine settimana: venerdì, sabato e domenica.
Finito l’itinerario, torniamo a casa e all’inizio della settimana, intorno al martedì, riceviamo la telefonata dell’Avvocato che si stava occupando della situazione coniugale di mia moglie, e con una grande emozione abbastanza insolita per un professionista, ci comunicò che la situazione rotale si era definitivamente conclusa in positivo e che dal giorno dopo, ci saremmo potuti sposare.

Andando a verificare meglio la situazione, l’Avvocato ci raccontò che il tutto era avvenuto rapidamente e che la notizia di ciò, era arrivata il venerdì precedente ovvero lo stesso giorno in cui noi eravamo all’itinerario ed il Signore aveva parlato per mezzo di quella parola!

Alessandro_08Per grazia di Dio, ci siamo sposati il 6 aprile 2014, finalmente in Chiesa, alla presenza della nostra guida spirituale Padre Roberto Basilico e di altri 11 sacerdoti.

Sei impegnato al momento con “Effetto estate” su Rai Uno e fai anche Radio su RTL 102.5. Come vivi la tua fede all’interno del mondo dello spettacolo?

E’ tutto un discorso di unione e di comunione con il Signore che ti fa desiderare di essere un piccolo strumento nelle sue mani. Per cui sia nell’esercizio della mia attività cioè nella conduzione, ma anche nelle relazioni e negli incontri che si fanno in quell’ambiente, cerchi di rendere testimonianza a Gesù Cristo che è sempre presente in tutte le cose, ovunque e comunque.

Sta a noi essere suoi messaggeri e testimoni, soprattutto facendo agire lo Spirito Santo.

Sulla base della tua esperienza, quanto è importante mettere Dio al centro della coppia? Oggi alcune persone, si sposano in chiesa solo per usanza non per credenza..

E’ proprio un peccato che alcuni di questi fratelli si sposino in chiesa senza coglierne l’essenza ed il valore altissimo di questa presenza. Un po’ tutti conosciamo quella pagina del Vangelo che ci racconta “Le nozze di Cana” dove la Madonna si accorge che il vino viene a mancare, cioè viene a mancare la gioia.

Cioè nel giorno del matrimonio per questi sposi non c’era già la gioia, per cui la Madonna in quanto Madre premurosa chiede aiuto al Figlio e Gesù, che non era ancora nel tempo della sua rivelazione, non resiste alla richiesta della Madre ed interviene facendo il miracolo.

Il matrimonio è un vincolo prediletto da Dio ma deve essere messo al centro della coppia e della famiglia, nella gioia e nel dolore.

I momenti di difficoltà fanno parte della vita, prima o poi arriveranno, ma se abbiamo un amico come Gesù che ci dona la sua luce, la sua pace, la sua gioia e benedizione, di questo ne trae giovamento la famiglia, la coppia e i figli. La famiglia è chiesa e diventa uno strumento bellissimo e potente nelle mani del Signore.

Che consiglio vuoi dare a tutte le coppie che come dice la Madonna, non conoscono ancora l’amore di Dio?

E’ difficile elargire consigli perché la fede e la spiritualità sono un fattore di relazione personale con il Signore. L’unica cosa che posso dire è che noi da soli, nella nostra misera condizione umana, non possiamo fare niente, siamo come pecore in mezzo ai lupi, quindi aprite il vostro cuore e lasciate entrare Gesù.

[Servizio di Rita Sberna su http://www.cristianitoday.it/%5D

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Eri già donna… e come tale di una cosa avevi bisogno prima di tutto: lo sguardo di due occhi che ti fissassero con amore

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 01/11/2015

Non_piu_due_01Ho appena finito di leggere “Non più due”  di Andrea Torquato Giovanoli.

Seguo con piacere Andrea sui social da un po’ ma devo confessare di aver acquistato il libro per la copertina: quel Cristo che teneva unite le due fedi era proprio l’immagine del matrimonio cristiano come lo concepisco e come, mia moglie e io cerchiamo di vivere giorno dopo giorno.

Come nella copertina, Cristo ci aiuta ad accogliere la diversità dell’altro come ricchezza, le tiene insieme e quando ci riusciamo, ad accogliere la diversità dell’altro, tutto funziona alla grande.

In quest’ottica Andrea scrive alla figlia per parlarle degli uomini, da uomo, da padre e con una scrittura gradevolissima, qua e là parla anche del Padre, quello con la “p” maiuscola.

Ma lascio (col suo permesso appena accordato) la parola a lui.

Era mezzogiorno e mi trovavo una volta tanto da solo a casa con te, che avevi solo un anno.

Così ti ho preparato la tua pappa (abbondando con il condimento, come mio standard), ti ho apparecchiata sul tuo seggiolone, ti ho messo il tuo bavaglino (quello rosa, con il tuo nome ricamato dalla tua mamma) ed ho cominciato a darti da mangiare.

Nulla: non mi aprivi neanche la bocca.

Allora ho provato a darti uno dei giochini del tuo campionario: me lo hai scaraventato a terra.

Te ne ho passato un altro: stessa fine.

Ed a quel punto ho iniziato a sentire le mie budella aggrovigliarsi, ma ho sorriso e ho cambiato strategia: magari avevi sete, così ti ho passato il biberon, dal quale effettivamente hai iniziato a sorseggiare con bramosia.

PNon_piu_due_02erciò mi son detto: “Ecco vedi: voleva bere. Adesso mangerà”.

Allora ti porto ilcucchiaio pieno di anellini stracotti nel brodo preparato la sera prima da tua madre e insaporiti con un gustoso formaggino (roba buona, insomma, per aver la quale inalcune parti del globo si arriverebbe anche ad uccidere): niente, neanche unboccone.

A quel punto stavo già per arrendermi (perché lo sai che sono uno di quelli che starebbe ore a giocare coi bimbi, ma se devo dar loro da mangiare la mia pazienza si riduce a cifre prossime allo zero) e stavo seriamente pensando di riparare su uno Yogurt alla banana: buono, nutriente, già pronto e facile da somministrare, tanto più che fresco com’è avrebbe potuto pore darti sollievo ai dentini (hai visto mai)…

Poi però ho deciso di provarci un’ultima volta: ti ho preso il visino nella mano, ti ho guardata dritto negli occhi e ti ho porto il cucchiaino col boccone.

E lì è successa una cosa straordinaria: tu mi hai sorriso, hai aperto la bocca ed hai cominciato a mangiare.

Così abbiamo iniziato una specie di gioco ripetuto: mi bastava incrociare il tuo sguardo un momento prima di darti ilboccone per ottenere il tuo sorriso e che mi aprissi la bocca per mangiare.

E’ stato in quel preciso istante che ho capito, come una sorta di illuminazione: perché tu, bambina mia, eri figlia femmina, a te non bastava (come per i pirlotti dei tuoi fratelli) darti in mano un giochino per condirti via nello sfamarti, tu esigevi di metterti in relazione, e nello specifico pretendevi l’attenzione del tuo uomo, che per allora (e spero ancora per qualche anno) ero io, interamente su di te.

Non_piu_due_03Eri già donna, non c’era nulla da fare.

E come tale di una cosa avevi bisogno prima di tutto: lo sguardo di due occhi che ti fissassero con amore, facendoti sentire parte di un rapporto esclusivo.

Oggi sono i miei, domani saranno quelli di tuo marito, ma in realtà l’unico sguardo che davvero potrà saziare questa tua innata fame di relazione è quello del Padre, di cui io ora sono rifrangenza, così come poi lo sarà (dovrà esserlo!) il tuo sposo.

Perché guarda, piccola mia, che i figli non basta nutrirli nel corpo e nella mente, ma poiché appartenenti a quell’umanità fatta a immagine di Dio, hanno la primaria necessitàd’essere saziati nello spirito, con una relazione d’amore che abbia origina, si alimenti a sua volta e abbia come scopo e meta Colui che solo è Amore.

Altrimenti, di quella fame, muoiono.

(“Non più Due” di Andrea Torquato Giovanoli, Gribaudi, Milano 2015, pag- 61-63)

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Accattatevìllo! 😉

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“La famiglia non può essere manipolata da nessuno”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 21/10/2015

GPII_01Con queste parole San Giovanni Paolo II si rivolgeva nella lettera ai Capi di Stato di tutto il mondo e al Segretario Generale dell’ONU, il 19 marzo 1994

Tremendamente attuali, in alcuni stralci appare addirittura profetica.

(…) il focolare domestico resta quella scuola di vita, dove le tensioni tra autonomia e comunione, tra unità e alterità sono vissute a un livello privilegiato e originale.

Vi è lì, credo, una sorgente di umanità da cui sgorgano le migliori energie creatrici del tessuto sociale, che ogni Stato dovrebbe gelosamente preservare.

(…) Guardando all’anno duemila, come non pensare ai giovani? Che cosa viene loro proposto? Una società di “cose” e non di “persone”. Il diritto di fare liberamente tutto fin dalla più giovane età, senza freni, ma con il massimo della “sicurezza” possibile.

GPII_02Il dono disinteressato di sé, il controllo degli istinti, il senso della responsabilità sono nozioni considerate legate a un’altra epoca. (…) V’è da temere che domani questi stessi giovani, divenuti adulti, chiederanno conto ai responsabili di oggi per averli privati di ragioni di vita, avendo omesso di indicare loro i doveri di une ssere dotato di cuore e di intelligenza.

E’ importante non indebolire l’uomo, il senso del carattere sacro che egli ha della vita, la sua capacità di amare e di sacrificarsi.

Si toccano qui alcuni punti sensibili attraverso i quali le nostre società si costruiscono o si distruggono.

[Lettera ai Capi di Stato di tutto il mondo e al Segretario Generale dell’ONU del 19/3/1994 – Fonte “La famiglia nel cuore e nelle parole di Giovanni Paolo II, E. Paoline, pagg 303-306]

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“Se Dio è con noi siamo la maggioranza!” (*)

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 10/08/2015

Capite perché allora noi difendiamo la famiglia?

Capite perché la Chiesa difende la famiglia?

Capite perché è importante la famiglia?

La famiglia l’ha inventata Dio, non l’abbiamo inventata noi.

E chi può capire più di Dio? Chi può mettersi al posto di Dio?

Vi racconto una confidenza che ho ricevuto dal Cardinale Francis George, Arcivescovo di Chicago: “Penso di morire nel mio letto ma il mio successore ho paura che morirà in prigione, e il successore ancora ho paura che morirà fucilato”. Io chiesi: “Eminenza, e perché?” – “Sa perché? Perché noi difendiamo la famiglia. Perché diciamo che la famiglia è fatta da un uomo e da una donna e la vita deve nascere da un padre e da una madre, saremo perseguitati per questo.

Ma non dobbiamo aver paura, il Signore è con noi.

E don Bosco (*) un giorno disse: “Se Dio è con noi siamo la maggioranza!”

[Cardinale Angelo Comastri alla Convocazione del Rinnovamento nello Spirito domenica 5 luglio 2015]

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Finché morte non vi separi…

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 13/07/2015

Toczko_01

“Finché morte non vi separi” – Un anziano di 95 anni e sua moglie di 96, sposati per 75 anni hanno portato a compimento questo voto morendo l’uno nelle braccia dell’altro.

Jeanette Toczko e suo marito Alexander Toczko, si conoscevano sin da quando avevano solo otto anni, sposarono nel 1940 quando Alexander serviva l’US Navy come telegrafista.

Essere dei devoti cattolici li ha sicuramente aiutati a consolidare un legame forte. Alexander portava sempre con sé una foto della Prima Comunione di Jeanette.

Nel 1971 si trasferirono a San Diego, California, dove stabilirono la loro agenzia fotografica di pubblicità e moda.

In California la loro famiglia crebbe e vennero benedetti da cinque figli e dieci nipoti.

“I loro cuori battono all’unisono da che ne abbia ricordo”, ha affermato Aimee Toczko-Cushman, una figlia della coppia.

Proprio a Giugno di quest’anno la coppia avrebbe celebrato il 75° anniversario di matrimonio.

Toczko_03Alcune settimane prima però, Alexander si vedeva costretto a letto dopo la rottura di un femore a causa di una brutta caduta. La sua salute stava rapidamente peggiorando, “sempre più velocemente”, dirà suo figlio Richard.

Anche la salute di Jeanette cominciò a peggiorare, ma non si staccò mai dal capezzale del marito lungo tutto quel calvario. La coppia continuò a condividere la stessa stanza e ad essere unita durante i momenti finali.

A quel punto la coppia ripeteva spesso ai figli che si augurava di morire “nel proprio letto, mano nella mano, l’uno nelle braccia dell’altro”.

Il 17 Giugno Alexander esalò il suo ultimo respiro. Quando Jeanette lo seppe, continuò a professare il suo amore per lui.

“Dissi a mia madre che papà se ne era andato”, racconta Aimee. “Lei lo abbracciò dicendo: “Era quello che volevi. Sei morto tra le mie braccia e io ti amo. Io ti amo, aspettami, ti raggiungerò presto”.

Qualche ora dopo Jeanette moriva stringendo forte la mano di suo marito.

“Sono entrati entrambi nelle porte del Paradiso tenendosi per mano”, sono state le parole dei figlio.

[Tradotto da http://www.christiantoday.com/article/christian.couple.married.for.75.years.die.in.each.others.arms.fulfilling.wedding.vow/58035.htm%5D

…Come non pensare al passo biblico del Cantico dei Cantici?

<<Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l’amore>>

(Ct 87,6)

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“Papà, quanti soldi guadagni in un’ora?”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 09/05/2015

Papà_00

 

Figlio: “Papà, posso farti una domanda?”

Papà: “Certo, di cosa si tratta?”

Figlio: “Papà, quanti soldi guadagni in un’ora?”

Papà: “Non sono affari tuoi, perché mi fa una domanda del genere?”

Figlio: “Volevo solo saperlo. Per favore dimmelo, quanti soldi guadagno in un’ora?”

Papà: “Se proprio lo vuoi sapere, guadagno 50€ in un’ora.”

Figlio: “Oh!”, con la testa rivolta verso il basso, “Papà, mi presteresti 24€?”

Il padre si infuriò.

Papà_01Papà: “La sola ragione per cui me lo hai chiesto era per chiedermi in prestito dei soldi per comprare uno stupido giocattolo o qualche altra cosa senza senso, adesso tu fili dritto nella tua stanza e vai a letto. Pensa al perché stai diventando così egoista. Io lavoro duto ogni giorno per questo atteggiamento infantile!”

Il bambino andò in silenzio nella sua stanza e chiuse la porta.

L’uomo si sedette e divenne ancora più arrabbiato pensando alla domanda del ragazzo: “Ma come ha avuto il coraggio di farmi una domanda simile solo per avere dei soldi?”

Dopo un’oretta l’uomo si calmò e cominciò a pensare: “Forse c’era qualcosa di cui aveva davvero bisogno di comprare con 25€, non chiede soldi così spesso…”

Papà_02L’uomo andò nella stanza del figlio e aprì la porta.

Papà: “Stai dormendo figlio?”

Figlio: “No papà, sono sveglio.”

Papà: “Stavo pensando: forse sono stato troppo duro con te prima. E’ stato un giorno faticoso per me oggi e mi sono scaricato su di te. Questi sono i 25€ che mi hai chiesto.”

Il bambino si sedette subito e cominciò a sorridere dicendo: “Oh! Grazie papà!”

Papà_03Dopo, da sotto il cuscino tirò via delle banconote stropicciate. L’uomo vide che il bambino aveva già dei soldi e iniziò a infuriarsi di nuovo. Il bambino iniziò lentamente a contare i suoi soldi dopodiché guardò il padre.

Papà: “Perché vuoi degli altri soldi se già ne hai?”

Figlio: “Perché non ne avevo abbastanza ma adesso si. Papà, adesso ho 50€. posso comprare un’ora del tuo tempo? Per favore vieni prima domani, mi piacerebbe cenare con te.”

Il padre rimase impietrito. Abbracciò il bambino e lo implorò di perdonarlo.

(Author unknown)

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“La mia vita appesa a un filo”

Posted by fermenticattolicivivi@gmail.com su 07/05/2015

filo_01Cari amici del blog, ho appena ricevuto questa testimonianza scritta da una parrocchiana di Cristina, carissima amica e sorella nella fede e, come me, collezionista di storie di grazia in cui Dio, con la sua pedagogia unica, interviene nella vita degli uomini e delle donne che lo accolgono.

La mia vita appesa a un filo

La mia vita per molto tempo è stata appesa ad un filo e forse lo sarà per sempre.

Questo filo, è rappresentato dall’elettrodo del peacemaker che mia figlia Serena, ha impiantato appena 4 ore dopo la sua nascita.

Ho voluto scrivere questa lettera, o meglio, questo mio doloroso sfogo, per raccontare quella che è stata l’avventura più dura e al tempo stesso più bella della mia vita, soprattutto per dare coraggio a tutte quelle mamme, a tutte quelle coppie, che devono affrontare una gravidanza difficile, che i medici potrebbero anche definire “impossibile da portare a termine”, ma io vi dico che niente è impossibile per l’amore di Dio, che ci mette di fronte a situazioni complicate, ma al tempo stesso ci fa trovare il coraggio e la luce nel nostro cuore, per affrontarle.

filo_02Era la mia prima gravidanza, una felicità immensa, tutto procedeva per il meglio, ma ad appena 21 settimane di gestazione durante una visita ginecologica di controllo, il dottore non sentì più il battito cardiaco fetale.

La corsa in ospedale per controlli più approfonditi e la dura realtà: il battito cardiaco della mia bimba era sceso a meno di settanta battiti (rispetto ai normali 140), il mondo cominciò a crollarmi addosso.

Sentii immediatamente il consulto di un cardiologo che dopo un’ecocardio fetale, mi fece capire che la situazione era molto grave: oltre alla frequenza cardiaca molto bassa, il cuoricino della mia bimba aveva un versamento causato da un blocco atrio-ventricolare di terzo grado, quindi la speranza che la gravidanza potesse giungere a termine, era molto remota.

Mi venne spiegato che anche per la mia salute, sarebbe stato opportuno valutare l’ipotesi di un aborto. Aborto è una parola che mi faceva paura anche pronunciare, avrei dovuto partorire alla ventunesima settimana di gravidanza una bambina viva, poiché la mia bimba un seppur minimo battito cardiaco lo aveva, ed aspettare, si aspettare che la sua breve vita finisse.

Per me, ma anche per mio marito, era assolutamente impensabile fare una simile scelta, e così con una grandissima emozione, ebbi la forza e il coraggio di dire no, io vado avanti, sarebbe stato il Signore ad illuminare il duro cammino che avrei dovuto percorrere come donna e come madre.

filo_03Grazie anche all’aiuto di un bravo ed umano ginecologo, che il Signore ha deciso di farci “casualmente” incontrare, siamo andati avanti per altri tre lunghi e durissimi mesi: ero continuamente sottoposta ad analisi, ecografie, ecocardio fetali, in diversi ospedali, comunque tutto procedeva, la bimba cresceva regolarmente ed il versamento cardiaco si era bloccato, anche grazie alle numerose iniezioni di cortisone a cui ero sottoposta, ma nel frattempo il battito cardiaco si era ulteriormente ridotto fino a 44 pulsazioni.

Arrivata alla 36 a settimana di gestazione, i medici decisero di intervenire con urgenza per evitare il peggio, poiché il versamento pericardico si era riaffacciato ed era aumentato.

Così un sabato, precisamente il 12 ottobre 2002 alle ore 17.40 con un parto cesareo, presso l’ospedale San Filippo Neri di Roma, è nata Serena, una bimba stupenda, che mi venne immediatamente portata via, senza avere nemmeno la possibilità di guardarla per un attimo negli occhi, con la cosiddetta “Cicogna” (una particolare ambulanza equipaggiata per il trasporto di bambini pretermine), per dirigersi all’ospedale pediatrico Bambino Gesù, dove la attendeva un’altra importante sfida: l’impianto di un peacemaker a solo quattro ore dalla nascita.

filo_04La situazione era a dir poco critica, perché la bimba era troppo piccola e fragile (pesava solamente 2,100 Kg), ma con tante difficoltà e cure, dopo un mese siamo riusciti a portarla a casa, iniziando così una nuova vita a tre: eravamo finalmente una famiglia.

Ora Serena, ha quasi tredici anni ed ha nel frattempo subito, altri 4 importanti interventi chirurgici e dovrà ancora affrontare altri momenti difficili, ma è diventata una signorina tranquilla, “serena”, piena di vita e di amore e di esempio di vita per tutti noi.

GRAZIE SERENA DI ESISTERE.

UNA MAMMA FELICE.

Io ringrazio i genitori di Serena per aver condiviso la loro storia e per averci insegnato che le sfide accolte confidando in Dio (e ovviamente nei medici) hanno spesso esiti che vanno al di là di ogni aspettativa.

Tanti auguri di cuore a loro e a Serena, e un invito a chi legge a pregare per questa famiglia affinché il Signore, per le mani di Maria, continui ad assisterli e a ricolmarli di ogni benedizione.

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